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Autore: Soul Mancini    23/05/2017    3 recensioni
[Storia momentaneamente sospesa.]
Hoginery, anime in armeno.
Quante anime avete incontrato durante il tour della vostra vita? Eppure con alcune ci si sente immediatamente a casa, ci si avvicina e ci si conosce inevitabilmente. Ci si scontra anche, perché le anime sono tutte diverse e non possono essere sempre d'accordo.
E allora che importanza ha far parte di una famosa metal band losangelina?
DAL TESTO:
«Serj e John stavano intrattenendo una conversazione con una ragazza dai capelli castano chiaro legati in una crocchia.
Un'altra, quasi identica a lei ma leggermente più bassa e più formosa, girovagava per la stanza come una trottola, aggirando i divanetti disseminati sul pavimento con un vassoio di polistirolo in mano.»
Piccole note sulla storia:
- In ogni capitolo troverete una colonna sonora; potrà trattarsi di una canzone dei SOAD o dei progetti paralleli dei componenti.
- Nella storia appariranno alcuni membri di un'altra band, ovvero i Dub Inc, gruppo reggae francese. Non considero comunque questa storia una multiband perché i Dub Inc non saranno protagonisti e appariranno solo in alcuni capitoli. Comunque potrete trovare anche delle loro canzoni nei capitoli.
- Cambierò spesso POV all'interno dei capitoli, ovviamente specificandolo.
Buona lettura :3
Genere: Comico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ReggaeFamily

Try to fly


System Of A Down - Know




♫ Noah ♫


Ero un po' in ansia per quello che sarebbe accaduto di lì a poco. E quando ero agitato mi dimenticavo la metà delle cose.

Fu così che, dopo qualche minuto di tragitto in auto, mi ero reso conto di aver scordato a casa il portafogli. Cazzo, avevo la macchina quasi a secco e avevo assolutamente bisogno di fermarmi a fare benzina, ma come potevo fare senza i soldi appresso?

Fu così che, tra un'imprecazione e l'altra, fui costretto a tornare a casa. Sarei arrivato in ritardo alle prove e questo mi dava immensamente fastidio; non mi andava di arrivare dopo i componenti dei System Of A Down.

Quando finalmente riuscii a recuperare tutto ciò di cui avevo bisogno, ricevetti una chiamata da Johanna.

Noah, si può sapere cosa diamine stai facendo? Sono le quattro e cinque minuti, i ragazzi saranno qui a momenti, ci tieni così tanto a fare una figura di merda?” mi aggredì la ragazza quando risposi.

Eh... mi sono dovuto fermare a mettere benzina. In realtà sono uscito di casa in orario, ma poi mi sono accorto di aver lasciato il portafogli a casa e...”

Lei sospirò. “Muoviti! Meno male che non abiti lontano dalla saletta! Andava tutto molto meglio quando provavamo in casa tua, almeno non ti dovevi spostare.”

Dopo una folle corsa in auto degna di un film d'azione, giunsi davanti al piccolo e triste edificio. Controllai l'orario: erano le quattro e undici minuti. Non mi parve di scorgere macchine sconosciute parcheggiate là vicino e tirai un sospiro di sollievo.

La prima frase che sentii non appena misi piede nella stanza fu un commento di Jacob in tono lugubre: “Probabilmente ci hanno tirato un bel bidone, non si presenterà nessuno”.

Ma la vuoi smettere? Magari hanno trovato traffico e sono un po' in ritardo, no? Vatti a deprimere da un'altra parte!” si rivoltò Ellie con uno sbuffo contrariato.

Ciao a tutti, ce l'ho fatta! Qual è l'argomento? Avete bisogno di un quarto litigante?” esordii, dirigendomi verso l'unica sedia rimasta libera per poter poggiare il mio basso.

Jacob pensa che i System non si presenteranno all'appuntamento” spiegò brevemente Johanna con le sopracciglia aggrottate.

