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Autore: lost in books    23/05/2017    1 recensioni
One shot collegata alla storia Il Talismano di Sol.
Riguarda in momento in cui Florian e Iliana si sono conosciuti.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amici
 
Finalmente, dopo un lungo viaggio, erano arrivati. Erano partiti da Idyll, la città degli spiriti elementali, e avevano dovuto attraversare diversi regni, l’ultimo era stato Dahlia, per arrivare ad Iridium, la Torre dei maghi.
Era la prima volta che Florian accompagnava i suoi genitori, ambasciatori inviati dal re degli spiriti, in un viaggio di lavoro. Si era sempre dimostrato un bravo figlio e aveva così presto ottenuto, a soli otto anni, la loro fiducia: era importante che in quel frangente si comportasse nella maniera adeguata alla carica che i suoi genitori ricoprivano quindi non era stato facile ottenere il permesso di accompagnarli.
Il vero motivo per cui aveva fatto di tutto per partecipare a quel viaggio era la possibilità di vedere la Torre con i suoi occhi, luogo dove la ricerca e le scoperte erano all’ordine del giorno.
Era da quando aveva scoperto della sua esistenza che sognava di poterla vedere. Era stato un amico dei suoi genitori a parlargliene, di ritorno ad Idyll dopo un periodo di soggiorno ad Iridium in cui si era dedicato allo studio della magia e le sue applicazioni insieme ai maghi umani; da allora si era documentato ed infine era giunto lì dove voleva essere.
Dalla carrozza fatta di legno intrecciato in cui Florian si trovava, in grado di muoversi senza essere trainata da cavalli grazie alla magia dei suoi occupanti, ora si riusciva a vedere bene la grande ed alta Torre e degli edifici lì vicino adibiti, da quanto Florian aveva udito, ad alloggi per i giovani apprendisti e per i maghi che decidevano di dedicarsi alla ricerca e all’insegnamento.
All’interno della Torre si svolgeva il lavoro di ricerca vero e proprio e le lezioni degli apprendisti. Quella dei suoi genitori sarebbe stata una visita ufficiale: vedere i progressi ottenuti dalla collaborazione tra umani e spiriti e che tutto fosse regolare. Florian sperava invece di poter vedere tutto quello che la Torre aveva da offrire.
La carrozza infine si fermò e Florian si incamminò con il resto della sua famiglia verso l’ingresso della Torre dove un mago e una donna spirito dell’aria li stavano aspettando.
“Benvenuti ad Iridium, stimati ambasciatori. Siamo onorati di essere le vostre guide oggi. Il mio nome è Victor” disse il mago “mentre immagino già conosciate  Alya” indicò la donna che salutò gli ambasciatori.
“Se volete seguirci cominceremo con la visita” disse Alya.
Gli ambasciatori e loro figlio seguirono le loro guide all’interno della Torre e tra le prime cose che il piccolo Florian vide ci furono le classi, suddivise non per anno ma per livelli di abilità, principiante o intermedio o avanzato, a seconda della categoria della magia insegnata.
Florian cercava di osservare tutto ciò che lo circondava e di imprimerselo bene nella memoria e allo stesso tempo di seguire i suoi genitori e le loro guide, ma la sua attenzione venne improvvisamente e completamente dirottata verso una classe da cui provenivano le voci stupite di molti studenti.
Florian decise di sbirciare dall’angolo della porta dell’aula e si ritrovò a guardare un gruppo di studenti tutti decisamente più grandi di lui intenti ad osservare un’esile bambina che doveva avere la sua età.
Aveva i capelli scuri legati in due trecce laterali che le ricadevano sulle spalle, la pelle pallida e gli occhi nocciola.
La bambina teneva fra le mani un uccellino ferito gravemente che respirava a fatica, prossimo alla sua fine. La vide chiudere gli occhi per concentrarsi e dalle sue mani si diffuse una luce bianca che avvolse completamente l’uccellino. Quando la luce svanì vide che l’uccellino aveva cominciato a muoversi ed infine spiccare il volo, cinguettando allegramente, completamente guarito.
“Sei bravissima”
“È un talento naturale”
“Forse è anche più brava dell’ex studente prodigio”
“Lo sai che non ci è permesso parlare di lui”
“Hai ragione. Non voglio finire nei guai con gli insegnanti”
Erano solo alcune delle parole di approvazione che avevano gli studenti per la loro collega più piccola, che però non sembrava minimamente scossa dalle attenzioni. Aveva un’espressione neutra come se non le importasse di niente e di nessuno.
Florian però aveva anche sentito una cosa che forse non avrebbe dovuto sentire ma che lo aveva incuriosito. Chi era la persona che gli studenti avevano nominato?
“Florian” era la voce di sua madre che richiamava la sua attenzione.
“Arrivo subito” Florian si affrettò per raggiungere sua madre. Non aveva fatto caso alla targhetta che indicava come guarigione, livello avanzato la classe davanti alla quale si era fermato.
 
