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Autore: Syerra    19/05/2017    3 recensioni
"Tsubasa respira e cerca di mantenere il controllo” gli sussurrò in un orecchio Taro, il capitano si mosse sconnessamente sulla sedia, vide che anche gli altri compagni della Nankatsu guardavano meravigliati la donna di fronte a loro. Chi si sarebbe mai immaginato che il medico sportivo sarebbe stata la loro ex compagna di scuola.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genzo Wakabayashi/Benji, Sanae Nakazawa/Patty Gatsby, Tsubasa Ozora/Holly
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ed ecco il nuovo capito, ci ho messo un pò a scirverlo e a postarlo.
Buona lettura a tutti





Riuscirono a sistemare le valige nelle due macchine, il minivan di Sanae fu una manna dal cielo.
Quando fu il momento di partire Soichiro si impuntò sul voler viaggiare nella macchina di sua zia, così la ragazza si trovò insieme ai bambini e il portiere
“Lascerò le coppiette insieme”
Dopotutto non le era andata male, l'unica pecca era che aveva dovuto cedere il suo posto di guida a Genzo, all'inizio l'aveva presa un po' come un insulto, come se non si fidasse di una donna alla guida, ma non volendo partire col piede sbagliato cedette.
Era un viaggio abbastanza tranquillo, i bambini parlavano tra loro di giochi, animali e di calcio, mentre Hitomi guardava il paesaggio fuori dal finestrino, -forse è arrabbiata per la macchina- pensò Genzo, poi alla radio partì l'hit del momento, la sentì canticchiare seguita a ruota dagli altri due passeggeri e alla fine si ritrovò coinvolto anche lui.
“Se ti dovesse andar male con la carriera da calciatore potresti provare con quella da cantante”
“Ci avevo già pensato”
“Sicuramente avresti uno stuolo di fan”
“Tu dici?”
Genzo assunse il suo sorriso sghembo, quello che la faceva imbambolare -Non fissarlo troppo- tentò di riportare l'attenzione sul paesaggio, non doveva iniziare a provare nulla per quell'uomo.
Senza volerlo l'occhio del portiere cadde sulle game scoperte della ragazzina -Contegno Genzo, ma dico perché si è messa un paio di pantaloncini così corti-
La casa prenotata da Yayoi era bellissima, una villa su due piani. Al piano terra vi era un grande salone, la cucina, due camere da letto e un bagno, al piano superiore invece c'erano quattro camere da letto, dove si posizionarono le due coppie sposate, e due camere dove in una vi era un letto singolo con uno a castello e una più piccola singola. Hitomi si propose di dividere la camera con i due bambini
“No ci vado io con loro, così staremo tra ragazzi, che ne dite?”
“Siii, scusa zia, ma preferiamo stare con Genzo”
“Grazie mille per la considerazione, be vado a prendere la mia valigia”
Con immensa sconsolazione fissò la scala a chiocciola, non sarebbe stato facile portare il bagaglio a destinazione, con molta attenzione arrivò a metà scala imprecando mentalmente. Stava per riprendere la scalata quando si sentì portare via la valigia, con uno sguardo meravigliato seguì il portiere che in un attimo fu in cima alle scale.
“Grazie”
“Figurati, rischiavi di far venir notte. Forza cambiati che si va in spiaggia”
Hitomi lo fissò in malo modo, da quando in qua aveva tutta quella confidenza con lei?! Con un gesto secco prese il bagaglio e si chiuse in camera sua.
-Ma chi gli ha chiesto di aiutarmi?! Stupido sbruffone, sexy pallone gonfiato… no no no, niente sexy, managgia Hitomi datti una calmata- pensando a ciò svuotò la valigia, prese la borsa da spiaggia con il telo e la crema solare, per poi indossare il costume e il copricostume continuando a inveire mentalmente contro il portiere.

