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Autore: Shade Owl    14/05/2017    0 recensioni
In una città del nord del Montana vivono tre ragazzi delle superiori: Xander, gracile e anemico; Jo, appassionato di fumetti; Alis, secchiona e occhialuta.
Tre nullità da due soldi, buoni solo per gli scherzi e poco altro.
Tre nullità a cui il destino ha riservato una svolta totalmente inaspettata.
Genere: Avventura, Dark, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mattino dopo trovarono Timmi proprio di fronte alla casa di Nadine, sulla sua moto, a leggere l’ennesimo giornale. Nonostante fossero andati a letto tardi, l'emozione e l'aspettativa aveva indotto tutti e quattro ad alzarsi presto e a mettere in atto il piano di Alis.
Così mentre lei, Xander e Jo fingevano di avviarsi verso la fermata dell'autobus, Nadine si avvicinò a Timmi a passo spedito, intercettandolo prima che potesse andarsene.
- Aspetta!- lo chiamò - Per favore! Devo parlarti.-
Timmi, che stava per infilarsi il casco, esitò per un istante, guardandola perplesso.
- Non un’altra cioccolata!- la ammonì - No, perché l’ultima, se devo essere sincero, è stata snervante.-
- No.- rispose lei - Stavolta andiamo al parco.-
Lui sospirò, guardando l’autobus sul quale avrebbero dovuto trovarsi i suoi amici che si allontanava.
- Perché sento che questa missione mi durerà tre volte più del solito?- brontolò, scendendo dalla moto.
- Ma sei sempre così ottimista?- chiese Nadine, aggrottando la fronte.
- No, di solito borbotto molto di più.- sbuffò, incamminandosi verso il parco - Ma se vuoi posso anche sfogare un po' il mio vocabolario. Scoprirai che è piuttosto colorito.-
Trattenendo un gemito scocciato, Nadine lo seguì.

Era ancora presto, e quasi nessuno si trovava in giro a quell'ora, specialmente perché erano ormai arrivato all'inverno e il freddo era alquanto pungente, soprattutto la mattina. Timmi tuttavia non pareva notarlo, poiché vestiva ancora con i suoi abiti leggeri di sempre. Sembrava ancor più fuori luogo, adesso.
- Ma non hai freddo?- gli chiese la ragazza mentre camminavano.
Lui si limitò a scuotere la testa, raggiungendo una panchina di ferro vicino a una siepe e sedendosi sullo schienale. Nadine invece rimase in piedi, tremando leggermente. Non seppe dire se aveva freddo o se era nervosa.
- Allora?- disse il ragazzo - Cosa c’è? Sbrigati, perché ho un po’ da fare.-
- Beh…- esitò lei: era più difficile del previsto.
- Ti risparmio l’imbarazzo: Xander ti ha raccontato tutto, vero?-
Lei annuì.
- Sì, ma non è di questo che volevo parlare.- disse.
Timmi aggrottò la fronte.
- Aspetta, gli credi davvero?-
Nadine si strinse nelle spalle.
- Non dovrei?-
Lui fece un sorrisetto.
- Oh, certo che dovresti… in fondo ti ha parlato di… cosa? Scheletri assassini e pozioni magiche?-
- E di Custodi dell'Eden e maghi.- rispose lei - Lo conosco, non è un bugiardo e non ha tutta quell'immaginazione. E comunque sembrava davvero preoccupato, ieri mattina.-
Timmi si lasciò scappare un sospiro.
- Già… fa bene a preoccuparsi.- disse - Fanculo a quei tredici…-
- A chi?-
Lui scosse la testa.
- Lascia stare… me l’hanno detto solo ieri, e non ne sono sicuri neanche i miei superiori…- sospirò di nuovo e la guardò negli occhi - Dai, di cosa volevi parlarmi?-
Lei esitò ancora, un po’ in imbarazzo.
- Nadine, sul serio, datti una fottuta mossa o lasciami andare!- sbottò scocciato - Ho da fare, e non scherzo!-
- D'accordo, d'accordo!- esclamò Nadine, alzando le mani in segno di resa - Okay, senti… volevo sapere che c’entri con la Carneficina di Sleepy Creek.- disse, tutto d’un fiato.
Sotto la fredda luce del sole invernale, Timmi parve irrigidirsi.

