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Autore: Lovy91    22/05/2017    1 recensioni
Kaito è alla ricerca di Pandora, la pietra preziosa che è costata la vita a suo padre Toichi. Dopo l'ultimo furto cambia tutto: Saguru sospetta di Kaito e l'organizzazione ha deciso di scoprire se il ladro è veramente Toichi Kuroba. In particolare il rapporto con Aoko comincia a cambiare e il ragazzo si rende conto della delusione enorme che proverebbe se scoprisse che lui è Ladro Kid.
Il più grande ladro del mondo si rende conto di essere in mezzo a un triangolo pericoloso da cui dipende la sua libertà, la vita e l'amore...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akako Koizumi, Aoko Nakamori, Ginzo Nakamori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7° Capitolo


Qualcosa è cambiato



Giunse aprile, il tempo cambiava in modo lunatico. In quei giorni pioveva in continuazione e per Kaito era solo una scocciatura: volare con l'aliante era pericoloso, se la pioggia peggiorava rischiava di restare a terra e non era mai una buona cosa. Stava meditando di usare la macchina del padre ma l'avvertimento minaccioso di sua madre urlava in un angolo del suo cervello, come una vocina fastidiosa.
Ginnastica si svolgeva in palestra, poiché all'aperto era impossibile. Il cielo era grigio scuro, pozzanghere di acqua nera erano sulla pista da corsa e il vento sferzava. Quel giorno facevano pratica di kend
ō, non lo praticavano spesso, in genere c'erano altre attività sportive ma l'insegnate di ginnastica, Arisa Shimizu, doveva essersi svegliata incattivita, quella mattina.
Era il pensiero di Aoko, che affogava nella tuta da kend
ō. La coordinazione non era il suo punto forte e l'ora di ginnastica era l'opportunità eccellente di Kaito per prenderla in giro. Cosa che fece non appena si presentò infagotta, stringendo la katana aveva una voglia irrefrenabile di dargliela in testa.
<< Sei antipatico! >>, sbottò lei.
<< E tu permalosa! >>, ribatté Kaito.
<< Kuroba e Nakamori! >>, li riprese l'insegnante.
I due si guardarono in cagnesco e si girarono la faccia.
Saguru si avvicinò ai due.
<< Salve ragazzi >>.
<< Ciao Saguru >>, disse Aoko. << Com'è andato il week end? >>.
<< Bene, sono stato con mio padre a dei convegni sulle tecniche d'indagine. Erano molto interessanti. Ho letto dell'ultimo colpo sul battello, mi dispiace per l'ispettore >>.
Aoko sferzò l'aria con la katana. << Se avessi qui Ladro Kid farei questo! >>. L'agitò di nuovo e stavolta perse l'equilibrio, cadendo faccia a terra. Kaito iniziò a ridere e si chinò ad aiutarla.
<< Ahia >>, si lamentò lei, toccandosi la testa. << Che botta >>.
<< Sei proprio imbranata >>, la prese in giro. Estrasse un fazzoletto dalla tuta e l'avvicinò al viso di Aoko. Avrebbe voluto diventare invisibile perché, dal calore nelle guance, stava sicuramente arrossendo. Kaito le strofinò il viso e poi le fece vedere il fazzoletto sporco. << Avevi la faccia piena di polvere! >>.
Saguru si chiese come aveva fatto a non capirlo prima, la sua acuta mente di detective non gli aveva permesso di vedere l'ovvio: Aoko aveva una cotta, se non addirittura innamorata, di Kaito. Non capiva ancora se lui la ricambiava ma poteva sfruttare quella debolezza.
Finita l'ora di ginnastica c'era il pranzo ed Aoko non aveva stranamente fame. Kaito diceva che il giorno in cui non l'avrebbe vista mangiare si sarebbe preoccupato, lei aveva insinuato che le stesse dando della grassa e il discorso era finito con un battibecco. Fuori pioveva ancora, non ritirò nemmeno il suo vassoio. Rimase in corridoio a fissare il panorama grigio. Era da qualche tempo che si tormentava con pensieri che la notte diventano sempre più pressanti: ogni volta che Kaito le si avvicinava, la prendeva in giro o anche solo vederlo varcare la soglia di casa Nakamori la rendeva improvvisamente felice, qualunque fosse il suo umore. E c'era qualcosa, nel suo animo, che le suggeriva la risposta ma lei non era ancora pronta ad ascoltarla, forse per la paura di soffrire.
<< Io non sono niente di speciale >>, mormorò, diventando triste.
Kaito l'aveva notata alla finestra, buttò i resti dal suo vassoio e si avvicinò. Sembrava in trance, persa in chissà quale turbinio di pensieri. Le posò una mano sul braccio e la scosse.
<< Oh Kaito >>. L'oggetto dei suoi pensieri era lì e cercò di essere naturale.
<< Non hai mangiato? >>.
<< Non avevo fame >>.
La prese per le spalle. << Aoko... stai male?! >>.
La fece ridere. << No, tranquillo >>.
<< Ah ho capito >>, la lasciò andare di colpo, sembrava a disagio.
Aoko temette il peggio. << Cosa intendi? >>.
<< Sì, insomma... >>, farfugliò lui. << Sono quei giorni particolari... >>.
<< Ma che cavolo dici! >>, sbraitò lei.
Lui mise le mani avanti. << Cos'ho detto di male? >>.
<< Sei davvero scemo Kaito! >>. Aoko ritornò in classe, risentita per l'uscita dell'amico.
Kaito la guardò, dubbioso. << Sì, sono quei giorni >>.

