Una goccia.
Il tuo cuore aveva sempre battuto in sintonia con il mio,
un coro magnifico e glorioso d’amore che si innalzava dai nostri petti,
grande, maestoso, come noi.
Cos’era accaduto alla nostra melodia?
Forse era colpa mia;
dopotutto, ero sempre stata quella stonata.
Due gocce.
La polvere è la mia unica compagnia in questo posto abbandonato,
mentre tu attraversi quella strada.
La stessa che mi avevi rassicurata non avresti mai preso.
Sono forse stata io a spingerti in quella direzione?
O forse, la felicità che avevamo vissuto era sempre stata solo nella mia testa.
Tre gocce.
Il dolore è insopportabile,
e il mondo non è mai stato cosi blu.
Il nuoto non era mai stato per me, eppure ero li,
tremante e ansante, alla ricerca di un'ancora di salvezza,
a malapena capace di galleggiare nell'incendio di onde.
Quattro gocce.
Le tue grida e pianti riempiono le mie orecchie,
mentre ti fisso, spezzato come un fiore.
Corrotto come una sorgente naturale.
Tue.
O mie?
Eravamo sempre stati una cosa sola,
come potevo capire dove finivi tu e dove cominciavo io?
Cinque gocce.
Ti sei mai chiesto come mai siamo attratte da determinate persone?
Chimica? Destino? O semplice e pura casualità?
Forse una combinazione di tutto ciò,
un gioco pericoloso di finto arbitrio e sorrisi.
Ma il nostro era truccato sin dall’inizio.
Sei gocce.
Non c’e più niente da perdere.
In balia delle onde, ti guardo impotente mentre sorridi,
raggiante e splendente come la prima volta in cui ci siamo visti.
Le stelle erano le tue preferite, ma nessuna comparava a te.
Si dice che non bisogna guardare il sole direttamente,
e stupidamente io,
io non sono mai riuscita a distogliere lo sguardo da te.
Sette gocce.
Quel sorriso radiante, raggiante e splendente non è più rivolto verso di me,
e come una pianta avvizzisco.
La fotosintesi.
Lei è bella, intelligente e fate una bella coppia,
non è vero?
Otto gocce.
La pioggia mi era sempre piaciuta.
Il tocco freddo delle gocce d’acqua,
lavavano via i miei dolori e le mie preoccupazioni mentre danzavamo,
incuranti, bagnati e raffreddati fino al midollo.
Ridevi sempre e dicevi che ero strana.
E forse lo ero.
Ma la pioggia non è più stata la stessa dopo che te ne sei andato.