La spiaggia privata era proprio bella, una piccola baia delimitata da entrambi i lati dagli scogli, la sabbia era pulita e vi era qualche lettino per prendere il sole e un paio di ombrelloni. I bambini corsero subito in acqua, Sanae gli urlò di stare attenti, ma Soichiro e Keitaro erano già presi a giocare, vedendoli così felici non se la sentì di sgridarli per non averla ascoltata.
Iniziò a spargersi la crema solare sul corpo, non voleva di certo scottarsi il primo giorno. Quando stava per mettersene dell'altra sulla mano, si vide portare via il flacone da Tsubasa
“Ti aiuto a spargerla sulla schiena”
Appena le forti mani del ragazzo si appoggiarono sentì una leggera scossa sulla sua pelle, percepì il tocco deciso ma allo stesso tempo delicato del suo uomo, era partito dal centro con movimenti circolatori successivamente passando sulle sue spalle. Poi la bocca di Tsubasa le solleticò l'orecchio sinistro mentre le diceva
“Non sai cosa darei per essere da soli. Ti toglierei questo costume e inizieremmo a fare l'amore”
istintivamente le partì un piccolo gemito, il suo basso ventre si stava contorcendo, voleva fare anche lei l'amore con lui, ma non erano da soli. Per fortuna Tsubasa si staccò da lei, se no gli sarebbe saltata addosso.
“Ahhhh ma che ti sei messa?”
“Cosa Hikaru?”
“Hai capito bene, che cos'è quella roba che hai addosso”
“Un costume”
“Forse vorrai dire metà!”
Hitomi fissò scioccata l'amico, indossava un semplice costume nero con dei fiori tropicali, il reggiseno a triangolo e la mutande a brasiliana, certo lasciava parte della pelle scoperta, ma non pensava fosse volgare.
“O lascialo perdere, te lo puoi ben permettere col fisico che hai”
“Yoshiko ma che dici, è quasi completamente nuda”
I due coniugi stavano iniziando un battibecco quando furono bloccati da un urlo di Jun che guardava con orrore il costato destro di Hitomi
“Ma che cavolo hai li?!”
“Un tatuaggio”
“E perché ce l'hai?!”
“Perchè lo volevo”
“Sanae perché hai permesso che lo facesse? “
“L'ha fatto da maggiorenne, il corpo è suo. Non mi sembra una cosa così grave”
Hitomi sentendosi sempre più in imbarazzo e furiosa fece un profondo sospiro e si allontanò andando in acqua prima di poter dire o fare qualcosa di altamente compromettente. Quei due la trattavano ancora come una bambina, mentre lei era cresciuta e poteva benissimo prendere le sue decisioni. Non capiva perché Jun si era incavolato tanto per il tatuaggio, non era enorme. Un bel mandala di lato sul costato. Ci aveva messo più di sei mesi per sceglierlo, voleva qualcosa che fosse una sorta di tributo a suo fratello, ma allo stesso anche per se stessa. Poi un giorno Hiro le aveva disegnato il soggetto spiegandole cosa significasse e se ne era innamorata, la cosa che le piaceva i più erano i petali che sembravano trasformarsi in piume. Se ci pensava intensamente poteva ancora sentire il dolore che gli aveva provocato farlo, ma ne era nettamente valsa la pena
Genzo aveva assistito a tutto ciò in silenzio, aveva ben notato anche lui il costume della ragazza, non era niente di compromettente, ne aveva visti di ben più volgari e come diceva Yoshiko se lo poteva ben permettere. Il fisico era asciutto e tonico, doveva portare una seconda di reggiseno e aveva già notato il sedere di Hitomi, ma vederlo coperto da quel micro costume lo aveva quasi mandato il tilt. Persino il tatuaggio gli piaceva, nonostante lui non ne fosse un fan, delle volte trovava che i suoi compagni esagerassero con tutti quei disegni sulla pelle, ma quello di Hitomi non era enorme e in un punto non sempre visibile. La vide buttarsi in acqua e allontanarsi dal resto del gruppo, non seppe bene il perché ma la seguì
“Tutto bene?”
“Sì.. no, mi trattano come se fossi una bambina”
“Non sei per nulla una bambina… lasciali perdere. Su forza vediamo chi raggiunge per primo gli scogli”
Hitomi ne fu piacevolmente stupita, non pensava che Genzo si sarebbe avvicinato e gli chiedesse come si sentiva, soprattutto dopo quel piccolo screzio della mattinata. Sentì il suo cuore scaldarsi e capì che ormai ne era irrimediabilmente cotta.

