õ Il canto del cigno õ
- 12 luglio 1789
-
Prima di tutto
volevo ringraziarvi per le numerose recensioni ricevute dal mio precedente
racconto “Malata d’amore”. Sono rimasta enormemente sorpresa e felice per come è
stato accolto. Ringrazio anche quelle persone che l’hanno messo nei preferiti e
tutti quelli che l’hanno letto.
Questo racconto che
state per leggere può essere considerato una continuazione naturale di “Malata
d’amore” perché parte dal dopo. Non so se lo accoglierete nello stesso modo.
Racconta i momenti prima della decisione di andare a Parigi.
Forse vi sembrerà
“strano” il finale, ma secondo me è lieto. Spero lo sia anche per voi.
******
Una sera del luglio più crudele della
storia di Francia, dopo vent’anni di vita insieme, i sogni di un uomo
innamorato si erano avverati, e i suoi sentimenti verso la donna che
inconsapevole, aveva condiviso con lui quella lunga attesa, erano stati
ricambiati con uguale intensità. Fu concessa loro una sola notte, bellissima e
struggente come il canto del cigno morente, testimone del loro amore e della
loro gioia, purtroppo destinata a consumarsi in fretta, divorata dalle fiamme
della rivoluzione.
***
Dopo l’amore gli amanti
riposavano nel grande letto della stanza di Oscar. I corpi allacciati si
tenevano stretti, le braccia di André trattenevano la donna addormentata sulla
sua spalla. Lui era sveglio, incredulo e felice solo perché poteva guardarla;
doveva farlo finché avesse potuto, finché il suo occhio glielo avesse permesso.
Sapeva che presto avrebbe perso la vista e quelle immagini sarebbero
appartenute ai ricordi, gli ultimi e i più dolci.
Come era bello guardarla
dormire. Che bella quella notte
testimone dei loro cuori aperti all’amore per la prima volta. Sentirla fremere
sotto le sue dita, tenera e appassionata come non pensava potesse essere. Un
dono da conservare come il ricordo di lei più prezioso, insieme agli altri
mille della loro vita insieme. Presto non avrebbe più visto il biondo dei suoi capelli, l’azzurro
dei suoi occhi, il colore delicato della sua pelle. Ti vedrò con le mie dita, come un cieco vede il mondo, pensò.
Ma non scorderò mai questa notte, la
nostra prima notte d’amore, vorrei che potessero essercene delle altre, ma non
so cosa ci riserverà il domani. Questa forse è stata così bella perché è
destino che sia anche l’ultima che questa vita ci concederà? Mi obbligo a
sperare che non sia così.
Ora mi chiedo se ho vissuto fino a questo
momento, solo per vedere il tuo cuore traboccare di gioia e sapere che sono
stato io a donartela. Perché sono assolutamente certo che tu non sia mai stata
felice come ora, e mi sembra una felicità troppo grande per appartenere a
questo mondo che sta andando in frantumi attorno a noi.
Non voglio dirti che ho paura, per me e
soprattutto per te.
Quali decisioni prenderai adesso? Che cosa
farai?
Adesso che hai scoperto che diventerò
cieco, posso intuire che temi per la mia vita.
Ancora non capisco perché il dottore ti
abbia raccontato della mia situazione… ma perché sei andata da lui, forse c’è
qualcos’altro che mi nascondi e che non vuoi farmi sapere?
In effetti, da un po’ di tempo la tua
tosse mi preoccupa e sei molto pallida, anche Alain se n’ è accorto. Forse sei
solo stanca di fare questa vita.
Eppure tu non hai mai ceduto e io ti amo
anche per questo. Ho sempre amato il tuo coraggio e la tua forza. Vorrei
portarti via da tutto quello che sta accadendo; lontano da Parigi, dal popolo
che sta per ribellarsi, dai soldati che comandi.
Soli io e te, finalmente insieme per
davvero, dove la rivoluzione non possa raggiungerci.
Ma il problema non sei tu, sono io.
Io che dovrei proteggerti, ora posso
essere solo un peso per te.
Me ne rendo conto… e non so cosa fare. Non
c’è molto che io possa fare.
