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Autore: Vanessa1995    22/05/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Capitolo 5

Mancavano pochi giorni all'arrivo ad Approdo del Re e l'emozione stava raggiungendo vette altissime insieme alla curiosità, specialmente nel caso di Sansa che sembrava particolarmente euforica ogni giorno che passava.
Mancavano solo tre giorni circa al loro arrivo. Quella mattina Sansa ed Emily stavano facendo un giro in mezzo al campo: le tende erano numerose e colorate, alcune riportavano i colori della casata di appartenenza del loro proprietario. Quella del re era la più grande di tutte ed era lì che si raccoglievano quando convocava i suoi uomini per parlare o comunicare loro qualcosa, ma fino a quel momento le riunioni in questione erano state poche.
Re Robert non piaceva molto ad Emily per via del suo comportamento da lei giudicato deplorevole: troppo vino, troppe donne e sì, anche troppo cibo. Non era molto diverso da Theon, ma perlomeno il ragazzo dimostrava di conoscere il significato della parola rispetto e non le aveva mai sbattuto davanti le sue altre amanti. Si chiedeva come facesse la regina a tollerare tutto questo, però immaginava che fosse rassegnata e in fondo non sarebbe stata la prima donna sposata a dover sopportare questo atteggiamento da parte del marito, oltre a tutti i suoi bastardi numerosi, che continuava a generare, o almeno questo secondo i pettegolezzi che avevano raggiunto le orecchie della rossa.
D'altro canto essere una serva aveva vari vantaggi, tra cui quello che la gente non badava molto a lei, anzi a volte si dimenticava della sua presenza e scopriva cose che potevano rivelarsi interessanti. Per questo circa un mese prima aveva servito la regina e suo fratello nella speranza di scoprire qualcosa di interessante. Era rimasta un po' insospettita dal comportamento dei gemelli inerente alla caduta di Bran: sembravano veramente sollevati davanti alla prospettiva di una sua eventuale morte, così si chiedeva se fosse solo perché Bran rischiava di restare un invalido se si fosse svegliato.
Ad un certo punto vennero fermate dal principe Joffrey. Come sempre con lui c’era il Mastino, ovvero la sua guardia del corpo, Sandor Clegane, che gli stava sempre dietro in modo da poterlo proteggere da eventuali pericoli.
« Lady Sansa, mi piacerebbe fare un giro con voi qui intorno in modo da conoscerci meglio prima del nostro fidanzamento. » affermò il ragazzo. Non piaceva molto ad Emily, però Sansa sembrava particolarmente attratta da lui e la rossa non osava dire nulla in merito per dissuaderla dal passare del tempo con lui, in fondo era solo la sua serva.
« Per me sarebbe un grande onore. » il viso della ragazzina divenne rosso quasi quanto i suoi capelli ramati per via dell’imbarazzo. Alla serva la sua padrona faceva una gran tenerezza in quel momento e si chiese se sbagliava a lasciarli andare da soli. Preferì però non pensarci e tornò nella sua tenda per cercare qualcosa da fare.
Una volta arrivata trovò ad aspettarla septa Mordane. Fissò sorpresa l’anziana, seduta sul suo piccolo letto vicino a quello di Sansa, domandandosi cosa mai potesse volere da lei quella donna.
« Come stai Emily? » chiese la septa, facendole segno di sedersi vicino a lei battendo la mano ripetutamente sul materasso. La riccia si sentì un po’ intimorita dalla sua presenza, ma ubbidì e si sedette accanto a lei. Mordane non la guardò, concentrandosi sul suo ricamo che doveva aver appena incominciato, siccome non c’era alcun disegno formato dai fili colorati. Emily si domandò cosa mai volesse ricamare quel giorno.
« Bene, a parte un po’ di nausea. » rispose, sistemandosi una ciocca dietro un orecchio. Poi la guardò continuare il suo ricamo.
Fu la donna a rompere il silenzio dopo pochi secondi e si voltò verso di lei. In testa portava un velo che le copriva il capo e le impediva di vedere i capelli sotto di esso, però sospettava che dovevano essere grigi. Poggiò il ricamo sulle proprie gambe e tirò un sospiro.
« Fammi indovinare: i corpetti ti danno fastidio all'altezza del seno perché questo è cresciuto; magari ti è capitato di sentirti stanca; l’odore del pesce ti dà fastidio; può darsi che ti sia sentita svenire e immagino che avrai vomitato. Voglie? » chiese con aria di chi sa tutto e la giovane la fissò sbigottita.
« In effetti sì, ma voi come fate a saperlo? » chiese. La donna scoppiò a ridere e tornò a concentrarsi sul ricamo.
« Cara ragazza, non sarò mai stata sposata e non avrò avuto dei figli, o almeno non miei, però penso di sapere bene quando una donna aspetta un figlio. » esclamò. A quelle parole la riccia spalancò gli occhi e istintivamente si toccò il ventre.
« Oh, no. » rispose semplicemente una volta ripresa dallo stupore. La donna annuì e sorrise.
« Oh sì mia cara, ma stai tranquilla, sono certa che lord Stark non si arrabbierà, o perlomeno non con te. » esclamò. « Conoscendo quanto tiene all'onore ti rispedirebbe subito a Grande Inverno e costringerebbe Robb a sposarti. Peccato che sei una bastarda. » questa considerazione suscitò in Emily una gran malinconia. Abbassò lo sguardo sul suo stomaco e notò un leggero gonfiore, sebbene potesse essere solo soggezione.
« Invece saremo entrambi bastardi. » notò tristemente.
« Non sei obbligata ad averlo, potresti sempre bere il Tè Luna. Per me, se vuoi, non sarebbe molto difficile procurarmelo se non hai il coraggio di richiederlo. » affermò e si domandò come potesse restare così tranquilla quando invece lei si sentiva nel panico più totale. Temeva che Catelyn l’avrebbe strozzata se mai avesse partorito un bambino o una bambina con i capelli ramati e gli occhi azzurri o i capelli neri e gli occhi grigi.
« Ti avverto, è meglio prenderlo il prima possibile se non vuoi il bambino, altrimenti saresti costretta a trovare una donna che ti provochi un aborto e non penso che sarebbe particolarmente piacevole per te. » aggiunse e le avvolse un braccio attorno alle spalle, accarezzandole teneramente il braccio.
« Quanto tempo ho? » chiese preoccupata e nervosa allo stesso tempo.
« Fino al termine del terzo mese, poi il bambino diventerà troppo grande per potersene sbarazzare con il tè. » spiegò. « Riflettici bene, non è il caso di prendere una scelta avventata di cui potresti pentirtene per tutta la vita. » continuò, alzandosi dal letto, e senza aggiungere altro uscì fuori dalla tenda lasciandola da sola. Beh, non esattamente da sola.

