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Autore: Reshop Heda    23/05/2017    2 recensioni
Uno sguardo a quello che potrebbe essere stato il passato di Lexa ed il suo rapporto con Anya.
Ambientato nella 2x07, ma principalmente in un passato mai mostrato.
Tutta questa fanfic è colpa di Dichen Lachman (attrice di Anya) e del suo essere troppo preziosa per questo mondo. I know nothing.
Clexa e Lexa x Costia sono vagamente accennate.
Genere: Avventura, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Clarke Griffin, Lexa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Memories

MEMORIES

 

 

 

Nella tenda l’aria era carica di tensione, i Trikru guardavano con ostilità la ragazza venuta dal cielo che da sola aveva ucciso trecento dei loro uomini migliori.

Clarke, così si chiamava, mise una mano nella sua tasca, attirando ancora di più sguardi ostili, mentre il Comandante la guardava stranita, sicura che non fosse tanto stupida da tentare atti sconsiderati.

La bionda estrasse infatti qualcosa che nessuno si sarebbe mai aspettato di ritrovare, una ciocca di capelli.

-Mi ha detto che eri il suo secondo. Sono sicura che avrebbe voluto che tu avessi questa.

Lexa prese la ciocca di capelli biondo sporco intrecciati che la ragazza davanti a lei le stava offrendo.

Quei capelli che aveva imparato a riconoscere soltanto al tatto, quei capelli che aveva pettinato e acconciato così tante volte, i capelli che appartenevano alla sua vecchia mentore.

Si rigirò la treccia tra le dita, ricordando come da piccola si sentiva al sicuro guardandola, come aveva imparato a rispettare Anya negli anni.

Lexa cercò di non ricordare altro. Lei era la Heda, non doveva mostrare le proprie debolezze, soprattutto ad un possibile nemico.

I ricordi però sono una vera scocciatura, come riaffiora il primo, vengono tutti a galla, uno dopo l’altro.

- Anya era la mia mentore, prima che io fossi chiamata a guidare la mia gente.- appoggiò la ciocca su un vassoio vicino al trono, senza smettere di osservarla.- È morta in modo onorevole?-

 

 

 

I Natblida* avevano due tipi di allenamento, quello fatto insieme all’Heda del momento e al Fleimkipa*, e quello fatto insieme ai migliori guerrieri dell’esercito.

Fu in quel momento, quando i mentori dovettero scegliere il proprio secondo, che lo sguardo di Anya cadde su una bambina, di sei anni o poco più, che conficcava un legnetto nel terreno distrattamente senza ascoltare quello che Titus stava dicendo. Un sorriso sghembo le si formò in viso. Le piaceva già.

La bimba alzò gli occhi e la giovane donna fu colpita dai suoi occhi verdi, sicuri ma al tempo stesso innocenti. Quando il Fleimkipa smise di parlare la guerriera fece un passo avanti e prese Lexa per la collottola.

-Io prendo questa- disse, senza perdere il sorriso, dirigendosi verso la foresta, mentre la piccola guerriera cercava di dimenarsi per scendere.

 

Nel campo di addestramento le due si stavano ancora squadrando. Alla fine la mentore diede a Lexa  un bastone molto più grande di lei, indurendo lo sguardo.

-Prova almeno a toccarmi una volta con quello e saprò che sarai degna di essere allenata da me-

Gli occhi verdi della bambina cambiarono totalmente, divennero freddi e aggressivi, prima che questa partisse all’attacco. A mala pena riusciva ad alzare il bastone ma con un urlo caricò, puntando subito alle gambe della propria insegnante.

Anya schivò ogni colpo, prima che Lexa cambiasse tattica e puntasse al petto con un attacco più rapido. La donna rimase sbalordita e iniziò a ridere.

-Ok strik gona*, sarai il mio secondo. Il mio compito è preparati al meglio per un eventuale conclave, non sarà una cosa facile.-

-Non deve esserlo.- disse la bambina appoggiandosi al bastone, con un sorriso beffardo.

Anya annuì pensierosa.

-Due ore prima del canto del gallo, ti presenterai nei miei alloggi, mi riordinerai i capelli ed io farò lo stesso con i tuoi. Alleneremo il tuo fisico fino al sorgere del sole e poi andremo a caccia. Dopo la caccia ti insegnerò a combattere. Successivamente toccherà al Fleimkipa fare il resto. Tutto chiaro?- quando la piccola annuì, la guerriera le scompigliò i capelli, guadagnandosi un’occhiata di odio da parte di Lexa, prima di accompagnarla da Titus.