Improvvisamente questa paura si impossessò di me. Non l'avevo preso in considerazione: magari i ragazzi si erano solo divertiti un po' a prenderci in giro. Del resto cosa poteva volere uno come Shavo Odadjian da quattro sfigati qualunque?

Dai, non ci credo! Ti stai deprimendo anche tu?” mi rimproverò la batterista con aria esasperata.

Forse sarebbe stato meglio chiedere a uno dei due un numero di telefono, almeno ci saremmo potuti tenere in contatto e se fosse capitato un imprevisto avrebbero potuto avvisarci” osservai.

Non mi piaceva chiedere qualcosa di così personale, magari non si fidano ancora di noi” ribatté Ellie, passeggiando irrequieta per la stanza.

Qualche secondo dopo qualcuno bussò alla porta. Sobbalzai sorpreso e mi imposi di restare calmo; tuttavia il mio inconscio mi suggerì di appiattirmi con la schiena contro il muro.

Visto?” esclamò Johanna con un sorriso trionfante, poi si avvicinò alla porta senza esitazione.

Ehi batterista! Scusate il ritardo, ma Daron è anarchico e non rispetta gli orari!” salutò subito Shavo, facendo irruzione nella stanza e salutando tutti con strette di mano, sorrisi e, nel caso delle ragazze, abbracci.

Oh, ci siete tutti! Ciao ragazzi, entrate pure!” li accolse Johanna, restando sulla soglia finché tutti i membri della band non furono entrati.

Non sapevo bene cosa aspettarmi da Serj e Daron, così rimasi in disparte per osservare come si comportavano con i miei amici prima di farmi avanti e presentarmi.

Quindi tu sei il bassista, giusto? Piacere, Serj” si presentò il cantante, raggiungendomi nell'angolino in cui mi ero rifugiato.

Sì, sono io. Noah” biascicai con un sorriso leggermente imbarazzato, stringendogli la mano.

Decisi che era arrivato il momento di smettere di comportarmi da idiota e mi staccai dal muro, per poi dirigermi verso Daron. In genere ero abbastanza solare ed estroverso, dovevo solo impormi di portare fuori questo lato di me.

Ehi! Piacere, Noah” attirai l'attenzione del chitarrista, che era intento a osservare le ragazze e John parlottare tra loro.

Lui si voltò quasi sorpreso. “Ah. Daron, ma tanto già lo sai” ribatté.

Accennai un sorriso. “Sì, in effetti... grazie per aver accettato di venire qui.”

Mi sono incuriosito, tutto qui” spiegò piegando leggermente la testa da un lato.

Noah, non infastidire il mio collega!” si intromise Jacob, arrivando alle mie spalle e battendomi una pacca sulla schiena.

Collega...” Inarcai un sopracciglio, scettico.

Beh, siamo entrambi chitarristi!”

Oh ragazzi, cosa avete intenzione di fare? Iniziamo o stiamo qui a perdere tempo finché non albeggia?” gridò proprio in quel momento Johanna; la sua voce rimbombò tra le pareti, assordando la maggior parte dei presenti.

C'è un problema: abbiamo solo tre sedie per gli ospiti! Chi prende in braccio chi?” fece notare Jacob con una risatina, appoggiando i nostri strumenti a terra e sistemando le sedie lungo la parete opposta a quella della batteria.

A quel punto Daron si lasciò andare a terra con la schiena contro il muro e le ginocchia al petto.

Non so quanto ti convenga, in questo posto non puliscono più o meno dal '95” lo avvertii, recuperando il mio basso e preparandomi mentalmente al momento epico che stavo per vivere.

Più che altro gli si congelerà il culo” aggiunse Jacob. Quest'ultimo aveva già collegato la chitarra all'amplificatore e stava cominciando ad abbozzare con disinvoltura qualche nota di una canzone composta un paio di giorni prima.

Daron si strinse nelle spalle con noncuranza mentre ascoltava con interesse il mio amico.

