Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Li_fe    22/05/2017    0 recensioni
Andrea Rossi è stato il tormento, per un anno intero, di Antonia.
Si è innamorata di lui. Si è innamora della persona sbagliata.
Ha sofferto tanto, senza meritarselo.
E' partita. Ha cambiato vita a Torino e, proprio lì, ha incontrato, crede, l'amore della sua vita: Marco.
Antonia è cambiata tanto. Non è più la ragazzina insicura di prima. Adesso è forte. Ed è bella. Bellissima.
Per problemi scolastici dovrà ritornare nella sua città natale, con lei però ci sarà Marco.
Ma, a volte, il passato bussa prepotentemente alla porta, e non ci resta che aprire.
Andrea farà ancora parte della sua vita. Sarà Antonia a decidere se chiudere definitivamente o spalancare quella porta per un nuovo inizio.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 

Stay strong.


 
Il primo giorno di scuola sta procedendo abbastanza tranquillo, mi aspettavo di peggio, lo ammetto.
Dopo il Prof. Lordi, è il turno della Professoressa Melsi, che insegna Letteratura. Io amo questa materia. Più precisamente amo il modo in cui la Melsi lo espone: in ogni argomento, per quanto è possibile, ci infila sempre un po’ di Filosofia, visto che il nostro percorso di studio non prevede questa materia.
Nonostante sia il primo giorno, la Melsi è una persona serissima e allora “Ragazzi oggi introduciamo Freud!” E Dio, io adoro Freud, starei ore a parlarne e ad incanalare più informazioni possibili. Il sogno, il sonno, l’Es, l’Io, il Super Io, la psicanalisi. Tutto. Mi affascina così tanto.
Sono praticamente con la bava alla bocca. So che Marco mi sta guardando e sicuramente si starà impegnando per non ridere a crepapelle.
In queste poche ore di lezione, non abbiamo praticamente mai avuto l’occasione di parlare, ma nonostante questo lui è sempre lì per accarezzarmi i capelli, la mano, il braccio. Insomma mi fa sentire la sua presenza. E niente…io lo amo anche per questo. Ora sono abbastanza tranquilla anche io, sono calma, nonostante mi senta ancora addosso lo sguardo di tutti. E devo ammettere che non vedo l’ora ci diano un attimo di pausa per poter parlare con le ragazze. Mi sono mancate.
 
