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Autore: Cecilia    13/05/2017    0 recensioni
Questa storia è un “What If” legato a una semplice parola di Fitz. Cosa sarebbe successo se invece di lei “Lei” avesse detto “Tu”. Tutto sarebbe cambiato e tutto sarebbe andato come avrei voluto... (4x21 - LeopoldxOphelia)
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leo Fitz, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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TÉTÉ

EL HUBIERA NO EXSISTE

 

 

Leopold & Ophelia

 

El Hubiera No Exsiste” è una definizione ispanica che sta per il più conosciuto “What If” eppure il suo significato è più profondo, più malinconico e trasmette una sensazione di rassegnazione di fronte alla presa di coscienza che niente di ciò che si è fatto si può cambiare.

Esattamente come si sentiva in quel momento Fitz che capiva che ormai era tardi, che avrebbe voluto cambiare tutto e in qualche modo tornare indietro… ma lui era un uomo di scienza e sapeva che non era possibile, che “El Hubiera No Exsiste” e tutto ciò che resta è solo la continuazione…

E anche se poteva pentirsi di quello che aveva fatto non esisteva un biglietto di ritorno da quel viaggio nel Framework, se solo non avesse dimenticato quanto l’amava tutto sarebbe stato più facile forse o forse meno complicato.

Ma “El Hubiera No Exsiste” e tutto ciò che rimaneva nelle sue mani era guardare avanti e fare i conti con quello che dentro di lui sentiva muoversi, appena sotto la superficie e dritto in fondo al cuore.

 

«Sai la ragione principale per cui ho voluto avvicinarmi a te era… per cercare di capire che provavate l’una per l’altra…» la voce di Ophelia al suo fianco, che si torturava le mani e si teneva a distanza come incapace di gestire tutto quello che essere umana volesse dire, improvvisamente lo svegliò dal torpore in cui era caduto, seppur seduto sul letto di quella cella teneva ancora la testa bassa, tra le mani. Terribilmente confuso e scosso dalle due vite che dentro di lui si stavano scontrando in un’epica battaglia omerica.

«Tu e… Jemma. E Finalmente lo capisco…»

«Già»

Ophelia sospirò pesantemente ancora guardando di fronte a lei cercando di fare i conti con quella nuova condizione che lei stessa aveva cercato.

«Ciò che provavamo. Già. Al passato. Perché il mio futuro con Jemma è morto. Ho ammazzato anche quello»

C’era tanto risentimento e dolore nella voce di Leopold quando finalmente voltandosi aveva affrontato lo sguardo scavato e triste della donna al suo fianco.

 

Ciò che per Ophelia era chiaro in quel momento era che il suo cuore era a pezzi per via delle coltellate che aveva ricevuto come conseguenza delle sue azioni, le stesse di cui la sua coscienza ora la faceva rendere conto. Era stata oscura e spaventosa… Eppure sperava di potersi donare completamente a quella nuova vita e dimenticarsi da dove veniva e cosa aveva fatto, perché i buoni sentimenti, quelli che lei provava per Leopold potevano non farla marcire e anzi farla fiorire di nuovo. Non esistevano padroni che potevano comandarla, ora poteva risvegliare la sua nuova anima senza abbandonarsi ad una nuova solitudine, curare le sue ferite e sentire finalmente quello che lui sentiva. Questa era la sua verità, questi erano i suoi sentimenti per lui e non voleva che marcissero. Non potevano e dovevano marcire.

 

Con quella consapevolezza dentro di sé dunque si mosse verso l’uomo al suo fianco e gli prese un braccio con tutta l’intenzione di consolarlo e trasmettergli tutto ciò che per lui sentiva e donargli un po’ della sua nuova positività.

«Va tutto bene»

«Non c’è spazio nel mio cuore per due persone…»

 

Una semplice frase che nello stesso momento aveva congelato il centro del petto di entrambi.

 

Da una parte c’era Fitz costretto a fare i conti con ciò che a Jemma e Ophelia lo aveva legato, perché per quanto fosse facile dire che il Framework fosse poco più che un videogames per lui era stata un’intera vita uguale ed intensa tanto a quella al suo esterno.

Doveva dunque fare i conti con due nuove realtà, due nuovi amori e due nuove donne e ora lo sapeva.

Sapeva che lei era stata per lui, sapeva che gli aveva dato il suo cuore e senza una spiegazione concreta l’aveva amata con tutto sé stesso e ora non sapeva darle una risposta, si pentiva dei suoi errori, ma l’unica cosa che gli rimaneva era solo una: fare caso a quello che gli diceva il cuore.

