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Autore: jessthesohodoll    15/05/2017    0 recensioni
"L'ultima volta che aveva visto Mickey era alla dogana con il Messico.
"Vaffanculo Gallagher" erano state le ultime parole che gli aveva sentito dire, mentre si allontanava da lui in quel orrendo vestito a fiori.
Ma almeno era libero.
Così accelerava, e passava da quella strada solo se strettamente necessario.
Perchè anche solo l'idea che Mickey potesse essere tornato a Cicago, per anche solo quella frazione di secondo, gli sembrava di essere tornato a vivere dopo anni di coma. "
Quando Mandy torna in città per un misterioso motivo , Ian prende l'iniziativa e decide finalmente di ricongiursi con Mickey.
ma cosa troverà una volta in Messico?
Genere: Angst, Azione, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mandy Milkovich, Mickey Milkovich, Phillip 'Lip' Gallagher, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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ii

Crawlin' back to you

 



Have you got color in your cheeks?

Do you ever get that feelin' that you can't shift the tide

That sticks around like summat's in your teeth

Ah, there's some aces up your sleeve

Have you no idea that you're in deep

I dreamt about you nearly every night this week

How many secrets can you keep?

'Cause there's this tune I found that makes me think of you somehow

When I play it on repeat

Until I fall asleep

Spilling drinks on my settee

 

 

 

Ian Gallagher si poteva definire come una persona risoluta. Certo, i momenti in cui era spaventato in maniera inverosimile erano molteplici, come sul lavoro.

Ma di solito deglutiva e passava tutto. Scacciava i cattivi pensieri quando la persona in questione tornava a stare meglio, quando aveva la consapevolezza di aver contribuito a salvare una vita.

Insomma, niente di che. Ma, almeno stavolta, non c'erano vite da salvare.

Solo la sua.

Quel dannato sabato stava arrivando a una velocità impressionante. Si sentiva come se gli stesse arrivando un treno addosso e non potesse spostarsi.

In parole più semplici, era combattuto.

Da una parte c'era tutto quello che aveva a Chicago, la famiglia, il lavoro. Quell'apparente stabilità che rischiava di sgretolarsi ad ogni sferzata di vento.

Quel vento aveva le sembianze di Mickey, ed erano raffiche intense. Era un vento che sapeva di sigarette e whisky scadente e che, se anche solo chiudeva gli occhi, lo riportava indietro.

Lo riportava a vedere un Ian diverso. Un Ian che, nonostante ci fossero stati prima Caleb e poi Trevor a "occupare il suo tempo" , finiva sempre per informarsi su visite alla prigione che non avrebbe mai fatto.

Un Ian che passava davanti a quella casa in particolare a testa bassa. Un po' per non vedere e non essere visto, un po' per non illudersi da solo.

Un Ian che , ogni volta che vedeva Svetlana di sfuggita, nonostante tutto, non poteva fare a meno di chiedergli di Yev.

Lo aveva visto al parco con lei, qualche giorno prima. Era più alto, più grande.

Il broncio aveva i tratti distintivi dei Milkovich e assomigliava talmente tanto a suo padre da spezzargli il cuore.

Nella sua mente si stava già incamminando verso di lui, per il violetto di ghiaia. L'avrebbe preso in braccio e se lo sarebbe coccolato, come faceva un tempo.

"Non ti preoccupare, piccolo mio" gli avrebbe detto "Vado a riprendermi papà"

Ma i suoi piedi rimasero saldi là dov'erano. Si strinse nella sua felpa grigia e continuò la sua corsa fino a casa.

Sotto la doccia, però, non poté fare a meno di piangere. Fu quello a farlo decidere una volta per tutte.

Quel bambino era stato come un figlio per lui, gli era anche piaciuto fare il papà.

Ma ora stava crescendo senza di lui, senza nemmeno Mickey al suo fianco.

Non poter nemmeno toccarlo lo distruggeva , ma non si fidava di se stesso quando era solo con lui. Non ancora, per lo meno.

Il suo peggiore attacco gli ripiombava davanti come in una serie di flash, e non poteva permetterselo un'altra volta.

Non senza la voce rassicurante di Mickey al suo fianco.