Non voglio che ti preoccupi, domani sarà
difficile affrontare tutto quello che ci attenderà, senza dover aggiungere
anche l’ansia che nutrirai per me. Ma quando tutto sarà finito, quando avremo
fatto il nostro dovere, magari potremo andarcene via, lontano…
Ora voglio solo pensare a te, che sei qui,
nuda tra le mie braccia.
Mi hai accolto nel tuo letto come mai
prima avevi fatto.
L’ho desiderato tante volte, come qualcosa
di proibito, non ho mai sperato veramente che potesse succedere. È accaduto
contro ogni logica, perché non è un momento buono per vivere un amore.
Forse è proprio per questo che ci siamo
presi così, come se non dovessimo avere un'altra possibilità. Voglio guardare
ancora il tuo volto, finché potrò farlo, fino a quando Dio mi concederà di vedere
la tua luce.
Doveva fissare nella mente il
volto sereno della sua donna, la grazia del suo corpo coperto dal lenzuolo
candido, la curva delle sue spalle mollemente abbandonate, immagini che lo
ripagavano dei dolori di una vita. E mentre la contemplava, lei dolcemente
riaprì i suoi splendidi occhi celesti, limpidi come acqua, ma che sapevano
accendersi di un fuoco incontenibile da cui poco prima si era lasciato
bruciare. Completamente sveglia, lei ora lo guardava; con la mano forte e
affusolata indugiò ad accarezzare il profilo delle sue labbra morbide e calde,
salì lungo la guancia a seguire la linea dello zigomo fino alla fronte. A quel
gesto lui inclinò il volto, poi rispose con un bacio all’interno del polso. Lei
gli sorrideva e la sua espressione era serena, nulla sembrava turbarla.
“Sei sveglio da molto André?”
“Da un po’…mi piace guardarti
mentre dormi, avevi un’ aria felice.”
“Lo sono André, forse per la
prima volta nella mia vita.”
Per ironia della sorte, si può
essere al colmo della felicità negli ultimi momenti della propria vita?
Un’ombra attraversò lo sguardo di
Oscar; benché la stanza fosse illuminata solo dal debole chiarore della luna,
André la notò ugualmente, perché di lei nulla gli sfuggiva.
Nel silenzio, con la sua mano
appoggiata sul petto di André, Oscar pensava al suo passato di infelice, al
tempo perso e speso male a inseguire false illusioni, alla propria incapacità
di vedere che aveva accanto a sé da sempre ciò che aveva cercato in un altro
sguardo.
E pensava al suo terribile male
che lentamente, ma inesorabilmente la stava uccidendo.
Pensava a quello che avrebbe
potuto essere e a quello che inevitabilmente sarà.
Avremmo vissuto di un amore intenso e
travolgente, la nostra felicità sarebbe stata completa e forse, io ora non
avrei rimpianti e sensi di colpa. Però se penso al nostro passato, mi accorgo
che con te non ho mai conosciuto la tristezza; quello che non potevo sapere era
che la tua felicità sarebbe stata fonte della mia. Ora mi restano sei mesi di
vita, per darti tutto quello che ti ho fatto mancare, in anni trascorsi
silenzioso e gentile al mio fianco. Come vorrei poterti risparmiare un nuovo
dolore, ma dovrai soffrire ancora a causa mia. Ora che ti amo più della mia
vita, adesso che farei di tutto per renderti felice, la gioia che provo è
offuscata dalla consapevolezza, che sarò per te la fonte del dolore più grande.
Tu mi hai promesso che niente potrà più dividerci, ma non sai che io per prima
non potrò mantenere questo giuramento.
E non potrò farlo perché la morte verrà a
reclamare prima i suoi diritti. Sei mesi che potrebbero diventare poche ore,
perché non so cosa accadrà domani, a Parigi.
So solo che ora, né domani, né mai, io
vorrei lasciarti uscire da questo letto.
Ti incatenerei ad esso nel disperato
tentativo di proteggerti; ora le parti si sono invertite e so solo che devo
fare con te, quello che tu hai fatto con me per anni. Devo salvarti dalla tua
incoscienza, che ti fa rischiare la vita per restarmi accanto.
Come quella sera drammatica, davanti alla
furia cieca di mio padre.
