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Autore: CrazyAF_    16/05/2017    0 recensioni
Simile alla mini serie "Lost in Austen".
Samanta Masini, una ragazza italiana di 23 anni e appassionata della letteratura, viene catapultata nel 1811. Lì farà nuove amicizie, conoscerà gentiluomini e parteciperà a balli pubblici e privati. Ma dovrà anche fare una scelta: 1811 o 2017?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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There's something about childhood friends that you just can't replace ~ Lisa Whelchel


 

Mrs Thomas era una donna dall'animo gentile e pacato, di buon gusto e a cui piaceva, ogni tanto, stare ad ascoltare i pettegolezzi che le sue più care amiche – che abitavano nelle case vicine – avevano da raccontare. Amava sua figlia più di ogni cosa, la sua unica figlia, e spesso, seduta in quella che era stata l'amata e piccola biblioteca dell'uomo che aveva sposato, parlava col defunto marito. Gli raccontava di Lorain, di come fosse diventata bella, di come andava avanti la sua vita e di come sperasse che la loro piccola bambina, sebbene in quell'epoca fosse difficile sposarsi per amore e non per i vantaggi che l'unione di due persone potessero essere fruttuosi, si sposasse con un uomo a cui lei voleva bene.

Quel pomeriggio, passata da poco l'ora del té, Mrs Thomas aspettava la figlia nel loro salottino. Aveva buone notizie da darle, era felice di averle sapute ed era eccitata all'idea della sorpresa che avrebbe letto, di lì a poco, sul volto di Lorain una volta raccontato ciò che doveva essere detto.

«Dimmi pure, cara mamma, e scusa se ti ho fatto attendere» disse Lorain, entrando in salotto e sedendosi su un divanetto.

«Non indovinerai mai che cosa mi ha detto Mrs Long!» esclamò la madre, contenta più che mai; e senza aspettare la risposta, continuò con lo stesso tono: «La famiglia Ross sta per tornare! Mrs Long mi ha detto che Harvey ha affittato una casa non tanto distante da qui e che con lui ci saranno anche i gemelli!»

Lorain spalancò la bocca e gli occhi, poi le guance le si dipinsero di rosso. Questa giornata non faceva che migliorare di minuto in minuto: poco prima aveva incontrato una signorina alquanto strana ma interessante, ora sua madre le diceva che Harvey, Thelma e Wilbur stavno tornando in quell che, per molti anni, era stato il luogo in cui avevano vissuto.

«E' cosa certa?» domandò Lorain, alzandosi in piedi e passeggiando avanti e indietro per la camera.

Oltre allo stupore per la notizia c'era ben altro. Nella mente di Lorain tornarono i ricordi che legavano lei alla famiglia Ross e, in particolare, ad Harvey Ross. Durante l'infanzia, Lorain e Harvey erano sempre andati d'accordo, giocavano insieme e quando uno dei due imparava una cosa nuova, si affrettava a spiegarla e insegnarla all'altro. Erano così legati che i genitori, mentre prendevano il té, erano pronti a scommettere che i due amici si sarebbero sposati un giorno. Lorain, che era al corrente di questi discorsi – dato che la madre ne aveva parlato con lei – cercava in tutti i modi di scacciare quel rossore che si formava sulle sue guance ogni qualvolta Harvey veniva nominato. L'amico le era sempre piaciuto, questo lo riconosceva, ma non era mai riuscita a capire i sentimenti di lui: l'amava? Era solo amicizia quella che li legava? Lui voleva di più oppure l'affetto che provava era quello di un semplice amico d'infanzia?

«Dovrebbero arrivare qui domani in mattinata» annuì Mrs Thomas, sorridendo nell'osservare la reazione della figlia. «E' un peccato, però, che non ci siano anche Mr e Mrs Ross al seguito. Avrei potuto invitarli a cena, magari avremmo ripreso i discorsi che facevamo anni fa, ricordi Lorain?»

