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Autore: Despicable Meggs    13/05/2017    1 recensioni
Una bella casa.
Una fantastica moglie e due figli.
Un ottimo lavoro.
Ma poi le cose cambiano.
Tony e Ziva sono sposati, hanno una famiglia felice e le cose vanno bene. Finché Tony non viene richiamato dall'esercito per servire la patria. Come evolveranno le cose? Riuscirà la coppia a sopravvivere nonostante la separazione?
Storia TIVA (al solito io scrivo solo quelle XD), con tanto family e tanto love... E ANGST. Senza angst non è una mia storia XD
Genere: Angst, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 25


Erano passati mesi dal giorno dell'incidente. Tony era guarito e grazie alla fisioterapia era tornato in forma, non del tutto ma avrebbe continuato a lavorarci.

Anche per i figli tutto era tornato alla normalità, finalmente erano di nuovo felici e allegri e potevano godersi il loro papà.

E Tony e Ziva potevano godersi la loro vita insieme.

 

Era per questo che avevano deciso di regalarsi una vacanza, solo loro due. Era da quando era nata Lily che non partivano per una vacanza da soli e pensarono che quello fosse il modo migliore per celebrare il miracolo che era avvenuto.

Così dopo aver appurato che i loro colleghi, e amici, si sarebbero occupati dei loro figli per qualche giorno si erano messi a cercare una meta. 

 

Non fu semplice. Prima di tutto non volevano stare via più di una settimana quindi iniziarono escludendo le mete al di fuori degli Stati Uniti. 

Volevano fare un viaggio rilassante, senza però togliersi la possibilità di una qualche avventura.

 

Dopo aver messo a dormire i loro figli, si distesero sul letto e presero il computer per iniziare a pianificare.

 

"Potremmo fare un giro a Los Angeles" disse Ziva, pur sapendo che sarebbe stata una vacanza poco rilassante.

"No, ci siamo già stati" intervenì Tony.

"Ok. Un giro al Gran Canyon?" suggerì ancora.

"E se andassimo a New York?" disse Tony.

 

Ziva lo guardò confusa.

 

"Hai detto no a Los Angeles perché ci siamo già stati, una volta. A New York ci saremo stati dieci volte a trovare tuo padre" rispose lei.

 

Tony non ribatté, Ziva aveva ragione.

Ma lui aveva in problema.

 

"Perché non andiamo alle Hawaii? Ci sono escursioni da fare ma abbiamo anche il relax del mare" propose Ziva.

 

Tony stava per dare una risposta negativa, ma si trattenne e rimase in silenzio. La verità era che tutte le mete che gli aveva proposto Ziva fino a quel momento gli piacevano. Ma implicavano tutte l'uso dell'aereo e dopo quello che era successo meno di un anno prima non si sentiva ancora pronto. 

Non sapeva se lo sarebbe stato in futuro, sicuramente si. Ma quello non era il momento giusto.

Ziva notò la sua esitazione.

 

"Qualcosa non va, amore? Non hai voglia di andare via? Possiamo anche rimandare se preferisci" chiese lei. 

"No, ma che dici. Certo che voglio venire via con te" rispose.

"È solo che..." aggiunse.

"Solo che... cosa?" domandò.

 

Voleva capire perché Tony fosse così agitato e preoccupato per un semplice viaggio.

 

"Non voglio prendere l'aereo, Ziva. Non so se sarei in grado di salirci senza morire di paura di cadere giù" disse onestamente.

 

Ora Ziva capì il motivo per cui Tony era così strano e si sentì male per non averci pensato prima di fare quelle proposte di viaggio.

Era normale che lui fosse spaventato e che non volesse volare. 

Gli strinse la mano e gli diede un dolce bacio.

 

“Scusa, amore. Avrei dovuto pensarci prima di parlare” si scusò lei, quasi in imbarazzo.

“Non è colpa tua” la rassicurò lui.

