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Autore: Angela Albano    22/05/2017    3 recensioni
Poesia tratta dal libro "Senza Tempo"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cade la pioggia in questo
giorno d'inverno.
Ed io son qui,
in questa stanza fredda
ad ammazzare il tempo.
Spettatori di veleno
i miei occhi, al buio;
portatori di speranze,
quando s'aprono alla luce.

Portami via in silenzio,
prima che la ruggine
sia la padrona 
di questo pensiero.

Portami via, prima che la notte
si macchi di sangue.
Potrei restare,
ricordare i tempi di sole,
quand'era bello morire
anche per le tue parole.

L'estate, l'odore del mare,
il bene che mi volesti
prima della fine.
Ora tremo, la pelle è corrosa,
consumata di pioggia.
Nella mente, la nebbia
offusca anche ciò che è rimasto,
lasciandomi un organo
consumato dall'odio.

Ancora vivo, con tutto ciò 
che ho perduto;
circondata dal nero
degli specchi del passato.

Non s'arresta, il cuore,
si tormenta morente,
ma non cede alla vita:
vive da parassita
per sperare in che cosa?
Magari che muoia
in una nuvola di malinconia.

No, non è da me invocare
la morte;
chi vive di ricordi
è già testimone d'un trapasso
presente.

Se ancora son qui,
c'è qualcosa che dura,
che mi fa saziare di questo
presente, e avere fame
di un futuro fuggente.

Non voglio correggere niente,
non sarei quella che sono
se non ne avessi le crepe.

Vorrei soltanto che il tempo
si tramutasse in un sogno,
dove trovare la pace
ogni volta che la memoria
s'arrende.

  
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