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il figlio
dell’estate
“ Ce la
caveremo, vero, papà?
Sì. Ce la
caveremo.
E non
succederà niente di male.
Esatto.
Luglio
Toccava le nuvole e atterrava tra le sue
forti mani.
Spiccava di nuovo il volo e l’erba e i
sassolini lo
salutavano divenendo
macchioline di pittura. Tornava vicino
al sorriso adamantino di lui e ai suoi occhi castani che si
scioglievano in
olio dorato alla luce di ponente. Tendeva le manine per impadronirsi
dei suoi
attorcigliati capelli scuri ma ecco che veniva sollevato ancora una
volta…
E rideva a quello sballottamento che
deformava il mondo al suono di un’immaginaria e allegra
fisarmonica: le dimore
del villaggio, dai cappelli etruschi di legno e paglia , parevano
flettere le
facce agresti.
- André!
– esclamava giocoso il padre- sei proprio un
bell’aquilotto!
- Marcel!
– rimproverò scherzosa Marie - la sottoscritta
vuole vedere com’è diventato
bravo il piccino!
- Eh no,
mamma! Lo hai già consumato troppo!
- Niente
è mai troppo per quel tesoro!
- Su – lo
incoraggiò dandogli un’affettuosa pacca sul
didietro – vai dalla nonna se no si
mette a piangere!
- Gli
occhi di André hanno strani colori – disse Marcel
avvicinandosi a lei –il verde
delle foglioline
fresche , quello
scuro dei boschi o quello più leggero dei
laghi...
- E’
vero…non restano gli stessi. Seguono i movimenti della luce
che c’è in cielo.
Le cose meravigliose fanno
vedere sempre sfumature diverse.
- Lo
penso ogni volta
che ti guardo.
Il marito cinse le piccole spalle della
moglie.
- Il
nostro bimbo è fortunato – soggiunse –
ha il tuo bellissimo viso.
- La
chioma selvatica è tua…pure la
forza…Diventerà un uomo splendido!
- Davvero
mi consideri bellissimo? Con queste occhiaie che pare mi abbiano preso
a pugni
e le gambe che sono pertiche?
- Per
favore! Dovevo stare attenta alle altre ragazze che ti sorvegliavano di
continuo...
- Ma se
mi chiamavano il “ nazareno”
?
- Beh…quando
trasportavi le travi di legno da un villaggio all’altro e
portavi quella
barbona sembravi davvero Gesù sulla via Crucis!
- I peli
sul viso non mi donano tanto…
- Quando
venisti a fare i lavori a casa dei miei genitori , la prima volta, il tuo viso era liscio,
liscio…
- Ovvio. Non
potevo cogliere un bocciolo porgendo un muso da capra!
- Non ci
posso credere ancora che abbiamo avuto André…da
ragazzina pensavo
che nessuno mi avrebbe sposata…
- Basta
pensare al passato! Quanta gente soffoca con stupide ansie?
- Chi
l’avrebbe detto? -
rifletté Pauline –
mica mi aspettavo che quel carpentiere sarebbe diventato mio
marito…In fin dei
conti ero convinta fossi un semplice lavoratore che, una volta finite
le
mansioni, ci avresti detto “arrivederci” e fine!
- Modestamente
sono stato silenzioso e non hai notato che ti studiavo da
tempo…
- Detta
così è da bandito poco raccomandabile!
- Come fa
un “ nazareno” a essere bandito? Che colpa ho se in
quelle cerimonie di Pasqua
la tua voce si ficcava nelle orecchie per non uscire più
dalla zucca? In
mezzo a quelle oche che starnazzavano c’era
un bel cardellino dalla testina
rossa…Quando riuscii a farmi avanti tra la folla ti vidi la
prima volta…Da
allora , durante i momenti in cui abbandonavo
la bottega, speravo di rivederti
soltanto per qualche minuto…poi, il Cielo ha voluto che tuo
padre mi chiamasse
alla tua fattoria.
Lei scompigliò il bulbo riccioluto dello
sposo.
- Sei
stato la mia salvezza! E
lo trovo
divertente e assurdo…
- Devi
ammettere che la tempestività è una delle mie
virtù!
Appoggiò sfiancata la cesta e osservò la cima del colle schermandosi gli occhi verdi con i palmi delle mani…
Un cane randagio grigio e nero si stava approssimando verso di lei…
Mise un piede in fallo e capitombolò rovinosamente con la capigliatura che le cascò sulle spalle e davanti agli occhi in tanti torrenti sudati.
