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Autore: VIVIENNE BLACKGAN    21/05/2017    0 recensioni
McKenzey ad un certo punto della sua vita è arrivata a una conlusione: non avrebbe mai amato nessun ragazzo fino a perdere il controllo di sé stessa.
Isabelle non avrebbe mai immaginato che nella vita si potessero veramente avere due amori.
Zach si destreggia tra la vita che gli spetta e quella che gli è piombata addosso da un momento all'altro.
Chris non si è mai ribellato e mai avrebbe immaginato di doverlo fare per qualcosa di cui nemmeno lui è certo.
James lo ha sempre saputo, ma se lo è sempre negato in quanto perennemente insicuro.
Cisco ha sempre avuto tutto dalla vita e non lascerà di certo che lei lo rifiuti.
Together è la storia di questi ragazzi, delle loro famiglie, delle loro avventure, le loro paure, le prime esperienze... Together è un mix di passioni, dolori, sorrisi, amori, rancori. Together è un cocktail tutto da provare.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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CAPITOLO IX

 

 

QUESTIONE DI FIDUCIA

 

 

«TU NON TE NE VAI DA NESSUNA PARTE»

E siamo a tre volte. Matthew sta urlando per la mia stanza. Urla alla congiura, al tradimento, alla pugnalata alle spalle e bla bla bla. Insomma, urla furioso mentre Caroline lo ignora bellamente e continua a consigliarmi cose da mettere in valigia. Probabilmente mi faranno togliere metà del tutto perché troppo piena.

«IL NATALE SI PASSA IN FAMIGLIA!» sbraita ancora pestando i piedi a terra come fosse un bambino.

Io lo ignoro come ho fatto nell'ultima mezz'ora. L'avevo detto io a Caroline che non avrebbe accettato, ma ho la sensazione che il mio "Posso andare a passare le vacanze natalizie in Italia insieme agli altri?" sia capitato proprio a fagiolo per lei. E sempre questa sensazione mi dice che il suo "puoi starci lì anche per un mese se ti va" abbia a che fare con un certo Rufus-ilcollega-Spencer. Sembra che tra i due le cose vadano davvero a meraviglia e ammetto di non aver visto Caroline così felice dai tempi di Matthew, quando ancora si amavano. Hanno addirittura proposto a me di invitare Brandon per una cenetta a quattro, ma io mi sono fortemente opposta all'idea anche perché io e Brandon non siamo esattamente una coppia di fatto. Cioè, fosse per lui a quest'ora mi avrebbe ficcato al dito un anello di fidanzamento, ma io ci sto andando con i piedi di piombo, e se c'è un metallo più duro e pesante del piombo, bé ci sto andando con il suddetto materiale.

Siamo usciti ancora dopo quel martedì e in tutte le uscite io mi sono sentita sempre bene e completa, in un certo senso. Non mi sono mai sentita così con nessun altro ragazzo e poi ho una certa dipendenza per le sue labbra, così morbide e così esperte. Al solo pensiero mi sale un brivido di piacere lungo la colonna vertebrale. Non ha concluso nulla con me in quel senso, e non ha mai forzato la mano, ma ha trovato un altro modo per invogliarmi a desiderare di perdere la mia amica Vergy. Modo che prevede una buona dose di lingua e di dita e, diamine sì, non mi sono mai sentita così appagata.

Ma ovviamente tra noi le cose non vanno sempre rose e fiori. A quei buzzurri dei miei amici, tranne Isabelle e Chris, non va giù la mia "relazione" con lui. Zach dice che l'ho tradito dopo che è stato ingiustamente preso a pugni da un fratello psicopatico; Cisco pensa che io stia scherzando giusto per far vedere loro che so andare oltre le due settimane; e poi c'è James che è quello più irritato nonché colui che ha deciso di non parlarmi per una settimana agli inizi e poi ha deciso che fare battute sarcastiche su me e Brandon sarebbe stato il suo lavoro a tempo pieno. Dire che litighiamo sarebbe un eufemismo e più di una volta sono volati miei ceffoni. È diventato talmente ingestibile che si è deciso di uscire separatamente: una sera con me e una con lui. Le volte in cui stiamo tutti assieme si sono ridotte ai giorni scolastici e anche in quei casi stiamo ognuno dalla propria parte del ring con in mezzo gli altri che fanno da mediatori. Secondo Brandon lui è innamorato di me. Quando me l'ha detto gli ho riso letteralmente in faccia per l'assurdità di quella cosa. James innamorato di me? Ma per favore!