Avevano passato tutta la mattina e metà del pomeriggio a visitare la Torre e le sue meraviglie: Florian aveva visto dove preparavano gli artefatti in grado di aiutare tutte quelle persone che non erano in grado di usare la magia; dove si studiava la magia e le sue applicazioni e venivano ideati nuovi incantesimi. Florian non era mai stato così felice, ma sapeva che la visita sarebbe finita prima o poi. Avrebbe voluto rimanere lì ma era certo che i suoi genitori non glielo avrebbero permesso anche se avesse trovato il coraggio di chiederglielo.
Lo avrebbero riportato ad Idyll dove sarebbe rimasto solo mentre loro erano quasi sempre impegnati a viaggiare per il mondo.
“Florian, perché non ne approfitti per fare un giro per conto tuo? Noi saremo impegnati con i tuoi genitori in alcune questioni importanti. Ovviamente i tuoi genitori sono d’accordo ma devi farti trovare all’ingresso della Torre poco prima del tramonto” Alya si era rivolta così a lui una volta conclusa la visita, aveva capito quanto quel luogo lo interessasse.
Florian non aveva perso tempo e si era subito diretto verso gli alloggi degli studenti. Era curioso di vedere il modo in cui vivevano i maghi e sperava di incontrare qualche suo coetaneo disposto a raccontagli la sua esperienza lì. La Torre era in una posizione sopraelevata rispetto agli alloggi, posata su una larga ma non alta collina che i maghi dovevano risalire per raggiungere la Torre. A quanto pareva era considerato un buon esercizio fisico quotidiano visto che per lanciare incantesimi al meglio era necessario essere in forma fisica ottimale.
Non era stato molto fortunato, non sembrava esserci nessuno in prossimità degli alloggi in quel momento. Stava per rassegnarsi e ritornare verso la Torre quando, girato un angolo di uno degli alloggi, si ritrovò ad essere spettatore di una scena che non avrebbe voluto vedere.
Due ragazzi, che probabilmente avevano tra i dodici e i quattordici anni dall’aspetto, avevano messo all’angolo una bambina. Florian, che si era fermato appena girato l’angolo per non farsi vedere, si accorse che si trattava della stessa che aveva visto quella mattina.
Da dove si trovava riuscì, sforzandosi un po’,  a sentire cosa i due bulli stavano dicendo.
“Hai rovinato tutto. Quando quello che era considerato lo studente prodigio è scomparso era finalmente giunto il mio momento di brillare. Ma dovevi proprio arrivare tu, piccola stracciona. Il Gran Maestro deve essere impazzito per aver aperto le porte della Torre anche alla gente qualunque. La magia è solo per l’aristocrazia, per gente come me”
Adesso era tutto più chiaro: Florian era a conoscenza del fatto che fino a poco tempo prima la Torre accoglieva solo i figli dei nobili ma vista la carenza nell’ultimo periodo di giovani aristocratici portati per la magia e la grande quantità di giovani talentuosi nei villaggi, il nuovo Gran Maestro aveva deciso di aprire le porte al cambiamento. A quanto pareva però non tutti erano pronti ad accogliere i nuovi studenti ma il Gran Maestro non si era tirato indietro anzi, era stato lui stesso, assieme ad alcuni suoi collaboratori, ad andare alla ricerca di nuovi studenti fra i villaggi.
Il ragazzo che si era rivolto alla bambina ora si era fatto più minaccioso: aveva afferrato una delle due trecce della bambina e la stava tirando con forza.
La bambina, come quella mattina, non sembrava minimamente scossa dall’accaduto. Neanche si lamentava.
“Ho sentito che neanche i suoi genitori la volevano” disse l’altro ragazzo.
“Già, è vero. Ti hanno letteralmente venduta al Gran Maestro per poche monete d’oro. A quanto pare non vali molto”
Ora Florian ne aveva avuto abbastanza, aveva sopportato quella scena fin troppo a lungo. Doveva intervenire.
“Ah, ah. Anzi, tu non vali proprio niente” il ragazzo che stava tirando i capelli della bambina si era avvicinato al suo volto, gongolante.
La bambina, che era rimasta passiva per tutto quel tempo, dopo quell’ultima frase improvvisamente scatto.
“Adesso mi hai fatta veramente arrabbiare!” aveva un’espressione furiosa sul volto. Il ragazzo perse la presa sulla treccia per lo stupore.
Florian, che aveva appena mosso il primo passo verso i tre apprendisti, rimase paralizzato sul posto.
Vide la bambina puntare una mano aperta verso quello che le aveva tirato i capelli per poi sollevare il braccio verso l’alto.
Il ragazzo in un attimo si ritrovò sospeso in aria a testa in giù.
Il suo complice cercò di scappare.
“Dove credi di andare?” gli disse la bambina mettendolo nella stessa posizione di quell’altro.
Le tuniche che indossavano ora si erano ripiegate all’altezza del petto. Per fortuna sotto indossavano dei pantaloni o sarebbe stato molto più imbarazzante per loro di quanto già non fosse.
“Mettimi giù, piccola peste che non sei altro!” era stato il bullo sollevato in aria per primo a parlare.