"Hey Gallagher, andiamo. Sei bravo con i bambini, più bravo di me. Non accadrà di nuovo, intesi. Avanti, prendilo in braccio"

Mentre riempiva l'ultimo borsone si sentiva quasi euforico. Lo stava facendo davvero.

Perché poteva raccontare bugie un po' a tutti, ma a se stesso era quasi impossibile. Non riusciva più a vivere senza Mickey.

Non faceva altro che sognarlo, e stava lentamente diventando pazzo.

Così chiese sei mesi di aspettativa, giocando per una volta con il suo disturbo e la inossidabile carta dell'esaurimento nervoso.

Di certo non si sarebbe mai aspettato di trovarsi Svetlana di fronte, una volta uscito dalla centrale.

"Dove vai così allegro, pel di carota?"

"Parto. Mi concedo una vacanza" disse Ian, con un enorme sorriso. Il sorriso più enorme che Svetlana li avesse mai visto.

"Oh, e dove vai?"

"Ehm, al sud. Messico, forse Argentina" rispose Ian, guardandosi le scarpe.

Ian credeva che la donna non sapesse niente. Insomma, credeva davvero di essere una delle poche persone a sapere dove fosse Mickey in quel momento.

Ma Svetlana annui piano, guardandolo con aria mesta , prima di parlare.

"Salutamelo" disse semplicemente.

"Ma, veramente..."

"Non sai nascondere cose, Ian" disse lei con una risata "Saresti spia russa pessima. Salutami Mickey"

"E tu dai un bacio a Yev" disse invece Ian "Magari tra qualche mese potremo tornare indietro. Te lo prometto"

"Io vi aspetto" disse Lana "Lo faccio sempre"

Ian, in realtà, non sapeva niente. Non sapeva nemmeno se Mickey avebbe anche solo accettato di starlo ad ascoltare, o se sarebbe stato un viaggio a vuoto.

Ma annuì comunque, promettendoglielo solennemente.

Almeno questo glielo doveva.

 

 

Ever thought of calling when you've had a few?

'Cause I always do

Maybe I'm too busy being yours to fall for somebody new

Now I've thought it through

Crawling back to you

So have you got the guts?

Been wondering if your heart's still open and

If so I wanna know what time it shuts

Simmer down and pucker up

I'm sorry to interrupt it's just I'm constantly

On the cusp of trying to kiss you

I don't know if you feel the same as I do

But we could be together, if you wanted to

 

 

Era ormai mezz'ora che era seduto in quel dannato soggiorno. Tre borsoni facevano compagnia alle cinque valigie di Mandy, mentre la donna finiva di sistemare le ultime cose in casa Milkovich.

Ian non avrebbe mai pensato di ritrovarsi immediatamente con quella sensazione addosso. Come se vivesse in quella casa da sempre, e non come se ci avesse vissuto ormai un secolo fa.

Quando scansò automaticamente il gradino sconnesso delle scale di casa Milkovich, rimase imbambolato per dieci secondi senza capire cosa fosse successo.

Lip, seduto sulla poltrona, sembrava spaesato almeno quando lui.

Lo aveva visto fissare lo stesso punto quando aveva automaticamente alzato appena la porta sul retro per aprirla , prima di andare a fumare una sigaretta.

Quella casa portava dei ricordi ad entrambe. Portava notti insonne passate a fare sesso con al persona che amavano, ed ironia della sorta era un Milkovich in entrambe i casi. Portava risate, ma anche grida.

Quella casa, quei due fratelli, gli erano entrati nelle ossa più di ogni altra persona.

"Quando un Gallagher ama, lo fa con ogni organo del corpo. Non solo con il cuore" diceva sempre Fiona.

"Sai, potresti venire con noi Lip" disse Mandy all'improvviso "Farebbe bene anche a te cambiare aria"

Mandy non sapeva ancora niente. Ne dei problemi di alcol, ne della riabilitazione.

Conoscendola, non sarebbe nemmeno partita se l'avesse saputo.

Perché c'era come una tacito accordo tra lei e Lip. Erano convinti che, insieme, non sarebbero mai potuti funzionare, ma al tempo stesso non smettevano di cercarsi, di incastrare gli sguardi.

