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Autore: FreddyOllow    13/05/2017    0 recensioni
[Fallout: New Vegas]
Durante i suoi viaggi il corriere incontra uno strano scienziato nei pressi di Novac.
L'uomo sta studiando una specie chiamata i Lakelurk.
E' intenzionato a pagare bene qualsiasi mercenario disposto a proteggerlo durante le sue ricerche.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, sole survivor maschio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"NOTA: Sarà un capitolo più lungo degli altri. Ho cercato di descrivere bene le scene con vari descrizioni, ma non saranno troppo lunghe o articolate. Grazie dell'attenzione, buona lettura!"

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Il corriere si svegliò aprendo gli occhi lentamente. Era ancora frastornato per la scena di prima. Si alzò con calma, appoggiandosi al muro. Non si trovava nella sua cella. Era da un altra parte. In una stanza abbastanza grande con vari arredi: un tavolino, qualche cassa e diversi armadietti. Il tutto era illuminato da una lampadina posta al centro della stanza.

D'un tratto sentì dei passi giungere vicino alla porta che era stranamente aperta. Era il tizio che ricordava vagamente, Jacobs. Seguito da due macellai, armati di machete, che si posizionarono davanti all'entrata.

<< Ti sei svegliato finalmente >> esordì questo, avvicinandosi al correre << Volevo proprio conoscerti. Si parla molto di te nel Mojave. Per la gente sei una cazzo di leggenda, pero... non so come, ti ho catturato e questo mi riflettere molto su chi tu sia realmente >>

Il corriere rimase in silenzio, nel mentre guardava Jacobs fare avanti e indietro nella stanza pensieroso.

<< Dimmi >> disse Jacobs << Sei veramente tu il corriere? No perché io ho dei grossi dubbi, sai. Non mi piace quando la gente si spaccia per altri. Proprio non lo sopporto. Mi fa incazzare. Quindi, rispondi alla mia domanda e credimi, so se dirai una stronzata >> 

Jacobs si fermò guardando il corriere. Lui rimase nuovamente in silenzio. Non sapeva se dirlo o meno, poiché poteva essere il tipo d'uomo che voleva morto il Corriere. Nel Mojave c'era molta gente che lo voleva come mangime per DeathClaw, chi per farsi un nome e chi per un conto in sospeso. Di conseguenza, aveva molti nemici, ma anche molti amici. Aveva aiutato parecchia gente, attirando l'attenzione delle persone che sfruttavano questo tipo di gente. Ma questa volta era in una situazione di stallo. Se l'avrebbe detto o meno, Jacobs l'avrebbe ucciso lo stesso.

<< Sono io >> rispose sicuro il corriere.

Jacobs lo guardò per un secondo, poi scoppiò a ridere. Altrettanto fecero i due macellai di guardia.

<< No, tu non sei nessuno >> Jacobs indicò il corriere << Tu non sei il corriere. Non puoi esserlo. Il corriere non si sarebbe fatto catturare così facilmente. Avrebbe lottato come ha sempre fatto >>

Il corriere abbassò lo sguardo. Jacobs aveva ragione. Lui avrebbe combattuto finché avrebbe avuto forza in corpo per farlo, ma questa volta... questa volta era tutto diverso. Non poteva mettere in rischio la vita di Ginevra e degli altri. Non se lo sarebbe perdonato. 

<< Dove sono gli altri? >> chiese il corriere.

<< Cosa ti importa degli altri? >> rispose Jacobs con disprezzo << Non li vedrai mai più >>

Il corriere a quella frase sussultò, non tanto per la condanna, ma perché erano ancora vivi. Se non lo fossero, Jacobs non avrebbe risposto in quel modo.

<< Voglio vederli >> insistette il corriere, serrando gli occhi.

<< Tu non vedrai nessuno >> aggiunse Jacobs incrociando le braccia << L'ultima cosa che vedrai, sarà il mio machete che taglierà via la tua lurida e schifosa testa da quel corpo. Infine, darò il tuo cadavere impasto alle bestie, fuori nel Mojave >>

Jacobs voltandosi, scoppiò in una grassa risata, lasciando la stanza, nel mentre una delle due guardie lo seguì e l'altra rimase là.

Il corriere si sedette per terra con le spalle al muro. Che fine avevano fatto gli altri? Stavano bene? In lui si fece largo un grande senso di colpa. Forse aveva sbagliato a non combattere visto la situazione in cui versava ora, ma non voleva che Ginevra e gli altri morissero, così scelse di non combattere. Ed ora si pentiva di aver fatto quella scelta.

