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Autore: diamond286    18/05/2017    0 recensioni
Quando incontrai per la prima volta i suoi occhi non credevo che si sarebbero insinuati nella mia mente a tal punto da non andarsene più via, non credevo nemmeno che lui con il suo carattere, i suoi difetti e il suo modo di fare sarebbe riuscito a superare quel muro di ghiaccio che avvolgeva il mio cuore... eppure è successo. Vi capita mai di guardare una persona che in quel momento vi sembra un individuo senza importanza e il momento dopo è la cosa più importante della vostra vita, quella senza la quale non riuscireste a vivere e tutto questo grazie ad un piccolo ed insignificante dettaglio... ma infondo non sono proprio le cose più piccole a farci cambiare idea su una persona? Perché infondo basta anche solo un gesto, un abbraccio, una carezza, una dimostrazione d'affetto a farci battere di nuovo il cuore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Passò una settimana da quel giorno e le cose tra me e Erik non erano cambiate rispetto al primo giorno in cui ci siamo conosciuti, ognuno faceva quel che gli pareva senza dover dare spiegazioni agli altri, d'altro canto a me questa cosa non mi dispiaceva per niente, infondo era quello che avevo sempre voluto, ma dall'altra parte c'era qualcuno a cui questo non andava bene. Doris vedendo il suo piano andare in fumo cercava in tutti i modi di farci parlare o per lo meno farci stare nella stanza per più di un minuto, ma questo era del tutto inutile perché tra di noi si era instaurato un silenzio che difficilmente si sarebbe sciolto. Questa mattina ho tardato ad uscire, sapedo che se avesse visto prima Eik di me non avrebbe fatto con lui le solite scenate che fa con me, prima o poi dovrò fare quattro chiacchere con quella donna, è diventata troppo opprimente per i miei gusti. Fa più freddo del solito oggi, si vede che si sta avvicinando l'inverno, mi stringo nella mia sciarpa di lana cercando di riscaldarmi, quando arrivo davanti al cancello della scuola alzo lo sguardo scorgendo immediatamente Erik appoggiato ad esso in dolce compagnia, sta dando spettacolo con "Miss oca senza cervello Caroline Ride", la ragazza più popolare della scuola, figlia di una famiglia facoltosa, capo cheerleader e sopratutto la ragazza con il cervello più piccolo del pianeta, anche un asino è più intelligente di lei poverino non sa in che guaio si è cacciato quando si fissa con qualcuno è peggio di una sanguisuga. La cosa che fa più orrore della scena che si svolge davanti ai miei occhi e il fatto che più che baciarlo sembra volergli staccare la faccia. Non resto un minuto di più in questo posto e mi avvio direttamente nella mia classe, almeno li posso stare in pace finchè non suona la campanella. Poggio lo zaino nella sedia accanto a me e metto la testa sopra il banco coprendola con le braccia, avevo visto giusto, Erik è proprio come lo avevo immaginato, se quel giorno avevo pensato che lui potesse essere diverso beh mi sono potuta ricredere subito, tempo neanche due giorni e già si era ambientato perfettamente nel gruppo dei più popolari, quelli che ti sfottono se non sei perfetta o ricca come loro, se non vesti firmato, se non vai alle feste o in discoteca, insomma chiunque non faccia la loro vita. Avrei potuto far parte anche io di quel gruppo tanto agognato da mezza scuola i requisiti li ho tutti, in più sono la figlia dell'uomo più ricco di questa città, nessuno eguaglia il potere che mio padre in questi anni ha acquisito, il problema in tutto ciò e che non sarei stata me stessa se avessi accettato di fare quella vita. Io non sono il tipo di ragazza che pensa solo al trucco, vestiti o a farsi il ragazzo più popolare della scuola, sono più il tipo di ragazza che preferisce leggere un libro piuttosto che andare in discoteca, che preferisce essere quella che è veramente piuttosto che essere falsa davanti alla gente facendosi passare per quella che non è. E proprio per aver rifiutato che all'inizio venni etichettata come "la sfigata", erano cominciate le prese in giro, gli scherzi, l'inferno e sapete