Tu neppure immagini come mi sentii,
allora. Non te l’ho mai detto. Forse potrei farlo adesso…
Fu terribile vederti lì, in ginocchio
davanti a lui, fermo nel tuo proposito; sembravi più folle di mio padre. Le
candele si erano spente ed eravamo rimasti al buio; c’era il temporale quella
sera e io avevo paura che un lampo improvviso venisse a illuminare il tuo corpo
ferito a morte dalla sua spada, e allora, forse mi sarei uccisa dopo… forse mi
sarei lanciata su di te per farti scudo col mio corpo…
forse lo avrei odiato davvero, per la
prima volta in tanti anni.
Devo proteggerti, a qualunque costo.
Leggo nei tuoi occhi che sei preoccupato…
mi viene quasi da piangere, ma non voglio rovinare questo momento. Voglio che
duri ancora, questa notte è ancora lunga.
Voglio sentirmi viva, insieme a te André.
Il domani è ancora lontano e voglio
perdermi ancora, stordirmi al contatto delle nostre pelli e sentirti mio e
sentirmi tua, allora neanche la morte potrà nulla.
Fu la voce di André a rompere
il silenzio, dietro cui Oscar nascondeva le sue inquietudini.
“Che cosa c’è Oscar, a
cosa pensi?” le chiese dolcemente.
“Stavo pensando che non
ti ho mai detto grazie, Andrè…” gli rispose in un sussurro.
“Di cosa?”
“Per quella sera
terribile; ho temuto che mio padre potesse davvero farti del male… quando mi
hai salvato la vita…” disse piano.
Andrè la osservò assorto
alcuni istanti prima di risponderle.
“Non permetterei mai a
nessuno di farti del male, lo sai… morirei piuttosto.” Le rispose serio mentre
con un dito le accarezzava la curva delicata della guancia. Lei sorrise a
quella carezza, poi aggiunse con maggior forza e guardandolo dritto negli
occhi: “Perdonami André, se ti ho fatto soffrire, se solo avessi capito prima…”
“Non c’è niente da perdonare,
credimi. Io ti ho sempre amato e ti amerò sempre.”
“Anch’io ti amo André,
ti amerò fino all’ultimo giorno della mia vita.”
Quelle parole sorpresero
e turbarono André; c’era in esse una vaga eco di minaccia incombente, che
allarmò il giovane. Non poteva sospettare la vera natura di
quella minaccia.
“Non parlare così,
Oscar…” disse guardandola ansiosamente.
“Scusami, ma ho paura;
temo di perdere ciò che ho appena trovato. Ho paura che possa accadere qualcosa
di spaventoso.”
Oscar lo strinse a sé,
come se dovesse proteggerlo e André ricambiò quella stretta, mentre lei lo
accarezzava, scostando le ciocche scure dei suoi capelli dal viso.
Mentre si stringeva a
lui, appoggiava la fronte al suo petto ampio; continuava a parlargli, la voce
quasi un sussurro.
“Cosa dobbiamo fare?
Abbiamo ricevuto l’ordine di sedare la rivolta armata; questo significa sparare
sulla folla. Speravo di non dover arrivare a tanto.”
“Tu che cosa vuoi,
Oscar?”
“Io non voglio puntare
le armi contro il popolo, mi sembra l’azione peggiore che il Re potesse
concepire; è stato sicuramente malconsigliato dai ministri. Ho fatto quanto era
in mio potere per scongiurare tutto questo, ho pregato la regina di usare tutta
la sua influenza per impedire uno scontro tra il popolo e la corona, ma Sua
Maestà non ha voluto ascoltarmi. Sono quasi certa che se dessi ordine di
sparare sulla folla, molti dei tuoi compagni non lo rispetterebbero.”
Oscar aveva parlato
portandosi una mano alla tempia come se provasse dolore. André la osservò per
qualche istante accarezzandole un braccio prima di risponderle.
“Sì, lo penso anch’io.
Non lo fare, allora. Possiamo andare a Parigi e batterci insieme al popolo.
Sarebbe la cosa più giusta da fare”.
Si cercarono con gli
sguardi per trovare reciproco sostegno.
“Mi stai chiedendo di
tradire l’esercito, André? Sai che cosa significa?”
“Ti sto chiedendo di
fare la cosa giusta e di farla con me, Oscar.”
“Lo sai, sono pronta a seguirti
comunque. Se passiamo dalla parte del popolo, saremo considerati dei traditori.
In breve tempo, avremo tutte le truppe della città a darci la caccia.”
