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Autore: maryjinnyjackson    23/05/2017    0 recensioni
Louis Tomlinson/Harry Styles
Note: parents!AU
Una mattina che sembra iniziare come tante altre si conclude in modo inaspettato.
Oppure: Harry ha una voglia matta di cupcakes e Louis è costretto a uscire di casa per comprarglieli.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Louis era ormai a buon punto. Liam, con Cheryl, e Niall erano arrivati subito, portando gli striscioni e le decorazioni. Zayn lo aveva chiamato dicendo che avrebbe tardato un po' perché il volo da New York era partito in ritardo, ma promise di portare da bere. Louis non si chiese nemmeno perché l'amico fosse negli Usa. Gemma aveva mandato un messaggio, dicendo che erano a dieci minuti da casa loro, e che avevano portato da mangiare in abbondanza su ordine di Anne. 
Quando il campanello suonò, Louis sorrise. 
Alle 13 precise erano tutti presenti, fatta eccezione per Zayn e Gigi che ancora non si vedevano. Anne si mise subito all'opera, scaldando le lasagne che aveva preparato il giorno prima, che, Louis notò, sarebbero bastate a sfamare un reggimento. Des si dedicò al nipotino, raggiungendolo sul tappeto, da dove Louis non l'aveva perso di vista nemmeno per un secondo da quando avevano iniziato i preparativi. Sperò che Cara riuscisse a tenere occupato Harry ancora un po', perché, se avessero incontrato Zayn, sarebbe stato tutto vano.
Il cellulare gli vibrò nella tasca dei pantaloni stretti. 
'Stiamo tornando. Mi ha invitata a casa vostra come da programma'.
Lesse il messaggio e sorrise. 

"Insomma io non ero pronta per una cosa simile, capisci? Avevo paura di sbagliare e quindi ho provato mille volte a esercitarmi da sola, tanto che una volta è passato dai camerini Jared Leto e mi ha vista mentre-", disse Cara, sconvolta. Stavano andando a casa di Harry, e Cara si era praticamente autoinvitata con la scusa di voler vedere Louis e il pargolo. 
Harry rise al racconto di inaspettati backstage sul set di Suicide Squad. "Va be, ma se ne sarà fatto una ragione! Ho sentito che lui per rimanere nel personaggio del Joker aveva regalato un topo morto a un membro del cast per il suo compleanno".
Cara annuì e rise di cuore al ricordo. 
Harry parcheggiò nel vialetto e con Cara si presero un attimo per togliersi di dosso i travestimenti, che si erano rivelati necessari visto che erano usciti senza bodyguard al seguito. Il riccio si era messo un paio di baffi e una folta barba finti e aveva indossato degli occhiali da sole anche se il cielo era grigio. Per coprire i ricci si era calcato in testa un beanie verde scuro. Cara aveva una parrucca castana corta, ed era incredibile come fosse irriconoscibile. Aveva indossato delle lenti a contatto nere e un paio di occhialoni da vista, e, come tocco finale, un berretto con la visiera, per scongiurare ogni possibile occhiata molesta. C'erano stati un paio di momenti in cui qualche bambino li aveva indicati, stupiti, ma per fortuna nessuno li aveva riconosciuti, tutti troppo presi dalle loro occupazioni. 
Scesero dall'auto, presero i pacchi e le buste e si avviarono verso la porta. Presero l'ascensore: la grande casa aveva quattro alloggi, ma due erano vuoti e uno era di una signora che lo affittava di tanto in tanto, ma non c'era da preoccuparsi per la privacy, poiché non sapeva nemmeno chi fossero. Una volta, quando l'avevano incontrata per le scale di ritorno da un viaggio a Doncaster, la signora gli aveva chiesto se conoscessero un certo gruppo musicale il cui nome aveva a che fare con un cartello stradale o una direzione, poiché la nipotina ne andava pazza. Loro avevano scosso la testa, ridendo sotto i baffi, e lei aveva borbottato qualcosa per poi andarsene con un'alzata di spalle. 