com'è io posso avere molta pazienza ma prima o poi quella finisce, fu così che verso metà anno, stanca di tutto quello che stava succedendo mi sono ribellata, e diciamo che il finale non è stato molto piacevole, mi hanno sospesa per una settimana ma almeno hanno capito con chi avevamo a che fare, fortunatamente grazie all'influenza di mio padre ho evitato la bocciatura. Da allora tutti mi temono e nessuno si avvicina, credono che io sia pericolosa a tal punto che anche il solo parlarmi mi farebbe scattare, e diciamocelo non mi dispiace neanche questa di situazione, ritornando al discorso di prima, il bell'imbusto che il primo giorno di scuola aveva fatto tutto il tenerone, non ha perso tempo ad entrare nella giostrina della popolarità, gli hanno offerto il posto e lui se lo è preso come se questo poi nella vita contasse, ogni tanto salta le lezioni o entra in ritardo, la sera va alle feste e torna a notte fonda ubriaco fradicio e Doris poverina si deve rompere le ossa per riportaro in camera sua, come se avesse bisogno di una balia, non è più un bambino, se si fa male amen, impara la lezione. Il suo banco ormai non è più vicino al mio, si è trasferito vicino ai suoi bei compagnucci d'avventura, com'è che aveva detto quel giorno? "non mi interessa... a me questo posto piace quindi resto qui" certo resto qui un corno, ma infondo non me ne frega nulla, lui può fare tutto quello che gli pare e piace senza rendere conto a nessuno figuriamoci a me. Il suono della campanella interrompe i miei pensieri, che palle un altro noiosissimo giorno di scuola, e la prima materia è matematica un vero strazio, la mia posizione non cambia nemmeno quando entra il professore, alzo solo lo sguardo per vedere la sua espressione facciale... ohoh poveri ragazzi oggi ne vedremo delle belle. Comincia a fare un appello e fin qui tutto bene ma il suono della porta che si apre fa interrompere quella noiosa cantilena che si ripete ogni stramaledettissima giornata, indovina indovinello chi è entrato nell'aula dopo un lungo giro panoramico nel bagno?
​- Signor Blackwood, è in ritardo anche oggi, forse lei non ha capito che l'inizio delle lezioni equivale al suono della campanella e che in quel momento la sua regale persona dovrebbe essere seduta nella sedia per aspettare l'arrivo dell'insegnante - il vecchietto si è scaldato.
- Io invece ho capito che dovrebbe fare una sana scopata, sa dal tono di voce acido come un limone capisco che forse sono decenni dall'ultima volta - ed io capisco che questo ragazzo il cervello lo ha perso totalmente, si è praticamente scavato la fossa da solo.
​- Ma come si permette!!! Maleducato che non è altro!!! - attenzione... attenzione... mayday... mayday il vecchio bacucco sta per esplodere, solo allora noto gli occhi della classe su di me, ma possibile che debba sempre intervenire io per calmare le ire scatenate del vecchio ammuffito, a quanto pare da quando ha scoperto che io ero l'unica ad andare bene nella sua materia mi ha preso in simpatia ed ogni volta che faccio qualche richiesta questa viene subito accolta senza battere ciglio, a giudicare dalla tonalità di viola che ha assunto la sua faccia forse è meglio intervenire prima che gli venga un infarto.
​- Mi scusi - dissi alzandomi dalla sedia, ovviamente la sua attenzione si catapultò immediatamente su di me e non solo la sua anche quella del pallone gonfiato che ha causato tutto questo trambusto.
​- Possiamo risolvere in fretta vorrei cominciare la lezione se non le dispiace - detto questo mi rimisi seduta sulla sedia, il resto sarebbe venuto da sè.
- Ha ragione signorina Rose mi scuso per la perdita di tempo, per questa volta se l'è cavata signor Blackwood ma alla seconda occasione che si presenterà avrà l'onore di conoscere la preside, ed ora vada a sedersi vicino alla signorina Rose e non mi faccia perdere altro tempo -
​- Il mio posto non è quello -
​- Decido io qual'è il suo posto, si sbrighi vada a sedersi - fortunatamenre stette zitto e ubbidendo al professore, venne a sedersi vicino a me, che bello se avessi saputo che sarebbe andata a finire così non avrei fiatato.