La bambina si avvicinò a lui e con voce calma e un sorriso furbetto gli disse “Visto che sei così bravo perché non ti arrangi da solo” e gli diede un buffetto sul naso.
“Maledetta. Questa me la paghi!”
La bambina non sembrò curarsi della minaccia visto che se ne stava già andando senza nessuna apparente preoccupazione al mondo.
Florian, che era rimasto impalato a guardare la scena, si riprese e cominciò a correre per raggiungerla, non curandosi minimamente dei due bulli. Prima o poi qualcuno li avrebbe aiutati; sperava più nel poi.
Lei era più veloce di quanto pensava.
“Aspetta!” cercò di fermarla con la voce.
“Cosa vuoi?” sembrava scocciata, era comprensibile.
“Ecco…” Florian cercò di farsi coraggio, non incontrava spesso persone nuove ed era un po’ nervoso, non sapeva come lei avrebbe reagito.
“Il mio nome è Florian e sono qui in visita alla Torre. Sei stata fantastica con quei bulli. Tu come ti chiami?”
“Non sono affari tuoi”
Non stava andando esattamente come se l’era immaginato nella sua mente ma decise di riprovare.
“Va bene. Volevo chiederti se, per caso, potevi farmi vedere gli alloggi e magari raccontarmi qualcosa su quello che vi insegnano qui”
“E perché dovrei?”
“Non ho trovato nessuno qui nei dintorni che possa rispondere alle mie domande. Quindi ti andrebbe di aiutarmi, per favore?”
“Gli altri sono ancora alla Torre. Se aspetti prima o poi troverai qualcuno disposto ad aiutarti”
La bambina si allontanò lasciando Florian lì dov’era.
Anche se non era stata molto disponibile ad aiutarlo, lei lo aveva incuriosito con il suo strano modo di fare così, senza pensarci due volte, le corse dietro.
Vide la bambina fermarsi sulla cima di una collinetta, sedersi e tirare fuori dalla sacca che aveva con sé un pesante libro per poi mettersi a leggere.
Florian si sedette accanto a lei e la guardò. Lei non batté ciglio e continuarono così per qualche minuto.
“Si può sapere cosa vuoi da me?” la bambina non aveva alzato gli occhi dal libro.
“Niente di particolare. Mi chiedevo perché sei qui da sola e non in compagnia di altri bambini della tua età”
La bambina, che a quanto pare si era arresa alla sua presenza, gli rispose.
“Nessuno vuole passare del tempo con me. Al villaggio ero quella strana mentre qui sono l’approfittatrice a quanto pare. Anche se durante le lezioni alcuni mi lodano, poi non si preoccupano per me, mi lasciano sola. E c’è sempre una buona parte che mi invidia o mi odia per quello che so fare”
“Perché non provi tu ad avvicinarti a loro?” chiese Florian senza pensarci.
“È inutile. Anche se provassi ad avvicinarmi a qualcuno verrei respinta”
“I tuoi genitori…”
“Per quanto tempo sei rimasto ad osservare prima?”
“Mi dispiace, non era mia intenzione” si scusò lui.
“Fa niente”
Il silenzio ripiombò fra i due, Florian si sentiva in imbarazzo e non riusciva a trovare niente da dire ma voleva capire meglio quella bambina.
“Io non vedo niente di strano in te. Non capisco perché gli altri dovrebbero respingerti”
“Se passassi un po’ di tempo qui forse capiresti il modo diverso in cui la gente ragiona in questo posto rispetto alla tua gente” gli rispose la bambina chiudendo il libro, aveva rinunciato a leggere.
“Forse, ma toglimi una curiosità. Cosa ti ha fatta scattare prima, con quei due?”
La bambina aprì la bocca ma poi sembrò ripensarci. Non sapeva se rispondergli o meno, a Florian era chiaro.
“Se non vuoi dirmelo va bene” Non voleva forzarla.
“No. Sei rimasto a parlare con me oggi e nessuno perde tempo con me di solito, quindi ho deciso che risponderò alla tua domanda” lei sospirò.
“Se c’è una cosa che non sopporto è sentirmi dire che non valgo niente, che sono inutile. Era quello che mi dicevano sempre i miei genitori; loro non mi hanno mai capita nonostante io provassi ad avvicinarmi a loro. Mi tenevano con loro solo per l’eventuale possibilità di ricavare qualche sorta di guadagno; non sono delle brave persone e ci ho messo troppo a convincermene. Quando il Gran Maestro mi ha portata qui lo ha fatto perché credeva nel mio potenziale, per lui quello che facevo non era strano, ma il mio talento. Per questo ho deciso di dare il massimo, per chi ha creduto in me, per dimostrare a tutti che io valgo in qualcosa. Sono disposta a sopportare tutto pur di dimostrarlo”
Florian non si accorse neanche del sorriso che gli era comparso sulla faccia. Lei sapeva cosa voleva e lottava per realizzare il suo obiettivo.
Quella bambina senza saperlo gli aveva dato il coraggio necessario per ciò che voleva fare.
Si alzò in piedi. Doveva tornare verso la Torre o sarebbe stato in ritardo all’appuntamento.
“Ora devo andare. Comunque sappi che a me sei simpatica”
“Non sei male neanche tu” gli disse sottovoce la bambina, come per non farsi sentire, ma Florian aveva un buon udito.
Si affrettò a raggiungere l’ingresso della Torre dove i suoi genitori lo stavano già aspettando. Si fece coraggio e, fatto un respiro profondo, andò verso di loro.
 