- Cosa ne sai, tu?- chiese, dopo quella che parve un’eternità.
Il suo tono era tranquillo, il volto non lasciava trasparire emozioni, ma Nadine si accorse che aveva serrato i pugni sopra le ginocchia, come se le stesse artigliando. Tutti i muscoli delle braccia e delle gambe erano tesi e rigidi come pezzi di legno.
Fu sicura che, sotto la superficie, ci fosse una vera e propria eruzione. Riusciva quasi a vedere, all’interno della sua testa, un milione di vulcani sparare lava incandescente, e fu sorpresa che le orecchie non gli fumassero.
- Non molto. Ho fatto un paio di ricerche.- ammise - E ho trovato degli accenni… pochi… ad un unico superstite. Forse un testimone. Un bambino di quattro anni. Adesso dovrebbe averne circa diciotto.- fece una pausa, guardandolo negli occhi - Timmi… tu quanti anni hai?-
Lui non rispose, ma guardò un gruppo di bambini appena arrivati che si fiondavano sulle altalene, dall'altro lato del parco. Le sue mani si strinsero ancora di più.
- Non capisco però come mai gli altri giornali non parlino di superstiti, ma lascino intendere che siano morti tutti.- continuò lei - Solo pochissimi accennavano alla cosa, e nessuno ha approfondito la cosa.-
Ancora, Timmi non rispose.
- Timmi, se vuoi che Xander si fidi di te, allora devi fidarti di lui!- sbottò Nadine - E anche di me, di Alis e di Jo!-
Il ragazzo rimase in silenzio qualche altro minuto.
Poi, all'improvviso, serrò gli occhi e cominciò a gemere.

Scivolò dalla panchina fino a terra, artigliandosi il petto e inspirando con foga, come se stesse soffrendo intensamente.
- Oddio… Timmi!- esclamò.
Fece per chinarsi su di lui, ma non appena si fu avvicinata lui la spinse via in malo modo, emettendo un suono simile a un verso simile a un latrato.
- Stai indietro!- ringhiò, continuando a tenere gli occhi chiusi.
Da dove si trovava, Nadine si voltò verso Xander, Alis e Jo che, non appena Timmi aveva cominciato a stare male, avevano fatto capolino da dietro la siepe, preoccupati. Fece loro cenno di restare nascosti, voltandosi di nuovo verso il ragazzo che, intanto, aveva posto la fronte sul terreno, tremando per la tensione.
Tutto questo durò alcuni istanti e poi, all'improvviso, passò come era iniziato, lasciandolo molle e ansimante davanti a lei.

Timmi inspirò a fondo molte volte prima di mettersi carponi e, lentamente, a sedere. Si appoggiò con la schiena alla panca, passandosi una mano sul viso, e scoccò uno sguardo divertito a Nadine.
- Scusa.- ridacchiò - Ogni tanto mi succede… quando mi stressano troppo.-
Si issò di nuovo sulla panchina, abbandonandosi contro il metallo alle sue spalle.
- Stai… stai bene?- chiese esitante Nadine.
- No.- rispose lui - Sì.- disse poi - È solo… una conseguenza, come questi dannati capelli verdi.-
- Una conseguenza di cosa?-
Timmi fece un sorrisetto triste.
- Di Sleepy Creek.-

