Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: Atocheg    18/05/2017    1 recensioni
"«Un altro shemlen...» commentò acido l'elfo dai capelli più chiari, per poi notare il suo bastone «E un mago, addirittura»
«Eretico, se non ti dispiace.» lo corresse lui, con malcelato orgoglio, indicando la sua veste lacera e consunta «Come voi, anche io mi rifiuto di sottostare a chi mi vedrebbe privo della libertà solo in base a ciò che sono.» aggiunse, sorridendo amichevolmente."
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nonostante alcune soste forzate dalla malattia di Theron, ci volle solo una settimana prima che, nella frescura mattutina, il gruppo riuscisse a vedere la torre del Circolo innalzarsi sulla superficie cristallina del lago Calenhad. Appena la vide, Huwen aprì le braccia, indicando la torre con un gesto esageratamente melodrammatico «Ed ecco, infine, la nostra agognata meta: il pollaio della Chiesa.» una risata seguì le sue parole, ma, notando che solo la sua voce risuonava nell'aria, il mago si voltò verso gli altri due: Theron si stava appoggiando a Duncan, il quale osservava Huwen con uno sguardo di rimprovero.

 

«Ho inviato un messaggio al comandante Greagoir e al Primo Incantatore. Probabilmente ci staranno aspettando.»

 

Sentendo la notizia, il giovane guardò sospettoso Duncan «Cosa avete detto in quella lettera?»

 

Il custode sollevò le spalle «Solo che stavo arrivando con due compagni.» detto questo adocchiò il bastone del mago «Sarà meglio che tu lo nasconda da qualche parte. Non hanno idea che io viaggi con un mago.»

 

Annuendo, Huwen si guardò intorno alla ricerca di un buon nascondiglio, e vide quello che sembrava essere il relitto di una barca a poca distanza dal molo da cui partiva quello che, evidentemente, era l'unico mezzo per raggiungere la torre. Mentre Duncan parlava con il traghettatore, il ragazzo nascose il suo bastone, facendo in modo che sembrasse una delle assi distrutte all'interno del relitto, per poi raggiungere i suoi compagni di viaggio.

 

La traversata verso la torre fu un momento di tensione per Huwen: Duncan gli aveva dato la sua parola, ma chi gli garantiva che l'avrebbe mantenuta? Per quanto ne sapeva, sarebbe stato perfettamente capace di consegnarlo ai templari, pur di ingraziarsi i favori del Circolo. Con un sospiro, il mago scacciò i sospetti dalla sua mente. Se anche fossero stati fondati, ormai era troppo tardi per ripensare alla sua decisione. Se avesse provato a parlarne con lui, Duncan lo avrebbe di certo rassicurato dicendogli che era paranoico, o avrebbe direttamente urlato per far accorrere i templari.

 

Quando la barca attraccò e i tre camminarono verso le porte di quella che per Huwen era praticamente una prigione, la tensione non fece altro che aumentare e, quando infine il gruppo varcò la soglia ed entrò nella torre, Huwen si sentì mancare il fiato: c'era qualcosa che non andava in quel posto. Non gli ci volle molto a capire quale fosse il problema: con tutti i templari che vagavano al suo interno, nella torre era quasi impossibile avvertire la benché minima traccia di magia, e per Huwen, abituato all'ambiente esterno e a una costante connessione con l'Oblio, questa improvvisa mancanza fu un duro colpo, che lo costrinse ad appoggiarsi a Duncan per non cadere a terra.

 

Ovviamente, uno dei templari ai lati dell'ingresso si accorse del suo malessere, visto che il ragazzo sentì una voce dire «Cos'ha il vostro compagno? Non sembra stare bene.»

 

Un brivido gli scese lungo la schiena: era fatta. Duncan avrebbe rivelato che era un mago e lui avrebbe passato il resto della sua vita imprigionato là dentro, sempre che non decidessero di ucciderlo sul posto.

 

Ma, con sua grande sorpresa, Duncan scosse il capo «Si sta ancora riprendendo da un brutto colpo infertogli da un bandito durante il nostro viaggio, non dovete preoccuparvi.» Nascondendo il più possibile la sua sorpresa, il ragazzo si voltò verso il custode, mentre il gruppo si incamminava lungo un corridoio, sorpassando due dormitori, prima di giungere ad un'ampia biblioteca.