 

La piccola guerriera, la mattina dopo fece come richiesto. Pettinò diligentemente i capelli della propria mentore e li intrecciò, finché non fu soddisfatta.

Il problema si pose quando Anya provò a sistemare i suoi, perché Lexa non ne voleva sapere di stare ferma e di smettere di lamentarsi, così la donna fu costretta a legarla, letteralmente, ad una sedia. Quando ebbero finito, si diressero al campo di allenamento con sottofondo i borbottii della più piccola e le risate della più grande.

Durante l’allenamento la mentore rimase sorpresa dal fatto che la sua allieva non si lagnava per la stanchezza, né per il dolore. L’aveva fatta correre, saltare, fare addominali e flessioni e Lexa non aveva aperto bocca per protestare. Quella bambina aveva soltanto sei anni, era esausta e dolorante, ma nei suoi occhi brillava ancora un fuoco. Era il suo sangue che la rendeva così? Pronta a combattere e non sentire il peso degli esercizi? Pronta a morire?

Fu in quel momento che Anya sentì che tutto quello non era giusto. Aveva allenato altri piccoli guerrieri prima di Lexa, ma mai si era sentita in quel modo. Era compassione quella che provava? Le faceva pena una bambina che aveva dovuto separarsi dai genitori in così tenera età? No. Era qualcosa di più forte. Lexa fece nascere in Anya l’istinto materno. La donna giurò a se stessa che si sarebbe presa cura del suo secondo, finché le sarebbe stato possibile.

-Basta così. Andiamo al ruscello, così ci rinfreschiamo prima di andare a caccia.- decise, prendendo le cose necessarie.

Lexa la seguì subito dopo, con un ingenuo sorriso sul volto.

 

Si stavano riposando all’ombra di un albero, dopo aver bevuto, quando la bambina da colpita da una mano sporca di fango in faccia.

-Serve a coprire il puzzo che emani, farai scappare tutti gli animali se non lo nascondi un po’- disse Anya cercando di trattenere le risate.

Quando però Lexa la guardò con sospetto, cominciò a ridere sguaiatamente. La bambina decise di ricambiare il favore e  cominciò così una guerra di fango che terminò con le risate di entrambe dopo dieci minuti. Quello fu uno dei momenti più felici e spensierati che la bambina abbia mai vissuto.

 

 

Erano passati sei anni da quel giorno. Ed ogni mattina in quei sei anni, Lexa aveva seguito quel rituale ogni mattina. Era una dei più silenziosi cacciatori della sua età e nei combattimenti prediligeva l’uso di armi come spada e coltello.

Lei e la sua mentore avevano passato serate insieme intorno al falò, mentre quella le raccontava varie storie sulla loro tribù, cose che Titus e l’Heda non le avevano mai detto. Grazie a quei momenti era cresciuta mantenendo quella vista ingenua sul mondo che solo i bambini hanno. Proprio per questo era riuscita a far amicizia con altri due giovani sangue nero, Luna e Dacio, fratelli gemelli.

Anya la vide crescere e non poteva essere più fiera del suo secondo. Se fosse diventata Comandante avrebbe potuto davvero cambiare le cose.

 

-La battuta di caccia di oggi sarà diversa dalle solite. Andremo oltre il confine di caccia sicura e ci uniremo agli altri Natblida, per una preda più grande. Il Pauna* si sta avvicinando a Polis ed è nostro dovere ucciderlo.- iniziò la donna, quando vide che Lexa si limitò ad annuire, chiuse gli occhi e sospirò.

-Non sarà una cosa facile. Potremmo entrambe rischiare la nostra vita, voglio che tu ne sia consapevole Lexa.- lo sguardo della ragazza si incupì ed Anya le sorrise incoraggiante- Se seguiamo il piano andrà tutto per il meglio. Tu e i tuoi compagni dovrete attirarlo verso di noi, ferendolo se possibile. Noi ci piazzeremo nella zona paludosa poco distante. Non fate cose avventate mi raccomando.-

La ragazza tese il braccio in avanti, con un sorriso sghembo; Anya lo afferrò e lo strinse nel classico saluto Terrestre, scuotendo leggermente la testa e replicando il sorriso.

Lexa si unì agli altri otto sangue nero ed insieme andarono verso la zona in cui il Pauna era stato avvistato l’ultima volta, mentre i mentori invece si diressero verso la palude

 

Il Pauna era lì, davanti a loro. Le frecce sarebbero state inutili, per questo erano tutti armati di lance. Si arrampicarono sui rami più alti cercando di capire come agire.