Brandon non l'ha trovato molto divertente e anzi continua a ribadire che il suo comportamento è quello di un ragazzo possessivo e geloso, incredibilmente geloso. Mi ha inoltre detto che, però, se lui si trovasse nella stessa situazione mi lascerebbe andare sperando di vedermi felice con il ragazzo con cui ho deciso di stare. In tutta risposta, l'ho baciato e senza volerlo (non era premeditato il movimento di bacino che è seguito, anche perché eravamo sul divano e io ero sopra di lui e mi è venuto naturale muovermi contro di lui) gli ho fatto venire una piccola, ma proprio piccolissima erezione. Talmente piccola che mi ha dovuta alzare di peso, mi ha fatta sedere sul bracciolo del divano e con voce roca ha detto "stammi lontana per la prossima ora". E io ho riso per la sua faccia e anche per la bella sensazione che mi ha dato sapere che fosse tutta opera mia.

Comunque, se James è innamorato poco si vede visto che ha cominciato ad uscire con Melissa. O meglio, mettiamo in chiaro la cosa, se la porta a letto quando vuole. Come sia arrivato a questo punto mi è ignoto, visto che quando erano usciti la prima volta l'avevo sentito con le mie orecchie sbarazzarsi di lei con un "Noi non ci eravamo già salutati? Ora non potresti semplicemente toglierti dai piedi?". Fatto sta che Melissa gira per la scuola vantandosi di essere quella che sta durando più a lungo. Bah, contenta lei, contenti tutti.

«Infatti lo passerà in famiglia visto che andrò anche io in vacanza con loro»

La chioma rossa di Thomas spunta dal un angolo della mia porta. Poi è il turno di tutto il suo corpo che si appoggia allo stipite con nonchalance e rivolge a Matthew un'aria bonaria.

Guardo Matthew che ha smesso di pestare i piedi e ha incrociato le braccia al petto. È così dolce che mi avvicino a lui, slego l'intreccio delle sue braccia e lo abbraccio affondando il viso nel suo petto. Tutto attorno a noi cala il silenzio e Matthew rimane interdetto. Quando sto per staccarmi, lui mi ferma e mi stringe a sé facendomi quasi mancare l'aria.

«É la seconda volta che mi abbracci da quando ti abbiamo adottata» sussurra contro i miei capelli.

«Davvero mi avete adottata? Credevo che tu e Caroline aveste creato questa meraviglia alla Nutella, papà» sorrido staccandomi dall'abbraccio e guardandolo.

Ha gli occhi sbarrati e mi fissa come se avesse appena visto un fantasma. Lo osservo leggermente accigliata, ma poi sul viso gli compare un leggero sorriso, gli occhi diventano lucidi e di colpo sposta lo sguardo dal mio. Borbotta un "dovete chiamarmi tutte le sere" e poi esce di gran carriera dalla mia stanza.

«Che gli hai detto?» mi domandano all'unisono Caroline e Thomas.

Io alzo le spalle fingendo innocenza.

«Solo la verità»

 

 

«Tre settimane sono tante» borbotta imbronciato Brandon che mi sta aiutando a portare i bagagli dentro l'aeroporto.

«Vedrai che passeranno in un batti baleno» gli sorrido stringendomi al suo braccio ma il broncio non accenna a volersene andare.

«Se lo dici tu...»

Entriamo e una folata di caldo ci avvolge facendomi sorridere. L'aeroporto è pieno e la gente corre da una parte all'altra con valige, bambini e biglietti volanti sperando di non perdere il proprio volo. Poco lontano da me, Brandon e Thomas intravedo i nostri amici. Thomas procede sparato verso Chris e entrambi si salutano con una serie di pacche sulle spalle. Poco lontano Zach li osserva rivolgendo loro un'occhiata contrariata: sono quasi certa che Zach sia geloso dell'amicizia formatasi tra i due nonostante vada abbastanza d'accordo con mio fratello. Appena ci vede fa un cenno a Isabelle che si volta verso di me e, dopo aver agguantato Chris e Zach, ci viene incontro tutta sorridente.