«Come potrei dimenticare!» esclamò Lorain, tornando a sedersi e tentando in tutti i modi di calmare il suo cuore. «Eravate talmente sicuri di diventare parenti attraverso il mio matrimonio con Harvey che discutevate già su una possibile data!»

Mrs Thomas scoppiò a ridere, portandosi una mano al petto e annuendo tra le risate. Ciò che diceva sua figlia, sebbene quel ricordo fosse ormai cosa passata e quasi dimenticata, era assolutamente vero. Fu un peccato quando un mattino di Maggio, subito dopo la colazione, uno dei domestici annunciò l'arrivo di Mrs Ross. La donna fu portata nel salottino e lì attese l'arrivo dell'amica, Mrs Thomas.

«Mia cara, che piacere vedervi!» aveva esclamato quest'ultima, salutando cordialmente Mrs Ross.

«Ho brutte notizie, signora» aveva risposto Mrs Ross.

E così era iniziata la conversazione. Mr Ross aveva deciso di trasferirsi con la famiglia a Londra per questione di affare, e la partenza era già stata fissata. Per Mrs Thomas e Lorain la notizia era stata un brutto colpo: la prima stava per perdere i suoi più cari amici, la seconda l'uomo di cui si era innamorata e i suoi fratelli – due gemelli di sei anni più piccoli di Harvey.

«Ma dimmi, Lorain, come ti senti?» riprese Mrs Thomas, posando i suoi occhi sulla figlia.

«Bene, credo» rispose lei, abbassando lo sguardo e arrossendo ancora una volta.

«E se ti dicessi che ho intenzione di fargli visita? Poiché questo porterà ad una loro visita qui!» domandò Mrs Thomas, alzandosi in piedi e avvicinandosi alla finestra.

La figlia non aprì bocca, preferì non esternare quei sentimenti che stavano prendendo il sopravvento – paura, eccitazione, ansia e felicità. Sapeva benissimo che la madre aveva intenzione di far loro visita, anche se Lorain si fosse opposta con tutte le sue forze, e quindi non parlò.

«Ho una nuova amica, mamma» disse invece, dopo qualche minuto di silenzio. «Non ha dove stare e volevo sapere se è possibile ospitarla qui per un po'. Avrà bisogno anche di abiti nuovi, poiché la carrozza con cui è arrivata ha sobbalzato un poco durante il viaggio e la sua valigia, che non era legata bene insieme alle altre, è andata perduta»

Sebbene la sua mente fosse concentrata sull'arrivo dei suoi amici d'infanzia, che comprendevano la persona per cui lei provava un affetto immenso, mentì alla madre per introdurre l'arrivo di Samanta. Lorain aggiunse a più riprese che si erano conosciute da poco, ma che sembravano amiche di vecchia data e che, secondo lei, ospitarla nella loro dimora per qualche settimana, sarebbe stato un gesto molto affettuoso.

«Che sgradevole inconveniente che è la perdita di un bagaglio! E per via della negligenza che vi è sulle carrozze!» esclamò Mrs Thomas, tornando vicino alla figlia e sedendole accanto; poi le prese le mani e la guardò negli occhi, sorridendole. «Ma certo che può rimanere qui. Le farò preparare la camera accanto alla tua. Non mi hai ancora detto il suo nome, però»

«Si chiama Samanta Masini, mamma» rispose Lorain.

Il discorso finì lì e Lorain, nei minuti che seguirono, si avviò verso la sua camera – dove Samanta aspettava – e spalancò la porta con un sorriso. Samanta capì immediatamente che poteva stare lì finché non fosse riuscita a capire come tornare a casa, infatti si avvicinò alla sua salvatrice e allargò le braccia per abbracciarla; subito, però, si ritrasse perché le tornò alla mente che era sporca di fango da capo a piedi.

Allora Lorain aprì un grosso armadio di cedro, tirò fuori uno dei vestiti che non metteva mai e constatò che fosse perfetto per Samanta. Mentre la aiutava ad infilare il vestito, Lorain fece molte domande sul luogo – e sull'epoca – in cui abitava l'amica.