Diverse ore dopo, un macellaio entrò nella stanza. Il corriere era rimasto ancora lì, seduto con i sensi di colpa che lo laceravano, nel mentre il macellaio di guardia, non gli tolse gli occhi di dosso nemmeno per un istante. Al quanto inquietante.

<< Forza, seguimi >> disse il macellaio al corriere.

Il corriere rimase fermo per un po, poi si alzò lentamente, con lo sguardo assente. 

Qualche secondo dopo uscirono dalla stanza. I due macellai, erano posti uno davanti al corriere e l'altro a seguire. Diverse torce illuminavano il corridoio roccioso, che biforcava in diverse direzioni. Girarono a destra, e poi a sinistra. Di volta in volta nei corridoi, si potevano vedere dei barili tossici radioattivi, ma che da tempo ormai avevano smesso di esserlo. Qualche cumulo di roccia franata era ai lati delle pareti rocciose. In una delle stanze che il corriere intravide alla sua sinistra per pochi secondi, c'erano due macellai davanti a un fuocherello da campo, che mangiavano della carne in scatola. 

Proseguirono di qualche metro, finché arrivarono in una stanza non troppo grande, ma diverse dalle altre. Questa, aveva le pareti rocciose rivestite in legno e un lampadario con delle candele al centro, che illuminava la stanza abbastanza perfettamente. Sempre al centro, un tavolo lungo con posate e piatti. C'erano otto sedie, ma quella a capotavola, sopra allo schienale, aveva delle borchie in ferro arrugginito. Sopra alla tavola apparecchiata, diverse pietanze di frutta e carne. Alcuni muri avevano dei quadri prebellici diversi l'uno dall'altro. Tre scaffali, erano messi accanto ai muri in diverse direzioni, due di questi avevano solo libri.

Il corriere, seguito dai due macellai, si fermarono vicino all'entrata della stanza. Jacobs, era appoggiato con il braccio destro, alla sedia a capotavola.

<< Oh bene >> disse questo, distaccandosi dalla sedia e avvicinandosi vicino al corriere << Benvenuto alla mia tavola. Scommetto che non vedi così tanta roba buona da parecchio, non è vero? Beh, io sono un uomo che sa come procurarsi ogni cosa. Tutto mi appartiene, come mi apparterà anche un giorno il Mojave >>

Il corriere quasi scoppiò a ridere, ma smorzò la risata. Nessuno poteva controllare il Mojave. In molti aveva tentato di soggiogare il territorio al loro potere, ma era sempre finito in malo modo. Forse, solo il Sig.House ci era riuscito, ma era stato costretto a ritagliarsi una piccola fetta di territorio a New Vegas, dopo la cadute delle bombe. Poi col tempo si era espanso in quella che restava della città: un cumulo di macerie ed edifici prebellici che stavano su per pura fortuna. Certo, se non avesse persuaso le tribù vicine - ora chiamate le tre famiglie - a lavorare per lui, non ci sarebbe stata nessuna New Vegas, ma solo un alto palazzo, protetto dai suoi robot, che sovrastava la città devastata, il Lucky 38.

<< E come intendi farlo? >> chiese il corriere guardandolo dritto negli occhi.

Jacobs rise, poi si volse e si sedette a capotavola << Accomodati pure >> indicò con la mano la sedia accanto a lui.

Il corriere rimase fermo, e i due macellai vedendo questo, lo spinsero da dietro, facendolo camminare. Il corriere si sedette e guardò il piatto davanti a se. Odorava di carne di Gecko, misto carne ratto talpa. Un odoro molto gradevole e invitante. 

Jacobs sorrise al corriere << Vuoi sapere come farò? >>

Il corriere lo guardò dritto negli occhi senza proferire parola.

<< Bene >> disse Jacobs schiarendosi la voce << So per certo che avrai sentito parlare del mio gruppo: i macellai. E bene si, le voci sul nostro conto sono vere. Siamo davvero degli psicopatici assassini che ammazzano ogni cosa a loro passaggio, ma... >>

D'un tratto dall'entrata sbucò il dottore. Il corriere spalancò gli occhi sorpreso. L'uomo non sembrava stesse male, anzi, sembrava più tosto al suo agio, ma sopratutto, le guardie non lo trattavano da prigioniero, strattonandolo o altro. Il corriere si stranì.

<< Vieni, dottore. Siediti affianco a me >> disse Jacobs sorridendo e battendo la mano sulla sedia alla sua sinistra.

Il dottore abbassò lo sguardo, evitando di guardare il corriere e si sedette.