Forse l'unico che si sentiva agitato ero io. Gli altri si comportavano come se nulla fosse, anche Johanna aveva preso a suonare la batteria come se non avesse aspettato altro fino a quel momento.

Probabilmente io sbagliavo da qualche parte, ma non capivo dove.

Ma quando posai lo sguardo su Ellie mi accorsi che neanche lei era del tutto tranquilla. Allora non ero l'unico, non ero pazzo.

Io e la ragazza ci scambiammo un'occhiata incoraggiante e questo mi fece stare un po' meglio.



♫ Ellie ♫


Finché tutto si era svolto nella mia immaginazione non c'erano stati problemi, ma adesso che mi trovavo di fronte a Serj con un microfono in mano la situazione si complicava.

Mi ero riscaldata la voce a casa prima di recarmi alle prove, come ogni volta, ma se questa fosse per qualche ragione scappata al mio controllo?

Dovevo smetterla. Ero riuscita a superare l'ansia di cantare di fronte al ragazzo che mi piaceva e potevo affrontare anche questa.

Con quale cominciamo?” domandai, voltandomi verso i miei compagni di band. Quattro paia di occhi seguivano i miei movimenti.

Perché non facciamo la scaletta del concerto?” propose Jacob.

Il nostro chitarrista era raggiante, talmente contento che non riusciva a stare fermo. L'avevo visto un paio di volte sghignazzare dopo aver scambiato qualche sguardo con Daron e questo mi fece capire che i due cominciavano ad andare d'accordo.

La cosa mi preoccupava non poco, ne avremmo viste delle belle!

Johanna non se lo fece ripetere due volte e recuperò subito la sua darbuka, per la gioia dei nostri quattro spettatori.

Durante il primo pezzo, quello esclusivamente strumentale, cercai con tutte le mie forze di non mangiarmi le unghie; evitai accuratamente di posare lo sguardo su Serj, la persona il cui parere contava più di tutti per me, e mi concentrai su quello che mi ispirava più fiducia e tranquillità, ovvero John. Lui mi aveva già sentito e aveva espresso il suo parere in precedenza; inoltre assisteva del tutto rilassato, con le braccia incrociate e un'espressione serena dipinta in viso.

Quando i miei amici eseguirono le prime note di Run Away, la prima canzone da noi composta, presi un profondo respiro e feci appello ai sei anni di lezioni di canto che avevo alle spalle.


Alla fine, dovetti ammettere, non era poi così male! Dopo qualche canzone ci avevo preso gusto, come ogni volta, e avevo smesso di guardare un punto indistinto davanti a me. Era divertente, dovevo solo comportarmi come quando stavo sul palco.

Mancavano solo due canzoni alla conclusione della nostra scaletta; mi dispiaceva che la nostra esibizione stesse già per volgere al termine. Anche i ragazzi si stavano divertendo: Daron e Shavo si muovevano leggermente a tempo e tutti sfoggiavano degli enormi sorrisi soddisfatti.

Non avevo ancora posato lo sguardo su Serj. Lui doveva essersi accorto del mio comportamento, perché quando finalmente ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi lui annuì con convinzione e mi regalò un occhiolino.

Wow! Ero contenta come una bambina la mattina di Natale!

Cantai gli ultimi due pezzi ancora più carica di prima e alla fine ero davvero euforica. Non vedevo l'ora di scambiare due parole con Serj e ricevere il suo sincero parere.

Okay, abbiamo finito il repertorio!” annunciò Noah al termine dell'ultima canzone.

Come, è già finito?” si lamentò Daron mettendosi in piedi.

Piccoletto, abbiamo suonato per un'ora” gli fece notare Johanna, affiancandomi con le bacchette ancora strette tra le mani. “Devo anche lanciare le bacchette tra il pubblico?” scherzò poi, agitandole in aria.

Io, io, le voglio io!” strillò Daron, piazzandosi di fronte a lei con un sorrisetto furbo.

Se permetti, la precedenza va al batterista” si intromise John divertito.

