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Autore: Llerian    12/05/2017    1 recensioni
~ dove Derek è al parco in cui di solito va per trovare un po' di calma mentre studia e un aeroplanino di carta vola ai suoi piedi. Dopo il primo ne arriveranno altri.
Two-shot ~ Sterek
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Derek guardò un'ultima volta il cellulare prima di ripromettersi di spegnerlo e metterlo in tasca così da non controllarlo più. Sua sorella Laura voleva sapere per che ora sarebbe rientrato a casa così da poter preparare il pranzo in tempo e non farlo freddare. 

Gli rispose velocemente dopo aver guardato l'orario e poi lo spense, tornando a dare tutta la sua attenzione e concentrazione al libro di storia che teneva in grembo. 

Era seduto sull'erba nel parco poco lontano da casa sua, all'ombra di una grossa quercia che pareva avere mille anni e con un quaderno poggiato poco distante da lui dove Erica, sua compagna di corso e vicina di banco, aveva appuntato le cose più importanti delle lezioni e le aveva evidenziate con diversi colori, ognuno dedicato ad un argomento specifico. 

Un lieve rumore, quasi impercettibile, come di carta che viene accartocciata o mossa dal vento arrivò alle orecchie di Derek che alzò leggermente la testa per vedere da dove arrivasse. 

Ai suoi piedi, dove prima c'era solo il suo zaino, adesso c'era un piccolo aeroplanino di carta, piegato storto e con la punta piegata a destra. Derek si chiese se potesse anche solo volare per due secondi conciato in quel modo. 

Fare gli aeroplani e le barchette di carta non è una cosa che si impara a fare alle elementari? Se non prima addirittura...

Ridacchiò e si sporse leggermente per raccoglierlo, guardandosi intorno per vedere se trovava il proprietario. Non vide nessuno nei dintorni, c'era un ragazzo che portava a spasso il cane e un gruppo di ragazze che prendevano il sole e chiacchieravano allegre. Ma probabilmente era arrivato proprio dal liceo di Beacon Hills ad appena qualche metro di distanza dal parchetto, doveva aver superato il chioschetto dei gelati e poi doveva essere caduto rovinosamente lì. 

Se lo rigirò tra le mani e una piccola macchia nera attirò la sua attenzione. Lo aprì e lo stese fino a farlo tornare un foglio A4, gli angoli erano tutti rovinati e l'intero foglio era coperto da frasi cancellate e bianchetto ormai secco, forse era stato usato per creare un aeroplano proprio perchè inutilizzabile per qualsiasi altra cosa. 

Da quello che Derek riusciva a capire dalle mezze frasi quasi illeggibili, doveva trattarsi di appunti di economia, metà del foglio era occupata da calcoli in colonna poi brutalmente cancellati e da formule che, per quanto Derek potesse ricordare, erano tutte sbagliate. 

In un angolo invece campeggiava l'unica parola non cancellata e ancora leggibile, salvatemi scritto in caratteri cubitali e più volte ricalcato con la penna nera. 

Derek sorrise e scosse la testa, si ricordava benissimo che inferno era stare a scuola e si trovava di gran lunga meglio adesso che frequentava l'università. Studiava una cosa che gli piaceva, con i suoi metodi e i suoi tempo, nessuno che ti tartassa per i compiti e nessuna interrogazione a sorpresa o di punizione. 

Solo una cosa gli mancava della scuola: l'ora di educazione fisica. Amava giocare a basket e all'ultimo anno di liceo era riuscito a convincere il suo coach ad organizzare un torneo di baseball, altro suo sport preferito, oltre che al classico di lacrosse. 

Bobby Finstock, il suo coach ai tempi, era uno dei suoi professori preferiti ovviamente. Poteva anche dire con fierezza che il sentimento era ricambiato visto che lui era uno dei suoi studenti preferiti, cosa che gli garantiva un B in economia senza impegnarsi troppo. Odiava quella materia. Non importa quanto si mettesse lì a studiare e a cercare di capirla, questa per lui rimaneva un mistero. 

Derek era il capitano della squadra di basket nonchè il giocatore migliore, il coach non poteva permettersi di averlo in panchina per via dei voti bassi e quindi cercava di dargli una mano nei compiti in clasde. Era un giusto scambio secondo lui, Derek faceva vincere la squadra e il coach gli alzava i voti. 

Un sorriso andò ad alzargli un angolo delle labbra, gli mancava quel professore, Derek si chiese se fosse ancora in quella scuola e si ripromise di andare a trovarlo un giorno o l'altro. 

Lesse e rilesse l'ultima pagina di appunti un altro paio di volte, aveva capito il concetto di base e cosa succedeva ma le date erano un incubo da ricordare, faceva ancora un po' di confusione e sapeva che la professoressa che lo avrebbe interrogato gli avrebbe chiesto di dirle con precisione, senza ammettere il minimo errore. Era già la seconda volte che provava a dare quell'esame, Erica ci era riuscita al primo colpo ma con il voto più basso, lui invece era stato bocciato per un punto. 

