Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: lost in books    23/05/2017    1 recensioni
Una maga dal misterioso passato, un giovane con una missione, un re assetato di potere. Le loro vite si intrecceranno mentre un'antica minaccia incombe sul loro mondo.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
16
 
sette anni prima
 
Gli ultimi nove anni erano passati in fretta per Iliana. Prendersi cura dell’unico erede di Anthemis si era rivelata la cosa migliore che le fosse capitata da molti, moltissimi anni.
Lucien si era rivelato un allievo entusiasta e brillante. Era come una spugna che assorbiva tutto quello che lei gli insegnava.
Dopo l’opposizione iniziale della regina Isadora, Iliana aveva avuto l’idea di integrare nel programma di istruzione del principe delle lezioni di difesa contro la magia, a cui aveva aggiunto delle lezioni sull’uso delle armi da parte di un istruttore approvato dai genitori di Lucien, cosa che aveva contribuito alla tolleranza della sua presenza da parte della regina.
Ormai il giovane principe aveva ottenuto una buona padronanza nell’uso della spada e stava facendo rapidi progressi con la lancia per la gioia di sua madre.
Lucien aveva rivelato alla sua tutrice, la sua migliore amica e confidente da quando si erano conosciuti, che le lezioni del maestro d’armi, e la violenza in generale, non gli piacevano. Non sopportava vedere la gente soffrire e non tollerava quando qualcuno faceva del male volutamente ad un’altra persona. In fondo anche lui stesso era stato oggetto di attentati alla sua vita e proprio per questo la trovava una cosa senza senso.
Iliana gli aveva fatto notare che nel mondo in cui vivevano non tutti la pensavano come lui e che alcune persone erano disposte a tutto pur di ottenere ciò che volevano e quindi era importante sapersi difendere, ma il principe era una sognatore.
“Non sarebbe bello se tutti fossero felici? Nessuno farebbe ricorso alla violenza. È il tipo di società che voglio costruire quando sarò re” Quando Lucien parlava del suo sogno di solito la maga si limitava a scompigliargli i capelli biondi e a dirgli “Forse un giorno ci riuscirai, chissà?” e lui le sorrideva.
Stava anche diventando bravo a difendersi dagli attacchi magici senza l’aiuto di artefatti fatti apposta per quello.
“Non sai mai quando potresti essere attaccato da un utilizzatore della magia, devi essere pronto a tutto” era ciò che il principe si era abituato a sentirsi dire dalla sua tutrice durante le lezioni. Era un’insegnante particolarmente severa, sia quando si trattava di stare davanti ai libri, sia quando doveva ingegnarsi per confrontarsi con i suoi attacchi magici.
Più il tempo passava e più cose Lucien scopriva sulla sua tutrice. Lei non era il tipo che si apriva con gli altri ma in qualche modo lui era riuscito a fare breccia nelle sue difese.
Certo, non gli raccontava tutto, ma fin da quando era ancora piccolo era riuscito a far sì che la donna gli raccontasse alcune delle vicende accadute durante il viaggio per recuperare i frammenti del Talismano. Erano le sue storie preferite: quando ancora era nell’età in cui si faceva raccontare delle storie per addormentarsi, quelle erano le più richieste, anche se era sicuro che Iliana evitasse di raccontargli i particolari più cruenti e si focalizzasse sulle vicende più divertenti. Crescendo non aveva più avuto bisogno della storia della buonanotte ma di tanto in tanto, quando aveva finito di studiare, provava a chiederle del suo passato.
Le cose che gli piacevano di più di quelle storie erano che alla fine gli eroi avevano sconfitto i malvagi e che, dal modo in cui lei dipingeva i suoi compagni di viaggio nelle sue storie, si capiva quanto quel viaggio li avesse uniti.
