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Autore: verichan    18/05/2017    0 recensioni
La storia di come il giovane Jesse McCree è entrato in Overwatch.
Genere: Angst, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gabriel 'Reaper' Reyes, Jesse Mccree
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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PARTE 1 di 5

Ti trovi in un edificio dell'FBI di Santa Fe, in una stanza di metallo grigio, sorvegliata sicuramente da telecamere discrete, con al centro un tavolo bianco e due sedie e una porta alla tua sinistra. Sebbene tu non soffra di claustrofobia, provi un certo malessere. Sei lì da chissà quanto tempo, con le caviglie e i polsi assicurati a un anello al pavimento e uno alla superficie del banco, e ti scappa da un po'. Hai chiamato per una capatina al gabinetto, ma nessuno si è presentato, perciò resisti finché puoi, stringendo le cosce.

Il trattamento del silenzio e la noncuranza per i bisogni corporali essenziali non ti sono nuovi, tu e i fratelli li avete usati ogni tanto, insieme ad altre forme di... persuasione. Però ti hanno medicato i graffi, i lividi, la costola incrinata e le due dita rotte. Non sei mai stato così ricoperto di attenzioni da... beh, mai, e la cosa puzza. L'FBI non è famosa per le sessioni di tortura, okay, tuttavia non è gentile con i farabutti che ammazzano la sua gente, e i membri della Deadlock Gang hanno compiuto stragi tra i suoi ranghi. Finora l'unica parte che si avvicina a una qualche vendetta è la sedia scomoda. Non escludi che sia una tattica, cioè prima baci e carezze, poi calci in culo.

Con uno sbadiglio appoggi la testa sulle braccia, spossato. Non c'è altro da fare se non concentrarsi sulla vescica piena. Al massimo ti piscerai addosso. Ti è capitato già tre volte: la numero uno grazie a un cazzotto in pancia, la due durante interminabili ore nascosto in una cassa per non essere beccato, la tre quando sei stato talmente stupido da sfidare Alida a una gara di bevute. Quando la natura chiama, chiama. Peccato per il completo arancione e scarpette bianche che ti hanno appena regalato.

Ti raddrizzi al rumore delicato della porta che scompare lateralmente nel muro. Un uomo in tenuta tattica scura entra a passo sicuro e si piazza sulla sedia libera, ponendo un tablet davanti a sé. Sulla spalla ha un emblema a te sconosciuto. È forse la conferma che il tuo caso è passato di mano, il motivo del trattamento innocuo ricevuto, e ti immagini i federali digrignare i denti e mangiarsi i distintivi.

Dopo una veloce occhiata alla tua faccia rilassata, l'uomo si dedica allo schermo su cui probabilmente campeggia il tuo profilo. Lo conosci, anche se non rammenti il suo nome. È il Comandante, il tizio di Overwatch che ha combattuto nelle Guerre Omnic. Oggigiorno è il tipo biondo a ricoprire i media con i suoi begli occhioni blu e ti penti di non aver seguito i telegiornali per sapere qual è esattamente la mansione dell'ex capo. È solo un attimo, però, perché, nonostante tu non sia maggiorenne, non ti alludi che la tua condanna abbia un basso conteggio annuale, e Tizio qui non è certo venuto a darti buone notizie. 'fanculo.

«Lettura interessante?»

«Jesse McCree. Diciassette anni. Contrabbando, furto, estorsione, incendio doloso, sequestro di persona, omicidio.»

«Hai scordato gioco d'azzardo, viejo

Il tuo sorriso è amichevole, addolcito dalla stanchezza e dalla tua naturale espressività. Il suo cipiglio è severo, granitico. Le sue iridi sono quasi nere, più scure della sua pelle. La loro intensità ti mette a disagio e cerchi di non darlo a vedere. Sei bravo a recitare.

«Fossi in te sarei più preoccupato per il mio futuro. Non è roseo, nemmeno per una canaglia della tua età.»

«Davvero?» Ti assicuri che lo stupore sia palesemente finto. «Ehi, tío, dovrei proprio andare al gabinetto.»

«Tienila. Prima parliamo.»

«Un barattolo?» Alza un sopracciglio lapidario. «Chiedevo.»

La conversazione non dura molto, sono domande sulla gang a cui rispondi in modo vago. Sai tutto, ieri non eri solo vicino al jefe, rimasto secco nella retata, eri anche uno in lizza per essere promosso a vicecapo delle operazioni ad Albuquerque, un bel giro di soldi. Ti sei spaccato le ossa per quella posizione e adesso ti tocca rinunciarci e tacere. Chissenefrega se non aiuta la tua sentenza, poiché di una cosa sei sicuro: se i fratelli ti beccano dopo che hai cantato, sei bello che morto, preda delle loro amorevoli cure.