Fu Luna a scagliare il primo attacco, che colpì in pieno la schiena della bestia, senza procurargli alcun dolore. I Natblida si guardarono preoccupati, prima di lanciare anche le loro armi. Il colosso questa volta sentì il dolore e si voltò nella loro direzione.

Scesero tutti in fretta dagli alberi per andare al punto programmato. Tutti tranne Lexa, sapeva che il Pauna non si sarebbe messo a seguirli fino alla palude per così poco dolore. Quando arrivò sotto il suo ramo, la ragazza gli saltò sulla testa e conficcò la sua spada nell’occhio del gigante, prima di cadere giù. Riuscì ad aggrapparsi ad una sua zampa anteriore per rallentare la caduta.

Sputò sangue, prima di rialzarsi lentamente e vedere che aveva tutta l’attenzione della bestia. Deglutì ed iniziò a correre il più velocemente possibile.

Le faceva male tutto, aveva di sicuro un paio di costole rotte e respirava a fatica, ma doveva andare avanti, doveva correre verso Anya e mostrarle che i suoi insegnamenti erano serviti a qualcosa.

Ce la fece. Portò il gigante nella palude, dove si incastrò. Ai mentori bastò qualche colpo ben assestato per ucciderlo.

Si congratularono tutti quanti per il coraggio dimostrato da Lexa, che ora era appoggiata ad un albero mentre lei sorrideva orgogliosa, mostrando le ferite come se avesse ricevuto un premio.

Quando arrivò il turno di Anya, questa le tirò uno schiaffo, prima di strattonarla e farla uscire dalla zona paludosa, completamente in silenzio. Una volta che uscirono dalla visuale degli altri, la mentore prese per mano il suo secondo, mentre una singola lacrima le scese dal volto.

-Lexa, non potrò tenerti per mano in questo modo per sempre. Non potrò essere io a curarti, a guidarti. Tu potresti diventare la prossima Heda e sarà tua la responsabilità di guidarci tutti. Non devi più fare pazzie del genere. Forse un giorno io non ci sarò più, ma tu devi essere forte. Hai capito?- la donna non aveva il coraggio di guardare la ragazza in quel momento.

-Sha* Anya.- Lexa strinse con maggior forza quella mano più grande della sua ed entrambe si godettero quel momento.

Quando rientrarono in città tutti vittoriosi, trascinandosi dietro il Pauna, una bambina dai ricci capelli corti e la pelle mulatta si avvicinò timidamente a lei e le diede un bacio sulla guancia. Quella fu la prima volta che Lexa vide Costia.

 

Era finalmente giunto il tempo in cui al seken * veniva data una pittura di guerra dal proprio mentore. Il giorno in cui l’allievo diventava un guerriero a tutti gli effetti.

Con molta cura Anya iniziò a truccare la ragazza. Ricoprì di pittura tutti gli occhi, fino al contorno del viso.  Si staccò leggermente da lei per guardarla e notò che qualcosa mancava. Una parte essenziale. Lexa aprì un occhio e le sorrise furbescamente. La donna capì cosa mancava. Sfumò il trucco verso il basso, facendo tre linee verticali da entrambe le parti, sistemandole con ancora un po’ di pittura. Si allontanò soddisfatta e poggiò una mano sulla spalla del suo secondo, prima di porgerle uno specchio.

-Non potrai piangere molto in futuro, quindi la tua maschera lo farà per te.- le sussurrò all’orecchio, prima di scompigliarle i capelli.

Anya si ritrovò travolta in un abbraccio, sotto lo sguardo attento e l’espressione contrariata del Fleimkipa.

-Mochof Onya*- le disse riconoscente, con voce tremolante –ora vado a farla vedere a Costia!-

-Passa da Titus prima.- le ricordò alzandosi e posando la pittura in un sacchetto.

 

Quella sera, Lexa andò a trovare la sua mentore negli alloggi, lamentandosi del fatto che Costia aveva detto che con la pittura addosso sembrava un procione. Ed effettivamente era vero, un po’ la piccola guerriera ricordava quel buffo animale.

Anya scoppiò a ridere, prima di far accomodare la ragazza sul letto e portare una ciotola ripiena di acqua calda. Passò decisamente, ma con delicatezza, una pezza bagnata sul volto della sua seconda, togliendole via il trucco. Rimasero in silenzio per un bel po’ di tempo, era una calma confortante quella tra le due, un mutismo che portava pace in un mondo in cui quella parola sembrava solo un’illusione.