Un’ora dopo circa

Aveva passato la maggior parte del tempo andando avanti e indietro nella tenda e rimase perplessa quando vide un membro della Guardia Reale entrare nella sua tenda. Non conosceva il suo nome e non ci aveva mai nemmeno scambiato poche parole, perciò non capiva cosa mai potesse volere da lei.
« La regina richiede la tua presenza nella tenda del re. » esclamò. Annuì piano, perfettamente consapevole che sarebbe stato inutile discutere. Non aveva altra scelta che seguirlo nella grande tenda del sovrano.
Uscirono fuori dalla tenda e attraversarono l’accampamento per raggiungere la loro destinazione. Quando entrò dentro alla tenda la trovò gremita di persone e con fatica riuscì a farsi largo tra la folla.
Una volta che fu al cospetto del sovrano, seduto sopra a una grande sedia di legno, probabilmente studiata per sostituire il suo trono in assenza di esso, notò che accanto a lui si trovava la moglie.
Un braccio del principe Joffrey appariva fasciato con una benda bianca e lo fissò sorpresa, chiedendosi cosa mai potesse essergli accaduto. C’erano anche Sansa con un’espressione sconvolta sul viso e gli occhi che fissavano il terreno con uno sguardo indecifrabile. Da parte sua Arya appariva più combattiva del solito e intuì che doveva essere accaduto qualcosa di grave.
« Bene Sansa, raccontaci come sono andate le cose. » ordinò la regina, guardando in direzione della sua padrona. La poveretta alzò il capo e la fissò intimorita con i suoi occhi azzurri.
« Io... Beh ecco, non mi ricordo bene... » affermò incerta.
« Dille cos'è successo, che quel ragazzino con cui si allenava tua sorella mi ha aggredito e quella bestiaccia mi ha morso senza motivo! » la incoraggiò il principe con tono minaccioso.
« No, non è vero! Il principe ha deriso me e il mio amico, allora Nymeria lo ha morso per proteggermi. » esclamò allora Arya decisa.
« Le cose sono andate come dice il principe Joffrey! » strillò la sedicenne, facendo un passo in avanti. Immediatamente si ritrovò gli sguardi di tutti i presenti addosso.
« Sta mentendo, lei non era nemmeno presente. » protestò la bruna in preda all'agitazione. Da parte sua, la riccia era perfettamente consapevole del fatto che mentire fosse sbagliato, tuttavia non voleva che fosse Sansa a farlo e in quel caso temeva che avrebbe finito per litigare con la sorellina. I loro rapporti apparivano già abbastanza tesi senza bisogno di peggiorarli ulteriormente.
La sua idea alla fine non si rivelò proprio delle migliori, siccome Cersei pensò bene di uccidere la metà lupa di Sansa, Lady, nonostante questa non fosse nemmeno presente ai fatti, poiché quella di Arya, Nymeria, era scomparsa nel nulla. Anche il povero ragazzino con cui la Stark si stava allenando venne ammazzato dal Mastino. Quelle morti provocarono un forte senso di angoscia nella sedicenne, oltre che un gran senso di colpa.