Finalmente arriva la pausa. E tiro un sospiro. Non sono più abituata ai ritmi scolastici, ogni anno è la stessa storia.
“Amore.” Marco mi chiama dolcemente e mi giro verso di lui.
“Ciao.” Lo vedo sorridere e avvicinarsi e così ci scambiamo un bacio a fior di labbra.
Sento che ci guardano tutti, ma sinceramente non mi interessa. Vedo dei ragazzi della nostra classe avvicinarsi a Marco e presentarsi. Così li lascio tranquilli, pensando che Marco non avrà sicuramente nessun problema ad ambientarsi ed a fare amicizia, socievole come è. Approfitto di questo momento per andare dalle ragazze. Asia, Sofia ed Emma sono al penultimo banco; le vedo fissarmi sorridendo e io faccio lo stesso.
“Ciao ragazze!” mi viene naturale usare un tono allegro.
“Ciao Bimba! Oggi sono diciassette, vero?” mi dice Emma. Forse lei è la più estroversa e esuberante del gruppo e io la adoro.
“Quanto mi sei mancata!” Sofia, invece, è la più dolce. Le basta poco per piangere, per essere malinconica e nostalgica. Siamo molto simili su alcuni aspetti.
“Sei bellissima.” Asia, però, è forse quella che capiva di più il disagio che provavo per via del mio peso. Per le altre due era cosa da poco, dicevano sempre di fregarmene del giudizio della gente. Ed avevano ragione e ne ero consapevole allora come lo sono fortemente adesso. Però, ripeto, Asia era quella che sapeva che, purtroppo, non era cosa da poco e che ci stavo parecchio male. Con questo suo commento, mi sento leggera e lei lo sa.
“Sì, è oggi! Mi siete mancate tanto anche voi!” e così dicendo ci alziamo e ci abbracciamo forte.
“Lo sai vero che devi raccontarci tutto?” dimenticavo di dire che Emma è anche la più pettegola.
“Lo so, sono a vostra disposizione.” Rispondo ridendo. Ero già pronta ad un terzo grado, ma credo che ne abbiamo il diritto. Insomma le ho lasciate all’improvviso, senza avvisare dove fossi e per quanto ci sarei rimasta. Senza contare che durante il soggiorno a Torino non le ho contattate. Loro mi hanno sempre cercato all’inizio, ma io non le ho mai risposte. Non me la sentivo, anche se ero consapevole che loro non avevano nulla a che fare con quello che era successo con Andrea. Di conseguenza poi loro non mi hanno più cercata, capendo forse la situazione.
Chiariamo. Io non le ritengo le mie migliori amiche, così come non affibbio questo nomignolo a nessuno. Non si tratta delle persone in sé; so benissimo che le ragazze mi vogliono bene ed è ricambiato assolutamente. Semplicemente non ho mai creduto all’amicizia unica, eterna, indissolubile. Se per esempio io avessi un segreto e sentissi il bisogno di parlarne con qualcuno, io sono sicura che non andrei dalle mie amiche. Forse andrei o da Marco o da mio cugino Federico. Con loro mi sono spesso sfogata e ho cercato dei consigli, però i miei pensieri più profondi, le mie debolezze e le mie fragilità io non le ho mai esposte.
“Ah, ragazze! A proposito del compleanno. I miei cugini, sono stati talmente gentili e ovviamente sono ironica, a prenotare un posto per festeggiare questa sera. Adesso voi sapete io quanto sia restia alle feste, infatti non ho organizzato niente. Loro però hanno insistito e mi hanno detto di dirlo in giro. Io l’ho detto a voi, se volete ditelo a chi vi pare, ecco.” Finisco ridendo. Vi piace questa geniale idea dei miei cugini? Stamattina se ne sono usciti con “Anto, senti…visto che è il tuo compleanno e sappiamo che sicuramente non avrai intenzione di festeggiare, ci abbiamo pensato noi! Abbiamo prenotato il locale di Sandra, quello con l’enorme piscina, hai presente? Tu devi solo dirlo un po’ ai tuoi amici, invitarli stasera e farti bella. Al resto ci pensiamo noi!” L’avrei voluti strozzare! E dire che lo sanno che le feste non sono il mio forte. Però sono anche consapevole che hanno fatto un gesto tanto carino. E quindi li ho ringraziati, dopo una generosa pacca sulla spalla, ovviamente.  Vi spiego questo locale: Sandra è una grandissima amica di mia zia, avrà tipo una quarantina di anni, nonostante la sua età è una signora giovanile e a tratti grottesca, molto particolare, sembra una ragazzina; comunque, vista la sua bizzarra personalità, ha tirato su un locale molto bello devo dire,  ed è anche abbastanza popolare tra noi giovani. La maggior attrattiva è la piscina mi è parso di capire: è grande, sempre pulita, ha l’idromassaggio e ha delle luci splendide, così da creare una bella atmosfera.
“Certo!” mi rispondono le ragazze. Ovviamente loro sono felicissime. Tremo al solo pensiero, chissà quanti sconosciuti mi ritroverò stasera.
Mi guardo un po’ intorno e noto Marco chiacchierare ancora con i ragazzi, si trova a suo agio e ne sono felice.
Vi starete chiedendo: sì, ma Andrea?
Io non l’ho degnato di uno sguardo. Adesso però lo noto che è con i suoi due compari, Pierluigi Zagnotta e Silvio Giri, che parlano tra di loro. Da quello che ricordo loro tre sono sempre stati insieme. Non so se effettivamente ci sia questo grande legame di amicizia, però sono considerati un gruppo unito e sono il fulcro della scuola, vuoi per la loro bellezza, vuoi per la loro affinità ai guai.
Che persone sono i suoi amici? Non lo so sinceramente. Non li ho mai osservati tanto, pur essendo tutti nella stessa classe, e non mi ci sono mai applicata a scoprirli. Superficialmente, mi viene da pensare che siano degli idioti pieni di ego, che nel loro personaggio e nella loro fama ci si trovano più che bene.
 