Quando arrivarono sul pianerottolo, Harry suonò il campanello, poiché era carico di buste. Nessuna risposta. Harry suonò ancora, poi si decise a tirar fuori le chiavi di casa. Una ruga di preoccupazione solcava lo spazio tra le sue sopracciglia. Cara lo rassicurò: "Sarà in bagno", e poi, finalmente, Harry aprì la porta. 
L'ingresso era buio. Così buio che Harry si chiese come mai fosse possibile un'oscurità simile se era mattina - una mattina nuvolosa, ma pur sempre una mattina. Accese la luce e per poco non si prese un infarto. 
"SORPRESA!" gridò il gruppo di persone che lo aspettavano nell'ingresso, con tanto di palloncini, striscioni con su scritto 'Tanti Auguri!', stelle filanti e coriandoli. Harry fu trascinato in casa, e Cara lo seguì a ruota, felice che il tutto fosse riuscito. 
Il riccio non credeva ai suoi occhi, quando vide la sua famiglia al completo e Liam con la sua ragazza e Niall. Mentre li salutava e abbracciava, ringraziando di essere venuti, cercò con lo sguardo una persona in particolare. 
Louis aveva tirato su le persiane e se ne stava sulla porta del salotto, con in braccio Freddie che sembrava non curarsi degli strilli di gioia della zia e della nonna, e tantomeno del chiacchiericcio che andava aumentando di volume. Il liscio sorrise, mentre Harry comprendeva con quel singolo gesto quanto tenesse a lui. 
Harry sapeva che Louis era tornato da Los Angeles il giorno prima, stanco morto, e che dopo un paio di fantastici pompini, a cui il liscio si era prestato nonostante il jet lag, era crollato a dormire come un sasso. Harry sapeva che il giorno dopo sarebbe stato il proprio compleanno, ma non aveva organizzato nulla, e non aveva nemmeno voglia di stancare ancora di più Louis dopo quel viaggio. Gli sarebbe bastato stare in famiglia. 
E invece Louis lo aveva stupito ancora una volta. Lo aveva messo al primo posto, come Harry aveva fatto con il suo ragazzo dagli occhi blu. 
Mimò un 'ti amo' con le labbra mentre veniva stritolato da Anne, e Louis vide che aveva gli occhi lucidi. 

Zayn e Gigi arrivarono con mezz'ora di ritardo, portando da bere come il moro aveva promesso. Finalmente brindarono ad Harry e ad altri cento compleanni così belli, tutti seduti intorno al tavolo del salotto. Harry fece un mini discorso nel quale ringraziò tutti e poi baciò Louis. Quando non accennarono a staccarsi, Niall urlò loro di prendersi una stanza. 
Poco prima che Gemma portasse la torta, Liam si schiarì la voce e chiese un momento di attenzione. I sospetti di Harry si rivelarono fondati quando annunciò che Cheryl aspettava un bambino. Il gruppo si profuse in una serie di applausi - Des propose un altro brindisi - tanto che Louis sperò che il chiasso non avesse svegliato Freddie, che si era appena addormentato nel suo lettino. 

Harry aprì i regali. Ricevette un grembiule personalizzato dai suoi, visto che quello che usava era vecchissimo ormai. Gemma gli regalò la collezione DVD di Harry Potter, anche per la gioia di Louis, dicendo che quando Freddie fosse cresciuto avrebbero potuto vederli tutti insieme. Zayn, Liam e Niall gli avevano regalato un buono per le terme, il pacchetto con tanto di massaggi e cura del corpo, poiché ogni volta si prometteva di andare ma non lo faceva mai. Il buono era per due persone. Chissà chi ci avrebbe portato...
Infine, Cara gli aveva preso una macchina fotografica, perché "è assurdo che non abbiate una macchina foto. Freddie ha bisogno di una reflex, mica gli basta un iPhone a quella bellezza". 
E Harry era felice di essere in mezzo alle persone a cui voleva bene.

Harry era grato a Louis per tutta quella festicciola. Davvero tanto. E non poteva smettere di pensare a quanto avrebbe voluto ringraziarlo. In privato. Magari a letto. 
Naturalmente Louis aveva calcolato tutto, così, a un'occhiata maliziosa e al contempo esasperata di Harry, recepì il messaggio, con un brivido che gli corse lungo la spina dorsale. 