​- Sarai contenta ora... si puo sapere perchè ti sei intromessa insomma se mi spediva dalla preside avrei saltato l'ora - mi sussurro il tutto con un tono di voce arrabbiato, come se gli avessi tolto il suo bene più prezioso, che odio.
​- Guarda che l'ho fatto per non peggiorare la situazione di questi poveri martiri -
​- Che vuoi dire? - il suo sguardo assunse un velo di curiosità.
- Voglio dire che se prima all'interrogazione avrebbe avuto pietà di qualcuno con il tuo grazioso intervento le speranze di avere dei sopravvissuti si sono azzerate -
​- Aspetta... e tu come fai a sapere che oggi il vecchietto acido interrogherà? - sorrisi, soltanto io sapevo questo piccolo trucco e di certo non lo avrei rivelato al primo che passa.
- Questo non te lo dico... piuttosto spero per te che tu abbia studiato perchè la sua vittima preferita oggi sei tu - dissi abbandonando la testa di nuovo sopra al banco.
​- Secondo me mi stai solo prendendo in giro -
- Come vuoi tu -
​- Signor Blackwood si alzi per l'interrogazione e venga alla lavagna... SUBITO!!! -
- Ma come... hanno ragione gli altri sei una specie di strega -
- Quello che pensano gli altri non è un problema mio... piuttosto vedi di sopravvivere all'interrogazione... perchè da quello che posso intuire non sai un bel niente... buonafortuna - conclusi il mio discorso con un sorriso di scherno, devo dire che qualche volta il karma punisce chi di dovere.

Devo dire che oggi la lezione è molto interessante, la faccia di Erik davanti a quell'equazione è esilarante, ma ancora di più sono i tentativi di Caroline di suggerigli i risultati. oltretutto sbagliati. Non l'ho mai visto così in difficolta come adesso, di solito per qualunque cosa mantiene sempre il sangue freddo, invece adesso fa quasi tenerezza, ho detto quasi eh. Ma ovviamente il signorino deve avere sempre una fortuna immensa perchè il professore esce fuori per una chiamata urgente lasciando Alberto, il bidello, a sorvegliarci per far si che nessuno suggerisca, ma questo non accade mai poichè ogni volta lui fa finta che nessuno stia parlano, permettendo di suggerire, l'ho sempre detto che ci sono persone troppo buone in questo mondo schifoso.
​- Caroline smetti di sbraitare come una gallina e aiutami!! Non ho capito niente di ciò che mi hai detto!! - che educazione, ma poi è talmente disperato da non capire che lei la soluzione se la sta inventando, insomma il buon senso dov'è andato a finire... nel cesso?
​- Idiota se continui a farti suggerire da lei prenderai comunque un due, ma non lo capisci che si sta inventando tutto, non riescie a prendere una sufficienza lei figurati farla prendere agli altri! Cerca di svegliarti e di capire chi ti puo essere davvero utile perchè se continui così prevedo un insufficienza in arrivo! - non ce la facevo più va bene essere in difficoltà ma essere talmente cretini da non capire una cosa del genere mi sembra il colmo.
​- E chi sarebbe la persona che mi potrebbe aiutare tu forse? Non mi sembra che fino ad ora dalla tua bocca sia uscito qualcosa di utile!! -
​- Io aiuto chi mi pare -
- Ragazzi vi conviene sbrigarvi da un momento all'altro potrebbe arrivare il professore... Alexa per favore fallo per me, aiutalo, sei un asso in matematica, ti basterebbero due minuti per dettargli la soluzione, su avanti che ti costa - certo che un po di fatti suoi no eh? Alberto è sempre stato così ogni volta che vede qualcuno in difficolta cerca di aiutarlo ma siccome la sua istruzione arriva fino alla terza media, quando non può arrivarci lui, riesce sempre a trovare qualcuno che prenda il suo posto. Certo è anche vero che potrei rifutarmi ma poi lui farebbe quella faccina da cucciolo bastonato, che devo dire fa più tenerezza di quella del gatto con gli stivali di shreck.
​- Uffa e va bene ma è l'ultima volta... tu apri bene le orecchie e comincia a scrivere - riuscì a fargli scrivere l'esercizio giusto in tempo, alla fine il professore gli mise la sufficienza nonostante questo gli costò molto.
