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Autore: Maledetta    14/05/2017    2 recensioni
Party Poison era un killjoy, ma dopo essere stato preso dall'unità S/C/A/R/E/C/R/O/W é stato riprogrammato per adeguarsi agli standard della Better Living Industries.
Fun Ghoul è ancora libero, ma proprio non ce la fa a lasciarlo andare.
OS in cui Danger Days si mescola con la prima strofa di Disenchanted.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ripensi mai ai giorni del disastro? A volte ti vedo per strada, da lontano, e stai sorridendo, ma vedo il buio dietro i tuoi occhi: vedo un'estate che non finiva mai, la pioggia dei temporali che si mescolava alla cenere nel vento, le impronte degli stivali nella polvere, e i buchi delle pallottole sui muri. E sento le risate ubriache e i passi affrettati di quando mi prendevi per mano e scappavamo dai soldati... quando ti prendevano sorridevano e dicevano che non avresti sentito niente mentre ti piantavano la siringa nel collo, ma era una bugia così grande che non se ne vedeva la fine e noi ridevamo... ridevamo così forte che faceva male, graffiava i polmoni e ci veniva da vomitare. Ripensi mai a quando correvamo in macchina per le strade della città? Cercavamo di dare un senso alla vita, ma andavamo troppo lenti per prendere il volo e troppo veloci per credere che ci fosse davvero qualcosa di reale... e ridevamo. Ridevamo delle armi, ridevamo del sole che non si vedeva mai, ridevamo di tutto quanto, ma non sapevamo niente. E il mondo sembrava così sfocato dietro i finestrini... era una fottuta canzone di cui non sapevamo le parole, era un gioco a cui non sapevamo giocare, era l'ultimo capitolo di un libro di cui non avevamo letto l'inizio, un film di fantascienza di cui ci eravamo persi i primi dieci minuti... e dov'é il senso in tutto quello adesso? Dov'è finita la nostra voglia di combattere e di evadere? Dove sono le fantasie sul mondo che bruciava e noi che ci buttavamo benzina sopra? Dov'é la libertà? Dove sono la musica emo e i capelli tinti, e porca puttana: dove siamo finiti noi? Eravamo una famiglia, cazzo. Eravamo guerrieri, ragazzi che non sarebbero diventati grandi... eravamo i rifiutati, gli sfigati, i dannati, i senza speranza: una spina nel fianco di quelli che contavano, polvere negli occhi di chi non aveva capito un cazzo e non vedeva il mondo che andava a puttane. Eravamo ragazzi incazzati, venuti su dal niente, tutto quello che avevamo era una giacca colorata e una pistola sempre in mano, un tatuaggio sul collo e il fuoco sulla pelle quando scopavamo... e avevamo il suono del rombo di un motore nella notte impresso nel cervello, e avevamo la paura di premere un grilletto che ci irrigidiva le dita e le risate che ci raspavano la gola mentre scappavamo da un esercito di fotocopie, drogati di adrenalina e di follia... cazzo, te lo ricordi? Ti ricordi i soldati, Cristo? Vestiti di bianco dalla testa ai piedi, e non importava quanti ne dipingessimo di rosso, ce n'era sempre un altro fottuto squadrone che aspettava dietro l'angolo... e avevano sempre quel fottuto sorriso stampato su quelle cazzo di maschere bianche e noi ridevamo... ridevamo, perché che cazzo avremmo dovuto fare? Loro erano un esercito di spaventapasseri bianchi con un mitra in spalla e noi eravamo solo un branco di ragazzi spezzati: il mondo stava cadendo, e noi eravamo gli unici poveri coglioni che restavano in piedi.
Ti ricordi le notti passate attorno al fuoco? Il bagliore arancione della legna che bruciava ci sembrava la cosa più bella del mondo, e la sera eravamo tutti là, e ci toglievamo la giacca e ci sedevamo sui cofani delle auto, e allora spuntavano le sigarette, i libri, i vecchi walkman con le cassette di quarant'anni fa, e le merendine scadute da secoli che nessuno aveva il coraggio di mangiare ma che spuntavano sempe lo stesso. Cantavamo di tutti quelli che ci eravamo lasciati indietro, e sognavamo, e tu dicevi che la sera per un po' vedevi il senso dell'universo: per un po' ti dimenticavi della merda che ti toccava mandare giù ogni giorno, ti dimenticavi i soldati e la paura e il caldo soffocante e il fatto che combattevi senza sapere dove stavi cercando di arrivare. Per un po' smettevi di chiamarmi Fun Ghoul e mi chiamavi con il mio nome, e dicevi che vedevi il sole, il cielo, le stelle e i campi fuori città e la gente che faceva colazione fuori dai bar all'ombra di qualche ombrellone a spicchi rossi e gialli, e vedevi strade che non erano deserte, e bambini che non avevano tutti la stessa faccia, e ti vedevi ad ascoltare musica che non parlava del buio e baciare persone di cui ti ricordavi il giorno dopo e ti vedevi con i capelli di un colore diverso e senza tutto quel trucco in faccia e in qualche modo non ti terrorizzava l'idea del fatto che l'estate sarebbe finita e che tu saresti diventato grande. Ti ricordi di quando smettevi per cinque minuti di essere Party Poison e vedevi il mondo reale?
Vorrei tanto che tu adesso mi guardassi e mi dicessi di sì. Vorrei tanto che tu adesso non stessi fottutamente sorridendo e vorrei tanto non essere nascosto dietro a questo cazzo di muro e vorrei tanto non dover pensare a te che ridevi mentre uno spaventapasseri sorrideva e diceva che non avresti sentito niente e ti piantava un ago nel collo. Erano balle, porca puttana, perché non lo capisci? Perché non puoi capirlo? Ti hanno strappato la faccia e ti hanno incollato il loro sorriso. Ti hanno cucito gli occhi e ti hanno impedito di sognare.
Vorrei tanto che tu ti ricordassi di quando vedevi il mondo reale, Gee. Invece mi tocca continuare a correre.
   
 
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