Aveva notato una cosa però che lo infastidiva, anche se non ne aveva capito il motivo: quando Iliana parlava del cavaliere che faceva parte del gruppo si faceva particolarmente triste. All’inizio aveva pensato che fosse solo per il destino che aveva incontrato e di cui non sapeva niente in particolare. La donna infatti era stata categorica nel tenere per sé i particolari sulla morte dell’uomo e sull’origine della maledizione che l’aveva colpita. Però Lucien sapeva che anche la donna Darman del gruppo era morta per cause naturali da parecchio tempo ormai e rimaneva alla sua tutrice solo il suo vecchio amico spirito; ma quando parlava di quella donna non aveva lo stesso sguardo di quando parlava del cavaliere. Di una cosa era certo però: anche se non sapeva cosa era successo, quell’uomo, il cavaliere, in qualche modo l’aveva fatta soffrire ed era una cosa che non poteva tollerare. Per lui Iliana era la persona migliore di tutte, la persona che lo aveva scosso e salvato dalla tristezza e la solitudine. Non meritava di soffrire.
Una volta, quando aveva da poco notato la sua reazione particolare alla menzione del cavaliere, le aveva chiesto una spiegazione e lei si era limitata a rispondergli cripticamente “Forse un giorno capirai”
Nonostante fossero passati anni ancora non capiva e forse non avrebbe mai capito ma il cavaliere, ne era certo, quello che gli piaceva di meno fra i quattro eroi.
 
Quel giorno Lucien era particolarmente di buon umore: non erano previsti allenamenti o lezioni, aveva la giornata libera e sapeva con chi voleva trascorrerla. Con il passare degli anni i suoi genitori erano diventati più permissivi, visti i suoi progressi nell’uso delle armi e nello studio, e aveva avuto modo di allargare i suoi orizzonti e farsi degli amici suoi coetanei, ma lei era sempre rimasta la persona con cui preferiva passare il tempo. Quello inoltre era un giorno  speciale per lui.
Andò a bussare alla sua porta che si aprì quasi subito “Sbaglio o oggi sei libero? Perché non sei a divertirti con i tuoi amici?” gli disse Iliana.
“Avevo intenzione di recarmi al villaggio vicino e volevo chiederti se volevi venire con me. Con la carrozza andremo e torneremo nel giro di qualche ora”
Dall’espressione che la donna aveva assunto poteva già intuire la sua risposta, così sfoderò il suo vecchio asso nella manica.
“Ti prego, Ilia” aveva detto supplicante, assumendo l’espressione più adorabile che riuscisse a fare.
“Questa tattica non funziona più. Non hai più cinque anni, fare una faccina adorabile non fa più lo stesso effetto”
Lucien passò così al piano b “Sbaglio o sei tu quella che mi dice sempre di fare cose diverse per stimolare la mente e che uscire a prendere una boccata d’aria fresca fa bene alla salute? Non vorrai mica essere un cattivo esempio, vero?”
“Maledizione” la sentì mormorare piano. Aveva vinto.
Mezz’ora dopo erano già in viaggio verso il villaggio, entrambi coperti da pesanti mantelli per nascondere la loro identità. Per andare fuori dal palazzo il principe, per ordine del padre, doveva restare in incognito ed essere accompagnato da qualcuno dalle abilità adeguate in caso di attacco. Sua madre ovviamente non era contenta delle sue uscite da palazzo ma alla fine aveva acconsentito visti gli accorgimenti presi dal re.
Quelle giornate in cui era libero di fare quello che voleva erano quelle che aspettava con ansia ed era ancora più contento se poteva trascorrerle con le persone a lui più care.
Una volta giunti al villaggio, Lucien, entusiasta, cominciò a trascinare la riluttante Iliana di bancarella in bancarella, completamente assorto negli oggetti in vendita, così diversi dalle cose a cui era abituato a palazzo. Alcune bancarelle erano occupate da cibi dagli odori invitanti o da semplice frutta e verdura; altri avevano in bella mostra oggetti dai più svariati utilizzi.
Una bancarella attirò particolarmente la sua attenzione. Vendeva ornamenti dai particolari motivi, a lui non familiari.
“Vedo che è interessato alla merce, giovane signore. Ne approfitti oggi perché domani non sarò più qui. La mia è una bancarella itinerante” gli disse il mercante a cui apparteneva quella bancarella, un uomo corpulento e sorridente.