Ecco, bravo John! Tu vai da quegli sfigati che suonano quegli strumenti con le corde!” prese la palla al balzo mia sorella.

Ehi, povero Shavo!” esclamai con una risata.

Uffa, non mi vuole nessuno, sono triste!” mugugnò Daron incrociando le braccia al petto con un broncio poco credibile.

Non ti preoccupare fratello, ci sono qui io! Ti offro il mio plettro in segno di pace” lo intercettò Jacob, raggiungendolo e ficcandogli il triangolo di plastica in una mano.

Daron esaminò l'oggetto con aria teatralmente sorpresa, come se si fosse ritrovato chissà quale diamante prezioso tra le dita. “Grazie collega, tu sì che mi capisci!” cinguettò poi, sollevando una mano per mollargli una pacca sulla spalla.

E dovette proprio sollevarla, dal momento che il mio amico lo superava di almeno dieci centimetri in altezza.

Ero talmente concentrata a osservare la comica scenetta tra chitarristi che non mi accorsi della presenza di Serj al mio fianco; quando me ne resi conto, quindi, quasi mi spaventai.

Oh Serj, scusa, non ti avevo visto.”

Eri preoccupata, vero?”

Quella domanda mi lasciò un attimo perplessa. “In che senso? Se intendi dire che ero agitata, te lo posso confermare, un po' sì... perché non sapevo bene che parere aspettarmi” ammisi arrossendo leggermente.

Lui mi posò una mano sulla spalla e mi sorrise bonariamente. “Non dovresti pensarla così. Sai che ogni parere è soggettivo e ognuno di essi è importante a modo suo: quello di una cantante lirica come quello di uno che passa per strada. Quindi io chi sono per dare giudizi universali?”

Avrei voluto rispondergli che per me contava molto in quanto lo stimavo immensamente come cantante e musicista, ma rimossi subito quell'idea; non volevo sembrare stupida.

Ma il suo ragionamento mi aveva spiazzato e non sapevo come rispondergli. Dopo qualche secondo di riflessione decisi che la strategia migliore era cambiare argomento.

Cosa ne pensi sinceramente?” gli domandai.

A me siete piaciuti molto come gruppo, avete grinta e idee originali oltre che talento. Tu mi hai colpito molto: ho notato che hai tecnica e passione, poi hai una bella voce.”

Molto probabilmente in quel momento mi brillarono gli occhi. Quelle parole mi scaldarono il cuore e rappresentarono in qualche modo una piccola grande vittoria.



♫ Shavo ♫


In questo posto si muore di freddo, ma come fate a suonare qui?” commentai, infilando nella tasca del mio pesante giubbotto il plettro di Noah. Visto che Daron aveva quello di Jacob e le bacchette di Johanna erano state prese da Serj e John, avevo chiesto al ragazzo quel piccolo oggettino come ricordo.

Nonostante si fosse un po' sciolto nei nostri confronti, sapevo che non avrebbe avuto il coraggio di regalarmelo come avevano fatto i suoi amici; si mostrò comunque entusiasta quando glielo chiesi.

Qui c'è una stufetta elettrica, possiamo accendere questa!” esclamò Daron dando un piccolo calcio all'ammasso di ferraglia abbandonato in un angolo che di certo aveva visto tempi migliori.

Ellie tossicchiò soffocando una risata. “Noi abbiamo da poco scoperto la sorpresa che nasconde, non so se sia il caso di riprovare.”

Allora ho bisogno di riscaldarmi fumando. Chi mi fa compagnia?”

Alla fine accettammo tutti e ci recammo all'esterno, dove faceva quasi più caldo che in quel buco.

Anche i ragazzi infatti avevano suonato con i loro cappotti addosso.

Dopo aver preparato e acceso sigarette varie, io e le ragazze ci trovammo vicini e cominciammo a parlare, come sempre ormai.

Comunque sei un matto, Shavo” disse Johanna.

Perché?”