“Fa parte del rischio
Oscar, ma questa causa è giusta e la fortuna sarà dalla nostra parte.”
André voleva essere
ottimista, soprattutto per tranquillizzare lei, ma era ben consapevole che il
prezzo da pagare avrebbe potuto essere alto; sperava solo che non fosse Oscar a
doverlo pagare.
“Io non voglio che tu
metta a repentaglio la tua vita, lo capisci André? Tu non sei in condizioni di
poter combattere. Devo saperti al sicuro, per questo ti ho chiesto di tornare a
Palazzo Jarjayes… - La frase poteva suonare dura, ma la voce di Oscar si era
fatta ansiosa e leggermente esasperata. - Sto parlando del tuo occhio, è troppo
pericoloso per te, venire con me a Parigi. Non devi correre rischi, ti
supplico, deve esserci un altro modo. Ho paura per te, se ti accadesse qualcosa
io…”
Andrè la zittì con un
bacio prima di risponderle.
“Cosa vorresti fare
amore mio, andare a Parigi senza di me? Ora più che mai dobbiamo essere uniti.
Non posso lasciarti andare da sola; abbiamo sempre corso gli stessi rischi, è
una vita che lo facciamo, cosa ci sarebbe di diverso ora?” Andrè quasi
sorrideva.
“Adesso tutto è diverso,
noi siamo diversi e ci sono altri sentimenti in gioco.”
Adesso c’è la felicità che ci siamo negati
così a lungo, non voglio metterla a rischio.
E quello che noi stiamo per correre è un
rischio enorme…
“I miei sentimenti sono
sempre quelli Oscar; è da una vita che li metto in gioco e se essere qui, ora
tra le tue braccia, era il premio, non mi pento di averlo fatto. Rifarei tutto
di nuovo, solo per amor tuo. Non avrei la benché minima esitazione… - pronunciò
quelle parole con fermezza puntando lo sguardo su di lei, ma aggiunse quasi
rassegnato - Però capisco la tua esitazione: questo per te è un passo
importante, un cambiamento radicale della tua vita. Stai per tagliare i fili
che ti legano al tuo mondo e io vorrei solo tu fossi sicura della scelta che stai
per fare.”
Con due dita seguiva la
linea del mento in un gesto delicato, poi giocava con una ciocca dei suoi
capelli biondi che cadevano lungo il collo.
Lei lo guardò un
momento, poi tornò a nascondere il suo sguardo per il timore che lui potesse
leggervi le sue paure, o forse il suo segreto.
“Sono sicura che stiamo
per fare la cosa giusta, però… è vero.” Sospirò.
Si era allontanata dal
suo abbraccio mettendosi a sedere sul letto e tratteneva il lenzuolo sul seno.
Riprese a parlare senza guardarlo.
“L’ idea di quello che
sto per lasciare… la mia vita di prima, le persone che avevano fiducia in me…
Non è facile. Tutto questo non è senza dolore… dopo non si potrà tornare
indietro. - tornò a voltarsi verso di lui, occhi e voce tradivano la sua ansia
- E tu non ci vedi bene e io ho paura; egoisticamente vorrei solo stare con te,
senza dovermi preoccupare di tutto il resto. Non ti sembra un desiderio
legittimo, il mio? Non abbiamo già sofferto abbastanza? Io sono stanca di
combattere per gli altri, senza curarmi mai di me stessa, del mio bene. Adesso
sei tu il mio bene, sei l’unica cosa che conti veramente per me…”
Andrè si era appoggiato
meglio ai cuscini mettendosi seduto.
“Sì, Oscar, è legittimo.
Capisco cosa stai provando. Posso dirti che lo vorrei anch’io, è il mio più
grande desiderio: stare con te e nient’altro. Ma come potremo farlo se non
lottiamo per questo?” le disse posando una mano sui suoi fianchi per
accarezzarla ancora.
“Cosa c’ entriamo noi
con quello che sta accadendo là fuori? Non è la nostra battaglia…”
“È anche la nostra,
riguarda tutti noi e tu sai che ho ragione, ma non ti posso costringere ad
abbracciare un’ idea se non sei convinta…”
Ma lei era inquieta come
non mai, e non riuscì a nasconderlo.