Iliana intanto si era persa a curiosare fra le bancarelle che dichiaravano di vendere oggetti magici, anche se la maggior parte non lo era affatto. Sarebbe dovuto andare a recuperarla in fretta prima che lei facesse infuriare i mercanti per tutti i clienti che gli avrebbe fatto perdere rendendo nota la truffa. Non era il caso di attirare l’attenzione ma la donna, lo aveva imparato con il tempo, per alcune cose agiva d’impulso senza pensarci su molto.
Stava per andare a riprenderla quando i suoi occhi incontrarono un ornamento per capelli.
Era semplice, niente di particolarmente elaborato, una sorta di lunga forcina con un motivo floreale e decorata da piccole gemme che luccicavano al sole. La prese in mano per osservarla meglio. Era sicuro che non fosse fatto con materiali scadenti: le gemme avevano un certo valore, lo sapeva grazie alle sue conoscenze, e anche il metallo usato era un argento di buona qualità e lavorato bene.
“Il signorino ha buon gusto. Vuole fare un regalo a una persona speciale?” la voce del mercante lo aveva colto di sorpresa, tanto da fargli perdere la presa sulla forcina che ricadde sulla bancarella.
“No, ecco…stavo solo pensando che starebbe bene ad una persona a me cara…” il mercante lo aveva messo in imbarazzo.
L’uomo si strofinò la barba con fare pensoso “Capisco. Deve essere molto affezionato a questa persona”
“È la persona migliore che conosca” rispose Lucien.
“Se è così allora ti vendo la forcina a metà prezzo”
“Non è necessario. I soldi non sono un problema” Lucien si sarebbe sentito in colpa se non avesse pagato l’oggetto a prezzo intero, con tutte le ricchezze di cui la sua famiglia disponeva.
“Insisto” il mercante aveva deciso e così, anche se attanagliato dai sensi di colpa, Lucien  accettò l’offerta e concluse in fretta la transazione, anche perché si era accorto che i mercanti che stavano avendo a che fare con la sua tutrice stavano perdendo la pazienza.
 
Poco distante dal villaggio c’era una collinetta che godeva di un bel panorama e visto che avevano ancora tempo i due ne approfittarono per rilassarsi sulla sua cima.
Non c’era nessuno nei paraggi così si permisero di abbassare i cappucci dei mantelli.
Si stavano godendo la piacevole brezza, seduti uno accanto all’altra, la maga con gli occhi chiusi mentre Lucien stringeva tra le mani, nascoste sotto il mantello, la scatolina dove il mercante aveva messo il suo acquisto.
“Come mai così nervoso? Qualcosa ti preoccupa?” la maga, nonostante avesse gli occhi chiusi, aveva capito che qualcosa non andava.
“Ecco…non so se te lo ricordi ma oggi è l’anniversario del giorno in cui ci siamo conosciuti” cominciò il principe, le mani che stringevano la scatolina stavano cominciando a sudare.
“Certo che me lo ricordo. Allora eri un bambino adorabile. Adesso invece…” lasciò la frase in sospeso.
“Aspetta. Cosa vuoi dire?” l’ansia di Lucien crebbe.
“Che ora sei un ragazzino adorabile” disse la maga ridacchiando.
“Non è proprio l’aggettivo che avrei scelto io. Adorabile va bene per i bambini, io ormai ho quattordici anni…” Lucien, a testa bassa, era un pochino demoralizzato ma ben presto sentì la mano di Iliana scompigliargli i capelli.
“Rilassati. Ti stavo solo prendendo in giro. Dovresti vedere che faccia hai fatto” ora lei stava ridendo così di gusto che anche il principe scoppiò a ridere.
“Cosa stavi cercando di dire prima?” disse la donna quando smisero entrambi di ridere.
