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Autore: Inazumiana01    21/05/2017    2 recensioni
Raccolata di flashfict e one-shot sulle emozioni del cartone animato Inside Out secondo il nostro caro Magneto. Questo è ambientato in X-men: First class, perchè se avessi contato gli altri due film, l'unica emozione che avrei scritto sarebbe stata tristezza...il che solo pensiero mi travolge di feels T^T
Raccolta:
-Rabbia
-Disgusto
-Paura
-Gioia
-Tristezza
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gioia





Nell'ultimo periodo nel quartier generale si respirava un' aria di amore. Gioia era troppo entusiasta, saltellava come una matta per tutta la testa, faceva discorsi che in un primo momento sarebbero sembrati senza senso logico, ma che un senso avevano. Tutto era successo dopo il bacio -seppur accidentale- di Erik e Charles. Dopo quell'avvenimento, Erik -o per meglio dire, Gioia- aveva deciso di dichiararsi apertamente e senza giri di parole.
In un primo momento il telepate lo evitava, si poteva vedere il rossore far strada sulle sue guance non appena i loro sguardi si incrociavano e ciò non poteva non far nascere un ghigno divertito sul volto di Erik. Amava vederlo imbarazzato e quella visione non faceva altro che eccitarlo ancora di più.
D'altro canto, sembrava tutto troppo bello per essere vero. Paura era sicura che qualcosa sarebbe andato storto se il biondo si fosse dichiarato. Succedeva ogni volta che mostrava apertamente i suoi sentimenti e, seppur in poche occasioni, quando lo faceva c'era sempre qualcosa o qualcuno a mettergli il bastone tra le ruote.
Gioia però non voleva sentir ragioni. Dopo essersi svegliata da un lungo, lunghissimo letargo, era più che pronta a prendere le occasioni al volo. Così decise che doveva trovare il momento giusto per dichiararsi, ciò comportava andare contro tutte le altre emozioni del qurtier generale...ma in fondo quando mai aveva dato retta a loro?



Gli allenamenti cominciavano a dare i loro frutti. Ognuno era migliorato e aveva scoperto delle nuove potenzialità nelle loro mutazioni, erano saliti di livello e ciò era dovuto a Charles.
Erik, o per meglio dire Gioia, decise che era arrivato il momento di parlare col telepate. Doveva solo liberarsi di quei ragazzini che gironzolavano per villa Xavier, doveva stare un giorno da solo con Charles, senza Moira e gli altri. Potevano uscire e rimanere gli altri dov'erano, ma dato che il moro non riusciva a guardarlo negli occhi per più di tre secondi e a parlargli di cose che non fossero collegati con l'imminnente attacco a Cuba, sicuramente non l'avrebbe seguito al di fuori della villa.
Liberarsi di Hank e Raven era stato abbastanza facile. Lansherr aveva convinto Hank di passare qualche giorno da solo con la bionda, almeno finchè non avrebbero scoperto qualcosa di più su Shaw e il resto. Ovviamente Raven accettò, non senza avvertire prima Charles che, nonostante acconsentì li guardò in modo sospettoso.
Sean e Alex capirono subito le intenzioni di Erik dato che avevano assistito "all'incidente" col tappeto. Infatti non risparmiarono commenti di nessun tipo, e per questo Erik dovette far uso di tutta la sua calma per non prenderli a calci nel sedere perchè se l'avrebbe fatto, loro non si sarebbero mai tolti dalle scatole. Così i due decisero di andare in sala giochi e passarci lì almeno un paio d'ore...sapevano che la cosa sarebbe andata per le lunghe.
La più difficile a mandar via fu Moira. Dato l'astio che provavano l'uno per l'altro, l'agente della CIA non si sarebbe fatta concincere tanto facilmente, o almeno senza prima consultare il telepate. Rabbia prese in considerazione l'idea di metterla K.O una volta per tutte.
Ma fortuna volle che fu proprio Charles Xavier a mandare via Moira, senza sapere dell'assenza di Sean e Alex, le chiese di andare a raccogliere delle informazioni sul mutante che aveva incontrato quando era sotto copertura. Di suo malgrado, l'agente dovette accettare (è pur sempre Charles quello che gliel'ha chiesto u.u) e dopo aver lanciato un'ultima occhiataccia ad Erik, uscì dalla villa.
Così rimasero solo loro due.



