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Autore: Sydrah    15/05/2017    3 recensioni
24 Novembre 2041, Corea del Sud. L'esplosione della centrale nucleare di Hanul ha fatto sì che il governo prendesse un veloce provvedimento per impedire la diffusione dei gas tossici, e sopra la zona colpita fu posta una cupola. Al suo interno sopravvissero delle persone, gli 'eletti', dotati di abilità speciali, e tra interni ed esterni continuò a crescere un odio reciproco.
Jimin, un esterno e Jungkook, un interno, si incontrarono per caso, e tra morte e misteri la loro relazione crebbe pian piano. Sarebbe riuscita, però, ad andare oltre ai pregiudizi?
Genere: Angst, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Park Jimin, Un po' tutti
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ciao a tutti!! Scusate per il ritardo di questo capitolo, Questi ultimi giorni di scuola sono stra stressanti e faticosi uff (è illegale dover fare scuola lavoro anche il sabato pomeriggio e sera e quasi tutta la domenica ;-;)
Ad ogni modo, ecco il nuovo capitolo YEY. So che non è nulla di emozionante, ma è difficile scrivere e trovare ispirazione con tutto sto da fare.
Volevo solo comunicarvi che prima della fine della scuola, o almeno, prima della fine delle prima settimana di giugno non pubblicherò nulla perché non ce la faccio logisticamente, ma cercherò di farmi perdonare con un bel capitolo 11 d’accordo??
Un ultimo appunto prima di lasciarvi leggere, mi farebbe piacere se ascoltaste questa canzone :3 fatemi sapere cosa ne pensate se la sentite.
https://www.youtube.com/watch?v=fSySE1bNFTk
(Al fondo più note)
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Stavo ripassando gli ultimi argomenti per un ennesimo esame quando sentii qualcosa, o meglio qualcuno, respirarmi sul collo.
 
Non me ne ero accorto prima dal momento che avevo le cuffie ben piantate nell’orecchio e la musica era a dir poco alta, ma Tae era alle mie spalle, a fissarmi con un sorriso sospetto, molto sospetto.
 
Lo salutai con un cenno, tornando a puntare lo sguardo sulle scritte della pagina, così piccole e fitte da far sembrare che fosse tutta colorata d’inchiostro.
 
Non gli diedi altre attenzioni, perché già sapevo che quel sorriso non preannunciava nulla di buono. Tutte le volte accadeva qualcosa di terribile, come quando mi aveva costretto ad accompagnarlo ad una festa per poi abbandonarmi nel bel mezzo di essa per andare a pomiciare con qualche ragazza, o quando mi aveva costretto ad andare ad un appuntamento al buio dato che secondo lui, testuali parole “Non c’è azione nella tua vita da troppo tempo Minnie, lo sai che le calorie si possono bruciare in altro modo oltre che ballando vero?”. E si, era stato l’appuntamento più terribile della mia intera maledettissima vita, l’altro ragazzo (di cui ho completamente rimosso il nome dalla memoria per la mia salute mentale) aveva fatto allusioni sessuali per tutta la serata, per poi trascinarmi nel bagno del ristorante, mettendomi le mani addosso, ed ero dovuto letteralmente correre via dal locale, dimenticando anche la mia preziosissima giacca bomber della Saint Laurent.
 
Sentii una mano poggiarsi sgraziatamente sulla mia spalla, e a quel punto presi un bel respiro.
 
 
 
-“Jiminnie~” il suo tono di voce era troppo acuto e costruito, nulla di buono, infatti “E’ da ieri che non smetti di sorridere, e mi stavo chiedendo, ti è per caso successo qualcosa di bello che vorresti condividere con me, sai, Taehyungie, il tuo migliore amico, BFF e tutta quella roba lì”
 
 
 
-“A-ah. Particolarmente sorridente dici? Nessun motivo particolare, sarà la primavera”
 
 
 