Fece un segno a Niall, che, dopo un paio di occhiate smarrite, comprese.
"Okay, è venuto il momento di sloggiare, amici!", parlò. I ragazzi compresero immediatamente che cosa volesse dire quell'annuncio, dopo anni che stavano costantemente insieme avevano imparato a cogliere i segnali di quando i 'Larry' avevano intenzione di fare cose vietate ai minori. 
Così, Zayn, Liam con le rispettive ragazze, e Niall e Cara, se ne andarono dopo aver ringraziato e salutato tutti. 
Harry li abbracciò stretti, mormorando tanti 'vi voglio bene'.
Poi fu la volta dei genitori e di Gemma, ai quali il riccio promise di andare a trovarli presto. 
"Non fate troppo chiasso!", gridò loro dietro Gemma, mentre chiudevano la porta, e Louis sogghignò. 
Harry emise uno sbuffo quando sentì la chiave scattare. 
Il liscio gli mise le braccia al collo, alzandosi sulle punte per dargli un bacio sul naso. "Pare che siamo soli, cupcake", sospirò sulle sue labbra rosse. Harry si morse il labbro inferiore, lottando per non buttarsi sulla bocca del maggiore. 
"Perché hai voluto mandare via tutti? Non ti stavi divertendo abbastanza?", chiese con strafottenza, sapendo benissimo la risposta ma volendo che Harry ammettesse cosa desiderava. 
Il riccio sbuffò, impaziente. I giochi di Louis lo eccitavano sempre, e finiva per essere bagnato ancora prima di venire toccato dal suo ragazzo. 
"Volevo stare solo con te", mormorò Harry, cercando di far scontrare il suo bacino con quello di Louis, desiderando alleviare la sofferenza causata dalla sua erezione che pulsava negli skinny neri. 
Louis alzò un angolo della bocca, e ad Harry ricordò il sorriso di un diavolo tentatore. Se per amarlo fosse finito all'inferno, avrebbe accettato di buon grado: almeno avrebbe potuto vantarsi coi diavoli di aver visto il Paradiso senza mai entrarci. 
"E perché mai, di grazia?", chiese ancora Louis. Il bacino di Harry scattò in avanti - cosa non gli faceva il tono di Louis! -, ma il liscio lo bloccò, posando le mani sui suoi fianchi. "Rispondimi", ordinò, avvicinandosi alle sue labbra e sfiorandole. 
"Voglio sentirti dentro di me, mentre facciamo l'amore, voglio sentirti così tanto che poi farò fatica a camminare come ai primi tempi", sospirò piano contro le sue labbra e Louis non resistette oltre. Prese Harry in braccio, e il riccio gli avvinghiò le gambe chilometriche addosso. Si chinò su di lui e lo baciò, mentre Louis lo trasportava - non senza fatica, era più alto e grosso di lui, ormai - nella loro camera. Lo buttò con poca grazia sul letto matrimoniale e cominciò a spogliarsi, mentre il riccio faceva lo stesso. Louis, in un attimo di lucidità, controllò il sorveglia bimbo e sentì che Freddie stava dormendo regolarmente. 
Harry lo incitò a salire sul letto, mostrandogli il sedere in un invito che Louis non poteva rifiutare.
"Ogni tuo desiderio è un ordine, principessa. Oggi poi è il tuo compleanno", aggiunse, mentre si toglieva i boxer. Harry era già nudo e tirò fuori dal cassetto del comodino un preservativo e del lubrificante. "Come vuoi che ti scopi?", chiese con nonchalance Louis, accarezzandogli le natiche sode e chiare, iniziando ad allargargliele e avvicinandosi pericolosamente alla sua entrata. Harry stava per rispondere, ma non ci riuscì quando la lingua calda e umida di Louis toccò il suo cerchio di muscoli. Gemette. Si sentiva al settimo cielo. Adorava quando Louis prendeva il controllo - cioè quasi sempre. Amava che fosse Louis a farlo sentire così bene, che fosse Louis a trattarlo così. Perché il liscio era gentile anche se non sempre lo mostrava, e lo preparava con cura e amore, assicurandosi che raggiungesse il massimo del piacere ogni volta. Poco ma sicuro, la vita sessuale di Harry con Louis era più che soddisfatta. 