Sono tutti e tre di spalle, quindi non possono vedermi. All'improvviso però Andrea si gira e si accorge che stavo guardando nella loro direzione. Mi rivolge un ghigno. Provo a intuire i suoi pensieri ed è così facile. Sicuramente starà pensando che io muoia ancora per lui. Poraccio, non sa come si sbaglia.
Ho sempre pensato che l'indifferenza sia la miglior arma, però ora non riesco  ad esserlo. So che devo parlargli, affrontare le cose irrisolte tra di noi, di cui lui sicuramente non se n’è curato e sono sicura non gliene freghi assolutamente niente di parlare del passato, di quello che mi ha fatto, di come si è comportato; per lui non ha avuto alcuna importanza, ne sono consapevole. Sono sempre stata convinta, anche quando credevo di essermene innamorata, che Andrea fosse una persona molto superficiale. Troppo concentrato sulla sua immagine per badare a ciò che lo circonda.
Comunque, stavo dicendo: visto che l’indifferenza ora come ora non è mia amica, mi viene naturale sorridere in modo derisorio nei suoi confronti e mimargli un cordialissimo “crepa.”. Vedo lui strabuzzare gli occhi, perché sicuramente non si aspettava che la dolce, fragile, educata Antonia si rivolgesse a lui in questo modo. I suoi amici, invece, scoppiano a ridere. E mi stanno quasi simpatici ora.
Poi decido che per oggi gli ho dato fin troppo importanza. E allora faccio vagare il mio sguardo alla ricerca di Marco. Vedo che sta ancora chiacchierando amichevolmente con i nostri compagni di classe. Incontra anche lui il mio sguardo e mi sorride spontaneamente. Lo vedo dire qualcosa ai ragazzi e poi raggiungermi.
“Ciao Amore, per caso sentivi la mia mancanza?” è di buon umore, mi fa tanto piacere.
“Certo che sì! “ gli rispondo avvicinandomi ulteriormente così da abbracciarlo. Lo sento stringermi e posare le sue mani sui miei fianchi.
“Ma dici che se adesso ti baciassi qui, ci denuncerebbero per atti osceni?” quanto può essere cretino?
Scoppio a ridere.                                                                                                                                                           
“Credo che a nessuno importi se ci scambiassimo un bacetto innocente.” Gli rispondo sempre ridendo.
“E se non fosse un bacetto innocente?” contraccambia malizioso.
“Tu provaci e vediamo.” Gli rispondo affabile.
E lo fa. Avvicina ancora un po' il mio viso al suo e mi bacia. E non è certo un bacio a fior di labbra o appena accennato come quello che ci siamo scambiati poco prima.
È un contatto diretto, dove le nostre lingue sono ben liete di incontrarsi. Arpioni dolcemente i suoi capelli e traccio dei ricciolini immaginari. Marco, invece, intanto ha infilato una sua mano sotto la mia maglietta e continua a stringermi senza mollarmi neanche per un secondo.
Ci stacchiamo solo per prendere fiato, rimanendo comunque abbastanza vicini da sentire il suo respiro leggermente affannato infrangersi sul mio viso. E poi ci stacchiamo e decidiamo che forse è ora di ritornare al nostro posto, visto che la pausa è finita e le lezioni stanno per riprendere.
Quando ci dirigiamo al nostro posto notiamo però che tutti ci guardano. Ma proprio tutti tutti. E niente.
“Mi sa davvero che abbiamo dato spettacolo” mi dice allora Marco una volta arrivati al nostro posto.
“Nahhhh! Sono abituati a molto peggio. Noi non abbiamo fatto niente.” Rispondo tranquilla.
“Ah, allora saranno invidiose di te, sicuramente! Del resto con un figo del genere al tuo fianco, facile crederci!” A volte dimentico che anche Marco, essendo maschio, ha una percentuale, seppur non elevata, di modestia e ego.
“Sì certo, amore.” Vai convito proprio.
 