 

Huwen osservò sbalordito l'enorme quantità di tomi al suo interno, e sentì Duncan ridacchiare, facendo attenzione a non farsi sentire dal templare che li stava scortando «Inizi ad invidiare i maghi del Circolo?»

 

Il giovane sbuffò infastidito, assumendo un'aria di superiorità «Solo perché è dorata, non significa che questa non sia una gabbia. Gli animaletti della Chiesa si tengano i loro libri, io preferisco godermi la libertà.»

 

Quando alla fine giunsero ad una rampa di scale, la porta a cui esse conducevano si aprì, ed uscirono due templari, intenti a trasportare un uomo privo di sensi, con addosso la stessa veste blu e viola che Huwen aveva visto indosso a quasi ogni altro individuo che non fosse un templare, e con dei lunghi capelli mori raccolti in una coda di cavallo.

 

Il giovane mago degnò a quel trio un istante della sua attenzione, prima di salire insieme agli altri per scale che sembravano non finire più, ma che infine fecero spazio ad un'ampia sala, in cui uomini e donne dallo sguardo vacuo, ognuno con il simbolo della Chiesa sulla fronte, erano impegnati in varie attività.

 

«Benvenuti al magazzino del Circolo.» la voce che attirò l'attenzione del ragazzo, proveniente da uno di quegli individui, pareva priva di ogni emozione, dettaglio che lo innervosì non poco e allontanare velocemente, seguendo il templare attraverso un corridoio fino a giungere all'ultima porta prima di una nuova rampa di scale. Dietro di essa si potevano sentire due voci maschili: uno di loro stava gridando qualcosa, e sembrava a dir poco furioso, mentre l'altro era molto più tranquillo, e aveva un qualcosa nel suo tono che lo faceva sembrare quasi paterno.

 

Il templare che li stava accompagnando aprì la porta e li fece accomodare all'interno della stanza, per poi compiere un saluto militare «Comandante, il custode grigio Duncan e i suoi ospiti sono arrivati.»

 

 

I due uomini interruppero la loro discussione, voltandosi verso il gruppo, e il comandante, un uomo dai corti capelli grigi ed una barba dello stesso colore, corta e molto curata, li salutò con un cenno, per poi rivolgersi al templare «Molto bene, torna pure alla tua postazione.»

 

«Duncan, permettetemi di dare il benvenuto a voi e ai vostri ospiti,» l'altro uomo, anche lui molto vecchio, ma con barba e capelli più lunghi e molto meno curati rispetto al comandante, si fece avanti, salutandoli con un inchino «La notizia del vostro arrivo è stata piuttosto inaspettata.»

 

Huwen ignorò la conversazione tra Duncan, il comandante e il Primo Incantatore, preferendo guardarsi intorno ed esaminare la stanza: come gran parte della torre, vi erano libri a non finire sulla scrivania e sul tavolo, alcuni per terra, e molti di essi accuratamente disposti all'interno di varie librerie. Proprio esaminando la stanza, la sua attenzione venne catturata da una pila di libri sopra la scrivania, e da uno di essi in particolare. La maggior parte del titolo era oscurata dal tomo sopra di esso, ma due parole erano perfettamente leggibili: "magia" e "sangue".

 

"Un testo sulla magia del sangue nello studio del Primo Incantatore? Interessante..." pensò lui, trattenendosi dal ghignare, per non destare sospetti, e spostando lo sguardo dal libro al resto della stanza, arrivando infine a guardare Theron.

 

Seppur a fatica, l'elfo riusciva ancora a tenersi in piedi, nonostante l'ovvia sofferenza che la malattia doveva causargli. Huwen non poteva fare a meno di ammirare la sua determinazione. Tuttavia, il fatto che da quando fossero partiti non avesse parlato lo preoccupava, quindi, vedendo che tanto i tre erano troppo impegnati a discutere del "pupillo di Irving" e del "Tormento più breve di sempre", si avvicinò a lui, ma prima che potesse dirgli qualcosa, la voce del comandante risuonò nella sala.

 

«Assolutamente no! Sono già andati in molti a Ostagar: Wynne, Uldred... Non manderemo nessun altro dei nostri in battaglia.»