Verso le prime ore del pomeriggio arrivò anche Taro insieme alla sua ragazza, la francesina fu subito simpatica a tutti, soprattutto a Sanae. I due raccontarono della loro breve vacanza dalla madre del calciatore, che era stata estremamente gentile e simpatica. Durante la cena Isabel raccontò di come avesse conosciuto Taro attraverso una campagna pubblicitaria, era stata lei a spingere l'intero ufficio marketing della marca a prendere il giapponese come testimonial.
“Perciò sei stata tu a fare la prima mossa”
“Sì, se aspettavo lui campa cavallo”
“Ma se ti ho invitato io a cena”
“Amour se non mi fossi presentata per prima e non ti avessi, come si dice, a si dato dei chiari segnali, non credo mi avresti invitata”
Taro roteò gli occhi, era sempre così con Isabel, doveva avere sempre l'ultima parola, ma era una delle tante cose che gli piaceva di lei. Amava la sua schiettezza,il modo in cui raccontava le cose, adorava persino il suo modo di gesticolare mentre parlava. Vedendo che continuava a prenderlo in giro le agguantò delicatamente il mento e le diede un bacio dicendole che così sarebbe stata un po' zitta.

Dopo la bella serata si ritirarono ognuno nelle proprie stanze, Yayoi finì di passarsi la crema alle rose su tutto il corpo, gliela aveva regalata Jun dicendole che amava quell'odore sulla sua pelle. Ripensò alla giornata in spiaggia, aveva capito fin da subito quale fosse il problema di Jun e Hikaru, per questo non si era tanto stupita del loro comportamento.
Il marito entrò dentro la stanza e si sedette accanto a lei con solo i pantaloni del pigiama, come sempre era dannatamente bello. Scosse la testa, doveva parlargli e sapeva bene con quale pretesto poteva avvicinarsi. Si posizionò dietro la schiena e iniziò a massaggiargli le spalle. Lo sentì rilassarsi ed emettere un piccolo mogugnio di piacere
“Mi piace quando mi coccoli così”
“Viziato…. Dovreste chiedere scusa a Hitomi”
“Yayoi non iniziare”
“E' rimasta male dal vostro comportamento”
“Amore non abbiamo detto nulla di male, l'hai vista?! Indossava un micro costume indecente e ha un enorme tatuaggio sul costato. Per fortuna siamo in una spiaggia privata, se no cosa avrebbe pesato la gente vedendola in quel modo”
“O mio dio Jun da quando sei così bacchettone?!Il suo costume non ha nulla che non va e il tatuaggio non è enorme”
Jun tentò di scansarsi, ma Yayoi non mollò la presa sulle sue spalle, vi si appoggiò sopra con po' di forza, fece un profondo respiro prima di parlare
“So qual'è il vero problema, non parte di certo da oggi, ma dall'incontro del raduno”
Il ragazzo con un gesto veloce si scansò da lei e la fissò con uno sguardo accigliato
“A si saputella, sentiamo la tua teoria”
l'infermiera continuò a guardare il marito con il solito sguardo dolce, le faceva tenerezza
“Il problema è che Hitomi non è più quella che conoscevate. L'ultima volta che l'avete vista era una ragazzina di tredici anni, smilza e con due trecce lunghe, mentre ora vi si presenta una ragazza fatta e finita con due gambe chilometriche e un corpo da urlo. Per voi è sempre la stessa bambina, ma appena qualcuno o lei stessa vi fa vedere quanto è cresciuta vi allarmate ed entrate nel panico”
“Non è ver”
non riuscì a finire la frase, Yayoi gli aveva messo delicatamente un dito sulle labbra
“Dovete farvene una ragione. Facendo così non farete altro che allontanarla, si sentirà presa in giro e crederà che non la prendiate sul serio.”
Lo sapeva benissimo, ma era più forte di lui, vedeva Hitomi come la piccola pestifera che gli faceva i dispetti, gli mancavano terribilmente i loro battibecchi. Ora che si erano ritrovati non faceva altro che allontanarla da lui, con la stessa paura di creare un ulteriore muro tra loro. Doveva solo accettare che la bambina era cresciuta. Sospirando si sdraiò sul letto trascinando sul petto la sua dolce metà, le baciò le labbra e le promise che l'indomani avrebbe chiesto scusa alla ragazza.

   
 
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