Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: Layla    22/05/2017    1 recensioni
Cinque anni dopo la sua incoronazione Elsa muore, ma il suo spirito rimane ad Arendelle a vegliare sul regno.
Passano i secoli, cambiano le cose, Arendelle diventa parte della Norvegia ed Elsa è ora uno spirito incatenato su questa terra senza prospettiva.
Fino a che Jack Frost non busserà alle porte del suo castello e la porterà dai guardiani che le proporanno di aiutare Jack nel suo ruolo. Ha una settimana per decidere se accettare o rifiutare questa proposta.
L'accetterà o la rifiuterà?
E l'amicizia che nasce con Jack è solo un'amicizia o quell'amore tanto desiderato da Elsa?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Sorpresa
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2) Vivi un po'!

 

Mi manca il mio castello.
Mi mancano le mie statue e l’uomo senza volto che scolpisco continuamente, in questo momento vorrei essere ad Arendelle, invece sono in un paesino americano con Jack Frost e un ragazzino di nome Jamie a passeggiare.
Sono scesi circa una quarantina di centimetri e il cielo è ancora caliginoso, probabilmente nevicherà ancora visto che lo spirito dell’inverno cammina accanto a me.
Jamie si ferma all’improvviso davanti a un parco, costringendo anche noi a fermarci, e alzando lo slittino che ha sottobraccio.
“Sentite, io vado a giocare con lo slittino. Ci vediamo dopo e… Jack, portala a bere una cioccolata o qualcosa del genere, alle ragazze piace.”
Se ne va sempre ridendo e lasciandoci soli.
“Scusalo, è un bravo ragazzo, ma sta crescendo e si sta interessando alle ragazze…”
Io non ascolto nemmeno quello che dice, la mia attenzione è calamitata da una ragazza dai capelli rossicci, tagliati a caschetto che indossa un cappotto nero.
“Anna…”
Sussurro e faccio per raggiungerla, ma Jack mi trattiene per un polso.
“Lasciami, devo andare da mia sorella.
Perché non mi hai detto che era ancora viva?”
“Per prima cosa, lei non ti può vedere.
Secondo: non è tua sorella.”
Io mi volto verso di lui inviperita.
“Come fa a non essere mia sorella? È identica a lei!”
“Sì, e si chiama Anna anche lei, ma non è tua sorella: è una tua discendente.
Dopo che Arendelle si è annessa alla Norvegia delle famiglie appartenenti al ramo cadetto della famiglia reale si sono trasferite negli Stati Uniti.
Questa Anna non sa nulla di Arendelle o di essere la discendente di una regina, né, tanto meno, ti conosce.”
Io mi volto verso di lei e noto che un ragazzo alto e moro la raggiunge, la prende per mano, la bacia e poi cammina al suo fianco, la mano stretta in quella della sosia di mia sorella.
“Hai ragione. Anna non tradirebbe mai Kristoff.
Dio, sono passati duecento anni da quando lei era viva e io quasi non me ne sono resa conto.”
Borbotto scossa, Jack mi fa sedere su una panchina.
“Aspettami qui.”
“Sì, ok.”
Dove vuole che vada?
Non conosco questo posto e non conosco più il mondo, non so più nulla, le mie certezze si sono appena sgretolate.
Jack torna poco dopo con due bicchieri di carta e me ne porge uno.
“Cos’è?”
“Cappuccino di Starbucks.”
“Starbucks?”
“È una catena di caffetterie, puoi fermarti a prendere un caffè o portarlo via.”
“Capisco.”
Ne bevo un sorso.
“Buono.”
“Bevilo con calma, Jamie sarà impegnato a lungo con il suo slittino.”
“Come mai non sei andato con lui? Scommetto che ti piacciono queste cose.”
 “Sì, ma oggi devo prendermi cura di te.”
“Grazie.”
Finisco di bere il mio cappuccino e mi sento meglio.
“Meglio?”