Sì, lei aveva riempito la sua vita e i suoi ricordi, ma ora doveva lasciare nel passato che era stato innamorato e rischiare tutto per quella decisione che aveva sentito nascere in lui. Inventarsi una nuovo modo di vivere e accettare che sì, lei era stata per lui…

 

Dall’altra invece c’era Ophelia che lo guardava spaventata desiderando unicamente leggere nella sua mente e percepire i suoi pensieri. Lei che si stava rendendo conto in che modo brutale il bene si era trasformato in male e come il suo credere di essere nel giusto si era trasformato in un incubo per lui e tutti quelli che lo circondavano e a cui teneva.

Come poteva dimenticare le sue azioni? Come poteva dimenticare tutto ciò che per lui provava? Lo poteva vedere, lo poteva ascoltare, lo poteva sentire… tutto ciò che insieme avevano vissuto e ora se lui le avesse dato le spalle, se le avesse negato la verità, se i suoi occhi non le avessero dato la calma e il suo mondo sarebbe caduto per completo… Il suo amore sarebbe rimasto uguale.

Perché anche se lui gli avesse detto di no, anche se il tempo l’avesse cancellata, per sempre lui avrebbe vissuto dentro di lei.

 

«Eri tutto per me»

«Lo so. Ma per quanto ti fossi devota nel Framework adesso ti capisco meglio. Quanto ami profondamente»

«Mi capisci sul serio, vero?»

Leopold finalmente si era voltato a guardarla e ritrovò negli occhi di Ophelia qualcosa che era certo che lo avrebbe aiutato a far sì che la decisione che aveva preso fosse quella definitiva. Lei gli sorrise, stanca, ma incredibilmente felice nonostante la situazione scomoda in cui erano.

«Sì… Leopold. Adesso sì. E’ triste, ma bellissimo…»

Perché stranamente c’era una poesia in tutta quella sofferenza, in quell’essere divisi a metà, nel dover fare i conti con la propria coscienza e i propri sentimenti.

«Come se il dolore, facesse bene, se mi capisci…»

«Sì, riesci a capire che il mio amore non svanirà mai…»

«No, lo so. Poverino, sei un romantico… E nel tuo cuore c’è solo spazio per…»

 

E lì tutto si congelò per un istante eterno. Fitz aveva dovuto fare i conti con sé stesso e ora era il momento della verità. C’era qualcosa che non smetteva di frullargli nella mente ed era come vedendo Jemma nel Framework non aveva provato nulla, nessun suo ricordo era stato stimolato e come quando le aveva sparato ciò non lo avesse turbato e non poteva raccontarsi che fosse perché nel Framework aveva dimenticato tutto, perché anche a Coulson e gli altri era successo lo stesso eppure era bastato loro incrociare la loro strada con Simmons e Daisy per sentirsi via via stimolati ad unirsi a loro, a credere a loro e se a lui non era successo voleva dire solo una cosa.

«Te…» esclamò infine guardando Ophelia che in quel momento si morse il labbro inferiore e fu incapace di trattenere le lacrime.

Ora Leopold lo sapeva: credeva in lei, perché le sue bugie erano state la sua realtà. In esse aveva incredibilmente trovato il suo vero sé stesso che non era l’accettare di essere un dottore pazzo, ma che forse le basi su cui aveva gettato la sua intera esistenza non erano così solide.

Ora doveva reinventarsi. Reinventare la sua pelle e il suo cuore. Reinventare tutti i suoi sogni e da oggi in avanti condividerli con lei.

 

«Non lo accetterà nessuno, non ti permetteranno mai di rimanere con me…» c’era una paura ancestrale nella voce di Ophelia che si rese conto di provare per la prima volta, mentre toccandosi le labbra tremava incredula di ciò che le stava accadendo, mentre Leopold non ci pensò due volte ad avvicinarsi a lei e abbracciarla.

«Promettimi una cosa e ti giuro che andrò contro tutto e tutti per noi…»

Lei prese un gran respiro annegando il suo respiro nel suo collo, mentre si stringeva a lui come se avesse paura che potesse scomparire da un momento all’altro dopo tutto ciò che meravigliosamente gli aveva detto.

«Quello che vuoi… perché non mi basterà una vita intera per ripagarti del fatto che mi ami…» disse lei ancora incredula che davvero lei fosse la sua scelta, come per lei lui lo era stata.

Fu allora che Leopold si scostò appena da lei e tenendo strette le sue mani nelle proprie ne baciò il dorso.

«Rinuncia a tutti i poteri che hai collezionato. Divieni una persona normale… come me… costruiamoci una vita completamente diversa da quella che avevamo nel Framework…»

Di fronte a quella promessa Ophelia sapeva di giocarsi tutto, ma doveva davvero pensarci? Era davvero così difficile prendere la decisione giusta?

«Se lo farò… tu mi amerei comunque… seppur non avrò niente di speciale?»

