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Autore: Fancy_Fondente    22/05/2017    0 recensioni
Correvi veloce verso l’acqua. La sabbia ancora tiepida sotto i tuoi piedi e poi dentro al mare. L’acqua ti aveva già bagnato la faccia e poi giù sotto l’onda. Ti ci aveva spinto lui, ti aveva raggiunto subito. Le sue mani sulle tue spalle e te sotto l’acqua. “Ma sei impazzito!”Gli avevi detto una volta riemersa con il sorriso ancora sulle labbra. Con le mani continuavi a schizzarlo e lui cecava di afferrartele. Voleva che smettessi e rideva, rideva e quanto era bello mentre rideva. “Vediamo se continui così” disse.
Poi ti afferrò i fianchi e te di nuovo sotto l’acqua.
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Questa storia avrebbe dovuto partecipare a un concorso, evidentemente poi non l'ha fatto più. Ho deciso comunque di pubblicarla qui. Dato che l'estate sta arrivando spero possa piacere un po' a quancuno, anche se è ababstanza malinconica. Se anche a voi è capitata una cosa simile e vi va di condividerlo con me o semplicemente parlarne e farvi anche solo gli affari miei va bene! Insomma potere alle donne e non so più che scrivere !
Baci da Fancy
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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SEI SVEGLIA.

                                                                                                         ...acqua






Sei sveglia. Ti alzi a sedere sul letto. Spegni la radio e accendi la luce.
Un’altra giornata di lavoro, uguale a tutte le altre. Ti sembra di non farcela.
Fuori piove, senti il ticchettio sui vetri. Su, coraggio, ti devi alzare.
Fa freddo. C’è qualcosa di strano. Senti troppo freddo. Forse hai sudato.
Scosti le coperte e il respiro si ferma per un attimo.

Ti ci puoi specchiare tanto quanto limpida e pulita la superfice rifletta. Una liscia pozza d’acqua va ancora man mano allargandosi sotto il tuo letto. Come hai fatto a lasciare la finestra aperta? Continui a fissare l’acqua muoversi ipnotizzata. Si muove gradualmente, goccia dopo goccia che la raggiunge dalla finestra. Sarebbe bello appartenere all’acqua, indistinta e infinita, seguire il proprio corso senza preoccuparsi di dove andare a finire, bagnare tutto quanto perché doveva essere così.  Chi era lei per poter impedire che bagnasse il suo tappeto? Che allagasse pure tutto, si sfogasse lei che poteva.
Sara si ridestò dai sui pensieri solo quando sentì l’acqua fredda bagnarle i piedi. Un forte brivido l’attraversò mentre calpestava ancora quella pozza e si apprestava a chiudere la finestra.  La verità è che l’acqua era un’altra stronza, bagnava tutto quello che voleva per il gusto di farlo, ti illudeva magica e sinuosa, in silenzio. Poi però ti avrebbe lasciato senza niente di asciutto. E quelli erano cavoli tuoi, perché a lei di te cosa poteva importare?
C’è un problema però. L’acqua è ovunque e tu non puoi vivere senza.
***
Correvi veloce verso l’acqua. La sabbia ancora tiepida sotto i tuoi piedi e poi dentro al mare. L’acqua ti aveva già bagnato la faccia e poi giù sotto l’onda. Ti ci aveva spinto lui, ti aveva raggiunto subito. Le sue mani sulle tue spalle e te sotto l’acqua. “Ma sei impazzito!”Gli avevi detto una volta riemersa con il sorriso ancora sulle labbra. Con le mani continuavi a schizzarlo e lui cecava di afferrartele. Voleva che smettessi e rideva, rideva e quanto era bello mentre rideva. “Vediamo se continui così” disse.
Poi ti afferrò i fianchi e te di nuovo sotto l’acqua.
***
Non hai dormito molto. Ieri sera era il compleanno di tua sorella più piccola. Già 20 anni. A confronto ti senti vecchia. Te li hai fatti 8 anni fa. Sei tornata a casa. Hai posato il cappotto. Era buio. Da quanto non facevi così tardi? Neanche te lo ricordi. Avevi troppo sonno. Non hai controllato le finestre. Hai iniziato a sognare. E l’acqua è entrata.

 
***
Notifica. Un messaggio ricevuto da Giorgio.
23:58- sei sveglia?
La luce del telefono le illuminava il volto sotto le coperte.
00.05- Si,sono tornata poco fa a casa
00:05- Menomale
00:05- ??
00:06- pensavo fossi andata a dormire senza di me ahah
          *senza scrivermi
00.07- No ti pare ahah
          ormai è diventata un’abitudine
00:07- ormai si ahah
          che avete fatto te e gli atri?