​- Grazie - mi disse Erik non appena tornò a posto.
- Non mi ringraziare se non fosse stato per Alberto non avrei mosso neanche un braccio per aiutarti -
​- E allora perchè hai impedito che Caroline dicesse altre sciocchezze? -
​- Perchè non sopporto le oche che parlano anche quando devono tenere la bocca chiusa - sbuffai, la verità è che non sapevo neanche io perchè lo avevo fatto, di solito non intervenivo mai per aiutare qualcuno, tranno quando Alberto riconosceva l'errore, fortunatamente quasi mai, però con lui non ho potuto trattenermi, ed il fatto che quell'oca si stesse fingendo una grande esperta di matematica per poter apparire intelligente davanti ai suoi occhi quando invece non era così, mi aveva dato ancora di più suoi nervi, ma questo ovviamente lui non doveva saperlo.
​- Beh comuqnue io ti ringrazio lo stesso, se non fosse stato per te avrei sbagliato tutto, dovevo capirlo prima che Caroline era una capra in matematica -
​- Effettivamente... tu non hai mai visto una sua interrogazione ma ti posso assicurare che la tua ragazza è una vers tragedia -
- Non è la mia ragazza -
​- E allora come la devo chiamare... forse scopamica è più adeguato? -
- Fatti i fatti tuoi... o devo pensare che tu sia gelosa? -
​- Ma per favore quando succederà i pinguini voleranno! -
​- Bene allora questi non sono fatti tuoi! -
- Perfetto! -
Da li in poi non so cosa sia successo perchè crollai sul banco, dormendo per tutte le ore di lezione, risvegliandomi solo al suono della campanella che segnava la fine della scuola, così mi alzai presi le mie cose e tornai a casa.

Era notte fonda quando venni svegliata da un rumore di vetri rotti, accidenti sempre la solita storia, potrebbe almeno non distruggere tutta la casa. Mi alzai accendendo la torcia del cellulare per illuminare la strada, quando scesi puntati la luce sul responsabile di quel fracasso, sapendo già chi fosse, ma quello che vidi fu totalmente differente dalle altre sere, Erik si trovava per terra tra i cocci del vaso posizionato all'entrata che evidentemente aveva rotto nel tentativo di mantenersi in piedi, era ricorperto da piccole ferite alle mani che a prima vista potevano essere state causate dalle schegge del vaso andato in frantumi, ciò che smontò la mia ipotesi fu il labbro sanguinante e il grosso lividi che si stava formando sul suo zigomo destro. Poi infine ci fu il colpo finale, quel piccolo dettaglio che senza l'aiuto della luce non avrei potuto vedere il mattino successivo, fu quello a mandarmi completamente fuori di testa.
​- Non lo aiutare!! - ero fuori di me, tanto da urlare contro la povera Doris che stava solo cercando di fare la cosa giusta.
​- Alexa calmati, ragiona lui... -
​- Alexa un corno!! Adesso basta!! Fino ad oggi ho sopportato ma adesso la mia pazienza ha raggiunto un limite!! Come ti permetti di entrare in casa in queste condizioni!! Come!! Non sei tu il padrone qui dei rispettare le persone che ci vivono!! Sei solo un ragazzino viziato che si crede il padrone del mondo, ma ti do un avviso non lo sei!! - alle mie parole qualcosa in lui scattò, si alzò per darmi uno schiaffo ma i suoi riflessi erano lenti ed io non ero una delle solite ragazze che restano ferme aspettando di ricevere una violenza dopo l'altra, così gli presi il braccio torcendoglielo indietro.
​- Hai capito adesso io non sono come tutte le altre che hai conosciuto, ti posso assicurare che con me i tuoi trucchetti non funzionano - continuavo a stringere sempre di più, non mi importava chi fosse, per me era solo un verme da schiacciare.
- Adesso basta!! Lasciagli il braccio Alexa ora!! - la voce di Doris mi risvegliò, mi resi conto in quel momento di quello che sarebbe potuto succedere, questa volta nemmeno mio padre avrebbe potuto fare qualcosa. Lo lasciai andare e andai di sopra chiudendo la porta di camera mia a chiave, era da tempo che non mi succedeva una cosa del genere, quella notte piansi, piansi perchè quella parte che avevo cercato di nascondere era tornata a galla dopo tanto tempo, e con essa erano tornati i ricordi, quelli che avevo seppellito in un angolo della mia mente.
