Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: trenodicarta    15/05/2017    1 recensioni
Simone e Viola si avvicinano, lui le offre la sua amicizia e lei la accetta con diffidenza. Lei nasconde una storia tormentata e lui un segreto doloroso. Lei è ferita, lui è l'ultimo che possa guarirla. Il loro rapporto si fortifica ogni giorno sempre di più, fino a quando Viola non scopre la vera identità di Simone, da quel momento ogni sua certezza si distrugge, di nuovo.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 16 

- So che non sei d'accordo, ma ho bisogno che tu mi stia vicino in questo momento. -  
Simone, rimasto fino a quel momento in silenzio a fissare il pavimento davanti a sè, si voltò ad osservarla sospirando lievemente. 
- Non riesco a capire che bisogno ci sia di farsi ancora più male. - Proruppe infine, utilizzando un tono cauto mentre la osservava con occhi dubbiosi e preoccupati. 
Viola comprendeva il motivo di tutto quel timore, eppure continuava ad essere sicura che quella fosse la scelta giusta. Anzi forse non c'era nulla di giusto in tutta quella storia, c'erano solo scelte e quella era la sua: far visita a Riccardo.  Non sapeva cosa gli avrebbe detto, non c'erano discorsi pronti per quel tipo di occasioni. Non sapeva nemmeno come avrebbe reagito ritrovandoselo davanti; l'ultima volta che si erano visti, in Tribunale, per poco non le si era fermato il cuore dalla paura. 
Simone aveva ragione a preoccuparsi, quell'incontro avrebbe potuto essere disastroso per Viola, così come avrebbe anche potuto aiutarla a chiudere i conti col passato. Purtroppo non si poteva conoscere l'esito finale in anticipo, bisognava vivere quel doloroso momento e basta.
- Se non lo faccio passerò tutta la vita a domandarmi cosa sarebbe accaduto se invece l'avessi fatto. - 
Quella semplice spiegazione non bastò a mutare l'opinione del ragazzo, che continuò a scuotere la testa e a sospirare. - Se è quello che vuoi, fallo. Ti aiuterò, anche se non sono d'accordo. - Il poliziotto fece una breve pausa. - Però ci dovranno essere minimo due guardie con te quando avverrà e se dovesse servire entrerò anche io. - 
Era evidente che Simone stesse faticando parecchio a darle il suo appoggio, ma glielo doveva, dopotutto erano una coppia ormai, no?
La ragazza gli lasciò un bacio lieve sulle labbra, bisbigliando poi un sincero 'grazie'.

***

Simone provò a convincerla a desistere fino all'ultimo. - Sei sicura? Basta una parola e ce ne andiamo, non è necessario che tu lo faccia. - 
Per Viola fu impossibile non sorridere davanti alla tenacia del ragazzo. - Ci vorrà poco. - 
Non era mai stata in un carcere e non desiderava rimanervi a lungo, inoltre dubitava che lei e Riccardo avrebbero fatto una lunga chiacchierata sui bei tempi andati, per questo era certa che l'incontro sarebbe durato qualche minuto al massimo.
- Ho chiesto un favore al direttore della struttura. - La informò poco dopo il poliziotto. - Oltre quella porta c'è la sala per i colloqui coi detenuti, ci sarà solo lui insieme a una guardia. Tu entrerai con Michele... - Indicò un uomo di colore in uniforme che le sorrise gentile. - Se fa lo stronzo con te ci penseranno loro a rimetterlo a posto. Subito dopo di me ovviamente. - 
Viola scosse la testa, quando comprese che Simone sarebbe entrato alla prima occasione, 'rovinando' quel colloquio che spettava a lei affrontare. - Non voglio che tu entri. -
Quelle parole lo ferirono terribilmente, si sentì come se lei lo stesse rifiutando. 
- Non puoi chiedermelo. - Toccava a lui proteggerla, l'aveva promesso. L'avrebbe fatto anche in quell'occasione, difendendola dalle parole crudeli che di sicuro Riccardo le avrebbe rivolto. 
- Ti prego. - Viola gli prese una mano, fissandolo con quel visetto implorante davanti al quale Simone si sciolse. 
- Chiudi la porta, così non rischierò di sentire e di perdere la pazienza. - 
Se fossero stati nel luogo adatto, Viola lo avrebbe baciato per poi gridargli 'ti amo'. Nessuno aveva mai fatto tutto ciò per lei, nessuno era come Simone. 
- Fidati di me, andrà tutto bene. - 
Non era vero, nemmeno lei sapeva come sarebbe potuto finire quel colloquio. 
Si avvicinò lenta all'ingresso della sala. Tutto ciò che la separava dal suo mostro era una sottile porta. Sfiorò la maniglia con i polpastrelli, respirando piano. Michele fu così gentile da rimanere in silenzio senza metterle fretta, per poi affiancarla immediatamente quando lei finalmente spalancò le porte al passato.