«Brandon!» lo saluta abbracciandolo.

A Isabelle piace Brandon e a Brandon piace Isabelle, in senso amichevole ovviamente. Si trovano simpatici e Isabelle è contenta che io esca con lui. Dice che sono diventata "più buona" e più "incline all'affetto" verso tutti e non solo verso di lei e Caroline.

«Ciao, Belle»

«Togliti quel broncio di dosso: te la controllo io McKenzey» Chris interviene dandogli una pacca sulla spalla.

«La prendo come una promessa, anche se mi fido di lei» risponde Brandon per poi rivolgermi un sorriso.

«Menomale che hai specificato la tua totale fiducia nei miei confronti sennò potevi cominciare a considerarti single» gli lancio un'occhiataccia a cui lui risponde con una risata.

«MUOVETEVI A DIRVI QUANTO VI MANCHERETE! NON ABBIAMO TUTTA LA GIORNATA!»

James.

Brandon sposta lo sguardo e lo posa su quel cretino che ancora considero mio migliore amico. I due si guardando per un tempo infinito mentre in sottofondo si sente la risatina di Zach che cerca di scommettere con Chris riguardo a una possibile rissa.

Ma Brandon non si muove, semplicemente mi avvolge con un braccio abbassa di poco il capo è fa aderire le sue labbra alle mie. Spalanco gli occhi per la sorpresa ma non mi ci vuole tanto per lasciarmi andare a quel delizioso bacio. Le sue labbra si muovono piano sulle mie, le baciano, le mordono e le succhiano con tranquillità e avidità allo stesso tempo. Abbassa il braccio fino a cingermi la vita e mi stringe ulteriormente a sé. Io lascio cadere la mia borsa e gli stringo la maglietta con entrambe le mani alzandomi di poco sulle punte.

«Dì a James che se non l'ho ancora preso a pugni è perché so quanto tu ci tenga a lui» sussurra staccandosi leggermente dalle mie labbra. Mi guarda e si abbassa sul mio collo cominciando a baciarlo in un solo punto e con insistenza. «E tieni sempre i capelli legati in modo che possa vedere questo mio capolavoro»

Si stacca da me lasciandomi un ultimo bacio a stampo sulle labbra prima di augurarmi buon viaggio, salutare gli altri e uscire dall'aeroporto.

«Come non detto. Questo è decisamente meglio di una rissa. Ora quel ragazzo mi piace di più» ridacchia Zach pendendo una mia valigia.

Io son ancora esterrefatta e sento di avere stampato un sorrisetto sul viso, ma non ne sono sicura. Fatto sta che non provo più rabbia per James, ma pura e totale indifferenza e improvvisamente mi rendo conto che Brandon mi mancherà e che lo chiamerò. Sì, lo chiamerò.

«Brandon è maturo il che spiega perché non esco con quelli della scuola e in generale con quelli della mia età: siete dei buzzurri in preda agli ormoni. Non tutti eh, ma la maggior parte sì» rispondo a Zach riprendendo la mia borsa e l'altra valigia.

«Stavolta però James ha esagerato»

«Belle arrabbiata: non è che ci annullano il volo»- interviene Chris scatenando le risa mie e di Isabelle.

«Attento a come parli della mia donna, Dubois» lo ammonisce scherzosamente Zach.

Ci riuniamo a James che è in compagnia di Melissa aperta-per-ogni-evenienza Smith.

«Ciao McKenzey» mi saluta guardandomi come fossi un topo morto.

«Potresti smetterla di guardarla così?» interviene James lanciandole un'occhiataccia.

Lei alza lo sguardo al cielo agguantandolo per un braccio e sbuffando sonoramente.

«Non ho bisogno di essere difesa da un deficiente, se permetti» e poi mi ricordo delle parole di Brandon e sposto i capelli tutti da un lato mettendo in evidenza la parte di collo dove Brandon molto probabilmente mi ha lasciato un succhiotto. Non so se si vede molto, ma qualcosa di sicuro si anche perché non sono poi tanto scura e solitamente i lividi mi si vedono.

Colgo James trattenere il fiato e sorrido soddisfatta dell'effetto.

«Comunque ciao anche a te, Melissa. Tutto bene?»

«Non direi. James se ne va per tre settimane e so che mi mancherà molto» risponde l'arpia.