 
Il resto della giornata passa velocemente e in modo tranquillo. Le lezioni finiscono e ci apprestiamo ad andare a casa. Io e le ragazze inoltre decidiamo di darci appuntamento nel pomeriggio per una sessione di shopping, a detta loro, e per chiacchierare un po'.
 
Arrivati a casa saluto Marco sul pianerottolo, promettendo di vederci dopo essere tornata dall’uscita con le ragazze, ed entro in casa.  Trovo mamma e papà intenti a preparare il pranzo. Mi rinnovano gli auguri e mi conferiscono il loro regalo. Si tratta di un braccialetto rigido in argento con sú inciso “famiglia”. Ha in valore molto importante sia per me che per loro. Siamo sempre stati una famiglia unita. Io, mamma, papà e mio fratello Alberto. Questo non ve l’avevo ancora detto, lo so. Lui non è in Italia, ma è in Spagna per completare gli studi in economia e management. Alberto ha 23 anni e abbiamo tutto sommato un buon rapporto. Non ci sentiamo sempre, ma ci vogliamo bene e lui, come ogni fratello maggiore, è molto protettivo nei miei confronti. Per il mio compleanno mi inviato naturalmente gli auguri e mi ha riferito che tra un paio di mesi conta di fermarsi un po’ a casa.
Dopo averli ringraziati per il bellissimo regalo, decidiamo di metterci a tavola  e gli racconto di quello che hanno organizzato quei pazzi dei miei cugini. Stasera avremmo dovuto festeggiare insieme, ma non sono tanto sicura che i miei si troverebbero a loro agio tra ragazzini, confusione e musica. Per me ovviamente non c’è nessun problema, anzi, mi farebbe davvero piacere! Ma come immaginavo, i miei genitori alla fine mi hanno riferito che festeggeremo poi in un secondo momento; hanno detto che preferiscono che festeggi con i miei amici, visto che è da tanto che non li vedo e non li sento. Con loro avrò tempo, parole loro “c’è tempo per festeggiare con i tuoi vecchietti! Divertitevi stasera!” Come se davvero fossero dei vecchietti, poi! Mia madre, Angela, ha 42 anni portati benissimo. Mio padre, Gerardo, 45 anni. Insieme hanno messo sú un'azienda d'elettronica, che nel nostro piccolo paesino funziona e ora hanno deciso anche di estendersi. Sono contenti del loro lavoro.
 
Nel  pomeriggio, come d'accordo con le ragazze, andiamo in centro per un po' di shopping. Arrivate però nei pressi di un salone di parrucchieri, mi viene il desiderio di farmi qualcosa ai capelli, niente di eclatante però. Così due ore dopo mi ritrovo con sempre il mio castano chiaro, ma più chiari alle punte, un biondo splendido. Come piega, invece del mio solito liscio o al naturale, decido di cambiare giusto un po' e di fare quindi delle onde morbide. Il risultato finale mi piace tanto.