«E ditemi, tutte le signorine indossano questi... jeans

Era così strano sentire quella parola uscire dalle sue labbra, inoltre la situazione le sembrava surreale. In pochi minuti, poi, stava imparando così tanto!

«Non tutte, alcune indossano ancora i vestiti, anche se sono molto diversi da questi che avete voi» le spiegò Samanta, piegando i vestiti sporchi con cui era arrivata e lasciandoli sotto al letto di Lorain – la ragazza le aveva detto di farlo, così che potesse nasconderli momentaneamente.

«Vi prego, raccontatemi di più! Voglio sapere tutto sul 2017!» esclamò interessata Lorain, costringendo l'amica a sedersi alla toletta, così che potesse sistemarle i capelli.

«Non saprei da dove iniziare, davvero» replicò divertita Samanta, guardando Lorain attraverso lo specchio. «E' cambiato così tanto dalla vostra epoca alla mia!»

Quindi Samanta si mise a riflettere, mentre Lorain muoveva abilmente le sue mani e legava i suoi capelli secondo la moda. Cosa si poteva raccontare? Con quale cambiamento poteva iniziare? La scelta era difficile, infinita.

«Ad esempio,» riprese Samanta. «per muoverci da un posto all'altro, se sono lontani, usiamo le automobili. In breve, sono carrozze provviste di un motore e che non hanno bisogno dei cavalli. Oppure potrei parlare di come si possa raggiungere uno stato usando un enorme mezzo chiamato aereo: ti permette di volare sopra ogni cosa, fra le nuvole, nel cielo»

«Volare?! Sembra così eccitante!» esclamò Lorain, gli occhi le luccicavano per tutto ciò che stava dicendo Samanta.

«Lo è» annuì Samanta, che per lei era una cosa assai comune prendere o parlare di come spostarsi nel 2017. «La prima volta che presi l'aereo avevo all'incirca dieci anni. Mia madre e mio padre avevano deciso di passare le vacanze in Inghilterra – stato di cui io poi mi sono innamorata – e ricordo l'ansia che avevo poco prima di prendere il volo. Sedevo accanto al finestrino, potevo guardare la pista che correva sotto le ruote dell'aereo e poi, mentre ci alzavamo in aria, stringevo forte la mano a mia madre. Ero così agitata che per poco non scoppiavo a piangere!»

«Non avevate paura di cadere?» domandò Lorain, sempre più presa da quel ricordo che Samanta le stava raccontando.

«Certamente» rispose Samanta.

«E, se posso, dove sono i suoi genitori adesso?» chiese Lorain.

Sul viso di Samanta, dove poco prima c'era un sorriso, si incupì improvvisamente. Abbassò lo sguardo e i suoi occhi si posarono su un vecchio portagioie bianco e con qualche fiore dai petali rosa dipinto qua e là. Lorain la osservò in silenzio: aveva toccato un tasto dolente, ma chi più di lei poteva capirla? Aveva perso suo padre quando era molto giovane, quindi poteva comprendere i sentimenti della sua nuova amica. Per farla sorridere ancora, infatti, aprì la bocca per cambiare argomento, ma Samanta fu più veloce.

«Papà è morto due anni dopo quella vacanza, avevo dodici anni. Dopo la sua morte mia madre cambiò radicalmente: non ero più la sua bambina, le ricordavo troppo mio padre e, infatti, cercava in tutti i modi di stare a casa il meno tempo possibile.» Samanta si fermò e chiuse gli occhi, respirando a fondo. «Col tempo il nostro rapporto di deteriorò e le nostre conversazioni si limitavano ad un veloce saluto prima di lasciare casa, io per la scuola e lei per il lavoro. So che mi vuole ancora bene e che si preoccupa per me, lo sento nella sua voce quando mi chiama e mi chiede come va all'università, ma ogni volta che provo a chiederle se ha voglia di vederci per un caffé, dice che ha altri impegni e che il lavoro la tiene molto occupata»

Tutto ciò era così strano per Lorain, sapere che una madre stava distruggendo il rapporto con la sua unica figlia dopo un avvenimento così orribile. Scavò nella sua memoria e ringraziò il Signore: Devo ritenermi fortunata, pensò infatti, Mia madre si è affezionata ancora di più a me dopo che abbiamo perso papà. Però c'era qualcosa che non le tornava, infatti non potè trattenersi dal chiedere: «Cosa intendete con "Se ha voglia di vedervi per un caffé"? Non abitate nella stessa casa?»