Il pomeriggio, al bar di Jii, Aoko era seduta al bancone e girava la sua bibita, ghiaccio mezzo sciolto e la mano sotto il viso. Kaito stava giocando con un cliente e aveva perso già due partite.
<< Jii >>, alzò la testa.
<< Mi dica, le servo altro? >>.
Aoko era titubante nel porre quella domanda ma era l'unica persona, escluso suo padre, a cui rivolgersi. << Secondo te... due persone che si conoscono da tanti anni possono... cambiare il sentimento che provano, come l'amicizia? >>.
Il vecchio Jii finì di sistemare i bicchieri, riflettendo sulla risposta. Aveva capito perfettamente cosa intendeva la signorina e anche a chi si riferiva, perciò voleva darle la giusta risposta senza metterla in imbarazzo.
<< I sentimenti possono cambiare con la crescita. Le persone maturano e, con esse, anche le sensazioni, i pensieri e... i sentimenti >>.
Aoko ascoltava attenta.
<< L'amicizia è un sentimento, come l'amore, che cresce piano piano. Quindi per rispondere alla sua domanda: sì, può succedere >>
La ragazza gli sorrise. << Grazie Jii, sei stato molto gentile >>.
<< Di niente, signorina >>.
La ragazza tornò serena, ricominciando a bere la sua aranciata. Lanciò un altro sguardo a Kaito, la sua faccia intendeva un'altra sconfitta e cercò di non ridere perché era davvero buffo.

Aoko andò via una mezz'ora dopo e poi anche il cliente. Kaito si sedette e Jii gli passò il tablet, la pagina di un quotidiano locale era caricata sul dispositivo.
<< Il diamante Hope >>, lesse.
<< È uno dei diamanti più grandi nel mondo >>, disse Jii. <<
È di proprietà dello Smithsonian Institute, attualmente in esposizione in un museo di Washington. Hanno deciso di portarla in Giappone per permettere anche al nostro popolo di ammirarla >>.
<< Rischioso >>.
<< Il direttore del museo, Sean Lewis, pensa che la polizia giapponese saprà proteggere il gioiello >>.
Kaito fece un ghigno. << Sembra che voglia proprio essere rubata >>.
<< Il diamante giungerà in patria fra cinque giorni >>.
<< Mi dispiace per Nakamori >>, disse Kaito. << Passerà un altro brutto quarto d'ora >>.