 

Rimasero un attimo in silenzio, finché Ziva ebbe un’idea che poteva funzionare.

 

“Perché non facciamo un viaggio in macchina e arriviamo fino alle cascate del Niagara” propose.

“Sarà rilassante stare là e so che dal lato Canadese c’è anche una bella cittadina sul lago in cui potremo fermarci qualche giorno” aggiunse.

 

Tony sorrise, era un posto che non avevano mai visto e non era così lontano da richiedere l’utilizzo dell’aereo.

 

“Penso che sia davvero un’ottima idea, Zee” rispose lui sorridendo.

“E poi se non vuoi guidare tu, ci penso io. Anzi così potremmo forse arrivare anche più velocemente” disse Ziva.

 

Tony sbarrò gli occhi.

 

“Per l’amor del cielo! No, grazie. Vorrei evitare di subire altri traumi sia fisici che psicologici, che poi la macchina ci serve” rispose, suscitando uno sguardo di disappunto della moglie.

“E poi non potrei mai chiederti di guidare, un bravo cavaliere porta la sua principessa ovunque senza mai farla faticare” aggiunse sperando di compensare l’infelice battuta che aveva fatto subito prima.

 

Ziva ridacchiò, continuando a fissarlo indecisa se saltargli addosso e baciarlo con passione o prenderlo a scappellotti.

Ma considerando che aveva subito un danno alla testa che lo aveva quasi ucciso optò per la prima opzione. 

Spostò il computer che avevano davanti a loro per organizzare la vacanza e prese d’assalto le sua labbra.

 

“Signorina David, ma queste sono molestie sessuali” la stuzzicò lui.

“Signor Dinozzo, non mi dica che non apprezza questo genere di affetto” rispose Ziva.

 

Tony rise, divertito dallo scambio di battute tra di loro.

 

“Cosa ne pensi di pagina 57?” propose lui mentre le infilava una mano sotto la maglietta. 

“Vedo che l’incidente non ti ha tolto la memoria, sederino peloso” commentò Ziva.

“Esatto, occhioni belli. E sono certo di essere ancora capace di fare le cose descritte in quella pagina, forse anche meglio di prima” la sfidò.

“Allora non posso che accettare questa tua proposta ai fini di valutare se ciò che hai detto è vero o era solo un modo per approfittarti di me” rispose Ziva.

 

E Tony non se lo lasciò ripetere due volte, appoggiò a terra il computer per evitare di romperlo facendolo cadere. Poi senza alcuna esitazione tolse tutti i vestiti a Ziva, lasciandola completamente nuda. E Ziva fece lo stesso. 

Per quella sera il loro pianificare si interruppe e in realtà non dormirono nemmeno tanto, erano così presi l’uno dall’altro che passarono buona parte della notte così finché non si resero conto che il mattino seguente la sveglia sarebbe suonata presto ed era meglio dormire.

 

Ci riprovarono la sera successiva, stringendo il patto di organizzare tutto prima di dedicarsi ad attività vietate ai minori. Se volevano partire dovevano sbrigarsi, non gli restava molto tempo prima dell’inizio delle ferie.

 

E infatti poco meno di dieci giorni dopo si ritrovarono a caricare la macchina con le valige e il necessario per la loro breve vacanza da soli.

Avevano lasciato Lily con Dorneget, Noah con McGee e il piccolo Joe con Gibbs. Sapevano che sarebbe stato in buone mani. Anche se Gibbs sembrava un uomo burbero, poco capace con i bambini, in realtà era molto bravo e in più aveva anche lui avuto una figlia e sapeva come comportarsi.

 

Salirono in macchina e partirono, avevano almeno 7 ore di viaggio davanti a loro e non volevano perdere tempo.

Nonostante avessero lasciato i figli con persone di cui si fidavano, Ziva era in ansia. Era spaventata che avessero bisogno di lei e loro erano troppo lontani per raggiungerli velocemente. La verità era che da quando avevano avuto Lily, era la prima volta che andavano in vacanza lasciando i figli soli per così tanti giorni.

