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Autore: Christine_Heart    20/05/2017    1 recensioni
Acheron lo guardò stranito, come se le parole appena dette non avevano senso.
Sorrise contento e disse:
«Papà icino!» esclamò il bimbo felice, portandosi le manine sul cuore, una sopra l'altra.
Papà! Non mi ha mai chiamato Dottore o Smith o in qualsiasi altro modo. Non ha mai chiesto il mio vero nome, il mio vero essere. Da quando ha iniziato a parlare, non si è mai rivolto a me con quel nome che adotto con tutti, con quel nome che di solito per me significa tanto, per lui sono solo papà, sono il suo papà.
«Empre!!!» disse alla fine formando un piccolo arco con le braccia.
Il Dottore sorrise intenerito mentre dentro sentiva piangere per la commozione.
«Il papà ti starà vicino in ogni momento non temere.» gli sussurrò con gentilezza, accarezzandogli con affetto la guancia.
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Sorpresa, TARDIS
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Papà Dottore'
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Capitolo 10: Un regalo inaspettato
 
5 anni
 
Era una bella giornata di primavera, e le porte del Tardis erano spalancante su di un bel giardino, dove stava giocando tranquillo Acheron, mentre il padre stava sistemando il controllo dei comandi della cabina. Stava armeggiando con un martello e altri due strumenti nella speranza di non fare ulteriori danni. Di tanto intanto dava un occhio al figlio, che sembrava divertirsi più di lui.
In verità desiderava da morire lasciar perdere tutto, e correre a rotolarsi assieme al figlio, inventarsi qualche nome strano, per dar vita ad un nuovo giochi, dove anche i dinosauri potevano volare, ma prima il dovere e poi il piacere, quindi con un sospiro il Dottore ritornò a lavoro.
Sentì il figlio ridere e dette una sbirciatina prima di rimettersi sotto. Stava armeggiando con il caccivite sonico, su alcuni controlli secondari del Tardis, disteso sulla schiena accanto alle piccole sedie imbottite gialle quando:
«Papà!!!» si sentì chiamare poi.
«Aspetta un attimo Acheron...non ti posso...» ma la frase gli morì in gola, quando sentì un tonfo improvviso e il gemere del figlio.
«Acheron!!!» chiamò subito spaventato, alzandosi di colpo.
Vide il ragazzino disteso per terra, le mani sulle grate del Tardis, così come le ginocchia e una buona parte del petto.
Il piccolo sospirò con fatica cercando di ritirarsi su.
«Ti sei fatto male?!?» chiese subito spaventato correndo da lui.
Gli scivolò accanto svelto, e l'aiutò ad alzarsi. Con calma lo sorresse fin quando non riusci a farlo sedere. Con dolcezza gli poggiò una mano sotto il mento per alzargli il volto e vedere se c'erano danni anche al faccino. Tirò un sospiro di sollievo quando si rese conto che era a posto.
Solo il ginocchio destro e le mani avevano piccole ferite colorate di rosso accesso.
«Vieni fai vedere le mani.» gli disse subito sorreggendo con dolcezza l'arto più vicino.
«Non è nulla.» disse in sussurro il bimbo per non far preoccupare troppo il padre.
Ma il Dottore decise di controllare lo stesso con la massima attenzione, e controllò soprattutto che niente si fosse rotto. Poi voltando con attenzione la mano, notò che c'era solo un brutto taglio sul palmo. Sospirò rassicurato, visto la caduta poteva andare anche peggio.
«Ecco...» disse frugandosi in tasca. «...Mettici sopra questo.» disse piano appoggiando sopra il brutto taglio un fazzoletto di stoffa. Il Dottore fece leggera pressione, e poi guardò il figlio.
«L'altra manina?!?» chiese poi ancora scosso.
«Sta bene.» rispose lesto Acheron spostandola dalla presa dell'uomo.
«E come mai è chiusa?!?» chiese vedendo che solo le nocche erano sporche del suo sangue.
Acheron indugiò mordendosi appena il labbro per cercare una giusta risposa.
«I-io...ho una cosa per te.» rispose alla fine.
«Per me?!?» domandò meravigliato il Dottore.
Non si aspettava una cosa del genere. Era raro che ricevesse regali.
«Sì, non è molto, ma volevo che fosse tuo.» spiegò il bimbo allungando la manina verso il padre che ancora lo guardava stranito.
«Come mai?» cercò di capire il Dottore.
E deglutendo nervoso Acheron aprì la mano sinistra.
Al suo interno riposava sereno un quadrifoglio verde brillante, con un sottile gambo che spariva nella manica del piccolo.
«L'ho trovato.» cercò di giustificarsi subito Acheron, quasi a voler evitare un rimprovero.
«Lo so che ho spezzato la sua vita, e questo mi dispiace, ma se ti porterà un po' di fortuna, io ne sarò veramente felice.» affermò con un sorriso timido.
Il Dottore rimase a guardare quel bel palmo che reggeva delicato quel piccolo germoglio verde dai quattro petali a forma di cuore.
«E' per me?!? Sei sicuro?!?» chiese l'uomo stupefatto.
«Sì!» rispose il bimbo come se fosse ovvio e allungò di più la manina.
«Ma no, tienilo è un porta fortuna...» acconsentì il Dottore.
«Voglio che sia tuo.» disse infine Acheron deciso.
Il Dottore alzò gli occhi su di lui, e incrociò quelli argentei del ragazzino che ormai era così cambiato dalla prima volta che l'aveva stretto a se.
Si era fatto più alto, il volto da bimbo era delicato e dolce, i capelli corti si erano dipinti di un biondo miele, e i suoi occhi di puro mercurio risplendevano solari.
Sorrise, quasi fiero di lui, e senza aggiungere altro prese con attenzione quel semplice regalo.
Lo alzò verso il suo volto, solo per guardarlo meglio.
Era di un fantastico verde brillante, e le venature più chiare presenti su ogni foglia, formavano un arco, che visto nell'insieme era un cerchio, frastagliato ed impreciso, ma bellissimo.
«Grazie Acheron!» sussurrò il Dottore commosso da quel piccolo gesto.
E senza aggiungere altro, stringendo a se quel nuovo regalo, allungò una mano e accarezzò la guancia del figlio, che sorrise sereno.

 
Continua...
  
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