“Insomma. Più o meno.
Dai, andiamo al parco.”
“Sei sicura?”
“Al massimo passeggiamo o meglio io passeggio e tu raggiungi Jamie e giochi con lui a palle di neve o con lo slittino.”
Lui mi sorride e non dice nulla.
“Va bene.”
Buttiamo i nostri bicchieri ed entriamo nel parco, seguiamo un rumore di voci di bambini e troviamo Jamie e i suoi amici, stanno giocando a una battaglia di palle di neve, gli slittini lasciati in un angolo.
“Beh, io vado.
Sei sicura di non voler venire con me?”
“Sì, vai Jack.”
Lui si allontana e io seguo un sentiero che mi accorgo porta a un laghetto ghiacciato, io mi siedo su di una panchina e mi sento la persona più sola al mondo. Ho perso la mia famiglia, i miei amici, la mia ragione per esistere. Vorrei solo tornare al mio castello, ma sono obbligata a stare qui dalla promessa ai guardiani.
Ma in che modo posso aiutare Jack?
Lui sa scatenare tempeste di neve meglio di me, far divertire le persone, io non so fare nulla di tutto questo o meglio so scatenare una tempesta di neve, ma non so divertire le persone.
Sono sempre stata una persona seria e votata al dovere, anni passati a nascondere il mio potere non mi hanno aiutata.
Nei pochi anni che ho trascorso da persona libera avevo comunque un regno a cui badare, staccavo la spina solo quando andavo a Corona.
Oh, erano bei tempi!
Mi ricordo i balli, i bei vestiti, la musica trascinante dei valzer, ora non so nemmeno che musica si ascolti.
Quasi senza pensarci mi alzo e inizio a ballare ricordandomi un’antica musica che suona solo per me, muovo le braccia e le gambe e intanto lascio che il mio potere fuoriesca creando eleganti sbuffi di ghiaccio che poi ricadono a terra, mentre canticchio la melodia.
Quando torno in me mi accorgo che ho disegnato una gelata e che qualcuno sta applaudendo, Jack per la precisione.
“Complimenti, non credevo sapessi ballare.”
“L’ho imparato quando sono stata a Corona da Rapunzel, all’inizio ero rigida come un bastone, ma poi mi sono lasciata andare ed è stato bellissimo.”
Dico con occhi sognanti.
“Adesso che musica ascolta la gente?”
Lui socchiude gli occhi e mi guarda.
“A me piace ascoltare pop-punk, ti farò sentire qualcosa.”
“Ok.”
“Ti va di unirti alla nostra battaglia?”
“No, grazie.”
Mi volto e una palla di neve arriva dritta al centro della schiena, solo che invece di arrabbiarmi mi metto a ridere. Alzo le braccia sopra la mia testa e creo una palla di neve gigantesca, poi la scaglio contro Jack ghignando.
“E battaglia sia, Frost.
Ti pentirai di avermi coinvolto.”
“Oh, io non credo proprio. Voglio vedere la regina delle nevi all’opera!”
Inizio a lanciare palle di neve contro tutti e vengo ricambiata, solo che io ho un asso nella manica, posso controllare la neve a mio piacimento.
L’unico che può contrastarmi è Jack e lo fa divertendosi come un matto e facendomi ridere di nuovo.
Il suono della mia risata mi sembra così strano sulle labbra, ma anche piacevole.
Non credevo di potermi divertire e sta succedendo, chissà perché.

 
Durante il pomeriggio io e Jack voliamo pigri sulla piccola città.
“Scateniamo un po’ di neve?”
Mi chiede con gli occhi che brillano.
“Prima rispondi a una mia domanda.”
“A tutte quelle che vuoi.”
“Come hai fatto?”
“Fatto a fare cosa?”
Mi guarda senza capire.
“A farmi ridere oggi e a farmi coinvolgere nella battaglia. L’ultima volta che ho giocato a palle di neve ero una bambina e ho giocato con Anna.”