​Quella mattina ero intenzionata a ignorarlo come sempre non sapevo cosa avrei potuto fare se avessi iniziato a parlarci, ma quando lo vidi a colazione senti la rabbia salire un altra volta, la sua espressione era neutrale come se non fosse successo niente.
​- Cosa hai fatto ieri sera? -
​- Niente che ti interessi - era pure scocciato il signorino, ma adesso mi sente non può fare finta di nulla non dopo quello che ha combinato.
​- Non ti ricordi nulla di quello che è successo ieri sera? -
​- No, quando mi sono svegliato ho il livido, il labbro e i segni sulla mano ma non ricordo come me li sono procurati, e mi fa anche male il braccio come se tutto questo non bastasse -
​- Come immaginavo... sei proprio un idiota - lo sussurai a bassa voce ma a quanto pare lui riuscì a sentirlo lo stesso.
​- Cosa hai detto? -
- Ho detto che sei un idiota!! Dici di non ricordare quello che è successo, ma scommetto che non ricordi solo da un certo punto della serata, e ti posso anche dire da dove. Tu sei uscito con i tuoi amichetti come al solito, non so deve e nemmeno mi interessa, sarete andati ad ubriacarvi in qualche bar ma questa volta non contenti avete voluto provare qualcos'altro, qualcosa di più forte, talemente tanto che ti ha fatto sballare la testa dico bene? E da li che non ricordi più niente vero? -

- Non hai nessuna prova, smettila di insinuare cose del genere!! -
- Invece ti sbagli carino!! Io ho una prova ben precisa, stampata nella mia mente, Quando sono scesa stanotte e ti ho puntato la luce contro ho visto i tuoi occhi, erano rossi, facevano quasi spavento!!! -
​- Va bene forse ho preso qualcosa, ma questo non deve interessarti, posso fare quello che voglio e niente e nessuno può impedirmelo neanche una ragazzina viziata come te!! -
​- E qui che ti sbagli, io posso impedirtelo eccome perchè se tu non lo avessi ancora capito si dia il caso che io sia la padrona di casa, ti posso buttare fuori di qui quando e come voglio hai capito, tu qui sei un ospite e Doris anche se non sembra è comunque una persona pagata per obbedire agli ordini che gli vengono imposti. Questa casa non è un albergo hai capito, non me ne importa niente se sei il figlio di qualche importante imprenditore, quindi se vuoi continuare a dormire in un letto caldo e comodo ti conviene rigare dritto, smettila di ubriacarti, smettila di far tutto ciò che hai fatto in questi giorni, non provare mai più ad aggredire me o chiunque altro in questa casa, perchè se proprio lo vuoi sapere il dolore al braccio te l'ho procurato io per difendermi da te, quando ti ho detto tutto ciò che pensavo mi hai quasi dato uno schiaffo!! Io non sono Doris che ti rimbocca le coperte e non ti dice nulla per paura che tu reagisca male ok?! Io ti affronto e se tu provi a reagire io reagisco a mia volta intesi!! -
- E se non volessi seguire il tuo consiglio? -
​- Allora puoi pure prepare le tua valigie per tornartene a casa!! -
​- Tuo padre non lo permetterebbe mai, si incazzerebbe a morte con te!! - disse sbattendo le mani sopra il tavolo.
- Ma sai quanto me ne può fregare di quello che vuole mio padre, ci abito io in questa casa, mio padre resta solo qualche giorno e poi riparte, quindi posso decidere benissimo tutto quello che voglio, non ho paura delle sue reazioni come avrai già ben notato quindi non ti aggrappare a questa scusa perchè è decisamente pessima. Ti consiglio di fare quello che ti ho detto altrimenti i risultati non ti piaceranno - detto questo mi alzai e andai in camera mia, qui si deve riprendere in mano la situazione e se non si può fare con le buone lo si fa con le cattive.
Nota d'autrice
Ciao a tutti, questo è un capitolo un po lughetto, come sempre spero che vi piaccia e fatemi sapere cosa ne pensate.
​Baci diamond286


 
   
 
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