«Passeranno in fretta» risponde atono James per poi darle un bacio veloce e poi congedarla. Lei capisce e dopo aver augurato a tutti buon viaggio tranne che a me, gira i tacchi e va verso l'uscita.

Devo ammettere che un po' mi spiace per lei. Ho come la sensazione che lei a James ci tenga e allo stesso tempo lui la sta usando. Dovrò parlarne col diretto interessato appena resteremo un paio di minuti da soli.

«Bene, banda di smidollati, il bel paese ci aspetta!»

Zach ci precede e io mi domando se con il jet leg sarà ancora così pimpante al nostro arrivo.

 

 

L'altro ieri sono cominciate le cosiddette "vacanze" durante le quali si presume che noi studiamo in vista degli imminenti esami. In pratica nessuno farà nulla fino a capodanno e tutti si metteranno le mani nei capelli quando si renderanno conto che manca una settimana alla prova scritta.

Io sarò uno di quelli per il semplice fatto che non mi applico mai più del dovuto. Amo il corso che sto facendo e mi piaciono molto i professori, inoltre riesco a seguire abbastanza bene e per ciò ringrazio i corsi di italiano che mi ha impartito Lidia. Mi sono fatto una buona schiera di amici più attirati dall'idea di avere un amico che viene da Londra che altro, anche se le ragazze sembrano amare particolarmente i ragazzi inglesi e vanno fuori di testa per quello che chiamano il mio "italiano con un retrogusto inglese". Ma si guardano bene dal fare avances da quando è ormai risaputo che sto con Lidia. E, a proposito di Lidia, le cose tra noi penso stiano degradando. Io sono sempre più distaccato e lei ha iniziato a mostrare segni di gelosia nei confronti di ragazze che pensa possano essere la causa del mio distacco.

«Ehi amico, torna tra noi» Frederik mi schiocca un paio di dita difronte agli occhi facendomi tornare con la mente al presente.

«Ci sono, ci sono» annuisco finendo di fumare la mia sigaretta e spegnendola a terra. Siamo io, lui, un paio di ragazzi che frequentano le mie stesse lezioni di francese, Lidia e la sua migliore amica, con cui condivide la stanza.

Siamo andati a cena fuori e ora stiamo tornando a casa. Pensavamo di guardarci un film oppure di fare un gioco di società giusto per passare il tempo visto che nessuno ha voglia di uscire per andare a ballare.

«A cosa stavi pensando, amore?» mi domanda Lidia prendendomi per mano.

Io gliela stringo in un gesto automatico e scuoto la testa come per dirle che non sto pensando a nulla di importante.

Dopo una decina di minuti, arriviamo a destinazione ma subito qualcosa, ancor prima di entrare, ci fa insospettire.

«Non dovrebbero essere tutti fuori stasera?» domanda Salvatore guardandoci.

«In teoria si, in pratica qualcuno potrebbe aver cambiato idea» alza le spalle l'amica di Lidia, di cui non ricordo mai il nome, portandosi una ciocca di capelli dietro un orecchio.

«O magari sono ladri» affermo io e sento la mia fidanzata irrigidirsi accanto a me. Mi lascio sfuggire un sorrisetto divertito e lei mi dà un pugno sulla spalla facendomi ridere.

«Non sparare cazzate su e ora entriamo che mi sto pisciando addosso» sbuffa il mio compagno di stanza precedendoci e andando ad aprire la porta con la sua copia di chiavi.

Appena entriamo tutti, le luci del salone di ritrovo si accendono e un coro di "Sorpresa" mi lascia senza fiato.

James, Cici, Isabelle, Zach, Chris e un ragazzo che non conosco -e che si è limitato a sorridere divertito- ci accolgono. Sono in piedi, al centro del salone, con i visi sorridenti e Isabelle ha persino le braccia in aria.

Senza proferire parola ma con in viso un'espressione che è pura contentezza, mi stacco dalla mano di Lidia e mi fiondo sui miei amici che mi circondano e mi abbracciano tutti assieme. Tutti tranne Cici, ovviamente.

«Siete smielati» ridacchia guardandoci a braccia conserte.