“Te l’ho già detto, il mio centro è il divertimento. So far ridere la gente con le mie palle di neve, quando vengono colpite ridono e non si arrabbiano.
Si lasciano coinvolgere e finiscono per divertirsi a loro volta, è per questo che sono un guardiano.”
“E qual è il mio centro?”
“Non lo so, sta a te scoprirlo.”
Io sbuffo.
“Lo so, non è facile. Ci sono voluti trecento anni prima che lo capissi, ma alla fine ce l’ho fatta e da allora la mia vita è migliorata. Prima ero solo, senza amici, senza uno scopo. Volevo disperatamente che le persone credessero in me, che mi vedessero e non succedeva mai.”
“Io ti vedevo.”
Lui si blocca all’improvviso.
“Da piccola, dopo l’incidente con Anna, ti vedevo.
L’ho detto ai miei genitori e si sono preoccupati perché pensavano avessi una specie di amico immaginario, poi ho smesso, ma quando ero una bambina ti vedevo.”
“Tu mi vedevi?”
“Certo. Gelavi tutto con il tuo bastone e creavi certi venti gelidi che mi ricordo ancora.
Prima indossavi un mantello marrone, ti chiamavo il ragazzo delle nevi.”
“Come potevi vedermi se  non credevi in me?”
Io creo un fiocco di neve con i miei poteri.
“Non lo so, ma penso sia perché io e te abbiamo dei poteri molto simili.
Poi ho smesso comunque e mi sono dimenticata di te fino ad oggi.
Non ho minimamente pensato che quello che chiamavano Jack Frost fosse il ragazzo che vedevo nella mia infanzia. Sai, avevo iniziato a credere ai miei e che tu fossi un’allucinazione.”
“Ma io sono vero ed ero vero anche allora.”
“Lo so, ma…”
Non riesco a finire la frase perché non mi viene in mente una conclusione decente.
“Cosa ne dici di scatenare una tempesta di neve?”
Dico per sviare il discorso.
“Ok.”
Mi dice lui pensieroso.
“Sai, prima di Jamie credevo che nessuno mi avesse mai visto, ma tu mi hai appena dimostrato il contrario.”
“Scusa, forse non avrei dovuto dirtelo.”
“No, sono felice che tu l’abbia fatto, mi fa sentire meglio.”
Sorride e vola più in alto.
Chi lo capisce è bravo!
Lui lancia un fiotto di ghiaccio contro le nuvole, io alzo le braccia e subito una coltre di nubi da cui inizia a cadere neve si forma. Continuiamo così per un po’, fino a che il paesaggio sotto di noi è ancora più bianco di prima.
“Domani avremo un altro “chiuso per neve”!”
Commenta soddisfatto, poi si lancia in picchiata e lo seguo, passa in mezzo delle scale e al suo passaggio il vento si scatena facendo volare via fogli e cadere borse della spesa.
Quando passo io allargo le braccia come un nuotatore e gli alberi si riempiono di ricami di brina e gocce di ghiacci come nella mia terra natia.
Poi finalmente Jack decide di fermarsi e si siede in cima a un tetto, non prima di avere aperto una finestra, io lo raggiungo subito dopo.
“Contento? Hai seminato abbastanza caos?”
“Ho fatto solo divertire le persone, cos’è la vita senza un pizzico di imprevisto?
Tu piuttosto! Belle le decorazioni agli alberi, non avevo mai pensato di farlo.”
“Beh, sei un ragazzo e non pensi a certe cose.
Ho pensato che sarebbe stato carino decorare un po’ la città con il ghiaccio per mostrare che non è solo fonte di guai, ma anche di bellezza.”
Lui guarda pensieroso un filo del telefono e comincia a passeggiarci sopra congelandolo, non è come le mie decorazioni, ma è abbastanza elegante.