“Mi viene voglia di
scappare via, lontano da tutto e di trascinarti con me. Se te lo chiedessi so
che lo faresti, e dopo mi sentirei comunque una vigliacca, e non è così che mi
hanno insegnato a vivere. Mi hanno insegnato a lottare, è la sola cosa che so
fare veramente. Posso lottare per difendere il nostro amore e lo farò se sarà
necessario, ma la paura di perderti invade la mia mente e l’impulso di fuggire
non è mai stato tanto forte come ora…”
“Oh, cara…”
“So che questa è una
nobile causa, che riguarda anche noi e il nostro futuro, André. - Un sospiro
ormai arreso. – Io posso rinunciare a tutto, lo sai. Ma non posso rinunciare a
te, al nostro amore. È un rischio che non mi sento di correre fino in fondo.
Sono molto combattuta.”
“Non devi temere nulla,
starò attento e vedrai che non mi accadrà niente. Non può accaderci nulla
finché saremo insieme. Siamo arrivati fin qui e non possiamo tornare indietro,
non solo per il popolo, ma anche per noi, Oscar.”
Si strinse forte a lui,
pelle contro pelle, cercando riparo sul suo petto come in un porto sicuro.
Riconosceva la verità
assoluta di quelle parole, e avrebbe tanto voluto poter credere, che bastassero
a scongiurare ogni minaccia.
Lo so amore mio, so che i tuoi sentimenti
sono stati costanti, nonostante la mia indifferenza, il mio non riconoscerti, i
miei sbagli. È da una vita che hai paura di perdermi e ora che mi hai trovato,
sei convinto che se anche tutta la Francia bruciasse, solo noi due ci
salveremmo.
Io invece, prima di Sant. Antoine, mai
avevo pensato di poterti perdere.
Lì, non avrei potuto sottrarti alla morte
che piombava su di noi senza preavviso, ed è solo per miracolo se oggi siamo
vivi, se abbiamo fatto l’amore e lo faremo ancora, perché ti voglio di nuovo e
non posso sprecare neanche un minuto del tempo che ci rimane. La bufera sta per
investire questo paese, ma noi siamo liberi, come mai lo siamo stati.
“André, noi abbiamo già
vinto il nostro duello che durava da una vita. Abbiamo vinto, arrendendoci al nostro
amore, a questo sentimento che ho stentato a riconoscere, a cui adesso non
saprei rinunciare. Toglimi tutto, ma non questo!” si strinse di nuovo tra le
sue braccia abbandonandosi tra i cuscini.
Oh André… ti prego… portami via!
“Posso dire o fare
qualcosa per convincerti?” disse ancora, guardandolo poco convinta.
“Decidi cosa fare Oscar,
in qualsiasi caso io ti seguirò; puoi combattere o fuggire. Io sarò con te,
sempre e comunque. Ma se ti conosco, so già da che parte starai…”
Con un sospiro Oscar si
rassegnò; non poteva rinnegare sé stessa.
“Sì, è vero, tu mi
conosci molto bene. Lo sai, forse sono andata dalla regina con la richiesta di
ritirare le truppe, proprio perché avevo già deciso cosa avrei fatto. Non posso
puntare le armi contro il popolo, ma posso difenderlo…”
“Credo che i sovrani non
si rendano conto di quello che sta accadendo. La strada che hanno scelto è
senza ritorno. Forse verranno tempi migliori per noi, ma la lotta sarà dura.
Sei veramente decisa?” era steso accanto a lei e la osservava reggendosi su un
gomito.
Lei lo guardò calma con
una strana serenità nello sguardo.
Ma la voce rivelava un
tono più determinato e fermo.
“Certo André. Andremo a
Parigi e ci uniremo al popolo in rivolta”.
“Allora domani…
lasceremo il nostro reggimento…”
La circondò con le
braccia, mentre le accarezzava la schiena.
“Oh André… prima
dell’alba c’è ancora un’ora, non voglio pensare adesso a quello che ci attende.
Ho solo voglia di noi due insieme…”
E lui la baciò e Oscar
si sentì scivolare nuovamente nell’oblio estatico che aveva appena imparato a
conoscere. Si amarono ancora, con passione infinita.
Le ultime ore di una
notte meravigliosa, fatta di baci e carezze dolci e audaci.