Gli altri si staccano, io mi volto nella sua direzione. La guardo, lei lascia ricadere le braccia lungo i fianchi. Il mio cuore comincia ad aumentare i battiti ed è un crescendo ad ogni passo che io faccio verso di lei. E continua a galoppare e sembra quasi volere che le mie gambe facciano lo stesso e per un momento ho la sensazione che io stia veramente correndo. Allargo le braccia, lei mi sorride a trentadue denti e io avanzo mentre mi sento il cuore uscire dal petto finché la stringo. E lì si ferma. È reale.

Non è il viso dietro lo schermo, è reale.

«Vita mia» sussurro contro i suoi capelli facendola sorridere.

«La tua ragazza è a meno di un metro di distanza, attento a come parli» e detto ciò fa in modo che io capisca che devo rimetterla giù prima che sia lei a farmelo fare.

La lascio andare con riluttanza e prendendomi un attimo per far tornare il mio cuore a battere regolarmente. Poi mi volto verso il resto del gruppo e allargando le braccia dico:

«Ma che ci fate qui?!»

«Abbiamo intenzione di passare le vacanze natalizie con te, Cisco» dichiara Isabelle sempre sorridendo.

«Io voglio vedere le italiane» Zach si volte verso Lidia e la sua amica. «Siete italiane?» chiede loro guardandole col suo solito sguardo malizioso.

Le due annuisco sorridendo timidamente e Zach annuisce soddisfatto.

«E ora che le hai viste te ne vai?» gli chiedo alzando un sopracciglio sempre divertito dal suo modo di fare.

Lui scuote la testa con vigore e con nonchalance cinge le spalle di Isabelle con un braccio lasciando cadere il discorso.

«Io ho accompagnato mia sorella» interviene lo sconosciuto porgendomi poi la mano. «Mi chiamo Thomas«

«Quindi sei tu il fratello di Cici!» esclamò stringendogli la mano.

«Cici è una variante di Kiki?» chiede Thomas con sguardo confuso rivolgendosi a McKenzey. Lei annuisce guardandolo divertita probabilmente per la sua faccia.

«E ovviamente ti domanderai: da quando McKenzey ha bisogno della scorta? Bé, sappi che dire che suo padre e suo fratello sono iperprotettivi sarebbe la battuta del secolo» se ne esce Chris facendo scoppiare tutti a ridere.

 

Lidia e gli altri hanno pensato, intelligentemente, di lasciarmi solo con il resto del gruppo non prima di fare espliciti apprezzamenti sui miei amici. In tutti i sensi. Appena hanno lasciato la sala ritrovo, sono andato a recuperare qualcosa di commestibile dalla mia personale dispensa e ho finito per svuotarla. Ora che sto rientrando nella sala, sembra che io sia andato a fare la spesa. Nel frattempo ognungo di loro si è sistemato e stanno parlottando tra loro, senza fare poi chissà quanto baccano.

Li osservo uno ad uno.

Zach ha l'aria di essere il ragazzo più fortunato sulla faccia della terra. È tranquillo, con la sua solita aria spavalta stampata in volto. Accanto a lui c'è Isabelle che ancora sta ridendo e che si è avvicinata a Zach che per riflesso l'ha stretta a sé ulteriormente. Lei è sempre così in realtà, sempre sorridente e positiva, pronta a vedere il buono in tutti. È fiduciosa nel mondo, timida ma pur sempre curiosa.

Chris si è seduto su uno dei divani della sala ritrovo, Thomas accanto a lui. Sembrano quasi gemelli, entrambi con una zazzera di capelli rossi di tonalità diverse. Thomas è più imponente e si vede che è decisamente più grande di noi. Ma penso che lui è Chris abbiano la stessa altezza, nonostante Chris abbia un fisico più asciutto rispetto a Thomas. Sembrano amici di lunga data e questo mi fa istintivamente lanciare uno sguardo in direzione di Zach che intercetto lanciare occhiate furtive ai due con una nota di fastidio che aleggia nei suoi occhi. Mi vien da sorridere. Se c'è una cosa che forse le ragazze non sanno di noi ragazzi, è che anche noi sappiamo essere gelosi dei nostri amici, soprattutto se questi amici sono di lunga data.

E poi ci sono James e McKenzey che si tengono volontariamente a distanza. McKenzey è seduta sul braciolo della poltrona e sorride amabile allo schermo del suo cellulare. James invece è in piedi accanto alla finestra esattamente dalla parte opposta rispetto alla mia attuale posizione. Non sta facendo nulla a parte guardare con insistenza McKenzey. È teso, molto teso, e da l'idea di uno che da un momento all'altro farà volare una sedia attraverso la stanza.

