Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Restart    17/05/2017    0 recensioni
Zayn ha appena trentasei anni quando perde tutto: la fidanzata, il successo, i soldi. 
E la sua cosa più preziosa: la voce. 
Sarà compito di Emily rimetterlo in sesto e farlo sentire nuovamente amato. 
Perché loro si sono amati, si amano e continueranno a farlo per sempre.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Londra, fine Luglio

Il caldo afoso che in questi giorni sta aleggiando su Londra non fa nemmeno respirare. Il cielo è costantemente ricoperto da una cappa scura e grigia che fa diminuire ancora la mia voglia di uscire di casa. I giornali dicono che sarà l'estate più lunga e calda degli ultimi tredici anni. E a me viene da piangere solo al pensiero. Lo dice anche il Guardian del tizio accanto a me sulla metro. Io allungo l'occhi per sbirciare qualche notizia quando lui se ne accorge e gira pagina per leggere l'articolo sul calcio.

Stronzo.

Mi guardo un po' attorno, osservando i volti dei miei compagni di carrozza e immaginando che vita possano avere. Una è una ragazza con un dolce vestito floreale e le cuffie agli orecchi. Canticchia e ondeggia i capelli rossi fuoco. Tiene in mano due o tre libri di letteratura francese. Studentessa di lingue. Okay, ora il nome. Rebecca? No, non mi piace. Eliza? No, forse meglio Lisa. Sì, Lisa è perfetto. Dunque, poi c'è, uh carino quello. È in piedi, cuffie nell'orecchie anche lui, capelli lunghi, un po' mossi e molto scuri. Ha gli occhi scuri quasi quanto i capelli e la barba. Okay, non è solo carino. È molto di più. Veramente tanto di più.

Proprio mentre gli sto facendo i raggi X, il mio telefono squilla distraendomi dal figo con la barba.

"Annie"

"Oh ciao tesoro, cioè buongiorno. Allora sai tra quanto arrivi? No, perché Tanya ha detto che deve parlarti"

"Annie sono sulla metro" rispondo sbuffando. "Il mio turno inizia tra mezz'ora e tra cinque minuti sono lì. Dille di non preoccuparsi".

"Okay, okay" sospira lei dall'altro capo del telefono. "Oh, Em, ci sono novità." Il suo tono di voce cambia e assume quella punta leggermente acuta che ha quando vuole raccontarmi un gossip. "C'è un nuovo chirurgo. Credo sia il sostituto di Harry. A proposito ci hai più parlato? Iniziamo ad essere tutti molto preoccupati". Harry è sparito da qualche mese ormai. Gli unici con cui si tiene in contatto siamo io e Niall, ma sono tutti sintetici messaggi di risposta ai nostri, dove ci dice che sia lui che Tom stanno bene. L'ultimo l'ho ricevuto all'inizio del mese e da allora niente, buio totale. Nessuno sa dove sia realmente, però crediamo che sia dalla madre.

"Lo sai che appena mi scrive lo dico. E' dal tre luglio che non lo sento più". C'è qualche secondo di silenzio imbarazzante che Annie spezza alla fine con un lungo sospiro.

"Prima o poi tornerà". Cerco di consolarla. "Ne sono sicura"

"Si vedrà". Sospira lei. "Comunque ti dicevo, il nuovo chirurgo". Il suo tono di voce cambia di nuovo e ritorna quindi la nota acuta ed eccitata. "Oh Cielo, Emily! Lo dovresti vedere, ti toglie proprio il fiato". Rido un po' più leggera rispetto a qualche minuto fa. Adoro quando Annie si trova davanti agli uomini.

"Ricordati che devi sposare Jesse tra meno di un mese". La rimprovero scherzosamente. "Anzi tra due settimane precise. Lasciami qualcosa a me, per favore". Lei ridacchia in maniera soffocata-

"Okay, okay, ma sbrigati, lo devi proprio vedere. Ora devo andare, un bacio Em". Chiude la chiamata ancora prima che io possa salutarla.

Senza che me ne accorga ho il sorriso stampato in viso. E non so come mai. Alzo lo sguardo per caso e mi accorgo che il figo di prima si è seduto davanti a me. E mi sta guardando sorridente. Ma quando mi accorgo di essere diventata praticamente rossa come un peperone la voce metallica della metro annuncia la mia fermata. Mi alzo di scatto e passando accanto a lui, lascio cadere con nonchalance il mio biglietto da visita.

Sono già all'uscita di Waterloo Station quando mi sento chiamare.