-“Eppure… ultimamente esci spesso, e sempre alla stessa ora. Dove vai di bello?” continuò lui, ora aveva messo la sedia di fianco alla mia, il suo gomito era poggiato sulla scrivania e la mano gli sosteneva il viso, ciocche di capelli castani disordinati gli ricadevano sugli occhi scuri ed indagatori.
Tae era il ragazzo piú  particolare che avessi mai avuto la disgrazia di conoscere. Era stato graziato da Dio in tutti i campi, dotato di un'intelligenza non da poco e una bellezza intrigante, misteriosa e quasi intimidatoria.
Era quel tipo di persona di cui non penseresti mai di diventare amico, ma che nell'arco di due giorni sarà già il tuo migliore ed unico. Una persona a cui non si può dire di no,a cui più resisti più vieni attratto.
Socievole come una farfalla, amico o conoscente di tutti, ma solo poche erano le persone che riteneva veramente importanti ( e io avrei potuto vantarmi di essere una di esse).
Purtroppo, la simpatia non era la sua unica caratteristica: il suo sesto senso, si, il suo sesto senso era estremamente acuto.
Certo, c'erano state occasioni in cui ci aveva portati sulla cattiva strada, ma la maggior parte di quelle volte era offuscato dall'alcol, e quindi erano errori comprensibili).
Ma ora non era ubriaco, e i suoi occhi erano puntati fissi su di me, scuri e profondi come un vortice, come un buco nero da cui non poter uscire, dove ogni segreto viene risucchiato e tenuto stretto al suo interno.
Ogni movimento, ogni piccola distrazione, una singola parola anche, avrebbe potuto farmi beccare, e proprio per questo motivo del sudore freddo stava iniziando a crearsi sulle mie mani , e conscio di ciò le portai ai pantaloni, sfregando via la fastidiosa umidità.
 
-"Vado solo a studiare al parco, mi rilassa" non era del tutto una bugia, ma vidi comunque il suo sopracciglio sollevarsi drammaticamente.
 
-"Jimin. O mi dici che stai facendo, e giuro che la prossima volta ti pedino"
Sbuffai e cercai di allontanarmi da lui, alzandomi dalla sedia e cominciando a camminare avanti e indietro per la stanza, passando la mano tra i capelli. Forse avrei potuto dirglielo, almeno a Tae. 
Mi era sembrato piuttosto comprensivo verso l'argomento 'interni' e magari mi avrebbe anche potuto capire ed aiutare.
Dopotutto, stava diventando un peso anche per me questo enorme segreto, e non sapevo cosa farci. Non sapevo cosa sarebbe accaduto da ora in avanti ora che quel ragazzo, Jungkook, aveva acconsentito a parlarmi.
Cosa avrei dovuto fare? Come avrei potuto aiutarlo? Avrebbe mai voluto che lo aiutassi? 
Mi girai in definitiva verso Tae, mani sui fianchi e petto gonfiato, come se una posizione piú stabile avrebbe potuto trasmettermi maggiore sicurezza.
 
-"Okay" iniziai, cercando di mettere in ordine i mille pensieri che avevo per la mente "Okay, allora. Come potrei dire...hmmm...si, sto vedendo qualcuno" un sorriso da stregatto comparve sul volto di Taehyung, che mi puntò poi un dito addosso gridando un 'HAH. Lo sapevo' prima di ricomporsi e farmi cenno col capo di andare avanti.
-"È’ un ragazzo...due anni piú giovane di me"
 
-"E...?? State giá insieme? Avete giá  fatto-"
 
-"Tae! Non rendere tutto piú difficile di quanto giá non lo sia" mi fece la linguaccia,  sedendosi poi a gambe incrociate, mani poggiate sul grembo. Presi un bel respiro prima di ricominciare a parlare "No, non stiamo insieme, è un miracolo se siamo conoscenti" vidi le sue sopracciglia aggrottarsi, e la sua espressione mutare da una di eccitazione a una di confusione.
"Vedi, c'è  un piccolo problema, peró devi promettere che non ti metterai ad urlare o sclerare e che non andrai a dirlo a nessuno"
 
-"Sisi Jimin hyung, tutto quello che vuoi, basta che me lo dici subito ti prego"
 