La bambina chiuse il libro che stava leggendo. Non c’era più abbastanza luce per riuscire a distinguere le parole. Aveva fatto un incontro insolito quel giorno. Quel Florian era diverso dalla gente alla quale era abituata. Le sarebbe piaciuto parlare ancora con lui ma le aveva detto che era solo in visita quindi sarebbe ripartito presto, forse era già lontano in quel momento.
Si alzò e si girò per tornare verso gli alloggi ma non riuscì a fare neanche un passo.
Doveva aver corso parecchio visto il fiatone che aveva. Aveva le mani appoggiate alle ginocchia e la stava guardando.
“Florian?” disse lei piano “Cosa ci fai qui?”
“Ti stavo cercando. Per fortuna sei ancora qui” parlava con voce affaticata, si stava ancora riprendendo.
“Perché mi stavi cercando?” chiese lei.
Florian si avvicinò a lei e sorrise “Rimango qui. Non è stato facile convincere i miei genitori ma, anche grazie all’aiuto di Alya, alla fine ho ottenuto il permesso di restare a patto di fare visita a casa una volta l’anno.
Questo posto mi ha sempre affascinato. Il mio sogno è quello di contribuire alla ricerca nel campo della magia per aiutare chi ne ha bisogno” fece una pausa per poi aggiungere “Volevo ringraziarti. Quando hai detto che hai intenzione di lottare per quello che vuoi, mi hai dato il coraggio di lottare per i miei sogni”
“Oh, non era necessario” Florian era riuscito a metterla in imbarazzo.
“Visto che adesso passeremo parecchio tempo insieme, me lo dici come ti chiami?”
“Iliana” disse lei tutto d’un fiato.
“Iliana…Posso chiamarti Ilia?”
“Nessuno mi ha mai chiamata così prima ma non mi dispiace”
“Allora sono il primo”
“Però perché ci tenevi tanto a conoscere il mio nome?” chiese lei.
“Perché, come ti ho già detto, a me sei simpatica e mi piacerebbe essere tuo amico”
Iliana sembrava parecchio stupita dalla cosa “Nessuno vuole essere mio amico”
“Beh, io sì” Florian si accucciò e poggiò le mani a terra. Nel punto in cui aveva appoggiato le mani crebbero dei fiori. Florian li colse e cominciò ad intrecciarli fino a comporre una corona di fiori che appoggiò sopra la testa di Iliana.
Allungò una mano verso di lei “Amici?”
Lei, seppur titubante all’inizio, alla fine afferrò saldamente la sua mano “Amici” 
Quella fu la prima volta che Florian vide sorridere la sua migliore amica.
 
 
 
 
 
 
   
 
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