“Credo di capire perché Nord insisteva per avere una ragazza come aiutante, insieme ci completiamo, io sono il lato impetuoso dell’inverno e tu quello più magico e poetico.”
“Forse, ma non è detto che io rimanga ad aiutarti.”
“Perché? Oggi ti sei divertita, no?
Non negarlo perché mentiresti.”
Io rimango in silenzio.
“Cosa ti trattiene in quel castello, Elsa?
Adesso sei libera, davvero libera, non sei più la regina, sei uno spirito che può scatenare il suo potere senza essere visto e perciò non possono più nemmeno chiamarti mostro.
Cosa ti impedisce di andartene?”
Io soppeso bene le parole.
“I ricordi, Jack. I ricordi sono molto importanti e là ci sono i miei con Anna, Kristoff, Rapunzel, Eugene.
Non posso abbandonarli lungo la strada come un fardello non voluto.”
“Nessuno ti chiede questo.”
Questa volta è lui a rimanere un attimo in silenzio.
“Lo so che i ricordi sono molto importanti, per trecento anni ho vissuto senza memoria, senza sapere chi fossi stato prima di essere lo spirito dell’inverno.
Mi sembrava di impazzire.
Ero solo, senza identità, i guardiani non credevano in me.
Ero in una brutta situazione, quindi so cosa vuol dire essere senza ricordi, perciò lasciati dire una cosa: i ricordi non sono stipati in un luogo, sono nella nostra mente.”
Mi tocca la fronte.
“Fanno parte di te e di quello che sei.
Non ti dimenticherai di Anna, Kristoff, Rapunzel, Eugene e di chiunque tu abbia incontrato nella tua vita perché non sarai più nel tuo castello. Non conosco Anna, ma credo che – come tutte le sorelle – vorrebbe che tu andassi avanti e fossi felice.”
“Come posso essere felice se non ho più nessuno di chi mi è caro accanto?
Io pensavo di essere rimasta sotto forma di spirito per aiutare Arendelle, ma adesso?
Arendelle va avanti senza di me e io sono sola e non credo che scatenare tempeste nel mondo mi possa aiutare. Sai cosa mi renderebbe davvero felice?
Raccontare ad Anna quello che ho fatto oggi, ma non posso perché lei non c’è.”
Sbotto.
La mia sorellina mi manca da morire e mi sento male per tutti gli anni che l’ho esclusa dalla mia vita a causa del mio poteri, se avessi saputo che potevo davvero controllarli con il suo aiuto e che avrei vissuto così poco non l’avrei fatto.
Il destino è un gran bastardo certe volte.
Volo via irritata e scateno tempeste di neve a random nel mio viaggio di ritorno verso il polo nord senza curarmi che Jack mi segua o meno. Quando finalmente arrivo alla residenza di Nord i  big foot mi informano a modo loro che lui è nel suo studio a dedicarsi al suo hobby e io non ritengo necessario disturbarlo.
Mi dirigo in camera mi e mi butto sul letto stremata, chiedendomi per l’ennesima volta che cosa ci faccia qui.
Per un solo glorioso attimo mi era sembrato di capirlo, ma poi è sparito tutto come neve al sole, non so a cosa possa servire la mia presenza. Ok, ho decorato gli alberi con la brina e Jack non ci aveva mai pensato.
Adesso che lo sa può pensarci lui da solo, no?
Non ha bisogno di qualcuno che lo faccia al posto suo, è o non è il dannato spirito dell’inverno?
Qualcuno bussa delicatamente e io alzo gli occhi, la figura imponente di Nord si staglia appoggiata allo stipite della porta.
“Tutto bene, Elsa?”
“No, per niente. Mi manca il mio castello e mi manca Anna.”
“Quello è normale, hai vissuto lì per tanto tempo e le persone che ci amano e non sono più con noi ci mancheranno sempre.”
Si siede alla sedia della mia scrivania.
“Come è andata oggi?”
“Non saprei dirtelo.”