- Vattene
via!
- Sparisci!
Via!
- Per
la miseria! – esclamò il soccorritore
ansimando – qualcuno dovrebbe prenderlo a schioppettate nel
sedere pulcioso!
- Pauline!
Pauline! Come stai?
- Su…su…-
mormorò lui scostandole dolcemente i
capelli dalle guance – è tutto finito…
- M-Marcel!
– balbettò lei – grazie…
- Dove
vuoi andare, conciata in questo modo?
- Devo…tornare
a casa…- ribatté debolmente lei.
- Prima
bisogna risistemarti…guarda i gomiti e
le mani! E hai pure
le scarpe rotte!
Andiamo al ruscello va’.
- Per
fortuna ti stavo cercando…avevo chiesto
di te alle tue sorelle e sono
arrivato…appena in tempo per cacciare quel cane bastardo...
- Emh…sì….ero
venuta qui per lavare i panni e sulla
strada del ritorno avevo visto da lontano la bestiaccia! Ho una paura
tremenda
dei cani! Una volta da bambina uno mi aveva rincorso per mozzicarmi!
- Sembri
ancora una bambina!E porti tre
chili di biancheria! Potevi
cascare in modo brutto!
- La
mamma non sta tanto bene e allora le do
una mano…
- Se
ti ritrovi a svolgere compiti pesanti,
devi chiamarmi!
- No,
Marcel…non posso disturbarti!
- Smettila!
Se mi crolli,che farò?
- Beh…sì…sono
talmente secca che sembro un
rastrello! Potrei nascondermi dietro qualunque mazza, scomparirei!
- Credi
di essere così invisibile? Io ti ho
notata eccome…
- Certo!
Scambiandomi per un alberello
rachitico…
- No,
stupida, scambiandoti per un bellissimo
fiore…Hai un corpo fine fine e una grandissima corona di
capelli….
Lasciò che il rivo serpeggiasse trilli imbottendo il silenzio di pesci che guizzavano.
- Ascolta
, Pauline…ero venuto a cercarti per
parlare di una cosa importantissima…E’ un peso che
ho dentro e che mi dà
felicità e crampi alla
pancia….Vedi…è da mesi che penso e
ripenso…Ci siamo
visti tante volte e ogni ora che parlavo con te già mi
sentivo triste…perché
sapevo che tutto sarebbe finito e tu saresti tornata alla tua
casa…e io sarei
restato con l’ombra della tua voce che si perdeva
nell’aria senza
che si riuscisse più a toccarla.
- Non
te ne rendi conto, Pauline ma io so
vedere anche a occhi chiusi, il verde del tuo sguardo, la tua pelle, i
tuoi
capelli…Adoro i tuoi pensieri quelli che mi hai detto
ridendo e
piangendo…quelli che vuoi sempre nascondere.
- Dovrei
parlare con tuo padre ma non
m’importa… Conti prima tu…tu solo.
- Ti
amo e vorrei sposarti.
-
Marcel…io…io…
- Ti
ho spaventata?
Tornò a fissare l’innamorato e mormorò parole che pareva dovessero confessare chissà quale delitto:
-
Assolutamente…sono
felicissima ma
io…ecco….quando avevi detto che sembro una
bambina…beh…lo sono veramente.
- Cioè?
Vorresti dire che…tu non hai…?
- Sì.
- Pauline…Io
ti considero donna
e comunque non avrò paura di aspettare…
- Marcel…tu
non hai vergogna di me? Insomma che
ti potrei regalare? Anche io ti amo tanto…ma ho paura di non
renderti felice…mi
sento piccola …
- Posso
essere tuo marito semplicemente dormendo
accanto a te. Il tuo respiro non ha prezzo…
- Pauline
– chiamò teneramente apprensiva Marie –
il piccoletto ha fame!
-Tranquillo, amore – sorrise la giovane
venendo in contro– sono qui , sono qui.
- Guarda,
guarda che fame! – commentò Marcel sedendosi
accanto alla sposa – e dire che
credevano che tu non potessi mai mettere a mondo un essere
così goloso!
- Temo
che mi finisca il latte da un momento all’altro!