Un canto d’amore, il canto del cigno, il
più bello e struggente, perché l’unico concesso a due anime nate per unirsi,
che per troppo tempo erano state divise. Fuori da quella stanza custode dei
loro sospiri, il loro destino sorgeva con un nuovo giorno.
L’ultimo che li avrebbe
visti insieme.
L’ultimo che li avrebbe
separati.
****
Non posso morire adesso, proprio non
posso…
Non piangere amore mio, non voglio vederti
piangere.
Mi hanno sempre fatto male le tue lacrime,
ora fanno più male che mai.
Poche ore fa, eri felice tra le mie
braccia e io tra le tue, persi uno nell’altra.
Perché ora piangi come se ti avessero
strappato il cuore dal petto?
Ti ho chiesto se stavo morendo e tu hai
tentato di rassicurarmi, ma le tue lacrime non riuscivano ad ingannarmi.
Piano, la luce si stava spegnendo.
È così ingiusto e io non vorrei mai
lasciarti.
Non ora che finalmente anche l’amore ci
unisce. Perché il destino si fa beffe di noi?
Non essere triste amore mio, io posso
ancora sentire il suono della tua voce, la carezza della tua mano nella mia.
Non potevo morire mentre sentivo uscire dalle tue labbra, la più bella
richiesta che tu mi avessi mai fatto. È diventata una promessa solenne, accompagnata dall’ ultima lacrima che
scendeva lungo il mio viso.
Ti sposerò Oscar, non ho mai desiderato
altro.
Saremo marito e moglie quando verranno un
tempo e un mondo migliori…
******
Ecco, è arrivata finalmente.
Alla fine avevi ragione tu André, niente,
neppure la morte può tenerci divisi.
Credevo che la nera signora sarebbe venuta
prima per me, e che per questo avresti sofferto ancora a causa mia. Ma le tue
sofferenze sono finite, invece sono iniziate le mie e ho dovuto sopportare lo
strazio di vederti morire, colpito al cuore da un proiettile destinato a me.
Hai dato la tua vita per me. Perché amore?
Cosa me ne faccio di questa vita, senza di te?
Non lo sai che io non la voglio una vita
senza di te?
Al giorno più dolce è seguita la notte più
tragica.
Una notte che sembrava non avere fine ed
era più nera e cupa dell’inferno.
La prima volta senza di te.
È stato
terribile; un baratro si è aperto sul mio cuore e sentivo che il dolore era
incolmabile.
Hai lasciato un vuoto tale, che non mi
bastavano i nostri ricordi a riempirlo. Non mi bastavano i sogni che facevo,
nulla, nemmeno le parole pietose di Alain potevano consolarmi.
Sputavo sangue per le strade di Parigi,
sperando che la tisi mi desse il colpo di grazia, e mi sembrava impossibile che
fosse tutto finito, la tua vita e con essa il nostro amore.
Non volevo credere che fosse vero. Non si
può trovare l’amore per perderlo subito dopo.
Può Dio odiarmi così tanto?
Ti ha concesso a me, legandoti al mio
fianco, per strapparti e farmi sanguinare mortalmente?
Mentre io mi tormento, il popolo ha deciso
di prendere la Bastiglia.
Che si prenda anche la mia vita. Non la
voglio più.
Un'altra battaglia, ma se Dio vuole,
questa è la mia ultima sfida, mi sono detta.
E allora, fuoco soldati!
Abbattete la fortezza nemica, simbolo di
quel potere che ha permesso che truppe straniere, calpestassero il suolo
francese e uccidessero il mio André.
Il mio André… il mio caro, dolce André.
Al fuoco si risponde col fuoco. Sono
venuta qui solo per morire.
La nera signora era lì che mi aspettava,
sotto le mura della fortezza sono crollata a terra e in quel momento ho capito
che ti avrei raggiunto. Per questo, in quel preciso attimo sono stata felice,
come lo sono ora in questo vicolo, dove mi hanno portata al riparo. Sento
piangere le persone attorno a me, ma dovrebbero piuttosto essere serene, io sono
così tranquilla adesso. Non sento più il rumore degli spari, da qui vedo solo
il cielo azzurro e una colomba bianca che vola in alto.
La nera signora, prima mi ha accolto, poi
mi ha deposto fra le tue braccia.