"Ehi!" Il figo della metro è a pochi scalini da me.

"Possiamo vederci qualche volta Emily?" Sfacciato. Bene, bene, mi piace.

"Certo. Ma io non conosco il tuo nome"

"Ian"

"Molto piacere Ian". Gli porgo la mano e lui la stringe sorridente. "Io sono Emily"

"Ti chiamerò Emily". Mi ammicca un occhiolino prima di tornare indietro sui suoi passi. Che bello rimorchiare in metro. Sempre meglio che in un bar.

Quando arrivo in ospedale neanche il tempo di indossare il camice che vengo attaccata da Annie.

"È in quella sala lì". Indica la sala 3 con il dito magro. "Tra poco dovrebbe aver finito. Era con Jesse. Comunque non credo che sia un Neurochirurgo. Credo che sia un altro plastico". Annie mi trascina in galleria. "Guarda è quello accanto a Martin". Mi ci vuole un po' per localizzarlo e individuarlo visto che Martin è un energumeno di due metri.

Oh Cielo.

"Merda, merda" sussurro piano, cercando di non farmi sentire da Annie. "Merda, merda, merda!"

"Cosa dici Emily? Che è successo?" Esco dalla galleria a grandi falcate cercando di non farmi notare da lui. Annie mi segue con lo sguardo confuso. "Perché fai così? Che è successo?"

"Quello nuovo". Prendo fiato per metabolizzare la cosa. L'ultima volta che l'ho visto mi supplicava di non scappare. E mi chiedeva di chiamarlo. "È lui". Esalo alla fine, ma lei continua a non capire.

"Lui chi?"

"Lui, Mark! Il figo del bar di New York". Negli occhi di Annie c'è un guizzo divertito.

"Oh cielo! Non mi avevi detto che era un chirurgo!" Mi tira una botta scherzosa sul braccio e sorride. "Ho sempre saputo che hai degli ottimi gusti in fatto di uomini".

"Ma tu lo sai cosa ci fa qui?" chiede dopo qualche secondo di silenzio e io scuoto la testa.

"Non ci parlo da qualche mese ormai" ammetto un po' in colpa. L'ho lasciato al JFK di New York per tornare qui per il funerale di Ellen. Lui chiamava sempre, tutti i giorni, ma io non rispondevo mai. Alla fine ha smesso e io me ne sono dimenticata. Mi sento così in colpa adesso.

"Cavolo Emily, come hai potuto lasciar perdere? Da quello che mi avevi detto Mark ti aveva fatto perdere la testa. E poi sembrava okay. Oddio, no, aspetta, non è per via di Zayn vero? Vai avanti tesoro, lui non ti merita".

"Oh Cielo, no. Non è per lui. Non lo vedo dal funerale". Prendo qualche minuto per riflettere sul perché. Perché ero troppo spaventata e di cosa? Di innamorarmi? E che poi che mi succedesse come a Harry ed Ellen, che mi venisse strappato via. "Non lo so perché non l'ho più richiamato". Ammetto mentendo. "Ora però è strano averlo qui, doverci parlare tutti i giorni e..."

"Emily?" Il suo accento irlandese arriva da dietro e mi fa sobbalzare. Mi giro lentamente e nel vederlo sento un tuffo al cuore. Non è cambiato di una virgola dall'ultima volta che l'ho visto. Sempre stessi occhi azzurri, stesso fisico asciutto, stessi capelli neri come la pece.

"Mark" sospiro piano. Non riesco a trovare un tono di voce decente, sono troppo scombussolata da questa situazione. "Cosa ci fai qui?"

"Il lavoro di cui ti avevo parlato, ricordi?" Sì, certo che ricordo. Ho fatto domanda di lavoro in vari posti sia in Irlanda che a Londra, la città in cui ho sempre voluto vivere, ed ora sto aspettando le risposta.

"Oh, beh, congratulazioni" abbozzo un sorriso tirato e anche lui lo fa. Ci fissiamo negli occhi per un tempo infinito e nessuno dei due si azzarda ad accennare parola. Anne passa lo sguardo da me a lui, sempre più scioccata.

"Ti posso parlare in privato, Emily?" Domanda accennando alla stanza alla sua destra. Annuisco a scatti e mi muovo verso di lui.

Entriamo nella stanza in silenzio quasi religioso. Lui entra dopo di me e si chiude la porta alle spalle.