Tony, solo guardandola, capì che era in ansia.

 

“Lo sai vero che in questa settimana che saremo via non succederà nulla e i nostri figli si divertiranno un sacco?” le disse senza bisogno che lei dicesse quello che la turbava.

“Lo so” annuì lei, sospirando.

“Allora rilassati e godiamoci questa vacanza solo noi due, come due fidanzatini che fanno il loro primo viaggio assieme” aggiunse Tony.

“O come la nostra luna di miele” commentò lei.

 

La loro luna di miele fu perfetta, avevano scelto come meta la Grecia e avevano passato lì i 20 giorni più belli della loro vita. Avevano visitato diverse città e anche qualche isola e si erano dedicati completamente a loro stessi. 

E ora, seppur in piccolo, cercavano di replicare le sensazioni provate in quel viaggio. Consideravano questa come una piccola seconda luna di miele, considerata la seconda possibilità di stare insieme che la vita gli aveva donato.

 

Si fermarono a pranzo lungo la strada, in un parco che avevano visto mentre Tony guidava. Ziva si era organizzata prima di partire e aveva preparato dei panini. Ovviamente ai gusti che Tony preferiva.

 

“Sei la regina dei picnic Ziva” commentò lui mangiando.

“Non parlare con la bocca piena, Tony. Ormai non lo devo ripetere più nemmeno ai tuoi figli ma tu ancora non riesci a ricordarlo” rispose.

“Si mamma, scusa mamma” la prese in giro lui masticando con la bocca ancora più aperta per infastidirla.

 

Ziva rise, anche se in realtà la scena era disgustosa.

 

“Non cambiare mai, Tony” gli disse.

 

Lui sapeva sempre farla ridere, anche con le piccole cose come questa e voleva che continuasse così per sempre. 

Ripartirono appena finito di mangiare, volevano arrivare a destinazione prima che fosse troppo tardi per poter fare una passeggiata serale prima di dormire. 

E infatti arrivano precisi per l’ora di cena.

 

Per la prima tappa del loro viaggio avevano deciso di alloggiare vicino alle cascate per poter fare un tour in barca nei giorni successivi, poi si sarebbero trasferiti oltre il confine canadese.

Lasciarono le valigie nella loro camera di albergo e uscirono immediatamente per cercare un bel ristorante in cui cenare. Erano entrambi affamati e anche stanchi per il lungo viaggio.

Dopo aver cenato fecero una breve passeggiata e poi andarono a dormire.

 

Quando il mattino seguente si alzarono erano eccitatissimi, come se fosse la prima volta nella loro vita che andavano in vacanza. 

Avevano prenotato un tour con la barca fin sotto le cascate e poi il pranzo allo Skylon Tower, un bellissimo ristorante in cima ad una torre che gira su se stesso in modo che si possa avere una visuale a 360 gradi. 

 

Prima di salire sulla barca decisero di iniziare la giornata con una passeggiata lungo la strada che costeggiava le cascate. Era una bellissima giornata di sole e ancora non si era accumulata troppa gente. 

 

“Sembra di stare in un altro mondo” commentò Tony.

“Non sembra di essere ancora in America” aggiunse.

 

Ziva rise, anche se Tony aveva ragione. A differenza delle grandi città e delle altre zone che avevano visitato nel tempo quella era totalmente diversa.

 

“Ah no? E dove ti sembra di essere?” chiese curiosa.

“Mi sembra di essere… In mezzo alla giungla, in uno di quei film di avventura in cui i protagonisti devono scappare da malviventi che li inseguono” rispose.

“Lo sapevo che si finiva con te che nominavi un film” disse Ziva scuotendo la testa.

“Mi meraviglio che tu non abbia già iniziato a raccontarmi film ambientati alle Cascate del Niagara” aggiunse sorpresa.