La mattina, a scuola, Kaito era ancora mezzo addormentato: quella notte aveva studiato le informazioni sul diamante e dormito poco. Portava la cartella sulla spalla, assonnato e non si accorse dell'entusiasmo dei compagni di scuola.
<< Buongiorno dormiglione! >>.
Il tono di voce troppo alto di Aoko lo fece sobbalzare, come se si stesse svegliando solo in quell'attimo.
<< Sei la solita rompiscatole >>, sbadigliò lui. << È prima mattina! >>.
<< Stamattina qualcuno non voleva scendere dal letto >>, lo prese in giro.
Mugugnò e poggiò i libri sul banco. Ora che era sveglio si accorse nel fermento che serpeggiava tra i compagni.
<< Come mai così eccitati? >>.
<< Ma dove vivi tu? >>, disse Keiko. <<
È la notizia del giorno! >>.
Kaito inclinò la testa di lato, confuso, e la ragazza gli passò il suo smartphone bianco, aperto su un quotidiano. Quella mattina si era alzato troppo tardi, buttato giù tre sorsi di succo e corso a scuola, non aveva nemmeno acceso il telefono.
La prima cosa che vide fu la faccia di un uomo anziano, con grossi baffi, folte sopracciglia e l'aria fiera. Poi lesse la didascalia.
<< Jirokichi Suzuki sfida Ladro Kid a rubare il diamante Hope... >>, farfugliò. << Che cosa?! >>.

<< Kaito! >>.
La voce di Aoko risuonò cristallina. Dopo aver appreso della sfida di Suzuki, Kaito aveva passato tutto il pomeriggio al bar, copertura usata come tana di Ladro Kid. Era rientrato giusto per togliersi la divisa scolastica e memorizzare le prime informazioni per progettare un paio di piani.
<< È pronta la cena! >>.
Il ragazzo annuì, prese le chiavi e s'infilò la felpa. Fuori pioveva ancora e prese l'ombrello, anche se erano pochi metri. Aoko aveva lasciato la porta aperta, posò l'ombrello all'ingresso e si mise le pantofole. Avvertì l'odore della cena e sperò che avesse cucinato qualcosa di semplice.
Quando entrò nella sala da pranzo vide apparecchiato per due.
<< Dov'è tuo padre? >>, aggrottò le sopracciglia.
<< Fa gli straordinari, pare sia stato convocato da quel riccone... Come si chiama?>>, rispose, mescolando qualcosa nella pentola. Un'altra era sul fornello più piccolo, il fuoco sotto era spento
<< Suzuki >>.
<< Esatto! >>, esclamò lei. Prese un po' di riso sul mestolo e lo porse a Kaito. << Riso e curry! >>.
<< Scotta! >>, si lamentò.
<< Cosa ti aspettavi? Che fosse freddo? >>, rise.
Si misero a tavola e quella pietanza era una delle cose che Aoko sapeva cucinare bene. Accese la televisione e il notiziario parlava della sfida di Suzuki. Aoko non riuscì a trattenere un verso di rabbia. << Spero che Saguru gli metta le manette >>.
<< Ci sarà anche lui? >>.
<< Pare di sì >>, rispose, ingoiò il boccone. << Il vecchietto facoltoso vuole i migliori detective >>.
Il telefono fisso squillò. Aoko si alzò per rispondere: all'ispettore serviva un documento e chiese alla figlia di cercarlo, sarebbe passato più tardi a prenderlo e di lasciarlo sul mobile dell'ingresso. La figlia obbedì ed entrò nello studio del padre. In verità non era altro che una piccola stanza con una finestra striminzita oscurata da una tenda bianca, pareti tinteggiate avorio e parquet rovinato. C'erano due grosse librerie, zeppe di volumi, e una bacheca di legno dove c'erano affissi articoli su Ladro Kid, foto di qualità scadente e appunti di vario genere.
Aoko frugò nei cassetti e sotto le cartelle. Kaito la raggiunse, rimanendo sulla soglia.
<< Ti serve una mano? >>.
<< No grazie >>, rispose. << Mio padre è molto disordinato >>.
Kaito notò la bacheca e si mise ad osservarla. Tra le foto attaccate con degli spilli ce ne erano quattro piuttosto datate.
<< Papà >>, disse piano, per non farsi sentire dall'amica. Ritraevano Toichi Kuroba che volava con l'aliante o in piedi su un palazzo. Fece un sorriso triste.
<< Eccolo! >>, esclamò lei, mostrando il foglio, trionfante.
Kaito notò qualcosa brillare sulla scrivania. Era un tagliacarte con il manico d'oro, l'unico bell'oggetto della stanza.
<< Non credevo che a tuo padre piacessero cose del genere >>.
<< Infatti è un regalo di laurea, da parte di un vecchio compagno di college >>.
Lasciò il documento sul mobile come richiesto e tirò fuori un dessert dal frigo.
<< Hai preparato anche il dessert? >>.
<< Ehm... in verità l'ho comprato >>, disse lei. << Ma è buonissimo! >>.
Kaito mangiava il suo dessert al cioccolato e Aoko era distratta dal notiziario. Mordicchiava il cucchiaino di plastica, guardando la ragazza ogni tanto. Non era la prima volta che mangiavano da soli, aveva perso il conto. Da quando Aoko era entrata alle medie si occupava della casa e Chikage si era raccomandata di avere cura di Kaito, dai pasti alla sveglia presto la domenica. Si chiese come sarebbe stata la sua vita senza di lei, senza quel richiamo dall'altra parte del giardino. La odiava quando lo buttava giù dal letto alle sette di domenica mattina, ingurgitava i suoi esperimenti culinari e gli metteva uno straccio in mano per pulire la villetta. Ma senza di lei vedeva solitudine e desolazione, colorava la sua vita e cominciò a chiedersi se l'amicizia per lei non fosse altro.
<< Non era male >>. Aoko si pulì il viso dalle tracce di cioccolato, la bocca era sporca come quella di una bambina.
<< Meglio di quei pancake del mese scorso >>, buttò il cucchiaino nella confezione vuota, ridotto a un pezzo di plastica inutile.
<< Ehi! Cos'hai contro i miei pancake? >>, si arrabbiò lei, minacciandolo con il cucchiaino del suo dessert.
<< Erano talmente duri che per poco non mi sono rotto un dente! >>.