Un attimo prima di chiudere gli occhi, vedo
il tuo dolcissimo volto, i tuoi occhi sono belli e perfetti come li ricordavo e
mi sorridi…
Non ho più paura, so che verrai a
prendermi amore mio.
Il cielo piano, si spegne davanti a me…
Che succede?
Ho come l’impressione che il cielo si apra
di nuovo… vedo solo luce…
Che strano…
non sento più niente…
nessun dolore…
mi sento invasa da una grande pace…
che porta di nuovo luce di mattini su una
spiaggia di sabbia bianca e fine…
e una sensazione famigliare di verdi onde
marine, di sole che non abbaglia.
All’improvviso qualcosa di verde, come il
baluginio di un riflesso sull’acqua cattura il mio sguardo…
Andrè, sei davvero tu?
Sei davvero qui?
Sì Oscar, sono sempre
stato qui. Non mi sono mai allontanato da te.
È vero, non ti sei mai allontanato,
neppure un momento.
Lo sapevo che eri con me… sei ancora con
me.
Sarà per sempre così, amore mio?
Non dubitare mai di
questo. Ti ho seguito ovunque per una vita; ogni passo dietro a te.
Di fianco a te. Ti ho
seguito anche ieri notte nel tuo dolore; ho visto le tue lacrime che mi
torturavano, ma non potevo asciugarle. Ero lì con te, Oscar.
Sì, amore ti ho sentito… eri tu… non
potevi che essere tu…
Non sei mai stata sola,
ero con te anche nei tuoi ultimi pensieri.
Ho sentito i tuoi
pensieri d’amore; avrei voluto accarezzarti e dirti “non piangere amore mio,
non essere triste, non sarà ancora per molto.”
Perché io sapevo, Oscar;
sentivo che volevi raggiungermi e che lo avresti fatto, e poche ore ancora ci
dividevano. Noi non possiamo stare divisi.
Ti ho visto sputare
sangue come veleno; cattiva, non me l’avevi detto che stavi male.
Ti ho visto mentre
estraevi la tua spada dal fodero per l’ultima volta, davanti alla Bastiglia;
sei sempre stata coraggiosa, lo sei stata fino all’ultimo istante.
Ho colto il tuo ultimo
sorriso; so che era per me. Quanta fretta amore mio.
Non hai aspettato e sei
venuta da me, perché il paradiso siamo noi due insieme.
È una promessa:
l’eternità sarà il nostro canto d’amore.
Oscar, sei qui con me.
Ascolta il mio canto; è anche il tuo.
Non poteva che essere
così, perché così fu sempre.
Prima di nascere, prima
del tempo, prima di tutto eravamo noi.
Perché le nostre anime
si conoscono e si riconosceranno sempre.
Ma ora siamo arrivati a
questa spiaggia per riposare prima di ripartire di nuovo.
Sento la tua pelle sotto
le mie dita e le tue mani che mi sfiorano.
Vedo la gioia nel tuo
sguardo. Anch’io sono felice amore mio.
Sai, saremo ancora noi
tra 100, 1000 anni; in un altro tempo, con altre vite, con altri nomi.
In un'altra storia che
sarà riscritta di nuovo e sarà sempre uguale e diversa e si ripeterà
all’infinito… perché infinito è il nostro amore Oscar.
E quando noi torneremo sarà
per amarci ancora; e avremo altre possibilità e quello che non abbiamo avuto lo
vivremo pienamente… e saranno altre esperienze, intense e meravigliose, ma
saremo sempre noi.
E quello che abbiamo
sofferto non sarà niente in confronto alla gioia di poterci amare di nuovo.
Perché tutto cambia e si
evolve, anche a noi potrebbe accadere, ma il nostro amore è eterno ed
immutabile. Sarà nuova vita tutte le volte; rinascere, vivere, scoprirsi,
amarsi.
Sarà sempre di te…
Sarà sempre di me…
Sarà sempre di noi.
È una promessa amore
mio…
Sì, una promessa di eternità… e noi la
manterremo.
Fine
Per la scena finale che
forse vi risulterà eccessiva, la colpa è da imputare alla visione ripetuta del
film “Ghost”. Grazie mille per avere letto fin qui. Tengo molto a questo
racconto (come a tutti quelli che ho scritto del resto). Spero tanto che vi sia
piaciuto e che non risulti troppo triste.