«- in un carcere di massima sicurezza, a vita.»

Scrolli le spalle, indifferente alla minaccia, mentre dentro di te già ti manca la libertà. Hai diciassette anni. Non che non te lo meriti, ma sfidi chiunque, anche il pentito più pentito, a gioire alla prospettiva di trascorrere tre quarti della propria esistenza in prigione. Per scherzo ti domandi se sia ancora possibile suicidarsi con le lenzuola della branda della cella o se le misure di sicurezza siano talmente avanzate da prevenire l'estrema fuga. Dio, non ci vuoi andare in prigione. Perché non ti hanno ammazzato allo stupido incontro-farsa al magazzino?

«Niente da dire, canaglia?»

«Che vuoi che dica, viejo? Ero preparato a morire prima dei venti, ora mi tocca vivere fino ai cento in una bara. Triste, ma sono le carte che mi hanno dato.»

L'uomo, che non si è ancora presentato, il maleducato, ti studia. Perdi il tuo sorriso falso e sostieni il suo sguardo con una maschera apatica. Il vecchio vince e tu sbuffi piegando la testa di lato. Sei stanco, la vescica sta per cedere e in meno di ventiquattro ore il panorama del Nuovo Messico sarà sostituito da sbarre e brutti ceffi da galera. Nascondi la faccia tra gli avambracci con un sospiro, troppa sbatta tenerla su.

«Pisciatina in arrivo.» borbotti.

È una constatazione, e quando il tuo nuovo amico si accorge del sibilo della tua urina, impreca. Ridacchi sommessamente senza alzare il volto. Magari avresti potuto sforzarti di tenerla fino a fine intervista, ma la sua singola bestemmia e perdita di compostezza sono una piccola vittoria per te, forse l'ultima. Il liquido caldo ti riempie le mutande e straripa, gocciola dalla seduta e percorre veloce le gambe, formando una pozza per terra con un rumore a cascata ridicolo rispetto alla quantità di fluido prodotta. Ti sembra di galleggiare beato in una piscina finché il sogno viene irrimediabilmente interrotto da qualcuno che parla e ti muove la testa. È Tizio, vedi la sua mano guantata. Non odi un'acca di quello che blatera e le palpebre calano senza che tu possa farci nulla. Perché sei così stanco?

 

Ti risvegli in un letto ospedaliero, polsi e caviglie legati alla barriera metallica con bracciali dall'imbottitura morbida. Ricordi di esserti addormentato nella stanza interrogatori dopo aver creato un lago di piscio e adesso c'è una donna con gli stessi vestiti di Tizio che comunica al suo comandante il tuo risveglio in un auricolare. Che cazzo è successo?

Sei esausto, ma prima che tu possa porre qualche domanda alla tipa, ecco Tizio riapparire dall'ennesima porta. Ti esamina ascoltando un breve rapporto dalla sua subordinata, a cui ordina di lasciarvi, per poi posizionarsi in piedi accanto a te a braccia conserte. In teoria non sarebbe il dottore il primo a visitare il paziente?

«Ehi...» saluti, o almeno ci provi.

Tizio ti offre dell'acqua da una bottiglietta, per pietà della tua gola secca o semplice praticità, visto che gli occorri ciarliero. Ti spiega che un membro del team medico federale che ti ha curato dopo la cattura ti ha somministrato una sostanza letale a effetto ritardato, tempo sufficiente per tornare a casa e spararsi in testa. A quanto pare i Deadlock le hanno ucciso il fidanzato in un colpo ad Albuquerque e tu sei il sospettato numero uno. Quanti drammi.

«Carino da parte tua venire a trovarmi.»

«Non abbiamo concluso.»

«Dove sono i miei fiori?»

«Senti, ragazzo-»

«Com'è che ti chiami, tío

Ti lancia un'occhiataccia. Non gradisce le interruzioni, buono a sapersi. Vuoi conoscere il suo nome, l'organizzazione a cui appartiene, il suo ruolo nelle indagini. Sei in un fottuto ospedale e con le talpe che i tuoi hanno tra i distintivi è possibilissimo che tentino un salvataggio. O un'esecuzione. D'altronde sai fin troppe cose. Entrambi i casi sono i benvenuti, piuttosto che marcire in gattabuia. Preferiresti non morire e mantenere la libertà, comunque.

«L'incontro ravvicinato con la morte non ti ha insegnato niente, vedo.»