<< Stai sempre a lamentarti! >>, sbuffò lei, ritirando i piatti sporchi. << Se non ci fossi io saresti denutrito! >>.
Buttò le stoviglie nel lavandino e si mise il grembiule per lavarli.
Kaito prese uno straccio. << Tu lavi ed io asciugo >>.
<< Quale miracolo stasera? Di solito devo pregarti di pulire la tua stanza >>.
<< Non fare la difficile! >>.
Aoko gli passava i piatti, Kaito li asciugava e rimetteva nel mobile, in silenzio, con solo la televisione come sottofondo. La ragazza aveva fatto sgocciolare l'acqua sul parquet, Kaito si spostò per rimettere le posate nel cassetto e scivolò, finendo addosso ad Aoko, il piatto le cadde nel lavandino e inzuppò entrambi. Aoko si appoggiò al bancone per non cadere, Kaito le passò un braccio intorno alla vita per non rischiare di perdere l'equilibrio e lei si aggrappò alla sua spalla con una mano. Tremavano per i brividi di freddo, non riuscivano a interrompere quello sguardo.
Aoko non capiva cosa stesse accadendo, quegli occhi blu erano una calamita e Kaito riusciva a contare tutti i battiti del suo cuore, nemmeno quando indossava i panni del suo alter ego si sentiva in quel modo. Non c'era paragone con la sensazione che stava provando in quel frangente. Con l'altra mano tolse i capelli dal viso di lei e Aoko era certa che il cuore le scoppiasse da quanto batteva veloce.
<< Aoko? >>.
L'incantesimo andò in frantumi e lui la lasciò andare subito. Aoko aveva la sensazione di svegliarsi da un bellissimo sogno e cercò di ricomporsi. L'ispettore Nakamori entrò in cucina, vide la pozza d'acqua e i due ragazzi composti e distanti.
Li guardò con uno strano sguardo sospettoso. << Buonasera Kaito! Tornerò a notte fonda Aoko, non mi aspettare sveglia >>.
Kaito ricambiò il saluto, rigido.
La figlia annuì. << Va bene papà >>.
Salutò e rimasero soli. L'imbarazzo era devastante e nessuno dei due riusciva a spiccicare una sola parola. Aoko riprese il piatto caduto nel lavello e ci passò la spugnetta. Kaito finì di asciugare il resto delle stoviglie e gettò lo strofinaccio accanto al lavello.
Lui sfuggì ai suoi occhi. << Credo... credo che andrò a dormire >>.
Nemmeno la ragazza riusciva a rivolgergli lo sguardo. << Anch'io... >>.
<< Be', buonanotte Aoko >>.
Gli augurò la buonanotte anche lei e Kaito uscì dalla casa. Sola, rimase in piedi, ripensando a quei sessanta secondi e la mano che sfiorava la sua
fronte. Meno di un minuto ed era stato il più intenso mai vissuto.
Per quanto ancora voleva mentire a se stessa?