Quando la pulizia del viso fu completata, Lexa fu spedita direttamente fuori dalla porta con uno spintone, e si diresse subito nella camera comune dei Natblida con un sorriso in volto.

 

 

Prima che tutto finisse, passarono quattro anni. Anni in cui Anya sostenne la relazione di Lexa con Costia, anni in cui mentore e secondo parteciparono a piccoli scontri per forgiare lo spirito della più piccola, anni in cui sembrava esserci un equilibrio. Passarono quattro anni prima del Conclave.

L’Heda era stato tradito da uno dei suoi uomini più fidati ed era stato ucciso a sangue freddo, nel sonno.

I Natblida furono svegliati nel mezzo della notte da Titus, mentre i mentori vennero chiamati dalle guardie. Tutta la torre era in fermento, la camera funeraria era già pronta ed il cadavere  era già lì coperto dal lenzuolo, il Fleimkipa e i suoi adepti si erano occupati di tutto in pochissimo tempo.

I ragazzi furono i primi ad entrare, seguiti subito dopo dai loro insegnanti. Tutti quanti avevano indosso la loro migliore armatura e le migliori vesti per l’occasione. Ogni candela della sala era accesa e le loro fiamme tremolanti rendevano la stanza ancora più lugubre.

-Quando la cerimonia sarà conclusa tornerete negli alloggi dei vostri mentori. Non vi sarà permesso stare insieme nella vostra ultima notte. Domani a mezzogiorno avrà inizio il vostro Conclave. Che lo Spirito del Comandante scelga il più degno.- disse Titus ed  i ragazzi abbassarono tutti il capo- ora porgete i vostri omaggi con la frase di rito.-

Ogni guardia e ogni adepto uscì dalla sala, seguendo il Fleimkipa, per andare ad alimentare le fiamme sul tetto.

 

I ragazzi si inginocchiarono davanti al corpo, per poi mettersi al lato della salma.

La prima a compiere il rituale fu Lexa: si avvicinò al tavolo e prese una manciata di polvere rossa dall’apposito contenitore messo sul tavolo e la sparse sul lenzuolo, con molta attenzione.

-Hofli Keryon kom Heda na said ai op*.- recitò, prima di inchinarsi e prendere posto accanto ad Anya.

Quando ogni ragazzo ebbe finito gli adepti del Fleimkipa rientrarono dalla porta e portarono via la salma, permettendo a tutti di andare di nei loro alloggi.

Quella notte fu la prima e l’ultima volta in cui Anya vide il suo secondo piangere così copiosamente. Nessuna delle due riuscì a riprendere sonno in seguito alla cerimonia, ma restarono abbracciate a lungo per incoraggiarsi e sostenersi a vicenda.

 

Verso metà mattina la guerriera si occupò di preparare la giovane, mandando via le ancelle cui era assegnato tal compito. Riempì una vasca di acqua calda e lavò accuratamente Lexa, lasciando che il liquido avesse il suo effetto rilassante. Quando la vasca iniziò a diventare fredda, la fece uscire e la asciugò, lasciando poi che si vestisse da sola.

Quando Lexa rientrò nella camera da letto, Anya le pettinò ed intrecciò i capelli, mettendoci molta cura, prima di fissarle l’armatura scelta apposta per lei.

Nessuna delle due mostrò alcun sentimento quando la mentore truccò per l’ultima volta il suo secondo.

Prima di uscire dalla camera, si strinsero il braccio con il saluto dei terrestri. Dopo quella giornata, in qualsiasi modo fosse andata a finire, il loro rapporto sarebbe cambiato drasticamente ed entrambe lo sapevano.

 

 

Lexa non ricordava bene cosa fosse successo poi. Ricordava urla, sangue nero, qualcuno che era scappato, tradimento. Ricordava il volto di Anya davanti al suo, un’espressione piena di orgoglio ma al tempo stesso di compassione, ricordava le sue parole “Ste yuj*”

-Lo Spirito del comandante ha scelto. Lexa Kom Trikru è vittoriosa. Lei è la nuova Heda-  risuonò chiara la voce di Titus.

Anya scortò Lexa nella sala del trono, dove tutti gli adepti la stavano aspettando, insieme a sette salme. Tutti si inchinarono al suo passaggio e nessuno alzò lo sguardo finché la ragazza non si sedette sul trono.

Titus le porse la spalliera ed il simbolo del comandante, che la giovane Heda non esitò ad indossare, prima di mandare i suoi collaboratori a preparare la sala per l’investitura.