Come tutte le sere di quell’estate Sara era uscita con i suoi amici. La solita passeggiate per le vie delle città. Lui era partito con la famiglia. Trentino, escursioni in montagna, aria pulita. E lei mare, sole. Come tutte le estati. Poi quell’anno era arrivato lui. E beh quando era partito, strano le era mancato. Non subito, ma piano piano.
Le aveva scritto. Una sera, poco prima che spegnesse il telefono. Avevano iniziato a parlare, avevano continuato. Cose stupide, si tenevano compagnia. E non avevano smesso più.
Era mai andata a letto prima delle 2 di notte quelle sere? Poco le interessava. Al diavolo il sonno se senza dormire era già un sogno bellissimo.
 
***
Hai fatto colazione. Ti alzi dalla sedia. Metti apposto tazza latte e cereali.
Un’altra giornata di novembre, uguale a tutte le altre. Ti sembra di non farcela.
Sopra è ancora tutto bagnato. Ti eri detta avresti asciugato tutto subito. Non va bene lasciare tutto bagnato. Lo sai.
Strofinaccio  e mocio non ti va di cercarli. Il rotolo di Scottex andrà più che bene. Ne userai tanti e probabilmente non asciugherai tutto, come quando eri bambina e sapevi che alla mamma non andava bene.
***
C’è quella giornata estiva in cui piove. Ogni anno ad agosto, un giorno. Uno solo. Piove. Ti ricorda che l’estate prima o poi finirà. Piove tanto e nessuno esce. Sei rimasta a casa. Il mare è a due passi ma che senso ha andarci se tanto non ci va nessuno? La sabbia è bagnata. Il vento avrà sradicato tutti gli ombrelloni. E l’acqua è fredda.
9.33- Buongiorno!
Dato il tempo Sara era rimasta sotto il lenzuolo fino alle 11 passate. Non aveva visto il suo messaggio.
11:13-     Eccomi!
11:15-     Finalmente bella addormentata!
Che fai mi raggiungi? Mi annoio da solo..
11:16-     Non posso, i miei mi hanno detto di non uscire di casa
11:16-     ma sono a lavoro no?
11:17-     si ma hai visto che pioggia!
11:18-     cos’è una scusa? Abbiamo 16 anni, puoi uscire se ti va..
11:18-     Ma piove..
11:19-     appunto ti sto aspettando sotto l’albero all’incrocio
Cos’è hai paura dell’acqua adesso?
Sara era uscita poco dopo di casa. Era arrivata sotto l’albero che aveva tutti i capelli bagnati, ma era felice. Erano corsi insieme fino alla spiaggia. Osservavano il mare a riparo sotto lo stabilimento vuoto. La sabbia era completamente bagnata. Parlavano, di tutto e niente. Il tempo si perdeva tra le loro parole. Avevano iniziato a camminare quindi era iniziato a spiovere. Non se ne era resa conto. “che ne dici ce lo facciamo un tuffo” aveva proposto lui. Si sfilò la maglia buttandola sulla sabbia. “tanto siamo già zuppi”
“è strano fare il bagno” disse Sara un volta in acqua. Lui le sorrise “perché? Non lo facciamo tutti i giorni?” e si mise a morto a galla. “si ma non c’è nessuno in acqua” rispose osservando attorno a lei. Era vuoto. “ e non c’è il sole” aggiunse notando il cielo completamente coperto dalle nuvole. “Meglio, no? Il mare è nostro Sara” ribatté lui sorridendo tra le onde.
E in quel momento ti sentisti sicura. Il mare. L’acqua sembrava tanto una promessa.
 
***

Devi andare a lavoro. Che novità non è vero? Non ti va. Ti senti poco bene.
Apri l’armadio. Una bella felpa è quello che ti ci vuole. Da quando non vai più scuola hai iniziato a metterle sempre meno. E’ calda. La camicia per oggi va dimenticata. E’ scomoda. Non puoi metterti una tuta però. Non è il modo di presentarsi a lavoro. Prendi un jeans. Abbastanza comodo. E vai in bagno a truccarti. Prendi la matita prugna per le labbra,ormai sei abituata e sai metterla con precisione. E’ importante dare l’immagine curata di sé. Bisogna essere professionali. Forse dovresti posare la felpa.
 
