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Autore: lexismoak    16/05/2017    6 recensioni
Felicity organizza una festa a sorpresa per Oliver e… (piccola prospettiva di quello che spero avvenga nella 5x22). Rating: VERDE. Traduzione.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: Missing Moments, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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BIRTHDAY
di 411charlee
 
Dopo aver catturato Chase, Oliver sembrava più rilassato, ovviamente sempre secondo gli standard di Oliver, ma Felicity immaginava che dopo tutte le cose orribili che avevano patito nell’ultimo anno, avere qualcosa di allegro e positivo da celebrare fosse esattamente quello che serviva loro come squadra. Così il compleanno di Oliver sembrò la scusa perfetta e, ad essere sincera con se stessa, voleva anche fare qualcosa di speciale per lui.
Venne fuori, però, che organizzare una festa a sorpresa per qualcuno che per secondo nome poteva essere chiamato Sherlock, si era rivelato più complicato di quello che aveva immaginato inizialmente. Da quando lei ed Oliver avevano migliorato il loro rapporto, lui la teneva d’occhio più spesso, il che rendeva quasi impossibile pianificare qualcosa mentre lui era nella stanza. Fortunatamente con l’aiuto di persone molto cattive, che erano liberi grazie a Chase, e Curtis vicino a lei che la aiutava ogni volta che erano al covo, la festa fu organizzata in poco tempo e tutto quello che lei sperava era che lui non capisse cosa stava succedendo fino a quando non avessero esclamato “Sorpresa!”
Il piano era in corso. Thea si era occupata delle decorazioni, Curtis era andato a prendere la torta e tutti gli altri avevano dato una mano a dare gli ultimi tocchi. Tutto quello che serviva era il festeggiato e lei stava continuando a sperare che il suo messaggio criptico non rovinasse tutto.
Il localizzatore sul telefono di Oliver le comunicava che si trovava per strada. Così spensero le luci e rimasero in silenzio, ascoltando i passi di Oliver mentre si avvicinava al portone. Aprì la porta ed entrò dentro; proprio quando erano sul punto di esclamare ‘Sorpresa!’, vide Curtis con la coda dell’occhio e lo buttò a terra, pronto a prenderlo a pugni.
Alzò lo sguardo verso tutte le altre persone che lo stavano circondando, e fu in quel momento che si accorse dello striscione con su scritto ‘Buon Compleanno Oliver’. Liberò Curtis, e lei poteva giurare di aver visto le sue guance arrossire leggermente quando Quentin non così a bassa voce fece sapere che aveva detto loro che una festa a sorpresa era una cattiva idea.
Tutti risero e in quel momento si dimenticarono di tutto, troppo concentrati in nient’altro che non fosse il cibo e lo champagne.
Le risate ed i sorrisi erano qualcosa che non si riusciva a vedere spesso fra questo specifico gruppo di persone. Apprezzò il cambio di rotta mentre si guardava attorno nella stanza ispezionando le persone che erano diventate la sua famiglia, alcune vecchie ed altre nuove, tuttavia erano la sua vera famiglia.
Guardando attorno non colse il viso che voleva veder davvero, ma poi lo individuò. Era di fuori, in piedi sul balcone. Aveva sempre pensato al balcone come al ‘loro posto’. Anche quando non stavano insieme e lei usciva lì fuori da sola o per incontrare Oliver quando lui opportunamente ‘dimenticava’ che il loft aveva una porta d’ingresso.
Farfalle familiari le si formarono nello stomaco man mano che si avvicinava al balcone. Era poggiato alla ringhiera, a guardare le luci scintillanti della città. I ricordi di un tempo dove le cose erano più facili le inondarono la mente, ma le cose erano diverse ora. Molte cose erano successe fra loro.
“Ti stavo cercando”, lei disse uscendo sul balcone, ma lui continuava ad avere lo sguardo fisso sul panorama che aveva di fronte. Gli angoli della sua bocca si sollevarono, arrendendosi ad un sorriso riconoscendo il suono della sua voce.
“Già, mi dispiace, è solo che… avevo bisogno di un po' d’aria”, lui rispose, con voce bassa.
Gli si avvicinò, posando le mani sulla ringhiera. Guardò verso dove era rivolto lo sguardo di lui, ammirando il panorama, tutto mentre cercava di tenere il respiro sotto controllo. Da quando erano rimasti intrappolati nel bunker qualcosa fra loro era cambiata. Le cose fra loro erano più leggere, di nuovo semplici come erano una volta e, anche se lei aveva pensato che era stato difficile tenere a bada la loro attrazione dalla loro piccola ‘gaffe’, ora era ancora più difficile lottare contro la loro tensione sessuale.
“Troppe cose da gestire troppo presto? Mi dispiace, non mi ha sfiorato per nulla l’idea che potesse essere troppo oppr…”
“No… è perfetto”, lui la interruppe, guardandola per la prima volta da quando si erano ritrovati lì da soli. Il calore della sua mano si collegò a quella di lei, riscaldandole immediatamente tutto il corpo, tanto che dovette combattere contro l’impulso di baciarlo proprio in quel momento. “Grazie per tutto questo. Io… è così premuroso e io am… l’ho apprezzato davvero”, lui aggiunse mentre la guardava, degluttendo con forza quello che lei poteva solo presupporre fosse stato un lapsus. Non sostenne il suo sguardo a lungo, poiché voltò la testa per tornare a guardare la città anche se la sua mano rimase intrecciata a quella di lei.