Lo chiese come poteva fare una bambina terrorizzata che improvvisamente non avrebbe avuto più nulla che l’avrebbe resa interessante agli occhi altrui e questo a Leopold fece un’infinita tenerezza tanto che prendendole il viso tra le mani sorrise prima di poggiare la sua fronte contro la sua.

«Non lo capisci? Tu sei già speciale… e io ti amo per questo…»

Ti Amo. Potevano due parole cambiare l’intera esistenza di una persona? Assolutamente sì, perché da quel giorno la loro vita cambiò per sempre.

 

Ophelia Sarkissian, era questo il nome completo che aveva scelto, aveva appena aperto le sue palpebre mentre i raggi timidi del sole colpivano il suo volto attraverso l’anta della finestra leggermente aperta.

Era estate e percepiva chiaramente il calore sulla sua pelle, quanto la sensazione di toccare il cielo con un dito ogni mattina quando voltando il capo vedeva Leopold svegliarsi al suo fianco. Lui che quella mattina era già sveglio e la stava fissando in un modo che la imbarazzò.

«Oh mio Dio, da quanto è che mi fissi?»

«Abbastanza da scoprire che parli nel sonno…»

Ophelia arrossì e si alzò il lenzuolo fin sopra il naso per nascondersi, mentre lui glielo scostò quel tanto per poterla sovrastare di nuovo un poco con il suo corpo, avvicinandolo al suo, su un fianco, ma piegato su di lei per catturare le sue labbra con un bacio che di casto non aveva nulla.

Stare con lei era stato come svelare un segreto nascosto nei meandri dell’eternità e scoprire cosa davvero portava dentro. Aveva lasciato tutto per lei, ma ora si rendeva conto che era il miglior dono che gli aveva dato la vita, la forza che lo spingeva ad andare avanti.

«Star con te è un sogno dal quale non voglio svegliarmi… ti prego dimmi che è vero… che non siamo intrappolati in qualche strana realtà ricreata…» chiese improvvisamente Ophelia scossa da brividi, mentre accarezzava il suo volto con la propria mano. Lui che gliela prese e la portò alla sua bocca per baciarne il dorso e poi ogni singolo dito affusolato.

«E’ reale… così reale che ogni giorno facciamo i conti con questa scelta…» sussurrò lui, ma non per far polemica o rompere il momento, ma solo per farle capire che solo nella vita vera tutto era complicato.

Era stato facile dirlo ai suoi amici? A Jemma? Minimamente. Si era attirato solo odio e disprezzo eppure nonostante questo era andato avanti con la sua scelta fino a divenire un fuggitivo con Ophelia pur di difenderla da tutti coloro che la volevano morta. Non esisteva fazione positiva o negativa che non li cercasse e tutto sommato quel vivere sempre in movimento, come avventurieri in bianco e nero era il sapore agrodolce del loro amore… così complesso dall’essere perfetto.

La donna si strinse maggiormente a lui sentendo i loro corpi nudi entrare in contatto, mentre baciava il suo mento e lievemente le sue labbra.

«Vivere con te è tutto quello che desidero fare perché solo a tuo lato posso essere me stessa…»

Leopold le baciò la punta del naso facendola ridere, mentre sentiva che anche lui le doveva una sorta di promessa.

«Star con te ogni giorno è differente, sempre riesci a sorprendermi e nonostante questo non sia un gioco, mi diverte. Siamo fantasmi in un mondo di sconosciuti, siamo l’esempio che l’amore è imprevedibile, folle e senza senso, ma incredibilmente straordinario…»

Ciò che ben presto ne conseguì fu un nuovo cercarsi di baci e carezze, mentre il lenzuolo scivolava leggermente più in basso e le labbra di Leopold partendo dal ventre piatto di Ophelia iniziarono a salire prima sui suoi addominali, poi verso l’incavo del suo seno, poi più su sul suo collo, fino a vederla inarcarsi sotto di lui e finalmente rinascere insieme in un nuovo bacio.

 

Non posso spiegare l’uragano di emozioni che questi due mi hanno donato. E’ stato uno tsunami che mi ha fatto sognare come in quattro anni di questa splendida serie non mi era mai successo. Ovviamente questo è un “What If” legato a una semplice parola di Fitz. Cosa sarebbe successo se invece di lei “Lei” avesse detto “Tu”. Tutto sarebbe cambiato e tutto sarebbe andato come avrei voluto. Probabilmente nell’intero fandom dedicato a questa serie tv sono l’unica a trovare perfetti Leopold e Ophelia, a pensare che Simmons è un’emerita stronza e che non si merita un uomo come Fitz e che loro sono tutto tranne che perfetti insieme. L’ho sempre pensato dal Pilot, ma incontrare Ophelia me ne ha dato la certezza… Ovviamente nella serie televisiva non avrebbero mai e poi mai potuto agire in modo differente, ma… questa è una fan fiction no? Qui tutto è lecito, anche sognare…

 

 

 

   
 
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