"Senti, prima di tutto vorrei chie..." Mi bacia ancor prima che possa proferire un'altra parola. All'inizio m'irrigidisco per lo shock ma poi mi lascio andare. Mi era mancato. Dio, se mi era mancato. M'infila la mano calda sotto il camice azzurro e mi stringe ancor più a sé.

Il bacio dura troppo, ma allo stesso tempo troppo poco.

"Mi sei mancata Ford". Sorride dolcemente mentre mi guarda con i suoi occhioni blu. È ancor più bello di quanto ricordassi.

"Mi dispiace per non aver risposto alle tue chiamate"

"Non importa, ora sei qui. Possiamo riprendere da dove era stato lasciato tutto". Mi bacia di nuovo e io mi sento nuovamente in colpa. Mi sento in colpa per essere andata a letto con Zayn, mi sento in colpa per aver flirtato con uno sconosciuto sulla metro mentre lui non aspettava altro che questo giorno per rivedermi, per riabbracciarmi, per baciarmi. Lui si è innamorato di me e io continuo a non sapere cosa voglio.

"Vieni qui". Mi stringe di nuovo a sé. "Ti voglio baciare ancora". Ed io sento la stessa identica stretta allo stomaco che avevo sentito la prima volta che l'avevo baciato.

Lo squillare del mio cercapersone blocca qualunque cosa fosse in atto. Tanya. Dio, quanto la odio.

"Devo andare". Gli lascio un semplice bacio sulle labbra e mi avvio verso la braccia. "Ci vediamo stasera, okay?" Esco ancor prima che lui possa rispondere.

L'ufficio di Tanya è grande e luminoso, con la vista sul Tamigi. Quando entro lei è i piedi e sta fissando lo skyline di Londra che con questa luce è spettacolare. Non sente aprire la porta perché non accenna a girarsi. Se ne rimane lì rigida come sempre, nella sua figura slanciata, i suoi boccoli scuri e le sue Louboutin in piedi.

"Buongiorno Tanya, mi hai chiamato?" Lei si volta con lentezza e mi guarda con un sorrisetto gelido sulle labbra.

"Siediti Emily, dobbiamo parlare di una cosa importante". Con un cenno indica la sedia davanti alla sua scrivania. Mi siedo un po' timorosa di quello che avrà da dirmi. Anche lei si siede, guardandomi negli occhi e incrociando le braccia davanti a sé.

"Emily, è difficile da dire..." Comincia con tono melodrammatico e io mi sento morire dentro. Mi sta licenziando. Ora mi è tutto chiaro. Ha assunto Mark al mio posto.

"Mi stai licenziando vero?" Chiedo per cercare di smorzare il dolore. Pensavo che finalmente la mia vita avesse preso la giusta piega. Invece no, per me non esiste la felicità.

"Oh, ma certo che no, tu sei uno dei nostri migliori chirurghi, non posso perderti. Sei eccezionale". Si prende una pausa. C'è un ma. Oddio che significa quel ma? "Ma purtroppo non sarai più Primario. Ho assunto un nuovo chirurgo a sostituirti. Avrei scelto Jesse, ovvio, ma lui l'abbiamo spostato a Neuro fino al ritorno di Harry, sempre che lo faccia, prima o poi". Mi sento andare giù. Da una parte sono sollevata perché alla fine ho sempre un lavoro.

"Ma perché?" Sbotto dopo qualche minuto di silenzio. Lei mi guarda un po' turbata prima di rispondermi.

"Beh, perché dopo quell'incidente di cui sappiamo entrambi, la tua condotta non è sempre stata perfetta e tu non sei mai andata in terapia come ti avevamo consigliato"

"Ma io sto bene!" Il mio tono esce un po' stizzito e un po' troppo alto. Tanya si acciglia severa e io cerco di ricompormi.

"Abbiamo deciso che se andrai in terapia e non avrai più atteggiamenti da squilibrata, il posto da Primario di Plastica sarà tuo di nuovo"

"Okay, okay, parlerò con Roxanne, ci accorderemo su degli appuntamenti e cercherò di partecipare a tutti. Migliorerò Tanya, te lo prometto". Mi sforzo a sorridere e anche lei lo fa.

"Bene, sono contenta. Sei uno dei migliori plastici che abbia mai conosciuto Emily, non voglio perderti". Allunga la mano nella mia direzione e io la stringo piano.

Quando esco dall'ufficio di Tanya, Mark è qui fuori ad aspettarmi. Che faccia tosta.

"Emily vorrei scusarmi con te per quello che ti ha detto, volevo dirtelo".