Ad un certo punto McKenzey alza lo sguardo e incrocia il mio; mi sorride, scende dal bracciolo e mi si avvicina. Mi toglie di mano uno dei sacchetti che ho riempito di cibo e facendo un cenno in direzione di James, che ancora la segue con lo sguardo, mi sussurra: «Quietalo tu o giuro che lo faccio tornare a casa monco»

Ciò detto, urla agli altri la sua fittizia intenzione di dare un festino in camera mia e con un boato di approvazione si alzano anche gli altri e la precedono fuori dalla sala.

«Qual è la tua stanza?»

«Secondo piano. Terza porta a destra»

Un occhiolino, un fruscio di capelli e anche McKenzey scompare dalla vista.

Mi volto di nuovo verso mio cugino che ha abbandonato la sua postazione per andarsi a sedere sul divano stancamente. Mi avvicino a lui e appoggio l'altra borsa sul tavolo. Ho ripartito cibo e bevande in entrambe le borse, quindi anche in questa ci dovrebbe essere qualche analcolico. Apro la borsa e appoggio le bottigliette di Aperol sul tavolo seguite da una di vini bianco. Tiro fuori anche i salatini, dei crostini e un paio di confezioni di salumi ancora intatte.

«Non ho bicchieri di vetro, accontentati» mi siedo accanto a James mentre apro la confezione di bicchieri.

«E quelli su quella credenza? Non si possono usare?»

«Per quelli la padrona di casa sarebbe disposta a uccidere. E credimi, è capace di farlo»

Si lascia sfuggire una leggera risata anche se lo vedrebbe anche un cieco che non sta affatto bene.

Tiro fuori due bicchieri, li appoggio difronte a noi e ci verso prima l'Aperol e poi il vino. Poi prendo un paio di piattini e ci verso in uno i salatini mentre l'altro lo riempio con i crostini e i salumi.

James intanto ha preso in mano i due bicchieri e appena vede che ho finito si riempire i piatti mi porge il mio.

«Brindiamo a noi due» afferma alzando il suo bicchiere di poco.

«A noi due» faccio scontrare i due bicchieri stando attento a non versarne il contenuto.

Passano una decina di minuti snervanti in cui non parliamo ma ci limitiamo a mangiare e a bere in un silenzio tombale. James non parla, io per la prima volta in tutta la mia vita non so cosa dire e l'imbarazzo che aleggia nell'aria non rende le affatto le cose più semplici.

«Ok» comincio stufo di quella situazione alquanto surreale. «Che succede?»

«Mh?» risponde bevendo un altro sorso del suo drink e scrollando le spalle.

«Non fare il finto tonto, non funzionava nemmeno quando eri bambino»

«Si dice che sia meglio far credere agli altri di essere dei completi ignoranti e poi smerdarli dimostrando il contrario»

«Con me non lo fai e non funziona visto che io ti conosco molto bene» puntualizzo lanciandogli un'occhiataccia. Ma alle mie parole fa seguire una smorfia di dissenso che però eclissa nel giro di poco.

«Comunque non c'è nulla che non vada...»

«No?! Allora perché tu e McKenzey siete peggio degli Usa e della Russia durante la guerra fredda?»

Lui si irrigidisce e comincia a stringere il bicchiere nella mano incurante del fatto che ci sia ancora del drink dentro. Si ferma poco prima di accartocciare il bicchiere tra le dita, ma ormai l'aperitivo è fuoriuscito in gran parte e lui ha tutte le mani bagnate e probabilmente appiccicose.

Rimane in silenzio a guardare qualcosa di indefinito difronte a sé mentre io non so se parlare ancora o se lasciare che risponda prima lui alla mia domanda.

«Non doveva mettersi con Brandon...» sibila alla fine appoggiando il bicchiere sul tavolo e asciugandosi la mano sui pantaloni senza troppo impegno. Il bicchiere si è rovesciato e per fortuna non abbiamo un tappeto in sala sennò sarebbero stati guai. Ma anche di questo James sembra curarsi poco.