<< Bene, bene >> aggiunse Jacobs, allargando le braccia e mettendo le mani una sulla spalla del corriere e l'altra sul dottore << Abbiamo tanto di cui parlare. Spero che la cena sarò di vostro gradimento. Quindi, mangiate! saziate le vostre interiora. Dopo, parleremo un po eh eh eh >>

Il corriere era restio a mangiare. Pensava fosse avvelenato o altro, anche se, non aveva senso sprecare tutta quella carne per avvelenarlo. Così, timidamente, prese coltello e posata, tagliò un pezzo di carne, lo mise in bocca e lo masticò. Il sapore era afrodisiaco. Non era come le altre carni. C'era qualcosa di magico in quella carne. Forse avevano aggiunto qualche salsa segreta che rendesse il sapore fantastico. Continuò a masticare fino a diglutire, poi tagliò via un altro pezzo, ma questa volta era poco più grande del primo. 

Jacobs mentre mangiava, osservava di sfuggita il corriere. Non degnava nemmeno di uno sguardo il dottore che mangiava tranquillo e sereno. Non sembrava per niente preoccupato di quello che fosse accaduto. 

Dopo aver mangiato in abbondanza e riempito il loro stomaco con della Nuka Cola, rimasero un po ad oziare. Erano pienissimi e la sonnolenza stava portando tutti ad una dolce pennichella, ma Jacobs con una accenno di mano, si fece portare da un macellaio, della Atomic cocktail, che avrebbe ridotto il senso del sonno, come uno schiaffo in faccia.

Il macellaio, versò in dei bicchieri puliti il cocktail e li diede ad ognuno di loro, per poi andare via.

<< Beviamo! >> sottolineò Jacobs contento << Tutto d'un sorso! >>

Tutti e tre bevvero in un solo colpo. Il dottore tossì perché non era abituato ad ingerire alcol e versò immediatamente del acqua nel bicchiere, per poi berla velocemente.

<< Dottore, tu e l'alcol siete proprio nemici naturali, eh?! >> Jacobs rise, nel mentre il corriere guardò serio il dottore.

Il dottore abbassò lo sguardo, cercando di fuggire con gli occhi.

<< Allora >> esordì Jacobs, sbattendo il pugno sul tavolo e facendo sussultare il dottore << Parliamo di cose serie. Il dottore sa perché è qui >> disse indicandolo, poi continuò << Mi ha raccontato molte cose su di te, "corriere". Sai, mi sbagliavo quando dissi che eri un impostare, perché non mi sembrava vero il fatto di aver catturato proprio te, il corriere. Una leggenda del Mojave. Ho problemi di fiducia, purtroppo. Mi fido poco delle persone. Di questi tempi qualsiasi coglione che sembra un agnellino indifeso ti può fare la pellaccia, se capisci cosa intendo >>

Jacobs divenne improvvisamente molto serio. Il corriere dall'altro canto, capì bene quello che l'uomo gli stava dicendo. Il Mojave era pieno zeppo di pazzi schizzati e non c'erano eccezioni per nessuno, persino le famigliole più dolci potevano squartati vivo e banchettare con le tue carni. Il mondo era andato a puttane e con esso, pure la razionalità.

<< Il dottore mi ha parlato molto di te >> sorrise Jacobs << Mi ha detto che hai molte qualità. Ti ha visto in azione. Beh, io non ti ho mai visto, ma la gente, compreso il dottore, parla molto di te e di quanto tu sia pericoloso. Ora c'è una domanda che ho in testa, come fosse un chiodo fisso. Perché non hai combattuto contro di noi? Perché ti sei arreso? >>

Il dottore guardò per un attimo il corriere, per poi abbassare lo sguardo. Il corriere se ne accorse, ma non fece nulla.

<< Perché non volevo mettere a rischio le vite dei miei compagni >> rispose il corriere. Il dottore alzò lo sguardo verso di lui, mordendosi il labbro e dopodiché guardo Jacobs, per poi abbassare il capo.

Jacobs sbuffò facendo una piccola risata << Come sapevi che non vi avremmo uccisi? >>

<< Perché l'avreste fatto buttandovi selvaggiamente contro di noi, ma così non è stato >>

<< Notevole >> rispose Jacobs << Sei un ottimo osservatore, e già questo la dice lunga sulle tue capacità nell'affrontare ogni situazione >>

<< Dove sono gli altri? >> domandò il corriere, guardando poco dopo il dottore.

Questo, alzò lo sguardo come se volesse parlare, ma poi rimase in silenzio.

   
 
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