"Mi hai praticamente rubato il posto Mark". Sbotto con tono arrabbiato. In realtà non è colpa sua, è solo colpa mia. Mia e del mio carattere del cazzo.

"Non avevo idea che fossi tu". Ha lo sguardo da cucciolo ferito che mi fa stare male. Mi dispiace essere così tanto dura con lui.

"Senti, scusa Mark, non è veramente colpa tua, mi dispiace". Lui sorride dolcemente. "Devo andare ora, ho un consulto". Mi allontano a grandi falcate senza guardarlo un secondo di più.

*

Il mio turno finisce poco prima dell'ora di cena. Stasera io e Anne abbiamo in programma di fare un addio al nubilato solo tra noi due, senza spogliarelli e gente ubriaca. Solo noi due, in un bel ristorante. Mentre mi avvio verso l'uscita vedo Mark venirmi incontro.

"Mi hai evitato tutto il giorno Ford". Sorride con quel suo bellissimo, struggente sorriso.

"Non ti ho evitato. Ho solo lavorato molto". Mento spudoratamente e lui se ne accorge perché faccio davvero schifo a mentire.

"Volevo invitarti a cena una di queste sere, che ne dici?" Propone d'un tratto e io sono immobilizzata. Okay, che devo rispondere? Sono nel panico più totale.

Poi mi viene in mente un flash di stamattina. Ian, la metro, i suoi lunghi capelli scuri.

"Mark, non posso ora. Sai, c'è una persona..." Non è effetti vero, però in parte sì. Vedo tutta la felicità scivolare via dai suoi occhi. Mi fa male vederlo così. Mi avvicino a lui e li passo la mano sulla guancia.

"Mark, quello che provo per te è sempre lo stesso da febbraio, ma ora , beh..."

"Beh, vaffanculo Emily". Si stacca da me e mi guarda serio. Merda, dev'essere parecchio incazzato. "Vaffanculo. Io ti ho chiamato, ti ho scritto e tu non ti sei fatta mai sentire. Sei stata una stronza. Ma io ho cercato di non pensarci e di pensare solo a quando sarei stato a Londra e avrei potuto vederti. Ma poi tu te ne esci con quella frase e no, non ti aspettare che io sopporti. Non abbiamo sedici anni, non ti aspetterò. Ne ho già passate troppe e ora voglio stare con qualcuno che sono sicuro che mi farà stare bene. E a quanto pare mi sono sbagliato. Non sei tu quella persona". Lo vedo allontanarsi veloce verso l'uscita. Sono scioccata. Non mi aspettavo certo un'uscita del genere dal dolce e gentile Mark.

"Ehi, Em, sei pronta? Andiamo?" Anne è accanto a me e mi sorride allegra. Cerco di sorridere mentre annuisco meccanicamente.

*

"Merda". Dico tra me e me a denti stretti. "Merda, merda". Anne mi sente e si gira con gli occhi sbarrati.

"Che succede?" La prendo per un braccio e la obbligo a guardarmi negli occhi. "Lo vedi quell'uomo sulla porta del ristorante? Quello con i capelli legati, la barba e un sorriso favoloso? Non far vedere che lo stai spiando, Anne". Lei lo guarda sottecchi.

"Beh, mica male eh". Mi fa un occhiolino di approvazione. "Lo conosci?" Io annuisco piano e i suoi occhi si illuminano.

"Hai fatto sesso anche con lui a New York?"

"No! Ma cosa dici? No". Mi affretto a precisare. "L'ho conosciuto stamattina in metro. Mi ha chiesto di uscire".

"Uh, Em, lo so che l'hai già sentito miliardi di volte, ma hai veramente degli ottimi gusti in fatto di uomini". Mi dà un colpetto scherzoso al braccio col gomito e mi guarda allegra. Già, ha proprio ragione. Lancio uno sguardo a Ian che sorridente accoglie i clienti in abito da sera e completi firmati. Ha un meraviglioso sorriso, i capelli scuri sono raccolti in una crocchia sulla nuca e sembra un modello di Armani sceso tra noi comuni mortali.

"Che intenzioni hai, Em?" Annie attira nuovamente la mia attenzione su di lei. Okay, questa è la sua serata, devo lasciar perdere tutti i miei drammi amorosi.