 
***

Non appena gli occhi scuri di Riccardo la videro, su di essi calò un velo di sorpresa. Il ragazzo dovette sbattere più volte le palpebre, come se credesse di star avendo una sorta di miraggio.
Quand'era stato prelevato dalla propria cella per una visita inaspettata di certo non credeva che si sarebbe trattato proprio di lei. Viola era più coraggiosa di quanto pensasse. Non aprì bocca, si limitò a scrutarla, in attesa che il momento opportuno per poter parlare arrivasse.
Anche Viola si prese qualche attimo per poterlo scrutare silenziosamente. 
Dal loro ultimo incontro in Tribunale non era passato molto tempo, eppure Viola lo trovò piuttosto cambiato. Era abituata a vederlo in tutt'altra veste, era sempre stato impeccabile, ben vestito, coi capelli ordinati e il viso liscio. Invece in quel momento Riccardo appariva tutt'altra persona, con la chioma nera e riccioluta scompigliata, la barba leggermente incolta e il viso magro e stanco del solito. 
Quel silenzio venne inaspettatamente spezzato. - Viola, sapevo saresti venuta, prima o poi. -  Sfoderò un sorriso beffardo, mentre con le mani ammanettate indicava la sedia posta dall'altra parte del tavolo a cui sedeva. - Accomodati. Ti offrirei caffè e biscotti ma il servizio in camera non è previsto in carcere. - Perlomeno non aveva perso il senso dell'umorismo.
Viola tentennò per qualche istante, poco convinta di volersi accomodare così vicina a lui. Gettò un'occhiata a Michele, posto al fianco della seconda guardia presente nella stanza. Era al sicuro, non c'era nulla da temere ma...la precauzione non è mai troppa: Viola decise di afferrare la sedia e allontanarla di circa un metro dal tavolo. Solo a quel punto, abbastanza distanziata da lui, decise di sedersi. 
- Hai paura di me. - Quella non era una domanda, eppure Viola scosse la testa ugualmente.
- Non ho paura. Sei in manette e ci sono due guardie qui con noi, anche volendo non potresti nemmeno sfiorarmi. - 
Riccardo si comportò come se non l'avesse sentita. - So perchè sei qui. - 
Ah sì, lo sapeva? Viola incrociò le braccia al petto, improvvisamente curiosa di ascoltarlo.
- Vuoi sapere  perchè ti ho fatto tutto ciò, vuoi sapere se sono un pazzo o un uomo malvagio. Sei sempre stata una tipa molto razionale, sempre alla ricerca di una spiegazione logica per tutto. -
La ragazza continuò a rimanere in silenzio, senza però abbassare lo sguardo.
- Ho ripensato spesso a quella notte. Mi sono sentito in colpa, non hai idea di quanto io mi sia disperato, punendo addirittura me stesso. Ho pensato di togliermi la vita, talmente il senso di vergogna mi tormentava. - Per un attimo i suoi occhi divennero lucidi, come se un minimo di umanità avesse fatto breccia nel suo cuore. - Ho pensato che se avessi potuto riportare indietro le lancette dell'orologio non ti avrei mai fatto del male. Ho capito di aver sbagliato, di essere un mostro. - 
Il suo sguardo si abbassò, mentre con aria pentita mormorava quelle parole. Prese a fissare le proprie mani come se le vedesse per la prima volta. Viola fu certa che in quel momento stessero pensando la stessa cosa: 'Si, queste sono le mani di un assassino'. Non aveva idea di quanto si stesse sbagliando. 
Riccardo riprese a parlare. - Poi però al processo ho capito... -
Vola corrugò la fronte con una smorfia confusa. - Cosa hai capito? -
- Ho capito di aver fatto bene. - Sentenziò con tono duro, mentre tornava a guardarla diritto negli occhi. - Mi hai tradito, avevo ragione io. - Era realmente convinto delle proprie parole, credeva davvero di essere dalla parte della ragione.  - Fammi indovinare... ora ti scopi mio fratello? - 
Il viso di Viola si tinse di rosso dinnanzi a quell'inaspettata domanda. 
- Vi ho visti in Tribunale. - Le spiegò. - è proprio tipico di te... aprire le gambe ad ogni occasione. - 
Vi fu un momento di silenzio, fino a quando...