“Stavo dicendo che oggi è l’anniversario di quando ci siamo conosciuti e, prima che tu possa controbattere, so che non ti piace quando si spendono soldi per occasioni del genere, ma significherebbe molto se tu accettassi questo da parte mia” Lucien, con un movimento fulmineo, aveva tirato fuori dal mantello la scatolina. Non era mai stato così nervoso in vita sua e non era neanche la prima volta che regalava qualcosa a qualcuno, non capiva perché stava reagendo così.
Iliana guardò la scatolina con fare incerto ma alla fine la prese e la aprì.
“Lucien, è bellissima. Non posso accettare…”
“Sì che puoi” lo sconforto stava per avere la meglio su Lucien ma aveva deciso che avrebbe insistito finché lei non avesse accettato.
“So che pensi che sia troppo ma quando ti ho conosciuta mi hai salvato dallo sconforto, pensavo che niente sarebbe cambiato ma tu mi hai dato la forza che mi serviva per riprendermi. Questo non è niente in confronto a quello che hai fatto per me, quindi ti prego, accetta questo piccolo segno della mia gratitudine”
Iliana rimase in silenzio e dopo un tempo che a Lucien parve infinito parlò “Non ho fatto niente di così speciale ma è anche vero che so bene come ci si sente ad essere isolati da piccoli. Non ho fatto altro che fare per te quello che un mio caro amico ha fatto per me, un gesto semplice ma che ha cambiato la mia vita all’epoca. Quindi…va bene, accetto il regalo”
“Evviva!” Lucien recuperò la forcina dalla scatolina e la mise fra i capelli della maga. Le stava bene addosso come aveva immaginato.
“Allora, come mi sta?” Iliana gli chiese il suo parere.
“È perfetta” il cuore di Lucien accelerò i battiti. Lo trovò strano, quella mattina stava bene.
Cercò di non pensarci e di godersi il resto della giornata.
“Ilia, mi racconteresti di nuovo di quando tu e gli altri eroi avete conosciuto Akane?”
“Di nuovo? Ma si può sapere perché ti piace così tanto?” sbuffò Iliana.
“È divertente” fu la risposta di Lucien.
“Ti assicuro che non è stato per niente divertente. Specialmente quando si è trasformata in drago”
“Da quello che mi hai detto di lei, doveva essere una persona simpatica”
“Per te sicuramente. Era l’idolo dei bambini e dei ragazzi. Avresti dovuto vedere le facce dei genitori mentre i loro bambini giocavano perfettamente a loro agio con una Darman dalle sembianze di un drago, o se lei li portava in giro svolazzando qua e là, ovviamente non così in alto da metterli in pericolo”
“Già, mi sarebbe piaciuto conoscere i tuoi amici” sospirò Lucien.
“Puoi ancora conoscere Florian”
“Mio padre non mi permetterebbe mai di fare un viaggio fino ad Idyll. E quando sarò re non avrò più molto tempo libero” sentiva già l’incombente peso della corona, la già scarsa libertà che aveva ora sarebbe giunta al termine prima o poi.
“Potrei sempre provare a chiedere a Florian di venire a trovarmi”
“Davvero?” forse c’era ancora una possibilità.
“Sì, ma solo se superi a pieni voti i prossimi dieci test”
Lucien si distese completamente a terra sospirando, abbattuto, cosa che fece ridere la donna.
Il principe chiuse gli occhi per il sole; avrebbe dato il massimo nei test.
La risata della maga si interruppe all’improvviso.
Lucien aprì gli occhi e vide che la maga era in piedi e si stava guardando freneticamente attorno. Qualcosa non andava.
“Lucien, ce ne andiamo. Ora”
Sapeva che Iliana non stava scherzando quindi cominciò a tirarsi su quando scorse un movimento improvviso con la coda dell’occhio. Qualcosa stava venendo verso di lui ad alta velocità e non sarebbe riuscito a schivarlo. Chiuse gli occhi preparandosi al dolore imminente.
Cadde a terra, no, era stato spinto a terra. Aprì subito gli occhi e vide che Iliana era sopra di lui…e aveva una freccia conficcata sulla schiena.
“Ilia…” Non capiva perché non l’avesse deviata o bloccata con la magia.