Per aver organizzato tutto questo... a un certo punto abbiamo anche pensato che non sareste venuti, invece...”

Sgranai leggermente gli occhi. “Avevamo un appuntamento, no? Perché non ci saremmo dovuti presentare?”

È che sei stato così dolce, insomma, non è da tutti quello che hai fatto” intervenne Ellie, giocherellando con il bordo del foulard che portava attorno al collo. Anche quella volta aveva i capelli raccolti nella sua immancabile crocchia.

Mi strinsi nelle spalle. “Ho solo fatto quello che una persona normale farebbe quando entra in confidenza con altre persone. Forse vi sembra un po' strano perché faccio parte di una band famosa, è possibile?” indagai. Non volevo metterle in difficoltà, ma ero una persona diretta e curiosa di natura.

Johanna scosse la testa. “No, non credo sia questo. O forse sì, nel nostro inconscio.”

Però c'è da dire che molta gente, famosa o meno, non farebbe mai una cosa del genere” aggiunse Ellie.

Parlo a nome di tutti: ci siamo semplicemente trovati bene con voi, ci è piaciuta la vostra musica e abbiamo fatto quel che abbiamo sentito di fare. E la cosa a quanto pare continua; guardate!” spiegai, facendo un cenno verso gli altri cinque che conversavano amorevolmente.

Jacob e Daron, in particolare, stavano combinando un casino assurdo insieme. Per fortuna ci trovavamo in una stradina abbastanza tranquilla e poco trafficata, altrimenti avrebbero dato spettacolo per mezza città.

Ma come possiamo tenerci in contatto? Hai facebook?” mi domandò la batterista.

A quel punto decisi che era arrivato il momento di compiere un passo un po' azzardato, ma mi fidavo abbastanza delle gemelle.

Sentite, è meglio se vi do il mio numero, okay?” buttai lì.

Loro tentennarono per un attimo, poi Ellie portò fuori il suo cellulare e annuì per comunicarmi che era pronta a segnare.

In realtà avevo due numeri: uno, quello che davo più o meno a tutti, utilizzato prevalentemente per lavoro e l'altro per la vita privata, riservato a famigliari e amici. Decisi di dettare alla ragazza il primo perché, nonostante fossi positivo al riguardo, non sapevo con certezza se mi potessi fidare ciecamente.

Ragazzi, noi andiamo in un bar, qui fuori ci stiamo ibernando! Venite?” ci richiamò Noah.

Volentieri! Noi abbiamo un debito con questi giovanotti che hanno insistito per pagare l'altra volta!” accettai.

Ah, ma possibile che ti ricordi sempre tutto?” borbottò Johanna.

No, in genere ha la memoria di un pesce rosso” fece Serj, unendosi a noi.

Mi ricordo solo le cose importanti!”

La nostra conversazione venne interrotta da Jacob e Daron che, in testa alla fila, intonavano a squarciagola una canzone non meglio specificata.

Piantatela o faccio finta di non conoscervi” li ammonì John scuotendo il capo.

Mi portai una mano alla fronte con fare esasperato. “Ma perché? Cosa abbiamo fatto di male?”

Dovevamo evitare che si incontrassero” osservò Ellie.

Poi scoppiammo tutti a ridere e seguimmo i due chitarristi all'interno di un piccolo locale.



♪ ♪ ♪



Udite udite, martedì è giunto! *-*

Per me questo è diventato un giorno della settimana speciale. Non so se si è capito, ma tengo molto a questa storia e sono sempre curiosissima di leggere i vostri pareri ^^

Stavolta non ho molto da dire, voglio lasciare a voi tutti i commenti! Spero solo vi sia piaciuta la scena di scambi di bacchette, plettri e merce varia :) e anche la decisione avventata di Shavo!

Grazie con tutto il cuore ai lettori, anche quelli silenziosi, e i recensori! Vi invito a farmi sempre sapere cosa ne pensate della storia con sincerità, accetterò di buon grado ogni consiglio :3

A presto!!! ♥



   
 
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