 

Il Primo Incantatore ridacchiò, apparentemente divertito «Nostri? Da quando ci considerate una famiglia, Greagoir? O temete forse di lasciare troppi maghi senza la vostra supervisione, finalmente liberi di usare il dono che il Creatore ci ha concesso?»

 

«Come osate...» il comandante si avvicinò minacciosamente al Primo Incantatore, ma Duncan intervenne velocemente, mettendosi in mezzo ai due.

 

«Signori, vi prego. Irving, sembra ci sia qualcuno che vi desidera.» dicendo questo, indicò la porta, verso cui tutti si voltarono.

 

Di fatto, proprio sulla soglia si trovava lo stesso individuo che prima avevano incontrato privo di sensi al piano terra della torre, osservando la scena con i suoi occhi violacei «Avete chiesto di me?»

 

Il Primo Incantatore si fece di nuovo avanti, chiaramente orgoglioso «Ah, il nostro nuovo fratello del Circolo. Vieni ragazzo.»

 

Anche Duncan avanzò, raggiungendo Irving «Lui è...»

 

«Sì, è lui.»

 

"E' lui? Oh, ma certo che è lui... e intanto noi non ci capiamo un cazzo." pensò leggermente irritato il giovane, squadrando il nuovo arrivato. Dovette alzare leggermente lo sguardo, visto che il moro era, seppur di poco, più alto di lui. Dal canto suo, invece, Huwen era di certo più robusto, ma, avendo vissuto tutta la sua vita nella foresta, non era sopreso dal fatto di essere più atletico del moro.

 

«Bene Irving» Greagoir lo risvegliò nuovamente dai suoi pensieri «vedo che siete occupato. Discuteremo più tardi.»

 

Il Primo Incantatore annuì, per poi fare cenno al moro di avvicinarsi.

 

«Elmer, questo è il comandante Duncan, dei Custodi Grigi.»

 

Il moro, Elmer, fece un inchino al custode «Lieto di fare la vostra conoscenza.»

 

Il Primo Incantatore sorrise soddisfatto, poi lui e Duncan iniziarono a spiegare al giovane la situazione con i Prole Oscura e gli raccontarono della battaglia che l'esercito si preparava a combattere, finché, per motivi a lui solo conosciuti, Irving cambiò l'argomento della discussione, congratulandosi con Elmer per il suo tormento, prima di informarlo che il suo filatterio era stato inviato a Denerim, e Duncan non perse l'occasione per dimostrare la sua ignoranza in materia, chiedendo cosa fossero i filatteri.

 

"Solo una delle prove dell'ipocrisia della Chiesa. Oh, la magia del sangue è malvagia, corrompe le persone... usiamola per controllare ogni singolo mago nei nostri Circoli."

 

Il Primo Incantatore colmò velocemente la lacuna di Duncan, per poi consegnare a Elmer una tunica, un bastone ed un anello, e chiedergli di accompagnare gli ospiti ai loro alloggi. Tutti uscirono dalla stanza, anche il Primo Incantatore, che si diresse verso una rampa di scale sorvegliata da un templare, mentre Huwen, Duncan e Theron seguirono il moro lungo il corridoio.

 

Camminando, Duncan aveva cominciato a chiacchierare con Elmer, lasciando dietro gli altri due, che continuavano a guardarsi intorno. O almeno, Huwen continuava a guardarsi intorno. Solo perché il custode non lo aveva consegnato appena arrivati, non avrebbe certo abbassato la guardia, ragion per cui teneva d'occhio ogni templare che incontravano. Theron, invece, teneva lo sguardo continuamente di fronte a sé, benché fosse chiaro che era con la testa tra le nuvole, al punto che dovette fermarlo quando arrivarono alla loro stanza. I due giovani entrarono immediatamente, mentre Duncan continuò a parlare con Elmer, dirigendosi invece alla biblioteca accanto, apparentemente compiaciuto, lasciando Huwen e Theron da soli, una condizione di cui il mago non tardò ad approfittarsi, andando a chiudere la porta della camera.

 

Rimase a osservare il legno per qualche momento, cercando un modo per convincere Theron ad aprirsi un po'. Non gli dispiaceva chiacchierare con Duncan, ma dopo un po' di tempo iniziava a diventare monotono, e, inoltre, vedere l'elfo in quelle condizioni era a dir poco deprimente, anche se non gli riusciva di biasimarlo per il suo comportamento: capiva cosa stava provando.