“Che succede allora? C’è qualcosa che non va?” lei chiese con cautela. Non voleva rischiare di spingerlo a raccontarle qualcosa che potesse farli tornare di nuovo distanti.
“Per quasi un decennio non ho saputo neanche quando fosse il mio compleanno o semplicemente non avevo voglio di festeggiare, ad eccezione ovviamente di quando eravamo in viaggio e tu ti sei presentata con il gelato e le decorazioni…” lui ridacchiò scuotendo la testa.
“Già, è stata un’esperienza interessante”, anche lei rise mentre il rossore le colorò le guance, ripensando al loro periodo passato lontani.
“Ma anche allora… diciamo che per me festeggiare il mio compleanno significa celebrare la mia vita, e ripensando a tutta la mia vita, non c’è nulla che valga la pena di essere festeggiata… io non valgo la pena di essere festeggiato”.
“Oliver…” lei iniziò, posandogli una mano sul braccio mentre lo guardava, preperandosi ad un altro discorso di incoraggiamento, ma lui non le diede la possibilità.
“Per dieci anni Felicity mi sono guardato allo specchio. Ho guardato l’uomo che sono ed ogni volta che mi guardavo ogni cicatrice, ogni cosa che ho fatto si rifletteva in quello specchio e quella era l’immagine di qualcuno che non merita una torta di compleanno o le candeline o una canzone, ma era l’immagine di un uomo danneggiato, fratturato”.
Sembrava triste, ma c’era qualcosa di diverso nel modo in cui la stava guardando in quel momento.
“Dopo tutti questi anni ero così convinto di non esserne degno e tu hai ragione, ho continuato ad aggrapparmi al passato, ho continuato a ripensare a chi fossi perché pensavo di dover essere all’altezza dell’eredità di mio padre, di dover rimediare ai suoi errori, ma dopo tutto quello che è successo recentemente con mio padre, ho realizzato che ancora una volta tu avevi ragione…”
“Sconvolgente”, lei lo prese in giro colpendolo leggermente con la spalle e la tristezza nei suoi occhi si trasformò in qualcosa di più leggero.
“So di aver commesso degli errori, ma so che non posso continuare ad aggrapparmi ad un lascito che non è il mio. Devo essere me stesso e costruire una vita nella quale posso lasciare un’eredità degna a William… e magari agli altri bambini che verranno”.
“Ti avevo promesso di non mentirti mai più e so che questo potrebbe non essere il momento giusto per dire qualcosa, ma non posso continuare a non dirtelo. Ho commesso degli errori, Felicity, e non posso prometterti che non farò mai più degli sbagli, ma sto cercando ogni giorno di scegliere di essere me stesso, per scoprire chi io sia davvero… e chi voglio essere. Felicity, io ti amo e questo non è mai cambiato. Ho cercato di andare avanti, ho cercato di vedere dove altre strade mi avrebbero portato, ma ogni percorso che ho intrapreso mi ha ricondotto da te”.
Trattenne il fiato sentendo le sue parole. Il cuore le si gonfiò con così tanta emozione e l’amore che provava per l’uomo che era lì in piedi davanti a lei.
“Ti ho già detto che il modo in cui mi fai sentire è la parte migliore della mia vita, Felicity, e lo pensavo davvero allora e lo penso davvero ora. Non so cosa tu provi riguardo il nostro rapporto, e ho bisogno che tu sappia che non ti sto dicendo questo per farti pressioni e costringerti a fare qualcosa al riguardo, ma se devo essere onesto con me stesso e con te, non posso continuare a girare attorno ai miei sentimenti per te…”
Lei si sporse e premette le labbra contro quelle di lui, ingoiando qualsiasi altra parole che lui stava per dire. In un primo momento fu gentile, ma dopo quasi un anno passato ad ignorare quello che c’era fra loro, lui rispose immediatamente approfondendo il bacio. Con la lingua la pregò di entrare e lei succhiuse immediatamente le labbra per lui. Gli strinse le braccia attorno al collo e in modo naturale lui la spinse più vicina a sé stringendole le braccia attorno alla vita. La loro vicinanza e il riassaporsi dopo così tanto tempo servì soltanto ad alimentare il fuoco che stava divampando dentro entrambi, ma lei sapeva che non erano da soli e anche se non avrebbe adorato nient’altro che perdersi l’una nell’altro proprio in quel momento, sapeva che dovevano fermarsi.
Così rallentò il bacio, e lui capì esattamente che cosa stava facendo. La baciò sulle labbra un altro paio di volte e poi rimasero fermi sfiorandosi con le labbra, respirando la stessa aria mentre cercavano di riconnettersi alla realtà.
 “Ti amo anche io”, lei sussurrò, guardandolo in quegli occhi che si stavano lentamente riaprendo dopo aver sentito le sue parole.
Curtis aveva ragione. Anche dopo tutto quello che avevano attraversato una cosa non era cambiata, ovvero il modo in cui lui la guardava. I suoi occhi si riempirono di così tanto amore e anche se sapeva che ci sarebbero state altre sfide nel loro futuro, voleva che lui la guardasse in quel modo per il resto della sua vita.
“Che ne dici di sbattere fuori di qui tutte queste persone, così che io possa approfittare di te?”, lui disse con un ghigno sul viso.
Lei immediatamente uscì dal loro bozzolo e rientrò dentro il loft.
 “Va bene, tutti quanti!” lei annunciò, “Grazie per essere venuti, ma la festa è finita”.




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