Le ragazze hanno insistito affinché comprassi un vestito per il compleanno, ma io ho rifiutato sicura che nel mio armadio qualcosa di giusto da indossare ci fosse. Mi hanno riferito che della serata l’hanno detto praticamente a tutti. Non ne sono tanto contenta, meno siamo meglio è per me. Ovviamente poi hanno voluto che raccontassi tutto quello successo in loro assenza. E allora racconto loro di Marco, di come ci siamo conosciuti, di come fosse il nostro rapporto all’inizio e di come poi si è evoluto e ci siamo innamorati; della scelta che ha fatto lui di seguirmi in questo piccolo paesino sperduto abbandonando cosi una grande città. Abbiamo parlato del percorso che ho fatto e della presenza costante  di Marco in questo. Ho parlato loro anche delle persone magnifiche che ho incontrato a Torino. Di come io sia più leggera, più aperta e più felice. Mi hanno abbracciato e mi hanno detto che sono felici per me. Poi hanno aggiunto “Ma Marco è un figo della paura! E brava la nostra Antonia!”. Sono scoppiata a ridere; però insomma lo so anche io che Marco è una persona meravigliosa, sia esteticamente che moralmente. Nell'aria però c’era qualcosa in sospeso, una domanda e a me pareva quasi di sentirla.
“E Andrea?” Asia mi espone questa domanda e le ragazze, sono sicura, vogliono sapere anche loro.
“Voi sapete perché sono andata via questa estate. Il motivo è lui. Sapete anche che ne ero innamorata, o almeno così pensavo. I primi tempi a Torino sono stati non bellissimi, la mia testa, i miei pensieri, volavano sempre qui e a lui. Poi però qualcosa è cambiato. Forse è cambiato il mio approccio, forse è stato Marco o forse è stato altro. Fatto sta che mi sono lasciata il superfluo alle spalle e mi sono concentrata tanto su me stessa. Poi mi sono innamorata di Marco e ho capito che quello che provavo per Andrea non era amore. Forse era curiosità, attrazione, uno sfizio, una cotta. È come se avessi aperto gli occhi su di lui e capito, oltre che i sentimenti per lui non fossero reali, che non fosse la persona giusta per me.” Ho buttato fuori una marea di parole e mi rendo conto che ne avevo bisogno. Non ne parlo tanto ad alta voce.
“Hai ragione. Andrea non è sicuramente uno stinco di santo e non era la persona adatta a te. Sai bene che questo mio pensiero è lo stesso di mesi fa. Meriti molto di meglio che un fighetto concentrato esclusivamente su stesso. Poi Marco mi sta simpatico, si vede che ti ama.” Tra le tre, io ho sempre amato parlare con Asia. Ha sempre un pensiero suo. E questo commento me lo dimostra per l’ennesima volta.
Sofia ed Emma, invece, si limitano a cambiare discorso perché è inutile parlare  di qualcosa di così poca importanza ormai. Però la pensano come Asia, lo so.


Il pomeriggio con le ragazze è terminato e, come promesso, io e Marco ci incontriamo, precisamente di fronte al nostro palazzo, dove c’è un piccolo parco. Appena mi vede si accorge subito del mio piccolo cambiamento ai capelli.
“Ehi bionda!” mi viene incontro sorridendo e stampandomi un bacio.
“Ti piacciono?” gli domando curiosa.
“Certo che si! Ti donano; ma a te dona tutto amore.” Quanto può essere ruffiano?
“Mhm fingo di crederci “ gli rispondo ridendo.
Poi mi avvicino un po’ di più a lui e incollo le mie labbra alle sue. Gli allaccio le braccia al collo e approfondisco il bacio. Le sue labbra si schiudono presto e le nostro lingue si incontrano; gli mordo il labbro inferiore tirandolo anche leggermente e Marco mugola. Infila velocemente una sua mano sotto la mia maglietta, salendo e scendendo per la schiena, poi incontra il gancetto del reggiseno e lo sento tentennare. Si stacca e poi parla.
“In questo preciso momento io ti farei mia, e non mi importa se siamo in un luogo pubblico, se c’è gente  o altro. Sei talmente bella e io voglio solo te. Lo so che non sei ancora pronta, come sai che io ti aspetterò. Però sappi che io ti voglio. Tutto qua.” Mi rivolge queste parole con il fiatone e so per certo che sono vere e che gli è costata una fatica dirmele.
E io non posso fare altro che baciarlo e dirgli un “Grazie.”
Poi cambia argomento.
“Ah, dimenticavo di dirti che il tuo regalo lo riceverai stasera.” Il regalo era l’ultimo dei miei pensieri in questo momento veramente.
“Non è importante il regalo per me, lo sai.” Gli rispondo sorridendo.
“Ti piacerà!” mi dice euforico.
Continuo a sorridergli, poi decidiamo che ormai si è fatta ora di salire, quindi ci salutiamo, tanto ci vedremo tra pochissime ore.
 