"Andiamo dentro, ci aspetta una bella serata". La prendo a braccetto e ci avviamo verso l'ingresso. Scansiamo Ian per un pelo e io posso finalmente respirare normalmente quando entriamo dentro la grande sala super chic. Mentre Anne mi parla del suo intervento io mi guardo attorno, ammirata. Non ci posso credere di essere qui! In questo posto! Nel ristorante più chic, più cool di tutta Londra. Devo concentrarmi su questo e non sul fatto che spenderemo quasi un mese di stipendio stasera. Okay, questa cosa mi fa un po' andare nel panico, ma alla fine una volta nella vita va sperimentato questo tipo di terrore. Godiamoci una bella cena per il momento.

"Emily?" Oh no. Oh nonono. No, per favore, no. Mi giro lentamente col sorriso gelato sulle labbra. Gli occhi scuri di Ian mi stanno guardando vivaci. Cavolo, ha proprio dei begl'occhi.

"Oh". Mi schiarisco e penso più velocemente possibile a quale tipo di tono di voce sarebbe migliore per un momento come questo. Disinteressato? Gentile? Sbavoso del tipo "non ho smesso di pensare a come saresti nudo"?. "Ciao, ehm, Ian". Okay quello che è venuto fuori è un balbettio da bimbetta di quinta elementare.

"Mi sembravi tu prima all'ingresso, ma non ero molto sicuro"

"Uh, eri all'ingresso? Non ti ho visto". Premetto che le mie doti attoriali non sono niente male, ma a questo giro dalla faccia rossa di Annie capisco di aver fatto altamente schifo. Susseguono dei secondi di silenzio piuttosto imbarazzante che Annie decide di rompere con un piccolo colpo di tosse.

"Ehm, io sono Annie, la sua migliore amica"

"Piacere Ian". Le porge cordialmente la mano che lei stringe con vigore.

"Dunque signore, volete ordinare?" Tira fuori dalla tasca un palmare super tecnologico e mi guarda sorridendo.

*

Non ci ha più parlato da quel momento, se non per prendere le ordinazioni del dolce o dei semplicissimi "prego". Annie è stata tutta la sera a ripetermi di chiedergli di uscire, ma io non so se ne ho veramente voglia o bisogno. Alla fine, dopo lungo rimuginare penso che è meglio lasciar perdere. Non voglio immischiarlo nella mia complicata vita. E poi non voglio iniziare un'altra relazione. Forse.

"Emily, ehi, aspetta". Mi sento stringere il braccio e sono obbligata a voltarmi. Ian è proprio qui, a trenta centimetri da me. I suoi occhioni scuri sono puntati contro i miei. "Te ne vai di già?"

"Beh sì." Mi guardo attorno indicando il locale quasi vuoto. "Qui state per chiudere".

"Hai ragione, che domanda stupida". Sorride imbarazzato, cercando ora di evitare il mio sguardo. "Senti pensavo ad una cosa..."

"Prima che tu dica qualcosa, ti voglio fermare." Poggio una mano sul suo petto e sento la schiena fremere. Cavoli che pettorali. Si sentono anche attraverso la giacca e la camicia. "Ho una vita complicata. Molto complicata, proprio come me. Quindi, siccome mi sembri un bravo ragazzo e con la testa a posto, ti consiglio vivamente di no..." Mi sta baciando. La sua mano calda dietro la nuca, le sue labbra morbide che sfiorano le mie, la sua barba che pizzica leggermente la mia pelle. Ha un sapore favoloso, anche se sento vagamente quello del fumo. Dopo un po' mi lascio andare. Dio, bacia proprio bene.

Quando ci stacchiamo la prima cosa che vedo non sono i suoi meravigliosi occhi, no. È Anne che sorride come una bambina a cui è stato appena dato il regalo di compleanno. Tira i pollici in su e mi fa l'occhiolino. E questo mi strappa un sorriso. Ian intanto mi ha preso la mano e mi guarda con gli occhi languidi.

"Vogliamo andare?"

"E il locale? Puoi andartene così?"

"Non ti preoccupare, sono loro che lavorano per me." Ammicca un occhiolino e sorride. Cielo, che meraviglioso sorriso. Okay, lo sto facendo di nuovo. Mi sto infilando nuovamente in una relazione. Avrò fatta la scelta giusta? Prima di rispondermi guardo nuovamente Ian.

Cavoli, sì che ho fatto la scelta giusta.

 

----

Angolo autrice.

Ciao!

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se ha un tono un po' più frivolo. 

Su Ian non vi dirò nient'altro che non sia già nel capitolo;)

Un bacio e buona serata,

Claudia

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Restart