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Autore: LaSil88    20/05/2017    4 recensioni
“In attesa [...] che gli Alleati sbarchino nel giorno del D-Day [...] Vogliate osservare adesso a moment of silence”
[Human!AU - Flashfic] - Arthur Kirkland è un paracadutista londinese della 101^ divisione. Pochi minuti prima del lancio e dell’inizio del bombardamento tedesco, intorno a lui sembra esserci semplicemente il silenzio assoluto. Subito dopo, il caos.
[Partecipa alla sfida “L’oca EFPiana versione scrittura” indetta dal gruppo facebook “EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni”]
Genere: Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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    Titolo storia: A moment of silence
    Autore (su forum e EFP): LaSil88
    Prompt: “A moment of silence” di Francesco Gabbani
    Fandom: Hetalia
    Coppia: Nessuna
    Genere: Storico/Introspettivo
    Rating: Giallo
    Introduzione: “In attesa [...] che gli Alleati sbarchino nel giorno del D-Day [...] Vogliate osservare adesso a moment of silence”
[Human!AU - Flashfic] - Arthur Kirkland è un  paracadutista londinese della 101^ divisione. Pochi minuti prima del lancio e dell’inizio del bombardamento tedesco, intorno a lui sembra esserci semplicemente il silenzio assoluto. Subito dopo, il caos.
[Partecipa alla sfida “L’oca EFPiana versione scrittura” indetta dal gruppo facebook “EFP famiglia: recensioni, consigli e discussioni”]
    Note: la 101^ Divisione paracadutisti britannica è stata una delle “più sfortunate” il 6 maggio. Secondo fonti storiche, riuscirono ad arrivare a terra solo 3000 uomini nel raggio di 1000 km² ed alcuni dietro le linee nemiche. I restanti 2000 uomini atterrarono in mare e affogarono a causa del peso dell’equipaggiamento. Vi lascio con il dubbio della soppravvivenza di Arthur.

A moment of silence

    Lo aveva avvisato, quell’americano. “Prima di un lancio importante sembra che tutto il mondo smetta di fare rumore”, gli aveva detto con gli occhi azzurri brillanti di emozione. Non gli aveva dato peso, qualche giorno prima. Perché Arthur Kirkland, paracadutista britannico di ventitre anni, avrebbe dovuto dare retta ad un ragazzino americano appena uscito dall’addestramento? Il suo orgoglio inglese lo aveva spinto a guardarlo con sufficienza e a scuotere la testa, rimproverandolo di non prendere queste azioni con la dovuta serietà. In quel silenzio innaturale, in attesa dell’ora prevista per lanciarsi, il suo rimprovero gli sembrava così sbagliato e l’accusa di parlare come un vecchio comandante in pensione era maledettamente vera.
    Attorno a lui, nessuno sembrava emettere un suono, nonostante le labbra che si muovevano e i sobbalzi causati dalle turbolenze; nemmeno il suo cuore sembrava fare rumore nelle sue orecchie. La quiete era scesa in lui e nell’abitacolo, lasciandolo piacevolmente rilassato e pronto a buttarsi. La paura ed il nervosismo per quell’attacco erano spariti insieme ai suoni, dandogli un po’ di pace che non era riuscito ad ottenere nei giorni precedenti a causa di Alfred. Quando lo avrebbe rivisto a Parigi, avrebbe tirato le orecchie a quell’americano rumoroso. Una parte di lui sperava di provare ancora quella magnifica sensazione di silenzio anche in sua presenza.
    Arthur si trovò a chiudere gli occhi per qualche istante, mentre quella quiete durava ancora per un momento che pareva eterno. Si lasciò andare ad un respiro profondo, come se stesse per effettuare il lancio, prima di essere riportato bruscamente alla realtà. Il mondo intorno a lui si fece notare con la sua cacofonia di rumori, di grida e di esplosioni; l’aereo sobbalzava, mentre i suoi compagni della 101^ Divisione paracadutisti iniziavano ad indossare i pesanti zaini sulle spalle tese. I loro sguardi erano allarmati, mentre arrivava l’ordine di effettuare il lancio subito, senza aspettare alcun altro segnale. Prima ancora di rendersene conto, Arthur aveva seguito l’esempio dei suoi compagni d’armi e si era lanciato, facendo uscire il paracadute come aveva fatto ogni volta durante quegli anni di guerra. Il suo udito smise di funzionare ancora una volta, chiudendolo in una bolla di silenzio assoluto che durò un solo momento.
    Infine, nella notte del 6 giugno 1944, arrivò l’impatto.

Note dell’autrice:
    Chiedo venia! L’inizio di questa sfida si è rivelato piuttosto difficile a causa del prompt che ho ricevuto. La canzone di Gabbani è bellissima e profonda, ma è stato davvero un parto riuscire a trovare uno spunto per riuscire a scrivere. Alla fine ho sfruttato una parte del testo (quella nell’introduzione) e ho scritto questa flashfic che, spero, possa piacervi almeno un po’.
La mia dieta consiste in recensioni <3
Alla prossima,
Sil~
   
 
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