-"Si chiama Jungkook" mi guardò esasperato, come se mi stesse mentalmente dicendo 'se non la pianti di creare tutta sta suspance ti vengo a tirare un pugno in faccia', ma le parole stavano uscendo a fatica dalle mie labbra, e ogni singola vocale e consonante lottava con tutte le sue forze per non essere pronunciata.
Non c'erano mezzi termini per descrivere quello che stavo provando in quel momento: paura. 
Non avevo idea di come avrebbe potuto reagire,se sarebbe rimasto di sasso o schifato o quant'altro.
Il mio cuore batteva a mille, mentre nella mia mente venivano riprodotti infiniti scenari su come le cose sarebbero potute andare se avessi finito quel discorso, uno peggiore dell’altro.
Come sarebbe potuto scappare da quella stanza,e in attimo mille voci sarebbero girate e puff, un giorno e sarei potuto essere mandato in prigione, dove mi avrebbero fatto parlare a forza.
Dopotutto i diritti erano solo buoni se scritti su un pezzo di carta,falsi sorrisi e sicurezze, ma il mondo non portava alcuna concretezza a quegli articoli. Diritti di persone dimenticati, uomini trasformati in misere bestie.
La cosa peggiore, però,è  che sapevo che non ci sarei andato di mezzo solo io, ma anche se non soprattutto Jungkook, e sicuramente essere trattato ancora di più come un reietto non era ciò di cui aveva bisogno.
Non era ciò  di cui nessun diciannovenne aveva bisogno.
La gola era estremamente secca, ma Taehyung era ancora seduto lì, bocca appena aperta,occhi grandi che scrutavano nei miei, non piú  indagatori ma gentili, come se avesse percepito quanto fosse difficile per me parlarne e stesse cercando di rassicurarmi.
Come se stesse dicendo che potevo fidarmi di lui, non di 'Kim Taehyung il ragazzo che tutti conoscono', ma del mio migliore amico, ed a quel punto  ogni insicurezza scomparve.
Come avevo potuto anche solo pensare che avrebbe potuto tradirmi?
Recuperai il restante coraggio che mi rimaneva.
 
-"Jungkook...è un interno"
 
La sua bocca si spalancò completamente, e per qualche istante ci fu silenzio totale, Taehyung rimase completamente immobile.
Mi iniziai a mordere il labbro inferiore nervosamente, spostando le mani dai fianchi e iniziando a giocare col lembo della felpa per distrarmi, monitorando sempre il suo viso, e l'assenza di disgusto mi rasserenò un minimo.
 
-"Fammi capire un attimo" si spostò ancora sulla sedia, piegando le gambe e portando le ginocchia al petto, per poi piegare leggermente lo schienale "Tu per tutti i giorni passati, sempre alla stessa ora, sei uscito per incontrare...un interno?" Non c'era malizia nel suo tono di voce, o rabbia o qualsiasi altra emozione negativa.
Io annuii, andando a sedermi sul letto, poggiando la schiena contro il muro.
-"Non tutti i giorni l'ho visto però"
 
Parve contemplare la mia risposta, facendo girare la sedia un paio di volte
 
-"Questo Jungkook...come l'hai conosciuto, come- come lo incontri?"
 
-"L’ho visto la prima volta circa una settimana fa, quando eravamo andati a trovare Namjoon hyung, e lo so che ti sembrerà assurdo, ma avevo come percepito una strana connessione? Non ne ho idea, semplicemente...era come se avessi bisogno di rivederlo. Sono poi tornato allo stesso posto dove l'avevo visto la prima volta e... c'era  di nuovo, però scappò subito via. Gli lasciai un biglietto- no Tae non mi guardare così, lo so che sono  stato stupido ed é stato rischioso. Da quella volta ci siamo visti un paio di volte, e solo ieri mi ha davvero parlato...beh...non parlato, ci scriviamo, ed ha solo ieri iniziato a dire qualcosa anche lui"
 
"Jiminnie..." si alzò dalla sedia, venendo a sedersi vicino a me, facendo sprofondare un poco il materasso.
Mi prese la mano e la strinse tra le sue.
-"Come fai a sapere che non...beh...che non é  pericoloso?" Liberai la mia mano dalla sua presa e mi passai le mani tra i capelli.
 