“Non l’ho fatto? Ma come è potuto accadere? C’è un bellissimo film che si intitola proprio Niagara che parla di una coppia…” iniziò Tony.

 

Ziva lo interruppe dandogli un bacio a sorpresa.

 

“Tony, amore. Non era un suggerimento per farti iniziare a raccontare trame di film, hai frainteso” disse lei ridendo.

“Pensavo ti piacesse quando ti racconto i film” commentò Tony dispiaciuto.

 

Lei lo guardò senza dire nulla, indecisa se prenderlo in giro o no. Ma Tony capì da solo.

 

“Ok, è vero. Sono un po’ pesante” ammise.

“Preferisco quando mi baci” rispose Ziva facendogli capire cosa voleva in quel momento.

 

Così Tony non sprecò l’occasione e la baciò, in mezzo alla strada suscitando il disappunto di altra gente che camminava.

 

“A giudicare da come borbotta la gente, siamo in mezzo ai piedi” disse Ziva.

“Che c’è nessuno di voi ha mai avuto una voglia improvvisa di baciare la propria bella e sexy moglie” aggiunse Tony rivolgendosi ai passanti.

“Tony!” lo ammonì Ziva.

 

Si spostarono prima di essere travolti da un gruppo di turisti tedeschi che erano giunti fino a lì con una visita guidata.

Finirono la loro passeggiata arrivando al porto di imbarco per il loro tour in barca. Dovettero indossare un impermeabile per evitare di prendere troppa acqua.

 

Non ci misero molto ad arrivare sotto la grande cascata, l’acqua schizzava da tutte le parti e il rumore era assordante ma Tony non poté evitare una delle sue battute sconce.

 

“Ziva, sei tutta bagnata. Non pensavo di farti questo effetto senza nemmeno toccarti” disse malizioso.

 

Lei sbarrò gli occhi, imbarazzata.

 

“Tony, la gente può sentirti” disse.

“Ah si? Resta il fatto che sei tutta bagnata e lo sai che la mia mente è perversa e pensa a cose con il bollino rosso” commentò. 

“Smettila, o ti butto in acqua” rispose Ziva.

“Così mi bagno anche io. Ah no aspetta, lo sono già. Guarda cosa mi provochi piccola ninja” disse, questa volta sottovoce all’orecchio di Ziva.

 

Lei stava per rispondergli e dirgli di nuovo di smetterla. Ma Tony non le diede il tempo e iniziò a baciarla, come poco prima lungo la strada. 

 

Finirono il giro in battello e tornarono in camera a cambiarsi, nonostante l’impermeabile si erano bagnati parecchio e volevano evitare di prendersi un raffreddore proprio durante la loro vacanza. 

Subito dopo andarono a godersi un pranzo nel ristorante in cima alla torre da dove potevano godere di un panorama delle cascate a 360 gradi.

 

Proprio mentre si stavano gustando il dolce Ziva ricevette un messaggio. Guardò lo schermo del telefono e vide il nome di Dorneget.

Sul momento si spaventò, lui era incaricato di controllare Lily e per la sua mente passarono mille ipotesi e scenari negativi su qualcosa che poteva essere successo alla figlia. Ma poi ragionò e si rese conto che in quel caso avrebbe chiamato e non mandato un sms.

 

E infatti quando aprì il messaggio scoppiò a ridere. 

 

“Cos’è?” chiese Tony curioso.

“È una foto di tua figlia in un tentativo per lo più fallito di fare i biscotti al cioccolato” spiegò Ziva mostrando il telefono a Tony.

 

La foto ritraeva Lily mentre leccava il cucchiaio con cui era stato mescolato l’impasto per i biscotti, impasto che ricopriva anche la sua faccia, i suoi capelli e i suoi vestiti.

 

“Diciamo che fare la cuoca non sarà il suo lavoro da grande” commentò Tony.

“Se non migliora, direi di no” ridacchiò lei.