***

Sta sera nessuna passeggiata per strada. Un ragazzo fa il compleanno. Andate tutti lì.  Sarà un bella festa. Sara non sa cosa mettersi. Vuoi fare bella figura. Hai provato il vestito verde. Troppo elegante. La maglietta azzurra non sta bene con i pantaloncini. Quella rosa invece sembra troppo da bambini.
20.30- ti aspetto sotto casa e ci andiamo insieme?
20:31- Okay, per che ora?
20:31-alle nove sono là.
Mancavano 5 minuti e Giorgio sarebbe stato là ad aspettarla. Probabilmente già c’era. Ma volevi far finta di non pensarci. Avevi scelto il completo nero. Era scomodo. Non lo mettevi mai. Ma non importava, era quello adatto a quella serata. Ti truccasti velocemente. Misi il rossetto con le dita. Era difficile metterlo con precisione. Di matite per le labbra neanche ne avevi.
Alle 9:03 “sei bella” ti disse Giorgio. Chiusi il cancello.
 
***
Sei uscita di casa. Cerchi le chiavi della macchina. Continua a piovere. Non riesci a trovarle. Forse le hai lasciate dentro sul mobiletto? Continui a cercarle lo stesso.
Le trovi. Ti sbrighi a chiudere lo sportello quando entri dentro l’auto. Inserisci la chiave. Partono i riscaldamenti. Ascolti la musica alla radio mentre ti asciughi come puoi. Metti in moto. Alzi il volume. Non ascolti la canzone ma senza accorgertene canticchi il motivetto con le labbra appena dischiuse. L’acqua scorre sul parabrezza. La portano via i tergicristalli.
 
***
A Sara è sempre piaciuto ballare. Senti il ritmo della musica. Non puoi fare a meno di muoverti. Lui ti guarda, te lo aveva detto prima. Non avrebbe ballato.
“Ma non ti stanchi mai te vero?” Lo sai che sta parlando con te. Siete distanti. Lui seduto su una panchina in cui, fino a poco tempo fa, c’erano anche altri dei vostri amici. Hai controllato. Te al bancone delle bibite con le amiche con cui ballavi fino a poco prima. Hai proprio bisogno ti un po’d’acqua.
“guarda che dico a te” la sua voce si è avvicinata al tuo orecchio “sbrodolina” e ovviamente per la sorpresa l’acqua del bicchiere che versarsi nella tua bocca ti si è rovesciata addosso. Non è un problema. E’ estate. Fa caldo. E è solo acqua.
Ti asciughi in fretta e iniziate a parlare. Come sempre. “mi insegni a ballare?” sorride. “certo” gli rispondi. Vi spostate dove la musica è più alta. “E’ tanto difficile, Sara?” Ti dice Giorgio avvicinandosi di più a te per farsi sentire. Lo guardi negli occhi “facile come bere un bicchier d’acqua”.
 
***
Sei arrivata a lavoro. Ti siedi sulla scrivania. Accendi la luce e avvii il computer. Altro lavoro da sbrigare, stese cose di sempre. La solita monotonia. Ma ti piace, hai sempre fatto così. Tra poco arriverà anche la tua collega e inizierete a parlare del più e del meno. Sbrighiate le pratiche.
Ti ha salutata e si è seduta di fronte a te. Come ogni giorno. Ti ha chiesto se hai notato la pioggia. Gli hai detto della finestra. Ha riso con te. Da questo brutto tempo avete iniziato a fantasticare su quanto ci saranno le belle giornate. Il sole. L’estate.
Come da qui a pochi anni sai cosa fari. Sara scenderà allo stabilimento dopo il lavoro. Qualche pomeriggio libero. Se capita vedrai alcune amiche. Ti lamenterai con loto di come è stressante avere poche ferie. Non farete il bagno. Bagnerete solo i piedi nell’acqua.

***
Giorgio ti aveva baciata quella sera. Quella della festa. Sapeva che tra tre giorni saresti tornata a casa. Il mare l’avresti rivisto l’anno prossimo. Lui l’hai rivisto l’hanno prossimo.
Vi eravate scritti. Non più come prima. Poi non vi siete scritti più.
19:23- ci vediamo in spiaggia ‘ste estate allora!
Era stato il suo ultimo messaggio. A Sara era dispiaciuto tanto. Non si aspettava di certo di diventare la sua ragazza. Bambinate eccessive non erano mai state per te. Ci tieni ancora però. Speri solo che tutto possa scorrere via, veloce come l’acqua.
  
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