Tre giorni dopo


Una volta arrivati ad Approdo del Re vennero accolti a palazzo e sistemati nelle loro camere. In quanto Primo Cavaliere del Re, Eddard godeva del privilegio di possedere un’ala del castello tutta per sé, decisamente spaziosa.
La stanza di Emily si trovava vicino a quella della sua padrona e una volta arrivata provvedette a sistemarla in fretta, poiché appena possibile avrebbe dovuto fare lo stesso con quella della Stark.
Aveva quasi finito di sistemare i suoi vestiti nel grosso baule di legno dinanzi al letto, quando sentì bussare alla porta. Si voltò verso di essa, stringendo tra le mani un vestito di colore giallo.
« Avanti. » esclamò e poi ripose il suo vestito insieme agli altri.
« Ti piace la tua stanza? » smise di fare quello che stava facendo e si voltò in direzione della porta. I suoi occhi incontrarono quelli grigi di Ned. L’uomo teneva le mani dietro alla schiena, indossava una casacca di colore blu e sul petto portava appuntata una spilla raffigurante una mano e una spada. La giovane pensò che dovesse essere il simbolo del Primo Cavaliere del Re.
« Non è male: spaziosa, luminosa. Non posso lamentarmi. » rispose. Anche se non le fosse piaciuta non l’avrebbe mai detto ad Eddard per timore di offenderlo.
« Tu non eri presente vero quando Nymeria ha morso il principe? » non volle mentire all'uomo che l’aveva sempre trattata come una figlia e quindi scosse la testa. Prese un altro vestito, mettendolo all'interno del baule.
« Sansa avrebbe dato ragione al principe alla fine e Arya non l’avrebbe mai perdonata per questo. » commentò in sua difesa la bastarda.
« Un giorno sarà sua moglie e deve stare dalla sua parte, come del resto pure i suoi genitori. » quando si trattava della consorte del sovrano si capiva subito che per il proprio bene era meglio non mettersela contro, specialmente se teniamo conto di tutti i soldi e il potere di cui godeva la sua famiglia. Dopotutto i Lannister erano la casa nobile più ricca di tutti i Sette Regni.
« Scusate, però dovrei finire di mettere a posto le mie cose e poi andare da Sansa .» non desiderava cacciarlo o sembrare scortese, però le sembrava meglio sbrigarsi se non voleva incorrere nella rabbia di Septa Mordane, che di sicuro l’avrebbe rimproverata se prima di pranzo la camera della bambina non sarebbe stata pronta.


Nel frattempo, il sovrano aveva preso un libro dalla biblioteca di maester Pycelle e lo aveva portato nella sua camera per poterlo consultare.
Stava seduto attorno a un tavolo vicino alla parete. Stranamente appariva sobrio e sfogliava le pagine del grande e vecchio libro con un certo interesse, alla ricerca di quello che gli serviva. Alla fine arrivò alla pagina che parlava di Aerys II Targaryen e della sua famiglia e lasciò scorrere il dito fino a dove c’era scritto: Alicia Targaryen.
« Capelli rosso fuoco, occhi marroni con pagliuzze dorate e pelle chiarissima. » lesse. « Ma che strana coincidenza... » continuò. « Una voglia a forma di cuore dietro alla spalla destra. » chissà se Emily Waters possedeva una voglia, ma sarebbe stato un po’ difficile scoprirlo, insomma non poteva certo scoprirle le spalle per verificare.
   
 
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