 
Sono a casa. E sto pensando ai miei cugini: oltre a darmi gli auguri per il resto della giornata non si sono fatti ne vedere e ne sentire. Ed è molto strano, considerando che di solito sono molto presenti. Provo a chiamarli e niente, nessuno dei due risponde.
Poco dopo mi arriva un messaggio da parte di Federico: “Buonasera cara cugina. La prego di non disturbare, stiamo lavorando per lei. A dopo. Non rompere. Ho avvisato le tue amiche di riferire, per chi vuole, di indossare il costume visto che c’è la piscina; se ti va, indossalo anche tu. Con amore, il tuo cugino preferito. Ps: Fatti bella, più del solito.”
Cugino preferito un corno! Chissà cosa staranno combinando.
 

L’appuntamento al locale è per le 21:30, quindi decido verso le 20:00 di iniziare a prepararmi. Avevo già pensato di indossare un vestito, mai messo per altro, presente nel mio armadio. E’ bianco, credo mi arrivi al dì sopra del ginocchio. Ha dei bottoncini davanti a mo’ di chiusura. Ha il colletto, anche esso bianco, decorato con delle perline bianche, beige  e color argento. Ha una scollatura fondamentalmente a cuore, anche se non mi lascia niente di scoperto perché ha al di sopra una stoffa vedo-non vedo. E’ stretto fino alla vita, poi si allarga leggermente scendendo così morbido. Il tutto completato con una cintura di stoffa nera a forma di fiocco in vita. Decido di indossare anche il costume e ne scelgo uno abbastanza semplice: è nero, bikini, il sotto è ad alta vita; il sopra, invece, è senza spalline ed è a balconcino e contiene a meraviglia la mia terza scarsa.
Una volta deciso cosa indossare, vado a farmi una doccia. Indosso tutto e il risultato mi piace. Indosso anche dei tacchi che amo: il tacco è un 12cm, nere, aperte sia avanti che dietro a mo’ di sandolo. Il pezzo forte è l’attaccatura: ha dei nastrini, sempre neri, da allacciare intorno alla caviglia.
Poi decido di dedicarmi al trucco, dove non sono particolarmente brava. Un leggero velo di fondotinta e correttore per le imperfezioni, smokey eyes nero agli occhi, mascara, un velo di blush, matita contorno labbra color carne e rossetto opaco delle stesse tonalità. Do’ una sistemata ai capelli.
Indosso il mio chiodo nero e la borsetta, anche essa nera.
E mi guardo allo specchio. E quasi mi viene da piangere. Sono bella e mi piaccio.
Lo specchio riflette una ragazza alta con il suo peso forma; le gambe lunghe e magre, i fianchi appena accennati e nessuna pancia. Sono fiera di me. E non pensavo di farcela…e invece! Eccomi qui. Prima di mandare a diavolo definitivamente il trucco, decido che è ora di andare, sono ormai le 21:20.
Vado nel salone, dove ci sono anche i miei genitori. Mi fanno i complimenti, mi abbracciano e mi dicono di divertirmi.
 

Esco da casa e vado a suonare da Marco. Abbiamo deciso di andare assieme. I miei zii si sono offerti di accompagnarci e allora ne abbiamo approfittato. Mi viene ad aprire proprio lui. E’ bellissimo e mi guarda con occhi adoranti.
“Sei bellissima.” Mi dice con quei suoi occhi così profondi.
“Anche tu lo sei.” E lo è davvero. Indossa un completo nero. Un pantalone, con un leggero risvoltino, che scende elegante sulle adidas bianche che ha ai piedi. Una camicia bianca, leggermente sbottonata che, neanche a dirlo, gli sta da dio. La giacca nera aperta.
“Andiamo ragazzi!” E’ mia zia a distarci, fosse stato per noi staremmo ancora li a fissarci.
Faccio un primo passo per le scale e immancabile è la battuta di Marco.
“Ma li sai portare quei cosi ai piedi?” mi dice ridendo. Lo stronzo sa che sono un’impedita. Io spero solo di non cadere stasera; un miracolo ci vuole minimo.
“Stronzo!” E così ridendo, mano nella mano, ci dirigiamo al locale, con il proposito di passare una bella serata e di divertici.
 