Samanta aprì finalmente gli occhi e si girò a guardare l'amica – che da tempo aveva finito di metterle in ordine i capelli. «Vivo con degli amici da molto tempo ormai»

«Con degli amici!» esclamò Lorain, sconvonta da questa notizia. «Adesso non vorrete dirmi che tra questi amici ci sono anche degli uomini!»

«Uno solo, a dire il vero» rispose Samanta, adesso ridendo. «Si chiama Mirko ed è fidanzato con un'altra mia amica che vive con noi: Irma. Ma no,» si affrettò a dire, intuendo che Lorain volesse chiederle a proposito del loro fidanzamento. «non sono in procinto di sposarsi. Vedete, nel 2017 le persone si fidanzano, stanno insieme per un po' – periodo che può variare di coppia in coppia – e poi decidono sul da farsi»

«E questi vostri amici di cui parlare, cosa hanno deciso? Si sposeranno?» Lorain si sedette sul letto, tenendo gli occhi fissi su Samanta.

«Abbiamo ancora ventitré anni, Miss Thomas. E come me, devono terminare gli studi, trovare un lavoro e poi, magari, si può parlare di matrimonio» spiegò Samanta, sorridendo.

«E voi, Miss Masini?» domandò maliziosamente Lorain, allargando il suo di sorriso.

«Io cosa?»

«C'è qualcuno di speciale nel vostro cuore?» si informò Lorain.

«Non al momento, no» rispose prontamente, Samanta.

Poi la stessa domanda fu posta anche a Lorain. Questa arrossì nuovamente, cercò di nascondere la cosa girandosi dall'altro lato, ma Samanta si alzò e la raggiunse sul letto, sedendosi accanto a lei. Samanta allora le disse che voleva assolutamente sapere il nome di lui, come si erano conosciuti e via dicendo; Lorain si preparò a raccontare tutto, sebbene all'inizio non le andasse molto di rivelare quel segreto ad una ragazza che aveva appena conosciuto. Aveva appena perto la bocca quando si sentì la voce di Mrs Thomas che la richiamava dal salottino.

«Sarà meglio che scendiamo, così vi presenterò a mia madre» disse Lorain, lieta che il discorso si fosse interrotto.

«Continueremo più tardi, io non dimentico» ridacchiò Samanta, seguendo Lorain verso il salotto.

Quando le due ragazze entrarono, spalancarono entrambe gli occhi. Insieme a Mrs Thomas c'erano tre giovani: due maschi e una femmina. Sorridevano, erano felici e allo stesso tempo sorpresi di vedere Lorain, la loro amica d'infanzia, insieme ad una giovane donna che ancora non conoscevano. Mentre Samanta rimase composta, sebbene si sentisse di troppo, nella mente di Lorain c'era confusione e il suo cuore, quando incontrò gli occhi dell'uomo che segretamente amava da tanto tempo, fece una capriola.

«Dovevano arrivare domani, è vero, ma hanno deciso di partire prima!» esclamò entusiasta Mrs Thomas, poi notò Samanta. «Oh! Voi dovete essere la nuova amica di Lorain, è un piacere avervi qui e mi dispiace per la perdita del vostro bagaglio»

«Non preoccupatevi» replicò Samanta un po' insicura, dato che non aveva idea di che menzogna avesse detto Lorain riguardo al loro incontro di quasi un'ora prima. «In verità volevo ringraziarla per l'ospitalità che mi avete offerto, signora. Ve ne sono molto grata» e fece un piccolo inchino.

