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Autore: Prayer    13/05/2017    4 recensioni
Ventiquattro tributi, scelti tra streghe, fate e specialisti.
Ventiquattro giovani vengono spinti in un'arena a combattere uno scontro mortale che porterà uno solo alla gloria e tutti gli altri all'oblio.
[Dal capitolo 4]:
"Nessuna speranza, come previsto." Dice Palladium con un sorriso a mezzaluna; Tutti tornano al tavolo delle pietanze e ridono più forte.
Ridono di me.
Mentre le lacrime mi pungono gli occhi avverto di nuovo quel calore che mi ha spinta ad affrontare Icy.
E' possibile che nessuno qui mi voglia concedere un'occasione?
"Credi in te!" Esclama la voce misteriosa, e ad essa si sovrappone quella di Sky, che dice "Centra il bersaglio."
Scaglio la palla di fuoco che si è formata tra le mie mani nella direzione del mio bersaglio, Palladium. Questo si volta giusto in tempo per scansarla e, alle sue spalle, il muro che ho colpito crolla.
Mentre gli sponsor mi fissano a bocca spalancata mi congedo con un leggero inchino.
"Grazie per la vostra considerazione."
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Specialisti, Trix, Un po' tutti, Winx
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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1.

I giochi vengono organizzati, anno dopo anno, dalla città di Magix. Essa è ben contenta di rappresentare gli ideali di fratellanza e sottomissione volontaria all'autorità, o forse è più contenta di accogliere la burrascosa folla che tra imprecazioni e gesti concitati invade la piazza centrale e segue gli Hunger Games, nessuno lo ha mai capito.
Viviamo in una società in cui non si guarda, non si vede e non si capisce. Questa è la regola; E se per caso percepisci un'ombra o un fruscìo di troppo farai meglio a portarteli nella tomba, altrimenti scomparirai come indicato dalla prassi.
Nessuno ricorderà il tuo nome o le tue azioni, poichè verrai eliminato dalla memoria di parenti ed amici.

La città di Magix governa tre distretti: Fonterossa, tempio dei guerrieri, Torrenuvola, alloggio delle streghe e Alfea, dimora delle fate e pertanto casa mia.
La storia ripetuta tra i banchi di scuola ci insegna che in un tempo lontano i tre distretti si ribellarono a Magix, madre di ogni bene, per un valore insignificante quanto la libertà; Perciò vennero puniti da morte e carestia, che li piegarono al punto da determinarne la sconfitta.
I distretti allora firmarono un accordo con la magnanima Magix, la quale impose loro un tributo di ventiquattro giovani (dodici fanciulli e dodici fanciulle) tenuti a scontrarsi in un combattimento mortale trasmesso in televisione. Un vero e proprio streaming della morte.
Il vincitore è uno solamente. Egli viene coperto di onore e gloria da Magix, mentre agli altri caduti il più delle volte non spetta nemmeno un degno funerale.

Oggi è il giorno peggiore dell'anno: la mietitura.
I ragazzi dai dodici ai diciotto anni vengono radunati nell'auditorium di Fonterossa e da un'urna magica vengono estratti i nomi dei gareggianti.

Dopo aver registrato la nostra identità ci mettiamo uno accanto all'altro, tenendoci per mano come per rafforzarci vicendevolmente.
La moltitudine di cronisti presenti all'evento esulta non appena vede comparire sullo schermo gigante il film storico di Magix e i distretti.
Poi inizia il conto alla rovescia. Dieci lunghissimi secondi che accelerano il battito del mio cuore.

I presidi delle tre scuole si levano dalle sedie poste sul palco e a lunghe falcate si dirigono verso i microfoni.
La prima a parlare come al solito è Griffin, preside di Torrenuvola: "Benvenuti giovani streghe, maghi e fate a questa importante cerimonia. Siamo qui oggi per celebrare la gloria dell'intero mondo magico, ed onorare il nostro tributo nei confronti di Magix. Per ricordare che non i singoli, bensì la collettività provvede a mantenerci nel benessere di cui godiamo. Senza ulteriore indugio estraggo i nomi delle mie allieve che gareggeranno agli Hunger Games."
L'urna di cristallo compare improvvisamente in scena, emanando bagliori di smeraldo. Con il rombo di un tuono il primo foglietto viene soffiato all'esterno. Griffin afferra tra le mani il pezzo di carta e annuncia compiaciuta: "Stormy Blackwell!"
Questa si fa strada portandosi accanto alla preside. "Grazie!" Dice ridendo, gli occhi azzurri che saettano qua e là.
E' una ragazzina di quindici anni circa, ma tutti la considerano letale ed instabile a causa del suo temperamento irascibile. Non a caso, il suo potere controlla le tempeste.
E' pallida, e di una magrezza che risalta ancor di più nell'abito bordeaux che lascia scoperte le gambe, slanciate da un paio di vertiginosi stivaletti con il tacco. I suoi capelli ricci sono del colore della notte, ma due ciocche chiare le accarezzano gli zigomi.
Non ha paura, Stormy, poichè ha trascorso la sua vita ad allenarsi per questi giochi insieme alle sorelle, che vengono estratte poco dopo.
Nemmeno loro hanno paura e Griffin lo sa, perciò si frega le mani.