Chiuse il quaderno e lo rimise nello zaino andando ad accendere poi il telefono e scrivere a Laura che sarebbe rientrato in mezz'ora. Era già l'una passata e per quella mattina sentì di aver studiato anche troppo. 

Si alzò e si mise lo zaino su una spalla, spolverandosi leggermente i pantaloni dalla terra e stiracchiando le braccia sopra la testa. Aveva bisogno di una lunga doccia calda e di una partita a basket forse. Magari nell'ordine inverso. 

Un altro aeroplano gli arrivò direttamente sui piedi mentre stava camminando per lo sterrato, lo guardò confuso e si meravigliò della coincidenza, forse era destino che li trovasse proprio lui. O meglio, che loro trovassero lui. 

Lo raccolse e lo aprì mentre continuava a camminare lentamente. Questo era leggermente meno impastrocchiato e scarabocchiato del precedente. Intere frasi erano prive di linee nere che le cancellevano ed era tutto più ordinato. 

Il coach mi odia. Non solo sono sicuro che mi dia i compiti più difficili rispetto agli altri ma sono anche sicuro che ci provi gusto nel vedermi soffrire. era scritto in diagonale in alto, tra un disegnino e un altro. 

Poi sbaglia sempre a pronunciare il mio cognome e secondo me lo fa apposta. Il nome nemmeno ci prova a dirlo, e un po' lo capisco. "Bobby", la fa facile lui con il suo nome banale e semplice. Derek sorrise, quindi Finstock insegnava ancora e, da come veniva descritto da Mr. Aeroplanino, Derek se lo ricordava bene. C'era un ragazzo nel suo stesso anno e quindi in squadra con lui che veniva sempre preso di mira dal coach, Aaron Greenberg. Scosse la testa al ricordo e si alzò lo zaino meglio sulla spalla. 

Piegò a metà il foglio stropicciato e lo mise nella tasca più piccola dello zaino, tornando poi ad aggiustarselo sulla spalla. Arrivato alla macchina, una Camaro nera con cui aveva un appuntamento ogni fine settimana per pulirla e lucidarla, lo lanciò con poca grazia sul sedile del passeggero e poi fece il giro dell'auto per mettersi comodo al posto del guidatore. 

Arrivò a casa in venti minuti, perfettamente in orario, salutò la sorella con un bacio sulla guancia e si mi se a tavola dopo averla aiutata con i piatti. 

"Ti ricordi di Finstock?" le chiese appena finito il pranzo, mentre riponeva i piatti sporchi nel lavello per poi lavarli. 

"Il coach del liceo?" chiese questa passandogli il proprio piatto. "Quello stronzo non ci credeva mai quando gli dicevo di avere il ciclo." 

"Laura, dicevi di avere il ciclo ogni settimana, ti pare che sia stupido?" le chiese sbuffando una risata. 

"No però doveva lasciarmi stare in panchina a prescindere visto che sono una ragazza," disse incrociando le braccia la petto e alzando il viso, offesa. 

"Non facevi nemmeno tanto schifo negli sport, andiamo, lo faceva per te" cercò di incoraggiarla il fratello e di difendere l'allenatore. 

"Mai brava quanto te, parlava solo di te," gli fece notare lei alzando le sopracciglia. 

"Invidiosa," borbottò lui schivando per un pelo una manata in faccia. "Comunque, pensavo di andare a trovarlo domani a scuola, immagino che tu non voglia venire," concluse poi guardandola male. 

"No grazie," rispose lei sorridendo. "E poi non voglio sentire Cora urlare perchè siamo andati a scuola da lei senza dirle niente," fece spallucce. 

"Nemmeno ce l'ha oggi educazione fisica, non lo verrà a sapere e io potrò salutare il mio professore preferito," spiegò lui. "Siamo tutti felici." 

"Come mai, così di punto in bianco, ti è venuto in mente lui?" gli chiese la sorella, mettendosi a sedere sul bancone accanto al lavello dove Derek aveva quasi finito di lavare i piatti. 

"Non ne ho idea, ero al parco vicino alla scuola e mi è venuto in mente," disse, non proprio mentendo ma nemmeno dicendo la verità assoluta. In fondo era un po' curioso di vedere se riusciva a trovare quello degli aeroplanini, il fatto che il coach insegnasse ancora lì era un plus.

"Mh," fece Laura, le sue gambe continuavano ad andare avanti e indietro dondolando vista l'altezza del mobile. "Salutamelo," gli disse poi. "No, anzi no, non se lo merita," si corresse subito e Derek la schizzò con l'acqua prima di chiuderla e scappare via. 


A.N.: prima parte di una piccola piccolissima storia che mi è venuta in mente mentre stavo "lavorando", è un po' scema ma mi piace :) spero piaccia anche a voi e vi faccia sorridere magari~ 
L'ho riletta velocemente e la sto pubblicando adesso che devo scappare via quindi scusate se ci sono degli errori.
Recensite se vi va e ditemi cosa ne pensate, alla prossima♡ Martina 

Sì, in quasi tutte le mie ff Bobby ama Derek ♡ #sorrynotsorry
  
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