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Autore: frencia92    16/05/2017    1 recensioni
~Gibbs si gira verso la scrivania di Tony.
La sedia gira da sola velocemente ma di Tony nemmeno l’ombra.
Si guarda intorno spaesato, non si era nemmeno accorto che Tony era andato via.
L’istinto torna prepotente a farsi sentire, strizza gli occhi mentre osserva basito la sua scrivania vuota, si avvicina osservando la cornetta del telefono penzolare dalla scrivania.
“Ehm… Capo? Dov’è andato Tony?!”
Gibbs guarda McGee senza risposte da dargli.~
Recensite in tanti e... buona lettura!!😄
Genere: Suspence, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 5. ISTINTO





Escono dall’ospedale e a piedi raggiungono un ristorante poco affollato li vicino.

Durante il tragitto Gibbs osserva Tony, crollato nel silenzio più totale. Lo vede pallido e leggermente instabile, sia fisicamente che mentalmente. Lo osserva fissare il vuoto, lo vede seriamente sconvolto, impotente difronte ai tragici fatti recenti. 
Entrano nel locale e si siedono ad un tavolo appartato.


Gibbs silenziosamente continua ad osservare l’amico, Tony cerca inutilmente di smettere di pensare, tiene lo sguardo basso per non far intuire a Gibbs i suoi dolorosi pensieri.
Vedendolo un po' in difficoltà, Gibbs cerca di conversare “Tony… parla con me. Raccontami tutto quello che succede, dimmi come ti senti…”
Tony respira profondamente e solleva lo sguardo su quello di Gibbs.
“Era con degli amici, stavano giocando al Country Club preferito da mio padre, quando… ha iniziato a sentire delle fitte al petto e insensibilità al braccio sinistro.
I suoi amici hanno capito immediatamente la gravità della situazione, per fortuna uno di loro è un medico in pensione. Lo hanno soccorso tempestivamente portandolo in ospedale. Era in condizioni critiche ma era ancora cosciente, ha chiesto a Jerry di chiamarmi.
Jerry è un mio vecchio amico del liceo, siamo rimasti in contatto e papà lo sapeva.
Mi ha chiamato in ufficio. Mi ha chiesto di partire subito ed è quello che ho fatto.”
“Perché non mi hai detto niente? Perché non ti volevi far trovare?”
“Io… avevo bisogno di rimanere solo. Non volevo preoccupare nessuno. Non posso tornare ora, devo rimanere qui con mio padre.”
“Non voglio che torni, anzi… rimarrò qui con te. McGee e Bishop stanno chiudendo il caso. Mentre venivo qui mi hanno aggiornato. Sembra che la tua intuizione fosse giusta, ha avuto un malore prima di uscire di strada, è un banale incidente.”
“Loro… lo sanno?”
“Che sei qui? No. Solo Abby sa che sei qui, le ho chiesto aiuto per rintracciare il GPS della tua auto. McGee ha iniziato a farmi domande ma ha capito che non era il caso. Bishop non si è esposta ma credo sia altrettanto preoccupata.”
Accanto a loro compare una giovane cameriera “Buongiorno e benvenuti! Volete ordinare?”
Tony risponde subito con un “No, grazie!” ma Gibbs lo frena subito “Si! Prendiamo due caffè e per lui un sandwich di pollo…”
Un po' confusa segna l’ordinazione e se ne va sfoggiando un sorriso.
Tony, leggermente alterato, osserva il leggero sorriso sul volto del suo capo “Avevo detto di no!”
“Devi mangiare, devi rimanere vigile e sveglio. Tuo padre non vorrebbe sapere che ti fai del male perché ti preoccupi per lui…”
“Non… non è per questo… non ho fame. Non riesco a mangiare, solo sentire l’odore di cibo mi da la nausea.”
“Mangia senza respirare, no?!”
Ridono entrambi della battuta inconsueta di Gibbs.
“Finalmente un sorriso!! Per favore, cerca di mangiare qualcosa. Sei davvero pallido. Non farmi preoccupare…”
“Ok. Ci provo ma non ti prometto niente.”
Gibbs sorride soddisfatto mentre osserva la cameriera portare l’ordinazione.
“Ecco qui! Due caffè e il sandwich. Buona giornata!”
Appoggia le tazze e il piatto e se ne va.
“Ora vedi di mangiare…”
Tony sospira pesantemente e comincia a mangiare sforzandosi di non vomitare. Gibbs riconosce lo sforzo che sta facendo per lui e lo apprezza. Lo osserva felice e soddisfatto mentre sorseggia il suo caffè.


“Hai preso una stanza in albergo?”
“No… resto con mio padre… questo sandwich dopotutto non è male!”
“Vuoi restare a dormire su quella poltrona scomoda?”
“Si. Finché mio padre non starà meglio resterò li. Tu devi tornare… a Washington. Devi tornare al lavoro.”
“Tornerò al lavoro quando starai meglio e sarà tutto finito. Torneremo insieme.”
Tony addenta l’ultimo boccone e finisce il suo caffè.
Si alza velocemente lasciando dei soldi sul tavolo e, seguito da Gibbs, esce in fretta dal locale.



“Hei, Tony!! Non correre!!”
“Devo tornare. Adesso.”
Gibbs capisce al volo. Istinto.
S’incamminano verso l’ospedale quasi di corsa, Tony sembra particolarmente agitato.
Arrivano in Terapia Intensiva dove incontrano il medico di Senior.
“Signor DiNozzo… stavo per contattarla. Suo padre ha avuto un leggero malore. Al momento non è sveglio, non si è mai svegliato da quando è uscito. Lo abbiamo rianimato immediatamente senza problemi ma il suo cuore è molto debole. Potrebbe non farcela la prossima volta.”
“Grazie di cuore, Dottore.”
Le lacrime tornano copiose a segnare il suo viso tornato immediatamente pallido.
Gibbs capisce il suo dolore e lo abbraccia con affetto.
   
 
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