- Lucien
sarebbe stato felicissimo di voi…- confessò
dolcemente triste – ho pregato
anche lui mentre aspettavate André…
- Mi è
dispiaciuto molto non aver conosciuto il signor
Grandiér….- confessò Pauline
–
Marcel mi ha raccontato un sacco di cose su di lui…
- Ecco… –
mormorò rivolto alla moglie e alla madre – prima
di sapere con certezza che
sarebbe venuto André…avevo sognato
papà.
- Ricordo
che stavo camminando proprio sulla stradina che porta a casa
– proseguì il
falegname – quando vedo papà venirmi incontro con
delle piccole assi di
legno…L’avevo riconosciuto subito…Era
alto quanto me, aveva i capelli
spettinati e la barba perennemente scarmigliata…Se io ero il
nazareno, lui era
San Giuseppe! Mancava solo l’aureola!
- Io gli
domandai cosa ci facesse lì e lui mi sgridò
dicendo che dovevo sbrigarmi a
costruire una culla…In quel momento, da emerito idiota, non
capii per quale
famiglia la dovessi fare e quindi ricevetti uno sberlone e la risposta:
“ Tua
moglie è
incinta dello Spirito Santo?! “
- Tipico
di tuo padre! Lo rimbrottavo che si comportava da grezzone ma sapevo
che era
anche troppo bravo… Quando si arrabbiava faceva paura ai
cani più feroci ma poi
si preoccupava un mondo se vedeva che ritornavo dal mercato leggermente
in
ritardo…Era capace di mettere a soqquadro l’intero
villaggio…
Il pannetto di cotone che gli avvolgeva i
lombi si inumidì spargendo nell’aria un odore
acidulo, pungente e secco.
- Ah,
amore – si alzò Pauline sollevandolo e scherzando
imbronciata – è questo che
fai alla mamma?Animaletto!
- Su, su
– incitò Marie - vado a prendere il cambio per il
nostro principino! Chi vuole
sentire sua altezza reale?
- André è
tutto suo padre! – fece vivace la nonna - Avevo il petto
sempre dolorante e
abiti che bisognava sciacquare di continuo!
- Quella
era la prova del mio amore verso te! – ribatté
Marcel – apprezzavo il
nutrimento che mi davi, quello che offriva la casa!
- Chi
sarà a quest’ora? – borbottò
la donna più anziana - Sono quasi le otto…
- Cielo! Dovevo
dare il crocifisso restaurato a…
- Marcel…Pauline…
Sono padre Jeremy!
- Perdonatemi!
Mi ero scordato che sareste venuto prima di cena a ritirare il lavoro!
- Non ti
preoccupare , ragazzo – sorrise – anzi scusami tu
se sono stato costretto
l’altra volta a concordare questo orario , forse non
propriamente comodo …cara
Pauline, signora Marie …
- Ho
portato qualcosa per voi – disse aprendo la sua borsa ,
antica compagna di
viaggi - ecco due
vasi di miele di noce provenienti
dall’orto della parrocchia…So che
vi piace molto e che il vostro cucciolo apprezza.
- Vi ringraziamo
di cuore, padre- rispose Marie - Sì , André adora
la pappe dolci.
- Tra
l’altro è un ottimo rimedio medicinale –
esaltò il parroco- cura
e previene in modo naturale raffreddori e
malanni –accarezzò la testa del bambino dandogli
un buffetto sulla guancia - Vedo
che sei bello cresciuto piccolo!
- Sta
prendendo a mangiare tutto di gusto! – rise la madre
– da quando voi lo avete
battezzato è diventato una bestiola! Sa pure camminare
- Presto
comincerà a correre e saltare!Come passa il tempo…
- A
proposito, padre – sospirò raggiante Marie - non
siete felice per i de
Jarjayes?
- Oh, ! È
meraviglioso! Me lo sentivo nel cuore che sarebbe avvenuta
un’altra benedizione!
- Madame
è incinta di quattro mesi…
- Mi era
dispiaciuto moltissimo per i Signori– si unì
Pauline - Ci riferisti ,
Marie, che il Conte , quando stava nelle
Guardie Urbane , salvò tre bambini da
quell’orribile incendio di Parigi e
nello stesso periodo Madame Judith mandò il
suo medico per farci curare…Io tendevo ad ammalarmi spesso e
anche Marcel prese
una terribile febbre. Per sdebitarci
lui restaurò
e costruì alcuni
mobili e tu, facesti molti scialli e
tovaglie…
- E
pensare che Madame non pretendeva nulla….- sorrise la nonna-
E’ raro trovare
persone di questo genere soprattutto tra gli aristocratici.