Darcy Blackwell sale sul palco inondato di luce psichedelica.
La gemella di Stormy ha lunghi capelli lisci di un verde spento che farebbe invidia ad ogni artista di nature morte.
I suoi occhi, anch'essi verdi, sono circondati da uno spesso strato di eye liner violaceo abbinato ai vestiti: una tuta viola che le arriva a metà ginocchio, e un paio di scarpe da ginnastica nere borchiate;
Sono le movenze, la parola, e lo sguardo a valorizzare ancor di più il potere dell'ipnosi e del controllo mentale che possiede Darcy.

Poi, in una tempesta di neve arriva Icy, la maggiore delle tre. Diciotto anni compiuti che la rendono la leader del gruppo.
Icy è alta ed atletica: se le osservi le braccia noti subito i muscoli rigidi, ma non ti conviene fissarla perchè lei odia essere giudicata. Ha occhi di ghiaccio e capelli tendenti all'azzurro, che tiene sempre raccolti in una lunga coda di cavallo.
Porta gli stivali sopra il ginocchio, ed una gonna corta di jeans.
Icy è semplicemente gelo. Non prova emozioni, non ama parlare e adora far del male. Anni addietro ha avvertito le sorelle che avrebbe vinto la migliore, negli hunger games o nella vita, perciò non si farà problemi ad uccidere le minori.

Un brivido mi percorre la schiena e poco importa che altre steghe vengano nominate, dato che i miei occhi sono puntati sulle Trix.
Osservando lo schermo leggo i nomi di Lucy, Mirta e Prudence. Conosco due di loro e sono brave ragazze, nonostante siano streghe.

Il preside Saladin a quel punto prende parola: "E' il turno degli specialisti."
In ordine di nomina salgono sul palco dodici ragazzi, tra cui riconosco Timmy Carter, Riven Foster, Helia Lorcan, Brandon Ivor e Sky Eraklyon.
Non siamo certo grandi amici, ma ci siamo incontrati durante le feste nei saloni di Alfea, le esercitazioni nella palude di Melmamora o i rispettivi saggi di fine anno, e quando ci incrociamo è d'obbligo un cenno di saluto.
Fischi di disapprovazione partono dalla platea all'udire l'ultimo nome. Sky è un principe, e a nessuno piace mischiare il sangue reale con quello plebeo. Ma in fin dei conti, cosa abbiamo di diverso in questo momento? Siamo tutti tributi mandati a morire.
Nessuno dei ragazzi si mostra felice, a differenza delle streghe, ma tutti stringono la mano a Saladin.
Solo con il nipote, Helia, egli si sbilancia in un tenero abbraccio, che si scioglie in pochi istanti.

"Le ultime rimaste sono le fate." Dice Faragonda. Nonostante la sua voce risulti ferma, le sue mani tremano nell'attesa di afferrare i pezzi di carta volanti. Si è affezionata a noi come una madre fin dal primo anno.
"Aisha Andros, Tecna Zenith, Musa Melody..." Pronuncia e, una dopo l'altra, le ragazze salgono i gradini.
"Stella Solaria..." Un'altra principessa, la figlia di Radius e Luna. La platea non riesce a contenersi questa volta e, tra le grida, inizia a lanciare frecce e spade contro il palco. Istintivamente tutti i tributi si parano le mani davanti al viso, dimentichi della barriera protettiva che trasforma ogni arma in una scia di farfalle dorate.
La principessa di Solaria, bellissima giovane dalla corporatura esile e dalla pelle luminosa, sta salendo i gradini quando un urlo la fa trasalire. E' suo padre, re Radius, che le intima di tornare indietro.
Stella si volta ed è allora che la folla si placa; Ha le lacrime agli occhi e dice solo: "In un mondo o nell'altro ci ritroveremo."
E' davvero splendida, nel suo abito arancione; La cascata di capelli biondi oscilla sulla schiena scoperta e sulla fronte, dove una leggera frangetta copre due grandi occhi ambrati che luccicano al sole.
Uno degli specialisti, Brandon, le porge il braccio per aiutarla a salire, ma lei respinge l'aiuto prontamente.
"Avrai tempo di toccarmi nell'arena, no?" E così si affianca alle altre studentesse.

Proprio quando penso che la cerimonia di quest'anno non possa essere più straziante, un altro nome viene letto: "Miele Lynphea!"
Faragonda scuote la testa e Saladin sbuffa. Miele è una bambina di dodici anni appena compiuti e vincere contro di lei è troppo facile.
"No! No!"
Una ragazza più grande corre verso di lei e la stringe a sè, arrestandone il cammino verso il palco.
"Mi offro volontaria! Mi offro volontaria come tributo!" Grida, le lacrime agli occhi.
"Torna dalla mamma, Miele, veloce!" Sussurra poi alla sorella che si agita tra le sue braccia.
Una volta giunta sotto le luci dei riflettori tutti possiamo ammirarla.
"Qual è il tuo nome cara?" Le chiede Faragonda. "Flora... Flora Lynphea."
Flora ha la mia età, sedici anni, e segue il mio corso di biologia. Ha una carnagione abbronzata, due occhi color del prato e lunghi boccoli castani, che le ricadono morbidi sulle spalle.
"Molto bene..." Singhiozza la preside. "Manca solo un nome."
E proprio quando il mio cuore riprende a battere normalmente e mi sento più tranquilla: "Bloom... Bloom Domino."

  
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