-"L'hai detto pure tu, Tae!" Alzai la voce, senza neanche rendermene conto, ma la necessità di proteggere Jungkook dai cattivi pregiudizi delle persone era stranamente forte "Che non sono loro in torto, che non sono loro i cattivi! Te lo giuro Tae, se lo vedessi capiresti. È  solo un ragazzino, non ha mai fatto nulla di male, ed è  costretto a stare lì. Non la pensavi anche tu così?!" Lo guardai, occhi umidi e rossi  a causa di un'improvvisa rabbia. Come potevano tutti essere davvero così ciechi?
La rabbia diminuì poco a poco, affogata da un calore accogliente.
Solo quando il suo caratteristico profumo di menta e limone pervase i miei sensi, e sentii i suoi capelli solleticarmi il viso realizzai che mi stava abbracciando.
Avvolsi le sue spalle con le mie braccia, e mi aggrappai alla sua maglia, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo, facendomi calmare dal calore della sua pelle.
 
-"Non volevo giudicare nessuno hyung. Sono solo preoccupato per te, tutto qua. Io credo in ciò che mi dici, e sono sicuro che questo Jungkook sia un bravo ragazzo. Solo...fai attenzione d'accordo?" Mormorò le parole contro la mia fronte.
Mi sentii completamente rilassato e contento, aveva capito e non era contro ciò che avevo scelto di fare, aveva capito ed era tutto quel che avrei mai potuto desiderare.
Tae era sempre stato uno spirito libero, aveva sempre avuto una mente aperta, ed era una persona senza peli sulla lingua, sempre pronto a dire quello che pensava, brutto o bello che fosse. Non aveva mai avuto neanche problemi a manifestare l'affetto che provava, ed in questo momento non potevo che esserne grato, e mi gustai gli ultimi attimi dell'abbraccio.
Era il migliore amico che avrei mai potuto chiedere, e non importa se sarei potuto essere considerato fin troppo emotivo e sensibile per 'essere un ragazzo', perché al diamine quello che pensavano gli altri, fino a quando avevo intorno a me persone che mi accettavano cosí  per com'ero sarebbe andato tutto  bene.
Dopo qualche altro attimo ci separammo, lasciando che il silenzio ci avvolgesse con tutta la sua calma e quiete, l’unico suono nella stanza quello dei nostri respiri.
 
-“Allora” iniziò lui dopo poco “Pensi che me lo farai mai conoscere questo tuo ‘non ragazzo’”
 
-“Kim TAehyung! Quante volte te lo devo dire, non è il mio-“
 
-“Ragazzo, blablabla. Certo Jimin, certo. Però riconosco quando il mio migliore amico è interessato a qualcuno”
 
-“Esatto!” dissi esasperato “Parola chiave ‘interessato’. Non significa che mi piace o che vorrei starci insieme, no ew! Non è per nulla il mio tipo” Mi parve quasi strano pronunciare quelle parole, ma cercai di eliminare l’amaro retrogusto di menzogna dalla mia bocca, dopotutto era vero che non provavo nulla “E’ troppo freddo, troppo faccia tenera e occhi dolci e personalità ruvida e aggressiva. Nah. Per nulla il mio tipo, e- e poi è piccolo. Emana odore di latte anche se non lo posso sentire pff. Facciata da duro e niente più!” Stranamente non riuscii a fermare le parole che continuavano ad uscire dalla mia bocca come una cascata, e non sapevo neppure perché le stessi dicendo, ma sentivo la necessità di dovermi giustificare, di negare…qualcosa. Forse per me stesso, per assicurarmi che non avrei fatto altri danni rispetto a quelli che avevo già causato.
(Quasi come se stessi già preparando ulteriori barriere invisibili tra me e Jungkook, barriere che forse si sarebbero spezzate con un urto troppo forte, ma volevo illudermi che avrebbero retto, che mi avrebbero protetto dal dolore).
Cercai di serrare le mie labbra in modo che nessun’altra cavolata potesse uscirvi, e solo allora notai il sorriso malizioso che si curvava sulle labbra di Taehyung.
 
-“Eppure lo reputi interessante Jiminnie” Cantilenò lui.
Gli tirai un colpo sulla nuca, succedendo nello zittirlo.
Interessante, solo interessante! Non voleva dire nient’altro.
Ogni persona al mondo può essere considerata interessante, anche un libro è interessante. Anche Jungkook, dunque poteva essere interessante, ma perché? Il perché era la domanda che più mi affliggeva, perché era interessante…
 
Perché?
 
-“Comunque, quando lo potrò conoscere hmm??”
 