 
Arrivati lì, i miei zii ci lasciano e io e Marco, sempre mano nella mano, ci dirigiamo dentro. A pochi passi dall’entrata però ci fermiamo, o meglio Marco mi ferma.
“Non ti ho ancora salutata per bene.” Mi dice malizioso avvinandosi.
Si fionda sulle mie labbra impetuoso. Dischiudo subito le labbra e gli do’ libero accesso. E’ famelico. Morde, bacia e si ferma per poi ricominciare. Ci fermiamo solo per riprendere fiato, rimanendo sempre appiccati.
“dio! Stasera sarà difficile non starti appiccicato!” mormora sulle mie labbra.
Io rido e con questo spirito decidiamo di entrare. E rimango sconvolta da tanta bellezza.
Non bado neanche alle persone che sono presenti, la mia attenzione è totalmente rivolta al locale.
E’ grande, l’arredo è fondamentalmente nero: divanetti, banconi, tavolini…tutto nero. Poi ci sono candele ovunque. E tanti palloncini bianchi sotto il soffitto, ne è pieno. Riesco anche ad intravedere al di fuori della vetrata, dove è presente la piscina e anche lì noto tanti palloncini bianchi, questa volta non in aria, che volando a ritmo del vento. E’ bellissimo.
Marco al mio fianco mi stringe ancora più forte la mano, facendomi sentire la sua presenza.
Poi noto le persone e mi stanno tutti osservando. E allora capisco che è ora di entrare in scena.
 


Buon compleanno Antonia. Che la festa abbia inizio.
 

 
 
Salvee gente! E' da tanto che non aggiorno questa storia. E mi dispiace e vi chiedo scusa. Questo è stato per me un periodo molto importante, fatto di cambiamenti e di nuovi equilibri. Comunque non mi va di dilungarmi, dico solo che proverò ad aggiornare più spesso. Passiamo al capitolo.
Avevo intenzione di pubblicarlo ieri sera/notte. Infatti l'ho completato e ri-letto tardi, con l'intenzione di pubblicarlo subito. Poi ho pensato che forse era meglio aspettare oggi, visto che volevo scrivere anche delle note decenti. E allora eccolo qui. 
Nelle note dello scorso capitolo vi avevo anticipato che questo terzo capitolo fosse incentrato sul compleanno di Antonia. Bene, l'intenzione era proprio quella. Solo che andando avanti, scrivendo, mi sono accorta che mancavano delle piccole informazioni su Antonia, sulla sua famiglia, sui suoi interessi...e allora ho preferito dilungarmi un po' in queste. Di conseguenza, per non far risultare lunghissimo il capitolo, ho dovuto dividere un po' e quindi questo terzo capitolo si conclude con l'arrivo di Antonia alla festa. E' facile intuire allora che il prossimo sarà davvero incentrato sulla festa. Ho già delle idee e vi do' una piccola anticipazione: ci saranno tante sorprese e forse un incontro diretto che aspettate. 
Bene, credo di essermi dilungata un po'. Vi saluto e al prossimo capitolo, dove spero di aggiornare al più presto. Adesso conto di aggiornare prima l'altra mia storia e poi questa. Spero di farcela. 
Ovviamente spero che ci sia ancora qualcuno interessato a questa storia. Mi farebbe davvero tanto piacere. Ringrazio chi ha messo questa storia tra le preferite, seguite o ricordate e che l'ha recensita.
 

A presto! 

Ps. Ho modicato. Sotto, se vi fa piacere, vi lascio l'outfit di Antonia alla festa. 




       

 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Li_fe