- Sono
contentissimo per il Generale e la Contessa –
proferì sincero il padre - li
conosco da quando erano ragazzi e li ho visti gioire ma, purtroppo,
patire
molto. Che Nostro Signore possa finalmente concedere la tanto attesa
felicità
per una nuova e luminosa vita.
Si
era preferito, dunque, risolvere
la
faccenda attuando un trasferimento nella pieve di Jossigny, in cui
officiava
l’ottantenne padre Zaccaria , vecchio maestro che presto gli
avrebbe lasciato
la guida pastorale della comunità religiosa.
- Padre –
tornò Marcel con una scatola in mano - Eccovi il crocifisso.
Sono stato
attentissimo a sostituire le parti deperite rispettando la vecchia
decorazione
in ottone.
- È un
lavoro superbo ! – rimirò colmo di commossa
contentezza prendendo tra le mani -
- questa
croce ha più di un secolo , Marcel… non
è solo un piccolo tesoro di famiglia ma è la
forza con cui mi ha sempre guidato
il Signore. Sebbene piena di crepature, fori e parti annerite
,è stata la fede
che mi ha sollevato da terra. E’ così , fratelli :
il diamante della speranza
si trova sotto
terra incastrato tra rocce
scure e taglienti.
- Avete
ragione - assentì
l’altro uomo - si
prosegue sempre tra lo scoramento e la
speranza…non conosciamo mai cosa la vita ci darà,
se bene o sofferenze…l’unico
modo è trasmettere tutto il nostro amore ai cari ,
perché l’anima è un po’
l’energia che noi lasciamo e offriamo…
- André
l’avrà tutta – affermò
Pauline baciando il piccolo – qualunque cosa possa
accadere lui sarà forte. Dentro gli scorre il nostro
sangue...
- Parole
sante, amici – ribadì – dovremo pregare
affinché ai conti de Jarjayes giunga
una creatura bella e sana…
- Assolutamente
– aggiunse Marie – non vediamo l’ora di
poter sentire la vocina del neonato.
- Voglio
ricamare un bel lenzuolo per Madame – pensò ilare
Pauline – sono indecisa sul
disegno da fare…
- Cosa
c’è ? Cosa hai visto?
- Non ci
era mai accaduta una cosa simile – fece meravigliata Pauline
– le nostre rose,
come tutte le altre rose , appassiscono verso fine
maggio…Sono molto delicate.
- E’ stranissimo
– strepitò – che un piccolo
germoglio trasmette questo forte odore…
- Il
nostro André è davvero acuto – si
rallegrò Marcel – nessuno di noi aveva visto
quel fiorellino.
- Beh, è
un segno! Direi che sul lenzuolo per Madame de Jarjayes
potrà sbocciare un ricamo di rose
bianche…l’amore
più puro e grande che nasce nel silenzio.
André è ancora piccino,
quindi l’escursus
era basato sui suoi genitori Marcel e Pauline …mi auguro che
abbiate gradito
questo cambiamento di luoghi e personaggi anche per mostrare
più situazioni e
fare confronti. È tornata la nostra Marie che nella mia
storia ho figurato già
dall’inizio profondamente attaccata al nipotino e
naturalmente al figlio e alla
nuora. ( nella storia originale non si capisce se sia stata accanto ad
André
fin dalla più tenera
età…però notando il suo affetto , i
suoi rimbrotti e
preoccupazioni XD )
Altra new entry è Padre Jeremy, un
personaggio che avevo architettato già durante la genesi dei
Leoni della corona
ma non sapevo con precisione in quale capitolo del Libro Primo
collocarlo. Sarà
fondamentale per la famiglia de Jarjayes, per Oscar e Andrè
e anche negli
scenari prerivoluzionari visto il suo impegno sociale
umanitario…
( piccola nota storica: del cimitero di
Saint Paul des Champs ne avevo parlato nel Cap 2 – un
proiettile nella mente. È
una struttura , assieme alla chiesa di San Philippe, che è
esistita ma ora non
c’è più. Il cenobio di cui ho parlato
è stato frutto della mia fantasia per
esigenze narrative così come l’esistenza della
parrocchia a Joyssigny )
Ultima cosa: spero che sia colta la
simbologia finale ;)