«Lorain, ci sei mancata così tanto!» esclamarono in coro i gemelli Ross – Thelma e Wilbur.

Samanta si sorprese per quel "ci" che i due ragazzi avevano usato. Sapeva benissimo che si dava del lei a tutti, forse persino ai genitori, ma quello che non conosceva era la loro amicizia di lunga data. Infatti, Wilbur e Thelma avevano sempre guardato Lorain con ammirazione e, secondo loro, sebbene il matrimonio fra lei e il loro fratello maggiore non fosse mai avvenuto, era parte della famiglia.

Lorain fece un passo in avanti, prese affettuosamente una mano di uno e quella dell'altra, sorrise e li salutò calorosamente. Le tornarono alla memoria tutti i momenti felici che avevano passato insieme, i segreti che si erano detti negli anni e i giochi che avevano fatto da bambini. Harvey fu l'unico a non parlare: era rimasto incantato dalla bellezza della sua amica ed erano tornati, tutti in una volta, quei sentimenti che aveva pensato fossero svaniti.

Eccola lì, si disse, davanti a me. Gli anni passano e lei è sempre più bella!

Samanta si accorse degli occhi dell'unico Ross che non aveva aperto bocca. Il modo in cui guardava Lorain era chiaro, come stringeva i bordi del cappello nero ed era visibilmente incantato. Doveva assolutamente essere lui quello per cui Lorain era arrossita dieci minuti prima, nella sua stanza. Samanta era talmente concentrata e immersa nei suoi pensieri, che si accorse che le stavano rivolgendo tutti la parola solo quando Lorain e diede un colpetto col gomito.

«Scusate, ero sovrappensiero! Stavate dicendo?» domandò Samanta, scuotendo leggermente il capo e arrossendo per l'imbarazzo.

«Lorain ci ha detto il vostro nome e che vi conoscete da poco. Quello che non ci ha detto, però, è da dove venite» disse Thelma, sedendosi su un divanetto e seguita poi da tutti.

«Non avete l'accento che caratterizza questa zona,» aggiunse Wilbur. «perciò comprendo che non siate nemmeno Inglese, dico bene?»

«E' coretto, Mr Ross» disse Samanta.

Se poco prima tutta quella situazione era strana, ora che interagiva con le persone di quel periodo storico era ancora più bizzarra. Quella mattina si era svegliata in camera sua, nell'appartamento che divideva coi suoi amici, era andata a lezione e poi si era ritrovata in biblioteca per lo studio. Poi il pomello misterioso sullo scaffale, la porta inesistente che si apriva e il suo corpo che veniva a contatto col fango freddo, ed era finita nel 1811. Aveva viaggiato nel tempo, eppure non capiva come.

«Sono italiana» aggiunse Samanta. «Volevo fare un viaggio e, grazie ai miei genitori e all'ospitalità di Mrs Thomas e sua figlia, un semplice progetto è diventato realtà»

La discussione continuò per un'ora, se non di più. I tre fratelli Ross, insieme alla madre di Lorain, ponevano domande a Samanta e questa rispondeva. Lorain, invece che ascoltare, era spesso fra le nuvole e la sua testa le impediva di fissare i suoi occhi su Harvey per troppo tempo.

I Ross furono invitati a cena e i tre, con un sorriso, accettarono immediatamente. Dopo cena tornarono tutti in salotto e si fecero servire dell'altro té, parlando degli anni in cui le famiglie Thomas e Ross erano ancora insieme. Samanta ascoltò attentamente tutti i racconti, ma ancora si sentiva di troppo. Al posto di dire la propria opinione su questa o quest'altra cosa, preferiva osservare Harvey Ross e Lorain: i loro occhi non facevano che incrociarsi, le guance si arrossavano. Erano innamorati l'uno dell'altra, si vedeva lontano un miglio e Samanta pensò che tutto fosse nato anni prima, quando erano ancora piccoli; neanche la separazione aveva sconfitto questo sentimento.

E a me quando toccherà?, penso Samanta con un sorriso.

   
 
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