Kaito rientrò nella sua stanza, tirò le tende e si sedette sul letto. Cos'era successo?
Vedeva Aoko tutti i giorni: a scuola, nel tempo libero, nei pasti e in tanti altri momenti della giornata. Ma nessun incontro con lei era stato intenso come quel minuto, in cui la teneva stretta e non avrebbe mai voluto lasciarla andare, sfiorarle il viso, sentire la sua pelle era stato quasi un bisogno.
Il cervello lo rimandò ad altri episodi, meno piacevoli: Aoko che inveiva contro Ladro Kid, Aoko che diceva frasi rabbiose, che gli augurava la prigione. Il suo odio era troppo grande, non poteva nemmeno darle torto.
<< Ma io non lo faccio per umiliare l'ispettore >>, si disse. Aoko non avrebbe mai capito, come odiava Ladro Kid avrebbe odiato anche Kaito Kuroba, per le bugie e gli inganni. Si buttò sul letto, mani in faccia, totalmente confuso sul da farsi.
Dentro di lui aveva una guerra interiore, forse peggiore della missione che stava portando a termine e la posta in palio era la persona più importante della sua vita...

Scuola, altra giornata di pioggia.
Aoko era andata da sola, era uscita prima per non incrociare Kaito: non se la sentiva di affrontarlo. Non erano mai stati così vicini e sentiva che si era creata, nella loro amicizia, una crepa.
Quando Kaito fece scorrere la porta era in compagnia di Keiko e un'altra amica. Aoko lo vide e si guardarono per qualche secondo, cosa che non sfuggì a Keiko e al resto della classe, li guardavano curiosi.
<< Ciao >>, dissero, tesi. Kaito si sedette al suo banco e i compagni gli furono addosso, peggio di una congrega di vecchie pettegole.
Keiko prese da parte l'amica, in un angolo. << Aoko, è successo qualcosa tra te e Kaito? >>.
<< No! >>. Aveva risposto con troppa enfasi e non era credibile.
L'amica alzò un sopracciglio. << Eppure c'era una tensione che si tagliava con il coltello >>.
<< Davvero... Non è successo niente! >>, chiuse in fretta il discorso, grazie all'arrivo dell'insegnante. Vicini di banco, non si guardarono per tutta la lezione. Aoko si tormentava le dita, la matita, la penna, qualsiasi cosa avesse a tiro. Erano abituati a chiacchierare, scherzare o litigare, quelli erano comportamenti atipici.
Kaito non voleva che la loro amicizia si riducesse al silenzio e al disagio, solo l'idea gli fece mancare il respiro, doveva risolvere la questione subito. Anche perché non era lucido, era distratto e non poteva permetterselo assolutamente, fra quattro giorni avrebbe rubato il diamante Hope.
A ricreazione ignorò i compagni pettegoli e richiamò l'attenzione di Aoko.
<< Hai un minuto? >>.
Fuggi
, fu il primo pensiero ma non sarebbe stato utile. Annuì, bocca completamente secca. Si appartarono in un angolo delle scale desolato poiché portava al tetto e fuori diluviava.
<< Aoko >>, cominciò, anche se non sapeva esattamente cosa dire. << Ieri... >>.
Lei non disse niente.
Perché mi caccio in queste situazioni?!
<< Ieri... è stata una situazione, diciamo, equivoca >>.
<< Equivoca? >>. Il cuore le scese nello stomaco.
