“Perché ti
sei vestito da moschettiere? Sembri più un clochard con quei capelli sciolti,
Nara.”
“Tu
invece? Sembri più una balenottera che una danzatrice del ventre, Sabaku no.”
Vide
comparire sulla tempia della giovane una vena che pulsava in modo pericoloso,
mentre i suoi occhi mandavano lampi pericolosi. Shikamaru si era cacciato in un
guaio più grosso di lui con quella frase, ma non lo aveva fatto a posta, gli
era uscita spontanea.
Deve essere la sua influenza. È
tutta colpa sua e della sua acidità.
Non era
vero che assomigliava ad una balenottera. Quel vestito le stava maledettamente
bene, fasciandole le curve in modo sinuoso e provocante. Quando la vide per
poco non gli cadde la mascella, e dovette far forza a tutto il suo
autocontrollo per non andare lì e portarsela via, via da quegli sguardi
indiscreti che si stavano mangiavano la sua quasi ragazza in
modo per niente velato.
“Vogliamo
parlare anche della tua spada? È piccola, sottile e si rompe
facilmente.”
Che cosa?
Lo stava
provocando, ma voleva vedere fino a che punto si sarebbe spinta, fino a che
punto avrebbe dovuto punirla.
“Invece,
se ti fossi vestito da pirata, avresti avuto una spada lunga, possente, bella
grande. Strano che il tuo altissimo quoziente intellettivo non ci
sia arrivato. Mi deludi.”
Era
troppo, troppo da sopportare, troppo da sentire, perché quelle battute per
niente velate a doppio senso lo avevano eccitato e fatto arrabbiare al tempo
stesso. Temari stava mettendo in discussione il suo essere uomo e lui non
poteva accettarlo. Ne andava del suo orgoglio maschile.
“Tu dici?”
Aspirò
quel che ne rimaneva della sigaretta che aveva fra le labbra, per poi buttarla
da qualche parte, per terra.
“Sei un
incivile. Mamma non te l’ha insegnato che non si buttano le cose per terra?”
Non le
rispose. Si avvicinò a lei e le prese un polso con una mano, tirandola verso di
lui.
“I pirati
sono incivili, non lo sai?”
Un lampo
malizioso passò negli occhi della giovane. La vide mordersi il labbro inferiore
e fu pazzia.
“Quindi
sei un pirata sotto mentite spoglie?”
Si ritrovò
a sorridere anche lui, maliziosamente, portando entrambe le mani sui suoi
fianchi, portandole su e giù in modo sensuale.
“Me lo
dirai tu, non appena vedrai la mia spada.”
Mandò al
diavolo ogni cosa.
La festa
in maschera, le persone, il luogo, ritrovandosi a trascinare una Temari
divertita fra i lunghi corridoi di casa Hyuga, solo per poter mostrare, alla
sua totalmente
ragazza, la sua spada.
"Raccolta di flashfic partecipante alla Challenge "La sfida dei duecento prompt" indetto da msp17 sul forum di EFP"