-“Non lo so Tae, non lo voglio spaventare o preoccupare, e lo sappiamo entrambi che tu sai essere particolarmente inquietante” mi si sdraiò addosso, iniziando a emettere dei lamenti
 
-“Perché devi sempre essere così cattivo con me?? Ti prego Jiminnie~ Ti prego ti prego ti prego ti pre-“
 
-“AH OKAY OKAY! Glielo proverò a chiedere più avanti d’accordo?! Sei felice? Ma non ti assicuro nulla, come ti ho detto non voglio creargli alcuna pressione o spaventarlo in alcun modo” lui annuì.
 
Farlo conoscere…Chissà, magari sarebbe stato possibile un giorno.
Magari un giorno avrebbe iniziato a fidarsi di me per davvero.
 
Magari…
 
 
 
 
 
Il giorno dopo mi ritrovai comunque ad uscire dal college, non più col terrore di essere scoperto da Tae, ma comunque con l’opprimente consapevolezza delle mie azioni che mi accompagnava durante tutto il tragitto, eppure nemmeno per un istante, nemmeno per un passo mi pentii di esse.
 
L’erba era umida, la sera precedente aveva piovuto, e da tutti gli alberi cadevano delle piccole gocce, in un ticchettio infinito.
Jungkook era già lì quando arrivai, espressione seria e concentrata mentre stava schizzando qualcosa su di un quadernino.
Mi sedetti per terra, poggiando la giacca che mi ero portato dietro sotto di me in modo da non sporcarmi a causa del fango, ed aspettai che finalmente notasse la mia presenza. Probabilmente percepì uno spostamento di luce, e dopo appena un paio di secondi mi guardò, trattenendo un sorriso per cui solo gli angoli della bocca si curvarono appena.
Ripensai alle parole che avevo detto il giorno prima a Tae, ed eppure più guardavo Jungkook più non potevo fare a meno di trovare adorabile la sua freddezza, il suo tentativo di mostrarsi completamente stoico, indifferente rispetto alla mia presenza, come se non volesse ammettere che ne era almeno un minimo contento.
Era, certo, un atteggiamento quasi infantile, lo avrei addirittura definito da ‘tipico adolescente emo’, però tutto ciò non lo rendeva meno adorabile.
Non importa  quanto cercasse di nascondersi, i suoi occhi brillavano sempre di un innocenza e curiosità tale che non potevo fare a meno che ammirarlo, che provare adorazione nei suoi confronti.
Interessante si…Perché lo vedevo come una sorta di persona da proteggere, come se lo dovessi nascondere da tutti i mali nonostante ne aveva sicuramente vissuti più di me.
Come un fratello più piccolo, si…(Certo, un fratello più piccolo. Ma non potevo fare a meno di rendermi conto  che la sensazione che mi trasmetteva fosse diversa rispetto a quella che provavo per il mio effettivo fratello. Ma cercai di non badare nemmeno a questo).
 
Com’è la pioggia, Jimin?
Mi chiese dopo un po’ di altre parole che ci scambiammo
 
Prima di tutto, è ‘hyung’, ragazzino e poi, da voi non piove mai? Cioè, come fate a mantenere la vegetazione così fitta e verde?
 
Come potrebbe piovere?...Sei stupido
Lo guardai incredulo. Voleva proprio sfidare la mia pazienza. Stavo per rispondergli in maniera altrettanto brusca quando scoppiò a ridere di fronte a me.
I suoi occhi si socchiusero in delle mezze lune, agli angoli si formarono alcune pieghe, e la sua bocca…Rimasi ad osservarla per un paio di secondi, incantato  da quanto fosse tenero il suo sorriso. Somigliava ad un piccolo coniglio, i suoi denti frontali leggermente sporgenti, e avrei voluto semplicemente urlargli addosso che non si poteva permettere di comportarsi da gradasso quando in realtà era semplicemente un bambino. Si. Un feto per l’esattezza, un feto sin troppo cresciuto. Certo, le sue vene del braccio (che, diamine, oggi erano particolarmente in bella vista), o quella che percorreva il profilo del suo collo che si evidenziò ancora di più quando inclinò in suo collo all’indietro o la sua mascella prominente o quei dannatissimi bicipiti per poi non parlare- Beh! Diciamo che non mi importava se aveva una muscolatura ben impostata, era un ragazzino okay?
 