«Non è il primo, non sarà l'ultimo. La mia è un'occupazione movimentata, sai.»

«Di cui ti conviene parlare.»

«Spiacente, non sono uno spione.»

«Se credi che i tuoi cosiddetti fratelli verranno a salvarti sei più stupido di quanto pensassi. Non sei niente per loro.» Sbuffi divertito. «Svegliati, ragazzo. Sei una pedina sacrificabile.»

Sospiri ai suoi tentativi di spaventarti. Non ha offerto una diminuzione di pena, o il programma di protezione testimoni, che in tutta sincerità è l'unica opzione per cui canteresti, il che significa che spifferare non ti porterà alcun vantaggio. Tizio sta sprecando il suo tempo e più rimani qui, più le chance della banda di raggiungerti aumentano. Non ti sbilanci a giudicarlo idiota, scommetti che abbia l'edificio sotto controllo con l'ausilio dei federali e due o tre protocolli nell'eventualità di un attacco, tuttavia dubiti che sia a conoscenza delle risorse che i Deadlock possiedono. La gang è famosa per la violenza e l'uso dell'artiglieria pesante, show rumorosi che finiscono sulle prime pagine, ma jefe Randy era uno furbo, che ha messo radici negli uffici e nelle aule dei tribunali, che aveva info sporche sulle persone giuste, e questi contatti ben celati non sono spariti con la sua dipartita. In sintesi i tuoi fratelli sanno dove venirti a raccattare e nessun Tizio, Caio o Sempronio sarà in grado di impedirglielo.

Tizio schiocca le dita sopra il tuo viso. Gli occhi ti si sono chiusi mentre ti perdevi nei tuoi pensieri. L'uomo prende il fatto per spossatezza e ti abbandona alle cure del medico, con la sua collega a sorvegliarti. Effettivamente sei fiacco. Non sai neanche da quanto sei lì, ma il caro dottore, nervoso e sudaticcio, ti informa che sono trascorse quattro ore dal tuo ricovero e che ne occorreranno minimo quarantotto per ritrovare le energie perdute. Poi, però, nell'accomiatarsi dice qualcosa che fa trottare il tuo cuore. Meno male che il battito cardiaco non è segnalato dai macchinari e che l'amica in nero non si è accorta di nulla.

Il messaggio ti prepara all'esplosione che avviene circa un'ora più tardi da qualche parte nell'ospedale. Una distrazione. La guardia estrae la pistola e si piazza davanti all'entrata, la sola via d'accesso, ma non importa che la stanza sia priva di finestre, perché i ragazzi ne creano una proprio in quel momento. Sotto il tuo letto.

Cadi nel vuoto e urli peggio che sulle montagne russe, con la tizia sbalordita che ti osserva discendere piano dopo piano nelle profondità del seminterrato. È troppo lontana per vedere cosa succede laggiù: una pedana ferma dolcemente la tua caduta grazie al meccanismo magnetico del lettino e ti ritrovi a ridere senza fiato mentre un gruppo dei tuoi ti slega e ti carica di peso su un mezzo blindato, un magnifico fuoristrada d'assalto russo, di cui siete di recente entrati in possesso.

«Mettiti questi, Jes. Basta avere il culo al vento, o mi sanguineranno le palle degli occhi.»

Esplodete tutti in una sonora risata, sballottati dalle manovre dell'autista e circondati dall'epico casino all'esterno. Getti il camicie ospedaliero da parte, indossando calzini, jeans, scarpe e maglietta, e ti allacci le cinture. L'inseguimento non dura molto e in men che non si dica ve la siete filata da Santa Fe con alle spalle poliziotti fumanti, politici in imbarazzo e giornalisti affamati.

 

Viejo = vecchio

Tío = zio

Jefe = capo, boss

 


Note dell'autore:

Mai giocato a Overwatch ma mi piacciono il design e le storie dei personaggi. Leggendo poi delle ficci in inglese, mi sono affezionata a Jesse McCree, perciò sentivo di dover scriverci su qualcosina, resistendo alla fortissima tentazione di aggiungere elementi soprannaturali con il Deadeye. Avevo tante di quelle idee... una era semplice e carina, ma mi sono trattenuta u_u
Avverto che sarà la prima e ultima ficci su Overwatch, devo semplicemente esorcizzarlo dal mio corpo e poi non ci penso più XD
Questa comunque è la prima storia che scrivo in seconda persona, e ne sono piuttosto soddisfatta!
Ho riletto due o tre volte, ma se mi sono scappati errori non esitate a dirmelo ^^

  
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