 

Un sospiro e un tonfo richiamarono il mago dai suoi pensieri. Voltandosi, vide che Theron si era lasciato cadere sul grande letto al centro della stanza, e stava fissando il soffitto. Senza starci troppo a pensare, Huwen camminò fino alla parte opposta del letto, sdraiandosi poi supino accanto a lui, con lo sguardo rivolto verso il soffitto «Ti va di parlarne?»

 

Il Dalish si girò verso di lui, osservandolo confuso «Di cosa?»

 

«Del tempo.» rispose sarcastico il ragazzo «Di cosa potrei chiederti di parlare, secondo te? Da quando siamo partiti non hai detto una parola.»

 

Theron riportò il suo sguardo verso il soffitto «Non c'è bisogno di parlarne, sto bene.»

 

«Senti, lo so come ci si sente, e...»

 

«Ah, davvero?» alla domanda di Theron si bloccò, e l'elfo si girò di colpo verso di lui, i lineamenti scuri deformati in un'espressione irritata «E, sentiamo, come mi dovrei sentire?»

 

«Come mi sono sentito io quando i templari hanno ucciso i miei genitori.»

 

La risposta doveva aver preso alla sprovvista Theron, visto che ora, anziché arrabbiato, l'elfo sembrava essere in imbarazzo «Oh...»

 

Il mago sollevò le spalle «Ovviamente, io ho dovuto mettere la mia sopravvivenza al di sopra del lutto per la loro morte, ma non è questo il punto.» un sospiro scappò dalle sue labbra prima di continuare «Quello che voglio dire è che so cosa si prova, e se vuoi sfogarti, sono disponibile a darti una mano.»

 

Alle ultime parole aggiunse un sorriso , e Theron, dopo un momento di silenzio, annuì, mentre sulle labbra sembrava formarsi almeno un accenno di sorriso «Grazie.»

 

«Ehi, è a questo che servono gli all...» Huwen si bloccò prima che finisse di dire "alleati", comprendendo che la situazione richiedeva un termine diverso «... gli amici.»

 

Theron inclinò leggermente il capo «Pensi davvero che siamo amici?»

 

Nuovamente Huwen sollevò le spalle «Se dobbiamo andare insieme fino ad Ostagar, tanto vale convincerci che lo siamo, no?» "E poi, se i templari dovessero capire che sono un mago, un amico mi difenderebbe di certo, no?" aggiunse nella sua mente, mascherando la risata che gli sfuggì con un tono scherzoso, e anche Theron, per la prima volta in due settimane, rise, prima che la sua risata si trasformasse in uno sbadiglio «Stanco per il viaggio?»

 

L'elfo si stropicciò gli occhi «Non capisco perché, visto che tu e Duncan mi sembrate ancora a posto.»

 

«Vero, ma noi non siamo malati.» disse scherzosamente, per poi alzarsi «Vedi di riposarti, va bene?»

 

Theron annuì debolmente e chiuse gli occhi, e Huwen, per lasciarlo dormire in pace, uscì silenziosamente dalla stanza, desideroso di leggere qualcosa nella biblioteca per distrarsi da tutti i templari che c'erano. Tuttavia, mentre era impegnato a leggere uno dei più recenti trattati sulla scuola dell'entropia, sentì delle voci provenire dal lato opposto dello scaffale.

 

«Non qui, potrebbero sentirci. Vieni con me.»

 

Se c'era qualcosa che avrebbe potuto attirare maggiormente la sua attenzione, Huwen non ne era a conoscenza. Incuriosito, sbirciò oltre lo scaffale, e vide il moro di prima, Elmer, uscire dalla biblioteca insieme ad un altro uomo, un'apprendista, a giudicare dalla sua veste, evidentemente nervoso.

 

Un leggero sorriso incurvò le labbra del giovane "Beh, questo sembra interessante." e, subito dopo aver rimesso il libro nel suo scaffale, iniziò a seguire i due maghi.




L'OC Elmer è di proprietà dell'autrice Verichan.
Grazie mille per avermelo lasciato usare.

Grazie anche a tutti quelli che leggono o recensiscono.

Bene, finiti i ringraziamenti, vi saluto.
Al prossimo capitolo,
Atocheg

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: Atocheg