“Prova dall’inizio.”
“Mi ha fatto conoscere Jamie, il primo bambino che lo ha visto, e lui ha subito pensato che fossi la ragazza di Jack.”
Nord scoppia a ridere.
“Cosa c’è di divertente?”
“Quel bambino è divertente.”
“Se lo dici tu. In ogni caso Jamie è andato a giocare con i suoi amici e mentre io e Jack passeggiavamo ho visto una ragazza che era la coppia di Anna. Jack mi ha detto che è una sua discendente, mi ha comprato un cappuccino ed è riuscito a coinvolgermi in una battaglia di palle di neve.
Poi ha iniziato ad andare male, mentre eravamo sopra la città gli ho detto che da piccola lo vedevo, lui c’è rimasto male, così gli ho proposto di scatenare una tempesta di neve.
È andato di nuovo bene, volavamo tranquilli per le vie della città, lui seminava caos e io decoravo gli alberi con la brina, lui mi ha detto che capiva perché i guardiani volessero che lo aiutassi.
Poi… Io non so cosa mi sia successo, ho avuto un attacco di nostalgia per il castello e per Anna. Lui mi ha detto che i ricordi non si stipano in un luogo, ma sono dentro la nostra testa e io me la sono presa.
Me ne sono andata e l’ho lasciato lì.”
Nord sorride comprensivo.
“Hai solo bisogno di abituarti a questa vita, sono sicuro che andrà bene.”
“Come fai a dirlo?”
Lui appoggia le mani sulla sua pancia.
“Lo sento in mia pancia.”
“Eh?”
“Quando l’uomo della luna ha scelto Jack come nuovo guardiano tutti pensavano che fosse impazzito, soprattutto Calmoniglio. Sai, loro due avevano in sospeso un vecchio conto in cui aveva Jack aveva fatto nevicare durante la domenica di Pasqua dell’68.
Sandy e Dentolina non erano così pessimisti, ma Calmoniglio…
Io però in mia pancia sentivo che sarebbe andato tutto bene ed è andato tutto bene, Jack ha salvato la nostra stessa esistenza ed è diventato un buon guardiano a dispetto delle previsioni di tutti, delle sue soprattutto.
Adesso tu non credi che potrai aiutarlo, che sei nel posto sbagliato, ma se uomo della luna ti ha convocato qui lo ha fatto per un motivo. Ha letto qualcosa nel tuo cuore, ha visto il tuo centro e ha deciso che dovevi condividerlo con tutti perché il mondo aveva bisogno anche di te.
So che adesso non ci credi, ma presto lo farai. Come tutti noi scoprirai qual è quella caratteristica unica che hai e sarai felice.”
Io sorrido incerta.
Non credo che il mondo abbia bisogno di me o non sarei stata dimenticata per così tempo.
“Bevi una cioccolata, mangia un dolcetto e ti sentirai meglio.”
“Se lo dici tu.”
“Lo dico lo dico. Adesso ti mando gli elfi con il cibo.”
“Va bene.”
Nord se ne va dalla mia stanza e io rimango sdraiata a letto pensando alle sue parole e a quelle di Jack.
Servo a qualcosa nel mondo – non si sa bene ancora a che cosa, ma servo – e i miei ricordi non sbiadiranno perché sono lontana da casa.
Vorrei solo sapere il perché di questa scelta, forse starei meglio e mi sentirei meno piena di dubbi, saprei come agire. Ora sono disorientata e priva di punti di riferimento, una barchetta in balia delle onde di un fato sconosciuto.
Gli elfi arrivano come previsto e mi lascano un vassoio con una tazza di cioccolata calda e dei cookies, io la prendo in mano e la assaggio, è già perfettamente zuccherata.
Fuori il cielo è dipinto dai colori a volte tenui a volte forti dell’aurora boreale, l’azzurro, il verde, il giallo, il verde mare e a volte strisce di rosso si mischiano perfettamente.