 

 

Un altro anno era passato e Lexa era nella sala del trono, nel bel mezzo dei preparativi per la prima riunione degli ambasciatori della coalizione. Era riuscita a riunire tutti i popoli sotto la sua guida, con l’obbiettivo comune di sconfiggere i Maunon*. Era riuscita a fare tutto questo grazie al supporto di Costia, che non l’aveva abbandonata nemmeno nei momenti più duri. La loro relazione era ancora solida, nonostante Titus avesse cercato in ogni modo di allontanarle, grazie ad Anya che qualche volta aiutava la riccia ad entrare nella torre. Era da parecchi giorni però che l’Heda non riusciva a rintracciarla. Lo fece proprio il giorno della cerimonia.

L’ambasciatore dell’Azgeda le portò un regalo direttamente in camera sua. Una guardia si occupò di aprirla e Lexa si dovette tenere al tavolino per non cadere, per non mostrarsi debole. Il regalo era la testa della sua amata.

Chiese spiegazioni sul significato del gesto e quell’uomo raccontò per filo e per segno come l’avevano torturata, abusandone e denutrendola, ma quella povera ragazza non si era mai spezzata. Non aveva mai rivelato i segreti di Lexa. Quindi non restava che ucciderla e portare la sua testa all’Heda come monito: la Nazione del Ghiaccio aspetta un tuo passo falso.

Mandò a chiamare Titus, facendo scortare l’ambasciatore nella sala con gli altri clan.

Al posto del Fleimkipa però, entrò Anya.

-Heda mi è stato detto di recarmi qui il più in fretta possibile. Cosa è..- si bloccò quando vide la testa di Costia in una scatola. –Chi è stato a fare questo?!-

-L’Azgeda, ma non possiamo richiedere la vendetta. La Coalizione è molto più importante di due singole vite e se attaccassi anche solo una nazione, le altre non mi sosterrebbero più. Perché hanno mandato te e non Titus? Avevo fatto chiamare lui.- disse glacialmente Lexa, sedendo su una sedia senza staccare gli occhi dalla testa davanti a lei.

-Il Fleimkipa è occupato al momento. Gli devo riferire qualcosa?- le rispose, avvicinandosi lentamente e mettendole una mano sulla spalla, che la giovane non esitò a scrollare via.

-Digli che aveva ragione. L’amore è debolezza.- un sorriso carico di tristezza le si formò sul viso, mentre toccava delicatamente i capelli spenti e senza vita di Costia.

Anya fece per replicare, stupita dalle parole del so vecchio secondo, ma si limitò a scrollare le spalle. Avrebbe dovuto sapere che quel mondo non era il posto adatto per un animo delicato come quello della sua giovane Heda.

-Sha Heda.- sussurrò uscendo dalla stanza.

Aveva fallito il suo compito, avrebbe dovuto insegnarle che l’amore anche se fa soffrire, è la forza più grande dell’essere umano.

Anya resto vicino a lei, per quanto le fu possibile in quegli anni, ma non riconobbe più il suo secondo.

Lexa apprezzò il sostegno silenzioso di Anya, ogni volta che i loro occhi si incrociavano, per quanto le cose sarebbero potute andare male, l’Heda sapeva che la sua mentore sarebbe sempre stata al suo fianco.

 

 

- Sì è morta al mio fianco. Cercando di farti arrivare un messaggio.- rispose la bionda, prendendo un po’ di sicurezza.

-Che messaggio?- Lexa ora era interessata. Voleva capire cosa aveva trovato Anya in lei, di così interessante da voler stringere un accordo.

-L’unico modo per salvare entrambi i nostri popoli è unirci assieme.-

Oh. Lexa capì, rimanendo comunque impassibile. Doveva aspettarselo dal suo vecchio mentore.

Avrebbe concesso un tentativo agli Skaikru un’occasione per la pace. Come avrebbe desiderato la sua mentore.

-Sto ancora aspettando un’offerta, Clarke.- disse quindi, fissando con attenzione quelle iridi di un blu come non aveva mai visto.

Quello che successe dopo quel giorno, è tutta un’altra storia.

 

 

 

* Traduzioni dal Trigedasleng

Natblida: Nightblood, le persone che hanno il sangue nero.

Fleimkipa: Flame Keeper, il custode della fiamma

Strik gona: Piccolo/a guerriero/a

Pauna: Gorilla gigante

Sha: Sì

Seken: Secondo

Mochof Onya: Grazie Anya

Hofli Keryon kom Heda na said ai op: Possa lo Spirito del Comandante scegliere me

Ste yuj: Sii forte

Maunon: Abitanti della Montagna.

   
 
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