 

Passarono un’altra giornata di pieno relax alle cascate. Passeggiarono, chiacchierarono e mangiarono in un parco tranquillo.

Nel pomeriggio Tony non poté fare a meno di portare Ziva nel museo in cui erano conservate testimonianze e oggetti di persone spericolate che avevano deciso di sfidare le cascate del Niagara tuffandosi.

Ora il timore di Ziva, che Tony si fosse scordato di prendere in considerazione i suoi film, era svanito visto che una volta entrati aveva illustrato a Ziva le varie vicende e spiegato quale film gli si era ispirato.

 

Il terzo giorno ripresero la macchina e si diressero ad una piccola e caratteristica città proprio al di là del confine canadese di nome Niagara on the lake.

 

L’aveva scelta Tony, sicuro di averla vista in uno dei suoi film. E quando arrivarono Ziva rimase stupefatta dalla bellezza di quella cittadina.

Sembrava di essere tornati indietro nel tempo, era tutta in stile antico ma tutto era perfettamente curato come se fosse nuovo. 

 

Fu quella la parte più rilassante del loro viaggio. Anche se andarono all’esplorazione della città non si affaticarono troppo visto che non era molto grande.

Al contrario apprezzarono tantissimo le lunghe passeggiate lungo la riva del fiume e del lago Ontario.

E Tony approfittò del bel tempo per noleggiare una piccola barca  a remi e portare Ziva un po’ lontana dalla riva.

 

“Non sapevo che avessi esperienza di barche a remi, Tony” disse lei scattando una foto mentre il marito remava.

“Tanti campeggi estivi quando ero ragazzino hanno dato i loro frutti” rispose.

“E poi che discorsi, Tony Dinozzo ha esperienza con tutto” aggiunse lanciandole un sorriso ammiccante.

 

Smise di remare una volta arrivato un po’ lontano dalla costa e in una zona dove non c’erano altre barche.

 

“E adesso che facciamo, peschiamo?” disse Ziva scherzando.

“Io ho già pescato la donna migliore del mondo tempo fa” commentò lui accarezzando il suo volto.

 

Ziva mise una mano sopra quella del marito, le piaceva quando lui la coccolava così. Quando era giovane si era sempre ritenuta uno persona che non amava le smancerie e invece ora sentire Tony parlare così la faceva sentire importante. 

 

“È bello poter essere qui, insieme. Ho temuto che non potessimo più faro” disse Ziva onestamente.

“È bello quando la vita ti offre una seconda possibilità” ammise lui.

 

Poi entrambi si avvicinarono l’uno all’altra e si lasciarono andare ad un dolce bacio, che poco a poco si fece più intenso.

 

“Mi dica agente Dinozzo, tra tutte le sue esperienze c’è anche la capacità di fare sesso su una piccola barca a remi senza rischiare di ribaltarci e finire in acqua?” domandò Ziva capendo in cosa si stava trasformando quel bacio.

“Non ne sono sicuro, ma possiamo provare” propose ridendo.

 

Ziva lo guardò un attimo negli occhi.

 

“Non ci tengo a finire nel lago, completamente nuda. Né tantomeno rischiare di prendere una denuncia per atti osceni. Sarebbe alquanto imbarazzante” rispose.

“Lo sarebbe, ma sarebbe anche avventuroso” ribatté lui.

“Nei tuoi sogni può continuare ad essere così, io invece ti propongo di rimandare a stasera la parte, come dire, oscena e invece ora fare un altro giro del lago e poi pranzare” disse Ziva.

 

Tony acconsentì, anche perché non gli pareva proprio il caso di comportarsi come un ragazzino in calore incapace di trattenersi.

Ma quando arrivò la sera entrambi ottennero quello che non avevano potuto avere la mattina. In quei giorni si stavano dedicando molto a loro stessi, in tutti i sensi.

 

“Tony, lo sai che non dobbiamo abituarci troppo a tutto questo” disse Ziva mentre lui la coccolava.