Ian arrivò anche a chiedersi se visti da fuori anche lui e Mickey erano così. Se lui, senza neanche pensarci, non staccasse gli occhi da Mickey esattamente come faceva suo fratello con Mandy, e se Mickey, dal canto suo, lo fissasse con quegli occhi penetranti che lo facevano sentire così piccolo, così come faceva sua sorella con Lip.

Era sicuro che Mickey lo facesse.

Magari era solo il momento sbagliato. Tempo sei mesi, massimo un anno, e sarebbero tutti tornati a casa, a Chicago.

Magari Lip avrebbe avuto una seconda occasione con lei, un lieto fine. Anche se, ai lieti fine ,non ci aveva mai creduto.

"Hey, qualcuno deve tenere a bada Fiona. Fidati, è meglio se avete qualcuno di amico da questo lato del confine" rispose invece suo fratello.

Con gli occhi lo pregò di non dire niente, e Ian tenne la bocca chiusa.

Non c'era bisogno che lo sapesse. Non ora che Mandy era letteralmente il suo unico biglietto di sola andata per il Messico.

"Magari potresti venire a trovarci quest'estate" disse invece Ian sorridendo.

"Si, si potrebbe fare" disse Lip "Ora voglio solo che tu muova il culo da qui, ok?"

Mandy chiuse la porta di casa Milkovich qualche minuto dopo, la piccola macchina che era riuscita a trovare già stracolma di bagagli.

"è un ferro vecchio" protestò Lip.

"In questi due anni non mi ha mai lasciato a piedi" ribattè invece stizzita Mandy.

"Allora, è un addio?" chiese Lip.

Aveva mantenuto la faccia da duro, ma sotto si vedeva che era triste.

Ian lo conosceva fin troppo bene per non capirlo.

"Spero di no. Anche se starò via per un po', spero di riportarlo a casa un giorno"

"Buona Fortuna con quello" disse Mandy "Mio fratello non lo schiodi. Beh, c'è anche da dire che non sono dotata di quello che hai tu in mezzo alle gambe" aggiunse poi con un occhiolino.

"Comunque vada, abbi cura di te. E fatti sentire ogni tanto. Io cercherò di tenere a bada Fiona, ma non ti prometto niente"

"Grazie Lip, ti devo un milione di favori" disse Ian abbracciandolo.

"Se non ti vedrò più con quel muso lungo sarà già abbastanza per me" disse Lip ridendo "E poi stavi diventando insopportabile"

"Ammettilo, non vedi l'ora di liberarti di lui" disse Mandy affacciandosi dal finestrino.

"Io e Carl volevamo una camera più grande" disse Lip ridendo "Stavamo così bene quando abitavi qui" aggiunse poi, indicando la casa.

"Ciao Lip" disse Mandy sorridendogli.

"Prenditi cura del mio fratellino" disse invece Lip.

Una volta salito, vide Lip salutarli con il braccio alzato, dallo specchietto retrovisore, prime di accendersi una sigaretta e incamminarsi verso casa Gallagher.

Lip, forse, gli sarebbe mancato un po'. Il South side, invece, non gli sarebbe mancato per niente.

 

 

 

Soho Corner:

Io non lo accetto ok? Non accetto il fatto che Ian, una volta uscito di scena Mickey , si sia completamente dimenticato anche di Yev.

Era , LETTERALMENTE, come se Svetlana fosse stata la loro surrogata, a volte

Era , LETTERALMENTE, come se Svetlana fosse stata la loro surrogata, a volte.

Quel bambino era figlio suo, o almeno così lo considerava.

All'improvviso si è dimenticato di tutto, e non mi sembra logico.

Così, ho voluto dargli una spiegazione "logica" io

Per il resto mi rendo conto che, più che altro, questo è un capitolo molto introspettivo.

Siamo entrati un po' nella testa di Ian, ma non potevate aspettarvi niente di meglio da un capitolo "transitorio" come questo

Le cose incominciano a farsi serie dal prossimo.

Vedremo, infatti, anche cosa sta facendo Mickey in questo momento prima dell'arrivo di Ian.

Si sarà trovato qualcuno? Che lavoro starà facendo? Avrà imparato lo spagnolo? Si sarà abbronzato almeno un po'? Avrà comprato un sombrero?

Queste e molte altre risposte le troverete nel prossimo capitolo

Song : Do i wanna know? - Arctic Monkeys

un bacio

jess

  
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