Louis iniziò a penetrarlo con la lingua, aggiungendo poi un dito per allargarlo. Harry era chino in ginocchio sulle lenzuola, la testa che sfregava contro di esse e le mani che le stringevano con forza. Si impedì di urlare, certo non voleva svegliare Freddie e traumatizzarlo a vita. 
"Ti piace, amore? Sei così bravo, solo per me", disse Louis, con un tono sommesso e intriso del piacere che stava iniziando a prendere il sopravvento in lui. La sua erezione era sveglia e arrivava quasi a toccargli lo stomaco. Quella di Harry sfregava sulle lenzuola, bisognosa anch'essa di attenzioni, ma Harry non osò sfiorarla, sicuro che Louis non l'avrebbe permesso.
Il liscio continuò a penetrarlo con due dita e poi si infilò il preservativo, ricoprendosi abbondantemente di lubrificante. Harry seguì i suoi movimenti con la coda dell'occhio, e non poté fare a meno di pensare che gli era capitata la persona migliore del mondo. Louis era la sua persona.
"Ti amo", disse solo, prima che Louis lo penetrasse piano ma con una spinta decisa.
"Ti amo anch'io, Haz". E Harry si sentì improvvisamente pieno. E fu troppo per lui. Una lacrima scese lungo la sua guancia e Louis, sentendolo tremare, si chinò su di lui, preoccupato. Gli girò appena il viso, baciandogli la guancia.
"Che hai, Haz? Perché piangi? Vuoi che esc-"
"Ti amo, Lou. Ti amo così tanto che non so come esprimerlo. Solo- promettimi di non lasciarmi mai", chiese Harry, con gli occhi lucidi e un sorriso accennato. Louis annuì, serio, e lo baciò con amore e trasporto. Iniziò a muoversi e Harry andò incontro alle sue stoccate. Louis si appoggiò allo schienale del letto, tirandosi dietro Harry. Lo alzò, facendolo sedere dritto sul suo bacino, e gli prese con una mano l'erezione che gocciolava liquido preseminale, dandole stoccate a ritmo con le sue spinte, mentre con l'altra gli torturava un capezzolo inturgidito. 
Fecero l'amore a modo loro, con gemiti sussurrati all'orecchio e parole dolci e sensuali, scontri e incontri di lingue e denti, morsi, segni violacei sulla pelle a indicare la reciproca appartenenza, mani sui loro corpi, a toccarsi, trovarsi e riscoprirsi, nella danza più antica di tutte.
Finalmente, quando Louis colpì la prostata di Harry un paio di volte, il riccio venne con un gemito strozzato, aiutato anche dalla mano del suo ragazzo. Louis si spinse ancora un po' in lui e poi si riversò nel preservativo, assecondando l'onda intensa dell'orgasmo. 
Louis prese dal comodino delle salviette per pulirsi e pulire Harry, si tolse il preservativo e lo buttò nel cestino non lontano dal letto. Poi, il riccio coprì i loro corpi con le lenzuola e si stese vicino a Louis, appoggiandogli la testa sul petto, mentre il liscio gli accarezzava i capelli. 
Louis aveva un'incredibile voglia di fumare, ma si ricordò della promessa fatta ad Harry, e la represse. Si sentiva magnificamente però, come dopo ogni volta che facevano l'amore. 
Harry gli baciò il petto all'altezza del cuore, e si sistemò meglio contro di lui. "Louis?", chiese, incerto.
"Sì?".
"Grazie. Per tutto", disse semplicemente, prima di cadere addormentato in un sonno tranquillo. 
Louis sorrise mentre lo sistemava contro il cuscino e controllava un'ultima volta il sorveglia bimbo. Poi guardò l'ora sul telefono: le cinque di pomeriggio. Impostò la sveglia per due ore dopo e si coricò, cingendo Harry da dietro.

Finalmente, lo seguì nei suoi sogni, pensando ancora una volta a quanto quella giornata fosse stata particolare.
  
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