- FIGLIO DI PUTTANA! - 
Viola si voltò di scatto, non essendosi nemmeno accorta dell'ingresso di Simone, che come una furia si scagliò su Riccardo, o almeno ci provò. Le due guardie intervennero prontamente, bloccandolo a pochi metri di distanza.
La ragazza si alzò di scatto osservando sgomenta la scena, mentre nella stanza si diffondevano le inquietanti risate di Riccardo.
Quest'ultimo, approfittando del momento di distrazione delle guardie, si avvicinò pericolosamente a Viola, abbastanza da sussurrarle all'orecchio: - Sei proprio sicura che sia meglio di me? - 
Quando Viola si voltò verso di lui tutto ciò che vide fu il suo ghigno malefico, soddisfatto di cosa stesse accadendo lì dentro. 

Simone sbraitava mentre Michele lo teneva fermo. 
La seconda guardia rendosi conto della vicinanza di Riccardo si mosse verso di lui. 
Riccardo rideva come un folle. 

Viola strinse i pugni e senza rendersene conto colpì Riccardo con una forza tale che sentì il polso scricchiolarle. Finalmente gli tolse quel cazzo di ghigno dalla faccia.
- Tu... - La ragazza tremava, sentendo l'adrenalina scorrerle nelle vene.  - Non sono venuta qui per domandarti il perchè, quello lo so già. Lo hai fatto perchè sei malvagio e sei anche un fallito, avevi bisogno di sentirti forte. Sono qui per dimostrarti che non sei forte per niente, sei solo un essere minuscolo. - Prese un lungo respiro. - Sì, sono sicura che Simone sia diverso da te. Lui è un uomo vero, a differenza tua. - 
Riccardo tentò di ostentare una finta calma, ma ben presto perse il controllo, proprio com'era accaduto in Tribunale. Fortunatamente la guardia lo afferrò con forza, strattonandolo nel tentativo di farlo calmare.
- Non sarete mai felici! Ogni volta ci sarò io tra di voi! - Quella sorta di maledizione fuoriuscì dalle labbra di Riccardo, trattenuto anche da Michele che aveva appena lasciato andare Simone per aiutare il collega.
Viola non rispose a quella provocazione, si limitò a dare le spalle al suo ex fidanzato. Quell'essere ignorato fece perdere ulteriormente la testa a quest'ultimo, che paonazzo in viso continuò a imprecare furibondo. 
Simone imitò l'esempio di Viola e gli rivolse a malapena un'occhiata, prima di uscire insieme alla ragazza, afferrandole la mano e stringendogliela. 


Angolo autrice
Dai stavolta non mi sono fatta attendere troppo. 
Credo proprio che entro due capitoli la storia si concluderà, spero vi sia piaciuta ;)
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: trenodicarta