Sembra quasi una rappresentazione della vita delle persone, cosa siamo in fondo?
Un filo di colore intessuto insieme a tanti altri e insieme formiamo una vita, noi e le persone che la vivono con noi. Ormai da tanto tempo la mia vita è formata da un unico colore, come un cielo dal blu più splendente, ma freddo. Un qualcosa che ha forgiato una personalità d’acciaio, ma allo stesso tempo una corazza che mi impedisce di vivere.
Mangio un biscotto e mi viene voglia di mangiarne uno al cocco, quando andavo da Rapunzel li mangiavo sempre.
Davvero vuoi mangiare qualcosa che ti ricordi il passato? Non è ora di andare avanti?
Mi dice una voce nella mia testa.
Sì, voglio mangiare qualcosa che mangiavo in passato per capire se ha ancora lo stesso sapore o mi evocherà le stesse sensazioni. È una specie di test per capire se sono cambiata o meno.
Un elfo passa davanti alla mia camera, è il momento giusto.
“Ehi! Ehi, piccolo! Vieni qui!”
Lui si avvicina tintinnando.
“Me lo faresti un favore?”
Lui annuisce.
“Mi porteresti qualche biscotto al cocco?”
Lui annuisce di nuovo e sparisce, per poi tornare con un piatto di biscotti caldi e fragranti.
Probabilmente sfornano sempre biscotti e sospetto che Nord abbia un discreto appetito.
“Grazie mille.”
L’elfo mi guarda un attimo smarrito e poi annuisce e se ne va.
Probabilmente non è abituato a essere ringraziato.
Prendo in mano un biscotto  e gli do un morso, immediatamente il sapore dolce del cocco mi fa pensare a spiagge bianche e mari cristallini, al sole e alle palme, poi all’improvviso appare il volto di Jack.
Cosa c’entra Jack Frost con il cocco?
Non lo so, forse perché lui in qualche modo è solare pur avendo il ghiaccio come elemento, ha qualcosa dentro di sé che lo rende caldo.
All’improvviso mi rendo conto che non provo più nostalgia di qualcosa che non ho mai conosciuto, non ho visitato i Caraibi, come è possibile?
Li voglio ancora visitare, ma non sento nostalgia.
Forse non avevo nostalgia dei Caraibi, ma del calore come concetto  e Jack me ne ha dato.
Mi prendo la testa tra le mani.
Stando da sola per tanti anni ho preso l’abitudine di filosofeggiare come un’eremita e oggi non faccio eccezione, solo che mi sento confusa e ho mal di testa.
Meglio che me ne vada a letto.
Penso che riposare sia la cosa migliore, dicono che dormirci su non faccia mai male.
Chiudo la porta, mi metto un pigiama e mi infilo sotto le coperte: c’è un calore piacevole anche per una che ama il freddo e che è fatta di freddo come me.
Lascio vagare i miei pensieri in un caleidoscopio fatto di ricordi di infanzia, di Arendelle, di spiagge tropicali, cieli rosa, aurore boreali, mari azzurri, quello che ho vissuto stamattina.
Nei caleidoscopi tutto si muove, come impazzito e ruota, ruota fino a creare una spirale ipnotica che ti fa perdere la cognizione del tempo e dello spazio. Solo i colori, le gemme che vorticano cantano.
E io seguo il movimento fino a che le palpebre si fanno pesanti e faccio fatica a tenere aperti gli occhi, sbadiglio un paio di volte poi mi lascio andare tra le braccia di Morfeo cullata dalla spirale di colore.
Oggi è stata una lunga giornata secondo i miei standard e ho bisogno di riposo fisico e mentale.
E tutto continua a ruotare: stelle, galassie, pianeti e i miei sogni.

Angolo di Layla

RingrazioZouzoufan7 per la recensione, mi ha fatto davvero piacere :)
Spero che apprezzerai anche questo capitolo.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: Layla