- I Custodi dell’Eden morirono tre mesi dopo la mia nascita.- spiegò - Non sono mai stato un bambino come tutti gli altri, sai? Cioè, avevo i miei genitori, ovvio… però non è che me li ricordi granché. A dire il vero, non ricordo quasi niente di quel periodo.- ammise - Tranne che non temevo il buio… semmai, lo cercavo. Non avevo paura di niente, ed ero diverso. Sapevo di esserlo, in qualche modo.- si guardò le mani per un istante, poi ne allungò una verso il bordo della panchina e lo strinse con forza.
Si udì un suono gemente, di metallo che soffriva, e quando ritirò la mano le mostrò la lamiera deformata e contorta come se fosse fatta di alluminio sottile, e non di ferro spesso cinque centimetri buoni.
- Carino, vero?- ridacchiò lui, notando la sua espressione - E pensa che sapevo già farlo allora. Inutile dirti come la presero gli altri bambini all'asilo.-
- Quindi sei… cosa? Superforte?- chiese Nadine.
- Sì e no.- rispose Timmi - Questo è uno dei motivi per cui mi tenevano a distanza. Un altro, per esempio, è che uccisi un cane a mani nude.- continuò - Era un pastore tedesco, e pure bello grosso. Mi saltò addosso, e io gli spezzai il collo senza farmi niente.- scosse la testa, con una smorfia solo apparentemente divertita - In più, ero sempre, costantemente… arrabbiato. Dopo un po' la gente iniziò a tenermi a distanza. Ero piccolo, quindi non ci feci molto caso all'inizio, ma col tempo cominciai a notarlo. Tuttavia, prima di compiere quattro anni non accadde niente di veramente eclatante.-
- E poi ci fu la quella strage.- disse Nadine.
- Sì.- annuì lui - I giornali non mentono: sono morti tutti, nessun superstite, tranne una famiglia che era a Phoenix e me. Tutti fatti a pezzi, da una persona sola.-
- E sei… sei stato tu?-
Lui scosse la testa.
- Non lo so.- ammise - Credo di sì. Non ricordo un accidenti di niente.-

- Qualsiasi cosa mi abbiano fatto quelli vecchi, nemmeno gli attuali Custodi dell'Eden sono voluti intervenire.- continuò lui, tornando a guardare i bambini - Dicono che potrebbero causarmi un danno peggiore.- scosse la testa - Come se fosse possibile…- borbottò, più tra sé e sé che rivolto a Nadine - Non sono sicuro di come, ma sono morti tutti, quella notte.- riprese - Un paio di giorni dopo il fatto, una coppietta in luna di miele passò da quelle parti e trovò i pezzi sparsi per strada. Risalirono in macchina e chiamarono la polizia, che cominciò a perquisire tutte le case e gli altri edifici fino a trovarmi, mezzo morto di fame dentro a un armadio. Dopo un paio di giorni sono arrivati quelli del Sommo Concilio, che mi hanno prelevato ed esaminato accuratamente.-
- E cosa hanno detto?-
Lui fece un sorrisetto cupo.
- Eh… cos’hanno detto…- ripeté - Beh, a sentir loro, se mi arrabbio troppo rischio di trasformarmi in una specie di Hulk demoniaco, ma privo di un minimo controllo. Il più potente dei Custodi in persona mi ha imposto un qualche tipo di sigillo per aiutarmi a gestire questa cosa, ma se messo troppo sotto pressione, se provocato eccessivamente… mi vengono degli attacchi. Dolorosi e temporanei attacchi di rabbia. E se non li soffoco, potrebbero spezzare il sigillo. Inoltre, la magia nel mio sangue è come una scheggia impazzita… non sento il caldo o il freddo con la stessa intensità con cui la sentono gli altri, e i miei capelli sono verdi come l'insalata anche quando non voglio. Quindi o li copro o mi vesto come un cretino.-
Nadine si torse le mani, continuando a guardarlo negli occhi.
- Io… non capisco.- disse infine - Cosa sei tu?-
Lui fece un sorriso tirato.
- Un incrocio.- rispose - Una orribile aberrazione della natura, che prima di me è esistita solo una volta ed ha avuto una fine tutt'altro che felice.- il suo volto si distese un po’, e il sorriso divenne meno simile ad una smorfia - Io sono un mezzodemone.-
Lui e Nadine rimasero a guardarsi per un istante, fino a quando il ragazzo, chiudendo gli occhi, non si abbandonò completamente contro lo schienale della panchina.
- Ora che sai tutto, fai uscire quei tre dalla siepe e decidete se fidarvi o no. Ho già perso troppo tempo con te.-

Ringrazio NemoTheNameless, Kira16, Shiho93, Elgul1, Easter_huit NEON GENESIS KURAMA e Camaleonte. A presto!

   
 
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