“Maledizione. la freccia era incantata” Iliana provò a muoversi ma ricadde subito fra le braccia del principe “e avvelenata”
“La prossima freccia non sbaglierà il bersaglio, principino. La tua amica non è più in grado di muoversi per il veleno ormai, tantomeno usare la magia” a parlare era stato un uomo dall’aspetto trasandato. Molto probabilmente un mercenario pagato per ucciderlo.
“Dì addio a questo mondo” l’uomo incoccò la freccia.
Anche se aveva un pugnale con sé sapeva che non avrebbe fatto in tempo, era la fine.
Una serie di spuntoni, lunghi e sottili come lame, affiorò dal terreno e trafisse l’uomo.
“Stavi dicendo a proposito della magia?” riuscì a dire Iliana, con una certa fatica.
“Non è possi…bile…” furono le ultime parole del mercenario.
Iliana chiuse gli occhi, non si muoveva.
Lucien era spaventato. Non aveva mai visto la sua tutrice ridotta in quello stato. Il veleno doveva essere tremendamente potente.
“Ilia…Ilia!” per quanto la scuotesse lei non rispondeva.
 
Lucien era tornato al castello. Aveva trasportato Iliana fino alla carrozza ed era tornato a casa il più velocemente possibile.
La donna fu subito portata nella sua stanza e visitata dal medico di corte, che comunicò al principe che non c’era nulla di cui preoccuparsi. Il corpo della maga stava smaltendo da solo il veleno e presto avrebbe ripreso conoscenza. Gli disse anche che era solo per via della sua condizione se era viva; una persona normale sarebbe morta sul colpo.
Lucien sapeva bene che se non fosse stato per lei ora lui non sarebbe stato lì: l’aveva salvato, di nuovo.
Era sicuro che ora i suoi genitori gli avrebbero tolto la possibilità di allontanarsi dal castello.
Ormai era sera e, una volta deciso cosa dire ai suoi genitori per convincerli a permettergli le sue uscite occasionali, si diresse alla sala del trono dove era sicuro si trovasse ancora suo padre.
Aveva appena cominciato a spingere le porte che portavano alla sala del trono, abbastanza da sentire i suoni all’interno, quando udì la voce di sua madre.
“Non possiamo permettere che accada di nuovo. Quello che è successo è sicuramente opera di Rafflesia”
“Non ne abbiamo le prove, cara. Non posso accusare nessuno senza niente in mano” suo padre stava cercando di ragionare con la regina, come sempre ultimamente.
“È sicuramente opera loro. Sai bene quale destino hanno riservato a Dahlia e a tutti quelli che si sono opposti al suo volere. Ora siamo noi quelli nel mirino e dobbiamo reagire. In fretta. Finché siamo abbastanza potenti da sconfiggerli. Conosci meglio di me i sotterfugi a cui ricorrono per ottenere ciò che vogliono”
“La violenza non è la risposta. Se c’è veramente Rafflesia dietro all’attacco di oggi allora troverò il modo di ragionare con i suoi regnanti senza dover spargere sangue inutilmente”
“È inutile cercare di ragionare con te. Non capisci che nostro figlio, il nostro unico erede, poteva morire oggi?” la voce della regina era sempre più infuriata.
“Lo capisco benissimo. Ma non verrò meno ai principi che fondano il mio regno. Che razza di esempio sarei per lui altrimenti?” il re era calmo, almeno in apparenza.
La regina guardò torva il marito, non gliela avrebbe data vinta.
“Fa come vuoi ma non credere che me ne starò qui a guardare mentre mio figlio rischia la vita”
Detto quello che voleva , la regina si diresse verso le porte della sala, dove Lucien stava spiando la conversazione.
Preso dal panico il principe arretrò e, il più silenziosamente possibile, corse nella direzione opposta a dove si trovava la camera dei suoi genitori, dove sua madre si sarebbe sicuramente diretta.
Era talmente concentrato sull’evitare sua madre che non si accorse della persona che aveva davanti. Riuscì a rallentare abbastanza da attutire lo scontro, così da non far cadere a terra la persona che aveva urtato.