«É questo il motivo di tanta rabbia?» gli domando alzando un sopracciglio. Non potrei non essere più d'accordo con lui come in questo momento, ma per quanto la relazione tra McKenzey e il suo fidanzato non mi vada molto giù, sono fiducioso nel fatto che tanto prima o poi si lasceranno e io avrò di nuovo la mia chance.

«Tu dovresti essere arrabbiato anche più di me» sbuffa lui appoggiando il capo alla spalliera del divano e rivolgendo lo sguardo verso l'alto.

«Sarebbe una rabbia senza senso ai suoi occhi visto che non sa nulla dei miei sentimenti. In più sono più che convinto che non durerà ancora molto...»

«Ovvio che lo credi, tu non li hai visti assieme loro due» ride amaramente.

«E se anche fosse? Mai sentito parlare di gente fidanzata che comunque si innamora di altre persone?» rispondo improvvisamente irritato dal suo comportamento.

«Come te?»

«Non sono io quello che si scopa una ragazza che non sopporto»

James scrolla le spalle tornandona guardarmi con la stessa aria di indifferenza che ha dall'inizio del discorso e che sembrava aver perso solo per quel moto di rabbia che ha avuto nel nominare il nome di Brandon.

E in quel momento, in quella frazione di secondo che passa dalle mie parole al movimento di James, una lampadina mi si accende in testa e capisco. E con un moto di rabbia mi alzo dal divano facendo cadere il mio bicchiere a terra.

«Che ti prende?» mi domanda guardandomi. «Non dirmi che te la sei presa perché ho appena detto che stai con Lidia nonostante tu sia innamorato di McKenzey. Pensavo apprezzassi il mio essere sempre sincero con te»

Non rispondo. Apro e chiudo i pugni a distanza di dieci secondi da un movimento all'altro, poi mi avvio verso la porta della sala ritrovo e la chiudo appoggiandomi poi sopra con la fronte.

«Sempre sincero con me eh?» ripeto preso da un improvviso attacco di risa. «Sempre sincero con me?! Tu?! Ne sei sicuro, cugino?»

«Non mi risulta di averti mai...»

«Quando?» lo interrompo tornando a guardarlo. C'è una qualche forza superiore che mi sta impedendo di saltargli al collo e prenderlo a pugni fino a cambiargli i connotati. Me lo aveva promesso e non mi importa quello che poi gli ho detto, me lo aveva promesso e basta. E James ha sempre mantenuto le promesse, sempre.

«Quando cosa?» la confusione nei suoi occhi è l'unica cosa vera che finalmente ha fatto capolino dietro quella maschera di insofferenza che aveva eretto.

«Quando ti sei innamorato di lei?» stringo i pugni lungo i fianchi. Sento la rabbia lambire ogni singolo spiraglio del mio essere. Sento la delusione farmi tremare e l'incredulità tentare di dissuadermi dal credere ad un'idea del genere.

«Innamorato di Melissa? Io?! Non hai appena detto che me la scopo nonostante io non ne sia innamorato?»

«Ma allora non capisci proprio un cazzo...DA QUANDO SEI FOTTUTAMENTE INNAMORATO DI MCKENZEY?» sbotto avvicinandomi di scatto a lui e afferrandolo per il colletto della sua camicia.

Un lampo di consapevolezza attraversa lo sguardo di James. Dicono che gli occhi siano lo specchio della verità e che solo guardandoli si possa distinguere la bugia dalla realtà. In questo momento gli occhi di mio cugino mi stanno chiaramente dicendo che ci ho visto giusto, che ho ragione. Eppure non parla e sembra non riuscire nemmeno a respirare. Ha l'espressione di uno che è appena stato scoperto a spacciare droga; l'espressione di una persona che sa di aver sbagliato, sa che non avrebbe dovuto fare una cosa del genere eppure l'ha fatto. L'ha fatto. Mi ha tradito.

«Cisco, tu stesso hai detto che a queste cose non si comanda» balbetta senza tentare però di liberarsi dalla mia presa.

«Me ne fotto di quello che ho detto. Tu hai promesso che non sarebbe mai successo. Come hai potuto?» stringo la presa sul colletto sibilando furiosamente contro di lui.

