Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses
Segui la storia  |       
Autore: EvrenAll    20/05/2017    0 recensioni
"Dove finiscono i sogni dimenticati?"
Sequel di Elizabeth.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Pausa
(World Coming Down - Type O Negative)






30 maggio 1991


Strinsi appena le dita della mano sulla sua schiena, in una piccola coccola, un movimento che avrei voluto riuscisse a calmarla e far rilassare la tensione del suo corpo.

Dormiva, appoggiata addosso a me, ma anche dal suo sonno traspariva agitazione.

C’era come un accordo tra noi, un sottinteso che avevamo stabilito fin dai primi giorni della nostra conoscenza: esserci.

Sì, era stupido.

Non ci amavamo nel senso convenzionale del termine, ci sentivamo relativamente poco, ma allo stesso modo in cui mi ero presentato sotto casa sua il giorno del mio licenziamento come un bambino disperato e fatto come la peggior feccia di Los Angeles, lei aveva chiamato me.

Ed ora era a casa mia, con la testa appoggiata ad un cuscino sulle mie gambe, il viso rivolto verso la mia pancia.

Mi veniva da chiedermi quanto male stesse e perchè fosse arrivata a rivolgersi al sottoscritto.

Ero andata a prenderla in aeroporto quella mattina, trovandola mogia mogia, chiusa perfino nei confronti di Morgan.

La ragazza era riuscita a scambiare solo un paio di parole con me prima di andarsene.

L’ho portata dai Guns.

Avevo inarcato le sopracciglia e scosso la testa.

Sfido stia così, non le serviva questo.

Era più che giustificato il fatto che non volesse parlare con Morgan nell’immediato.

Chi rimaneva, oltre a lei?

Joe? Escluso.

Adriana? La vedeva una volta al mese se andava bene.

Io? Ero un’altalena. Come su tutto, del resto.

Una fottuta altalena che voleva farsi una dose di eroina anche in quel momento.

Le avevo detto una bugia il giorno in cui l’avevo rivista l’ultima volta: ero stato ad una festa e…

Sospirai.

-Betty, Betty, ho bisogno di una babysitter, altrochè…-

Sentii lo spasmo di un singhiozzo farle tremare la schiena e scossi la testa.

-Ne abbiamo bisogno entrambi-

Però c’ero.

Sollevò la testa di scatto, rischiando di sbattere la fronte sul mio mento.

Aderii allo schienale del divano mentre lei si guardava intorno, persa.

-Siamo alla Hell?-

-La Hell House è vuota da un po’. Questa è casa mia-

Si staccò da me in fretta.

-Siamo da soli, Elizabeth-

-Steven- mi interruppe.

-Steven, perchè l’ho lasciato andare via? Perchè le cose sono andate così?-

Si rannicchiò su se stessa come a proteggersi: petto, pancia, nascoste dalle braccia e dalle gambe.

-Piccola, che ti succede..?-

-Io lo volevo…-

-Elizabeth: soggetto, verbo…-

-Lo volevo…-

Mi girai e le afferrai piano il viso tra le mani.

-Parla inglese, tesoro-

-Ho la nausea, Steve. Ho la nausea-

-A chi lo dici… ti serve il bagno?-

-Non ancora-

Tirò su col naso, cercando di darsi un contegno.

Sapevo di chi stava parlando ed ero stufo del fatto che continuasse a stare di merda per colpa di quell’uomo.

-Vederlo è stato peggio di quello che pensavo-

-Devi smetterla di pensare a lui, hai Joe dannazione!-

-Joe?!-

La sua espressione era deformata da un sentimento che avevamo assaggiato entrambi e che ora si stava manifestando nel peggiore dei modi.

-Joe è pallido- rispose usando un tono più alto del mio.

-Joe è tiepido-

-Joe è grigio-

Voltò la testa per smettere di guardarmi e per evitare che io vedessi lei.

-Io voglio bruciare-

-Ti sei fottuta il cervello Elizabeth-

-Io non voglio una vita mediocre! Io non voglio un amore mediocre!- sbottó con tale impeto da spegnere tutta la mia convinzione.

-Non sono capace di sentire le cose a metà. Voglio bruciare-

Era tornata ad essere la stessa anima inquieta che avevo conosciuto, ma per una causa totalmente diversa. Lo si vedeva dagli occhi. Aveva qualcosa in fondo a quei pozzi. Una scintilla che non aveva nulla a che fare con il loro colore gelato.

-Porca puttana lo sto già facendo-

Mormorò a mezza voce.

Dall’omicidio involontario della madre ad un amore impossibile.

-Metti da parte queste cose per un momento, Ellie- addolcii il tono aspettando che si voltasse verso di me e sospirai.

Aveva bisogno di tempo.

Si appoggiò a me tenendo lo sguardo basso e passò una mano sul viso per eliminare ogni traccia delle sue lacrime.

-Mettiamo tutto da parte, beviamo un caffè, stiamo qui-

Attesi invano una sua parola, quindi appoggiai la nuca allo schienale del divano e la strinsi in un abbraccio.

-Invidio la tua capacità di amare. Perchè è così, no? Lo ami e basta, anche se è passato tanto tempo-

La sentii muovere la testa in gesto di stizza, forse, o di arrendevolezza.

-Chi sa che sono da te?-

-Solo la tua amichetta-

Si rilassò in un sospiro allungando una mano alla ceca verso il bracciolo del divano, alla ricerca di un fazzoletto.

-È territorio neutrale questo, vero?-

-Sì, aiuto le persone in difficoltà- confermai: ero il primo della lista.

-Grazie Steven-

-Riposiamoci, Betty. E domani, o dopodomani, ricominceremo da dove eravamo rimasti-

















--- --- --- --- --- ---

Il prossimo capitolo sarà leggermente impegnativo^^'
Però intanto Elizabeth rimane da Steven, deve metabolizzare il concerto, deve fare i conti con alcune cose che ha volontariamente lasciato in sospeso.
E tra un esame e l'altro vi assicuro che aggiornerò presto c:

Grazie ancora a tutti quelli che leggono e a Caskett_always, sempre puntuale.
See you soon.

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Guns N'Roses / Vai alla pagina dell'autore: EvrenAll