Scusami, hai fatto un’espressione meravigliosa. Comunque no, non piove mai perché non può piovere.
Si fermò un attimo prima di mostrarmi questa frase, quasi come volesse aggiungere altro ma poi si fosse trattenuto
 
E come fate allora?
Si iniziò a mordere il labbro nervosamente
 
Lo sai che abbiamo delle abilità…secondo te come facciamo?
Oh.
Beh…si, era logico.
Era però la prima volta che Jungkook accennava anche solo lontanamente alle loro abilità, e le sue parole mi avevano colto di sorpresa. Improvvisamente nacque in me il desiderio di sapere quale fosse la sua, ma non sapevo se azzardarmi a chiedere quale fosse o meno: non avrei mai e poi mai voluto metterlo a disagio.
 
Allora, com’è la pioggia?
Continuò lui, non permettendomi di pensare a come avrei potuto porgli la domanda.
Riflettei un attimo su come avrei potuto rispondergli, e poi strinsi forte il pennarello nella mia mano, scrivendo con cura carattere per carattere.
Non aveva mai provato la pioggia, e non ero sicuro che avrebbe mai potuto provarla, quindi volevo potergli trasmettere al meglio che sensazione faceva provare
 
La pioggia…hmmm…Beh, la pioggia può piacere o meno. Sai, capita spesso inaspettata e non la si può controllare, non si può dire che deve fermarsi. E’ travolgente e fredda, ti scivola addosso percorrendo la pelle millimetro per millimetro, infradiciandoti completamente i vestiti e scompigliandoti i capelli nei modi più imbarazzanti possibili. Può essere una pioggia lieve, piacevole, che ti inumidisce appena o può essere un fitto temporale, che lava via ogni cosa. La pioggia la devi comunque sempre abbracciare, devi farti trasportare da essa, perché no ha senso arrabbiarsi con lei. Hai presente la sensazione di quando sei sotto la doccia,con l’acqua che ti colpisce ogni parte del corpo, spazzando via anche solo per un istante tutte le preoccupazioni? Beh, è simile, solo che porta con sé una lieve malinconia. Non lascia calore laddove passa, ma lascia freddo e solitudine, crea brividi e non risparmia mai nessuno. Però non è cattiva, perché allo stesso tempo porta via tutte le lacrime. E poi beh… il suo  odore. Non si può spiegare, ma è talmente caratteristico, trasportato dal vento, che appena lo senti non puoi fare a meno di capire che sta per arrivare. E’ il suo modo per farti capire che hai tempo di scappare, per farti compiere la tua scelta se stare con lei o scappare da lei. Lo so… può sembrare una spiegazione sciocca, ma spero di averti reso l’idea.
Girai il foglio estremamente imbarazzato di quello che avevo scritto, ed aspettai che finisse di leggere, monitorando la sua espressione.
Stupore e…non ne ero sicuro  ma potevo anche cogliere un velo di malinconia e di nostalgia? Quasi come se in un certo senso avesse davvero capito ciò che avevo scritto, come se avesse capito la sensazione che si doveva provare sul serio, come se già in un certo senso la conoscesse e gli mancasse? Era strano, era un misto tra felicità e tristezza.
 
E tu di solito scappi dalla pioggia, hyung?
Confuso aspettai un attimo prima di rispondere, pensandoci davvero
 
No. Mi piace la pioggia. Penso che sia la sensazione più bella essere avvolto dall’acqua
La sua bocca cercò ancora una volta di nascondere un sorriso, ma anche sta volta la curvatura degli angoli lo tradì, e la sua espressione parve quasi soddisfatta, addirittura fiera, e la osservai incuriosito.
Interessante.
 
Lo penso anch’io
 
Decisamente interessante.
 
 
 
 
Fine capitolo!
Grazie mille per aver letto e per star ancora continuando la storia.
(Perdonate ogni errore).
Grazie a Kim Iris, Andtellmeyouloveme, Rozalin Kyouko, rosalalla, Yokohomi29, daenarys97 e Mik4n per aver recensito!! Davvero, siete gentilissime ;w;
Grazie anche a chi l’ha seguita e messa nei preferiti o nelle ricordate. Grazie infinitamente.
Al prossimo capitolo!~
  
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