Kaito si chiese perché fosse tanto difficile ammettere la verità. Quale situazione equivoca? Erano due persone attratte l'una dall'altra che si erano trovate vicine, non era nient'altro.
<< No! >>, esclamò, aveva iniziato male. << Intendevo che ci siamo trovati in una situazione in cui si trovano due persone adatte alla situazione >>.
Ma che sto dicendo?!
Aoko era confusa quanto divertita, si portò la mano alla bocca e soffocò la risata.
<< Non c'è niente da ridere! >>.
<< Scusa... ma sei così buffo mentre cerchi di spiegare quello che provi >>, disse, continuando a soffocare la risata. Entrambi avvertirono la situazione sciogliersi e diventare più leggera.
<< Sto cercando di dirti che io ti voglio bene e... difficilmente riuscirei a vivere la mia vita senza di te >>.
La ragazza smise di ridere: non aveva mai detto che le voleva bene. Doveva essere stato difficilissimo ammetterlo, Kaito era sempre troppo sbruffone per dire cose tanto dolci. Quella che era accaduto la sera precedente fu accantonato, per il momento.
Aoko osò un gesto che non aveva mai fatto, proprio come Kaito: l'abbracciò. Inizialmente lui rimase basito e poi la strinse. Riuscì a sentire tutto quello che a parole e per l'emozione non riusciva ad esprimere.
Metà della classe si era messa a guardarli dal fondo delle scale, Keiko aveva gli occhi a cuoricino, i ragazzi ridacchiavano e Akako si allontanò, stizzita. Sciolto l'abbraccio, avvertirono gli sguardi puntati addosso, si arrabbiarono moltissimo e Aoko, con il suo carattere irascibile, fu quella che reagì peggio.
<< Fatevi gli affari vostri! >>.

Una figura seduta era su una sedia di pelle, dietro una scrivania. La parete davanti a sé era una finestra che ricopriva l'intera superficie e c'era uno spettacolo mozzafiato. Aprì una busta e dentro c'erano delle foto di Ladro Kid, gli aveva messo un paio di scagnozzi alle costole e aveva un infiltrato tra i poliziotti che gli forniva tutte le informazioni necessarie.
Dopo il furto dello smeraldo cardinale era giunto alla conclusione che non poteva essere Toichi, le ricerche lo davano per deceduto nell'incidente commissionato da lui otto anni prima. Ricordava che aveva un assistente, mai visto in volto.
Aveva deciso di ricercare quell'uomo, Ladro Kid aveva un aiutante e doveva essere lo stesso di Toichi. Gettò la busta da lettere nel cestino e poi si accese un sigaro, prendendo la prima boccata di fumo. Scrisse un messaggio dal portatile posato di fronte a lui, per mettersi in contatto con Snake. L'ordine era di continuare a studiare il ladro.
Posò il grosso sigaro e infilzò la foto con un tagliacarte dal manico d'oro, con odio, immaginando il giorno in cui l'avrebbe ucciso personalmente, dopo aver avverato i suoi peggiori incubi.

Angolo autrice!

Ecco un nuovo capitolo!
Nel prossimo ci sarò una sfida tra il nostro Ladro e una vecchia conoscenza ;)
LadySherlock= Ti ringrazio per la tua recensione! Siamo in due ad essere grandi fan di Ladro Kid :D
Shinici e Ran amore= Grazie per tutte le tue recensioni, le ho lette con molto piacere e sono contenta che la storia ti piaccia! :)
Alla prossima!


   
 
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