Erano rimasti soli. Passò un'infinità di tempo da quando Moira si era chiusa la porta alle spalle. Rimasero in silenzio. La tensione era palpabile...o l'avevano definita Sean e Alex, una "tensione sessuale ogni volta che si rivolgevano la parola o stavano in silenzio".
Il telepate continuava a guardare la porta, posando di tanto in tanto lo sguardo su Erik. Forse sperava che tornasse ai suoi incarichi? Ma lui non veva nessun incarico...o almeno uno si, ma non riguardava la lotta con gli altri mutanti.
-Charles...- cominciò il tedesco interrompedo quel silenzio imbarazzante.
-Dove sono Sean e Alex? E' strano non sentirli per casa.- domandò guardandosi intorno accigliato. Effettivamente quei due facevano molto chiasso.
-Sono andati in sala giochi...o almeno così li ho sentiti dire prima di uscire.- era sempre stato un'ottimo bugiardo, ma quella in fondo non era del tutto una bugia. Aveva solo omesso la parte dove li obbligava ad andaresene, ma nulla di che.
-Mmh...- mormorò Charles. Probabilmente stava elaborando il fatto che erano rimasti solo loro. -Perciò siamo soli...?- domandò retoricamente mentre le sue guance assumevano un colorito roseo.
-Già.- disse Erik soddisfatto.
-Allora...mmh...torno a lavoro.- disse il telepate mentre si avviava in camera sua. Erik lo seguì senza dire una parola sapendo che l'altro si era accorto della sua presenza, ma comunque non disse niente. Non dissero niente entrambi.
Charles entrò in camera sua e iniziò a sistemare dei fogli, sempre con gli occhi del tedesco puntati su di lui. La cosa cominciava a metterlo in soggezione e imbarazzo...e ad Erik divertiva, anzi, decise di avvicinarsi ancora di più a lui fino a sfirargli la gamba. Il moro allora, con un leggero imbarazzo si voltò verso di lui, trovandolo a pochi centimetri di distanza, i loro petti erano quasi attaccati. Tossì leggermente.
-Erik...non hai nulla da fare oltre seguirmi come se fossi la mia ombra?- chiese cercando di essere più diretto possibile.
-Effettivamente...no.- disse il tedesco facendo finta di pensarci su.-In realtà volevo parlarti.-
-Okay...a proposito di cosa?- chiese ingenuamente.-Se è ancora per la storia dei mutanti e che sono la razza superiore eccetera, no. In questo momento non mi va di tornare a quella discussione.- disse dando le spalle a Erik per mettere i fogli in un raccoglitore.
-In realtà volevo parlare di ciò che provi per me.- disse e il telepate si immobilizzò per un'attimo. Okay, forse doveva avere più tatto...ma i giri di parole non sono mai stati il suo forte.
-C-come, prego?- domandò Charles voltandosi verso Erik come se non avesse capito la frase.
-Mi hai sentito benissimo.- disse avvicinandosi un po' di più -Da quando ci siamo baciati per sbaglio non fai altro che evitarmi, mi parli solo se si tratta dei mutanti e diventi tutto rosso quando incroci il mio sguardo.- disse divertito il tedesco. -Proprio come ora.-
-Non dire stupidaggini. Non è affatto vero.- disse Charles prendendo un respiro profondo.
-Ah no?- chiese Erik cominciando a lasciargli una scia di baci su tutto il collo. Il telepate sentì un formicolio attreversargli il corpo.
-Okay...forse un po' lo è...- disse quasi sussurrando.Infondo non aveva senso tenerlo segreto, sapeva cosa provava per il biondo e sapeva che anche lui provava lo stesso.
Erik dal collo passò a baciargli la clavicola e il telepate cominciò a gemere piano. Erik lo strinse a sè e gli accarezzava la schiena con le mani mentre dolcemente prendeva tra i denti il lobo dell'orecchio.
Charles per poco non cominciava ad ansiamare quando Erik cominciò a baciarlo e a muovere leggermente il bacino.
Gioia poteva ritenersi più che soddisfatta del lavoro fatto, alla dichiarazione dei sentimenti ci avrebbe pensato dopo. In quel momento però l'isola di Charles era più luminosa che mai e Gioia, insieme alle altre emozioni, decise che era arrivato il momento di levare le tende...almeno per qualche ora.
   
 
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