“Buona sera, principe. Siete di fretta?”
Era sicuro di non avere mai visto quell’uomo al castello prima d’ora.
La sua figura era completamente avvolta da un mantello nero tranne che per una mano ossuta e grigiastra che stringeva un bastone elaborato. Quella persona gli metteva i brividi ma si sforzò di chiedere “Voi chi siete?”
“Mi perdoni, non mi sono presentato. Il mio nome è Darcel e sono un amico di vostra madre in visita al castello”
Gli amici di sua madre diventavano ogni giorno più inquietanti, di quello era sicuro.
“Se volete scusarmi, ho un impegno che mi attende. I miei ossequi, principe Lucien. Spero di incontrarla ancora in futuro”
Lucien non poteva esserne certo ma credette che l’uomo gli avesse sorriso da sotto il cappuccio. Era decisamente inquietante e sperava che il desiderio dell’uomo non si avverasse.
Lo vide allontanarsi nella direzione che aveva preso sua madre.
Sperava che quell’uomo se ne andasse al più presto. Inoltre doveva tenere d’occhio sua madre d’ora in poi, aveva paura che la gente a cui si accompagnava non avesse nulla di buono.
 
Per quella sera era inutile tentare di parlare ai suoi genitori, se ne era reso conto velocemente. Forse avrebbe potuto ritentare fra qualche giorno.
Era nella sua stanza disteso sul letto a ripensare a quello che era successo.
Quel mercenario ci era andato vicino, se non fosse stato per Iliana…
Al pensiero delle condizioni in cui la freccia del mercenario aveva ridotto la sua migliore amica ribollì di rabbia.
Quel giorno era la prima volta che aveva desiderato fare del male ad una persona, di ucciderla. Non era da lui ma, quando aveva visto cosa quell’uomo aveva fatto, per un attimo aveva perso la lucidità.
In quel momento aveva capito che non gli importava cosa poteva succedere a lui, l’importante era che Iliana non dovesse più soffrire. Il suo cuore aveva di nuovo accelerato i battiti, forse era il caso di farsi visitare dal medico di corte.
Sentì bussare alla porta.
“Avanti” disse senza neanche curarsi di guardare chi fosse.
“Lucien” il principe scattò in posizione seduta all’istante.
“Ilia. Dovresti essere a letto a riposare!”
“Sto bene. Il mio corpo ha eliminato ogni traccia del veleno. Per fortuna quella freccia ha colpito me e non te. Quel veleno era opera di qualche mago e anche bravo, ne sono sicura. Era troppo potente per essere opera di un mercenario come quello…ehi, non ti metterai mica a piangere?”
Iliana si avvicinò velocemente al letto per sedersi vicino a dove si trovava il principe, che aveva gli occhi un po’ lucidi.
“No, sono solo sollevato di vedere che stai bene” Lo era davvero. Vide che lei portava ancora il suo regalo fra i capelli, ne era felice.
La maga, come ormai era solita fare, gli scompigliò i capelli con una mano “Lo sai che non posso morire. Di che ti preoccupi?” la maga aveva assunto un tono scherzoso, stava cercando di tirargli su il morale ma non sembrava stesse funzionando visto che Lucien continuava a  tenere il capo chino anche se lei aveva tolto la mano dalla sua testa.
“Lucien?” la donna protese lentamente un braccio verso il ragazzo, che le afferrò fulmineo il polso e la trasse a sé in un abbraccio.
“Non permetterò più a nessuno di farti del male, te lo prometto. Diventerò più forte e sarò io quello a proteggerti” la sua stretta si fece più salda. La sua voce determinata.
Iliana rimase immobile e non disse niente ma le parole del principe invece di farla sentire meglio l’avevano turbata.
 
 
 
 Salve a tutti, sono lost in books.
Per chi fosse interessato ho pubblicato una one shot collegata a questa storia. Potrebbero essercene altre in futuro e si tratterà di approfondimenti su alcuni personaggi e su alcuni eventi.
Al prossimo capitolo.

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: lost in books