“Lo so, purtroppo. Ma avrei una mezza idea di ristrutturare casa e casualmente fare insonorizzare la nostra camera, cosa ne pensi?” chiese.

“Non ti lascerò trasformare la nostra stanza nella camera dei giochi erotici. Dovremmo solo essere più silenziosi… Oppure lasciare i nostri figli ai nostri amici di tanto in tanto” disse lei.

“La trovo un’ottima idea” rispose Tony giocando con i capelli della moglie.

 

Rimasero in silenzio per un secondo, prima che Tony parlasse di nuovo.

 

“Cosa ne pensi se facciamo un secondo round di prova in cui ci alleniamo ad essere più silenziosi?” chiese.

 

Ma non aspettò la risposta di Ziva, perché già la conosceva.

Al contrario le salì velocemente sopra e senza che lei avesse la possibilità di dire nulla iniziò a baciarla e a far scivolare le mani sul suo corpo nudo arrivando fino in zone che sapeva avrebbe apprezzato.

 

Nonostante si fossero sempre amati come il primo giorno, quello che era successo gli aveva fatto capire che non bisogna mai dare nulla per scontato e ora stavano cercando di recuperare il tempo perso. E ci stavano riuscendo molto bene.

 

Purtroppo però quella settimana volò e si ritrovarono a rifare le valige e ripartire in macchina per tornare a casa.

Anche se gli dispiaceva erano comunque felici di poter tornare a vedere i loro bambini.

 

“È stata proprio una bella settimana” disse Tony.

 

Lui era quello più timoroso di partire mentre stavano organizzando, per via della sua paura dell’aereo.

 

“Ce la siamo meritata, amore” commentò Ziva.

“Lo sai che ti amo molto” aggiunse.

“Lo so, semplicemente perché anche io ti amo allo stesso modo. O forse un po’ di più anche” rispose.

 

Continuarono a chiacchierare godendo l’uno della compagnia dell’altro.

 

“Dovremmo rifarlo, magari presto” disse Ziva sbadigliando.

“Certamente” rispose Tony.

“Sei stanca, amore mio” aggiunse.

“Un pochino” disse sbadigliando ancora.

“Perché non chiudi gli occhi e dormi?” suggerì.

“Perché voglio tenerti compagnia” spiegò lei.

“Mi hai già fatto compagnia e vedrai che me ne farai altra prima di tornare a casa. Ora riposa” insistette Tony.

 

Ci volle poco prima che Ziva crollasse addormentata e Tony non poté fare altro che distrarsi di tanto in tanto per guardarla dormire. 

Gli sembrava la donna più bella e dolce del mondo e se non fosse stato che sarebbe finito fuori strada non le avrebbe staccato gli occhi di dosso. 

 

Fu veramente grato di aver avuto quei giorni con sua moglie, dopo quello che gli era successo quella settimana lo aveva fatto finalmente tornare alla normalità.

E fu anche grato quando, una volta parcheggiato sotto casa, scese dalla macchina prendendo la moglie per mano si diresse verso la loro casa dove sapeva che tutti e tre i figli e i loro amici erano li ad aspettarli.

Poteva sentire le voci di Lily e Noah che giocavano e il piccolo Joe ridere.

Questa era la vita che ricordava, questa era la vita che voleva.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autrice: 

 

Ed ecco l’ultimo capitolo, ora che la storia è finita mi sento meglio.

La  fine doveva per forza essere Tiva <3

 

Comunque ringrazio tutti quelli che hanno seguito la mia storia, nonostante la lunga pausa.

Un grazie speciale va  _Sweet_Heart_ che con la sua pazienza e i suoi consigli mi ha aiutata a finire. 

Spero che questo capitolo sia un porta fortuna per quello che sappiamo dovrai fare tra pochi giorni, in bocca al lupo <3

 

Detto ciò, grazie a tutti.

Meggie.





  
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