«Cisco è successo... Io non... Io non volevo e non voglio. Non le ho detto nulla, lei non lo sa»

«No? Bé allora diciamoglielo» mi stacco improvvisamente da lui con un sorriso innocente sulle labbra. «Diciamoglielo no?! Che male farà mai... Di certo meno che essere tradito da TUO CUGINO!» e con quest'ultima affermazione gli do un pugno in pieno viso. Poi mi stacco da lui e lo osservo con disprezzo mentre lui si porta una mano sul labbro con gli occhi sbarratti. E sempre da quegli occhi passa un nuovo lampo, stavolta di rabbia. Con uno scatto si alza e subito mi è addosso. Mi arriva un pugno in pieno viso, indietreggio preso alla sprovvista e proprio quando sto per rispondere, inciampo nei piedi del tavolo e cado con un tonfo. Allungo una gamba verso di lui e facendo leva su di essa lo faccio cadere a mia volta a terra. Mi fiondo su di lui cominciando a dargli una raffica di pugni preso da una rabbia cieca. Lui non fatica a tenermi testa e anche io mi prendo la mia dose di pugni e di calci mentre sento la rabbia farmi pompare il sangue a più non posso e spingermi a continuare senza fermarmi. Vedo rabbia e risentimento anche negli occhi di mio cugino che ora è sopra di me e mi tiene ancorato al suolo con un braccio sul mio petto e l'altro pronto a sferrarmi un altro pugno. Ma un paio di mani si posano sulle sue spalle e lo tirano su con forza spostandolo da me. Altre due mani si posano sul mio viso e sulla mia traiettoria appare il viso di McKenzey che mi sta chiedendo qualcosa che non capisco.

«Togligli le mani di dosso!»

Il viso di McKenzey viene rimpiazzato da quello di Lidia preoccupata e allo stesso tempo arrabbiata.

«Amore stai bene?»

«Ti pare il caso di parlare in questo modo a una persona che si stava preoccupando della mia salute?» le punto un dito contro con rabbia. Davvero, in questo momento è l'ultima persona che vorrei vedere. E non l'ascolto nemmeno quando cerca di replicare. Mi alzo semplicemente e mi accorgo che la stanza si è improvvisamente riempita di gente e che è in corso un litigio.

«Ma si può sapere che ti è preso?»

«Che mi è preso? Vallo a chiedere al tuo amato Cisco!»

«Tu ti droghi eh»

James è un piedi difronte a McKenzey che lo ha preso per un braccio. Sono lividi di rabbia entrambi, ma James ha in più anche una serie di ematomi che vanno formandosi su tutto il viso. Comincio anche io a sentire la faccia più pesante, il dolore che attraversa il mio corpo, le mani che mi fanno male ogni volta che cerco di chiuderle. Devo essere ridotto davvero male.

«Ehi, magari è un nuovo modo tutto loro di salutarsi» interviene Zach con quella sua solita aria positiva anche se leggermente preoccupata.

«Zach, tesoro, io non credo che...» comincia Isabelle ma le urla di James e McKenzey la fanno tacere in un attimo.

«Cisco qui, Brandon là e James dov'è? Ah già, James è sempre quello messo da parte, quello troppo buono per essere considerato degno di rispetto»

«Ma ti senti? Stai delirando, sono mesi che deliri e spari cazzate per il gusto di fare. Non ti riconosco più!» sbuffa McKenzey in tutta risposta alzando gli occhi al cielo.

«Perché tu non mi conosci affatto! Se mi conoscessi lo sapresti, lo avresti capito. Ma tu no, troppo impegnata a non vedere per capire» ride con disprezzo James passandosi una mano sul viso. Una smorfia di dolore gli attraversa il viso.

La preoccupazione prende il posto della rabbia sul viso di McKenzey che si avvicina a James prima che lui crolli. Gli appoggia le mani sul petto mentre lui abbassa la testa sulla sua spalla e si lascia andare pesantemente su di lei. Le sussurra qualcosa che non riesco a sentire ma ancor prima che persino McKenzey possa rispondere, crolla definitivamente svenendo contro di lei che si ritrova a cadere a terra con lui sopra. E la cosa a cui io riesco a pensare non è la preoccupazione per la salute di mio cugino, no. Mi preoccupo del fatto che lui sia troppo vicino a lei, che lo sia sempre stato in tutti questi mesi e l'invidia prende il posto della ragione.

«Che schifo l'amore» sussurro attento a non farmi sentire da nessuno.

   
 
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