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Autore: Alyss Liebert    12/05/2017    3 recensioni
A te, padroneggiante del greco antico, degno quindi delle mie parole e del mio eterno castigo, narrerò la testimonianza di questo dio minore da te studiato e approfondito con la recondita volontà di renderlo familiare ai posteri.
O visitatore, la tua rivincita si sta manifestando di fronte ai tuoi occhi, così come la mia. La tua irrefrenabile sete di conoscenza sazierà la mia di vendetta.

Prima classificata al contest "Flashfics around the world" indetto da Hermit_ sul forum di EFP, e vincitrice del premio speciale "Miglior stile"
Genere: Angst, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eleutheria


O
sapiente e scellerato profano, insaziabile cultore e caparbio dissodante dei confini tra il mortale e il divino, a te rivolgo la profezia da me incisa sulla superficie marmorea del glorioso faro di Alessandria prima di elevarmi all’ultraterreno.

A te, padroneggiante del greco antico, degno quindi delle mie parole e del mio eterno castigo, narrerò la testimonianza di questo dio minore da te studiato e approfondito con la recondita volontà di renderlo familiare ai posteri.
O visitatore, la tua rivincita si sta manifestando di fronte ai tuoi occhi, così come la mia. La tua irrefrenabile sete di conoscenza sazierà la mia di vendetta.
Proteo, “il primo nato”, è il mio nome, e dell’unione di Oceano e Teti io sono il frutto. Delle rinomate sponde dell’isola di Faro e dei recessi del mare limitrofo io ero il padrone; a me spettava pascere le placide monache* del consorte** della Nereide Anfitrite e vaticinare la ventura degli invadenti mortali propensi alla perizia e al gaudio.
Ah per gli dei, quale illogicità celava la mia anima troppo ignava per adempiere tale ruolo! La mia stessa identità mi era ostile, poiché abusata dagli stolti che contaminavano la mia amata terra. Mutavo le mie sembianze per sottrarmi a chi mi interpellava, sfruttando il dono concessomi dalla grazia dei padroni celesti; in serpente, leone, ardente fiamma, piante e acqua scorrente mi trasformavo, e il saggio oracolo che era in me vacillava, corrotto dall’indole primitiva di chi inglobava il mio aspetto, o estinto dalla mera linfa vitale dei fiorenti virgulti.
Il vaticinio avvelenava il mio animo letargico, ma l’egoismo e la brama di sapere dei mortali spegnevano ogni loro traccia di compassione: mi coglievano all’impensata nelle calde ore del pomeriggio, legandomi ed impedendo la mia fuga sotto forma di mille sembianze, mille maschere di volti che non mi appartenevano ma che desideravo possedere eternamente.
Ho trascorso un’esistenza triste, iniqua e non gratificata; motivo per il quale nacque in me il desiderio di tramandare la mia figura, le mie sofferenze e impacci manifestandomi sulla loro nuda pelle.
Così come io non ho mai ottenuto pace ed ossequi, non ne avrete nemmeno voi, o stolti mortali che verrete a profanare la mia tomba. Chiunque leggerà questo mio scritto, sarà maledetto dal mio stesso rovello. Nell’arco di un anno, il vostro aspetto assumerà caratteristiche vergognose e disonorevoli. Le vostre ossa, le vostre membra subiranno una crescita e deformazione incontrollata, saranno costellate di morbi letali ed insanabili. Il vostro intelletto perturbato vi impedirà di raziocinare; sarete sopraffatti dall’ignominia e dall’inettitudine. La vostra suprema conoscenza verrà deteriorata, la vostra vita diverrà opprimente.
Ti vedo, o temerario, mentre resti basito e tremi di fronte a queste parole. Ti vedo mentre sussurri imprecazioni e trattieni risate nervose per l’ingenua convinzione che ciò possa essere una menzogna. Ben presto diverrai martire; non ci sarà rimedio, sollievo a tale sciagura. Niente e nessuno potrà rimuovere questa mia incisione, perché così è il mio volere.
Perpetuo e temuto sarà il mio nome, nell’epilogo senza fine e nell’eterno avvenire.


maschere




~


* foche
** Poseidone



Angolo dell’autrice

Volevo approdare in questo fandom già da un po’ di tempo, dopo aver sfogliato i miei vecchi libri scolastici di letteratura/mitologia greca e aver sentito un’incredibile nostalgia.
L’occasione me l’ha fornita questo contest di flashfic. Quando ho visto tra i fandom accettati questa categoria, non ho potuto fare finta di niente, cogliendo quindi la palla al balzo e iscrivendomi.
Il contest richiedeva di ispirarsi ad una di dieci immagini proposte. Ho scelto quella che vedete in alto poiché mi è venuto in mente di collegarla alla leggenda di Proteo, divinità greca col dono di mutare le proprie sembianze, poco conosciuta ma dalla quale la celebre sindrome di Proteo ha preso il nome; si tratta di una malattia che, appunto, trasforma l’aspetto fisico di una persona tramite una crescita incontrollata delle ossa e dei tessuti.
L’immagine, che rappresenta tante maschere identiche, si ricollega ai mille volti, mille aspetti fisici differenti che nella storia appartengono ad un solo individuo (Proteo), così come al perenne senso di insoddisfazione, vuoto, rabbia di quest’ultimo per non essere riuscito a cambiare totalmente se stesso e il suo destino.
A parlare è proprio lui; per questo motivo, essendo egli una figura divina, ho utilizzato un linguaggio quanto più formale e aulico possibile, consono quindi alla mistica aura e sapienza del personaggio.
La storia di Proteo è stata sintetizzata nelle prime righe (ma ciò non vi vieta di approfondire la sua conoscenza); la seconda parte, invece, narra come io ho immaginato la diffusione del morbo, ossia tramite vendetta personale nei confronti di chi avrebbe messo piede nel suo territorio e letto la sua scritta.
È la prima volta che mi cimento in una flashfic, poiché tendo a scrivere capitoli prolissi e mi è difficile sintetizzare le mie idee; tuttavia, dopo un sacco di versioni e rimozioni (*ride*), sono riuscita a ultimare questa storia di 500 parole esatte.
Infine, il suo titolo, Eleutheria, è una parola greca che significa “libertà”. La libertà che Proteo ottiene fisicamente, “elevandosi all’ultraterreno”; psicologicamente, mettendo in atto la sua vendetta e saziando il suo astio; socialmente, per aver trovato il modo di farsi ricordare.
Spero che essa vi sia piaciuta e vi abbia incuriosito, e vi ringrazio tantissimo per essere arrivati fin qui.
Commentate, mi farebbe piacere leggere i vostri pareri!
Tornerò da queste parti; non so quando, ma tornerò.
Un saluto a tutti,
Scarlet
  
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