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Autore: L S Blackrose    23/05/2017    2 recensioni
Eric è uno dei leader degli Intrepidi. Freddo, calcolatore, spietato e crudele.
Ma non è sempre stato così. Cosa lo ha portato ad odiare a tal punto i Divergenti?
In questo prequel di Divergent, il suo destino si intreccerà a quello di Zelda, una ragazza tenace e potente come una freccia infuocata.
Può un cuore di ghiaccio ardere come fuoco?
Un cuore di pietra può spezzarsi?
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dal capitolo 4 (Eric)
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Sto per aprire bocca, per invitare le reclute a dare inizio al loro cammino negli Intrepidi, quando un movimento al limite estremo del mio campo visivo mi obbliga a voltare il capo.
Ormai davo per scontato che le disgrazie fossero finite, invece una figura esile si lancia dall’ultimo vagone del treno e fende l’aria come un proiettile.
A causa della luce del sole che mi arriva dritta in faccia, in un primo momento metto a fuoco soltanto una macchia indistinta, blu e nera.
Nella frazione di secondo che segue, sono costretto a spingere l’autocontrollo al massimo della potenza per non mostrare nessuna emozione, per mantenere la mia posa autorevole e l’espressione gelida.
Perché sono talmente esterrefatto da non riuscire a credere ai miei stessi occhi.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Eric, Four/Quattro (Tobias), Nuovo personaggio, Zeke
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Zeric - Flame of ice'
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[breve riassunto dei capitoli precedenti: Zelda ha concluso l'iniziazione, raggiungendo il quinto posto nella classifica. Come promesso ad Eric, dopo la proclamazione dei risultati l'ha raggiunto e lui le ha dato un bacio spettacolare davanti a tutta la fazione, ovviamente per marcare il territorio da bravo maschio alpha. Zelda era troppo felice di essere finalmente riuscita ad entrare nella fazione, quindi ha sorvolato e lasciato perdere. Ma come si dice, chi semina vento, raccoglie tempesta....xD Enjoy!]

 

 


 

Capitolo 49

 


 

Zelda

 

- Vi siete davvero superati, questa volta -. Il mio tono colmo d'ammirazione fa sorgere una smorfia sulle labbra di Eric.

- Non ne voglio parlare - borbotta, massaggiandosi la nuca col palmo della mano libera. L'altra regge una bottiglia di non so quale intruglio alcolico. Gentilmente offerto da Max, come al solito. - Mi hanno fatto sgobbare per tutto il pomeriggio, neanche fossi il loro schiavetto. Non so come, non so quando, ma di sicuro gliela farò pagare -, conclude, quasi ringhiando.

Le sue cupe minacce mi strappano un sorrisetto. Allungo una mano e gli rubo la bottiglia prima che possa portarsela alle labbra. Assaggio un sorso con molta cautela, mentre lui mi guarda con quella che potrei definire solo condiscendenza. A cui si aggiunge l'ilarità quando comincio a tossire, la gola in fiamme. - Ma che diavolo è questa roba? - mugugno, rispedendo in fretta la bottiglia al legittimo proprietario.

Il Capofazione butta giù un lungo sorso prima di rispondermi. - Qualcosa di potenzialmente letale, ma almeno ha un buon sapore -.

- Sa di menta bruciata -.

Lui fa spallucce. - Di sicuro migliore della birra che piace a James -. Mentre lo dice, scocca un'occhiata piena di livore al collega, in quel momento impegnato a flirtare con un gruppetto di Intrepide tra le quali noto la chioma inconfondibilmente rossa di Josie.

Scuoto la testa e mi sposto un po' più vicina ad Eric, seduto sulla roccia accanto alla mia. - Sai, nomini spesso James. Troppo spesso. Dovrei esserne gelosa, per caso? -.

L'espressione altamente schifata del mio ragazzo è impagabile. Eric beve un altro po', poi getta via la bottiglia. - Ti rivelo un segreto - mormora, agguantandomi per la vita prima che possa schivarlo. Mi fa accomodare in braccio a lui, stringendomi al petto con entrambe le braccia. China la testa verso la mia, poggiando le labbra vicino al mio orecchio. - Tutte le volte che nomino il mio caro collega, in realtà sto pensando a un modo per ucciderlo, occultarne il cadavere e farla franca. Purtroppo è impossibile, visto il numero dei suoi ammiratori all'interno della fazione. Ma sognare non costa nulla, no? -.

Il suo tono fintamente affranto mi fa ridere. - Tanto lo so che non lo faresti mai, neanche se ne avessi la possibilità. Che vita sarebbe, senza James? -.

- Di sicuro una vita molto più felice, per quanto mi riguarda. Ma ora basta parlare di lui - borbotta, abbassando la testa per baciarmi una spalla. Si sofferma con le labbra alla base del collo e alza per un attimo gli occhi verso i miei. - Stasera niente vestitino scollato? Mi deludi, piccola -.

- Credi sia stato semplice sfuggire a Melanie? - replico, con un ghigno. - Per fortuna sono riuscita a distrarla quanto bastava per sgattaiolare via dal dormitorio. Meglio la tuta da ginnastica, che quell'obbrobrio pieno di lustrini che voleva costringermi ad indossare -.

L'espressione di Eric si fa incuriosita. - Lustrini, eh? E dimmi, quanta pelle lasciava scoperta? -.

Il mio ghigno diventa malizioso. - Hai presente quello dell'ultima festa? Ecco, moltiplica per due e aggiungici calze a rete e tacchi a spillo -.

Lui ci pensa su, poi socchiude gli occhi. - Mmm, allora credo che la tuta sia stata un'ottima scelta. Non ti avrei fatta rimanere in mezzo a questa folla di maschi arrapati nemmeno per un secondo, se ti fossi vestita come la scorsa volta - confessa, giocherellando con la cerniera della mia giacca e tirandola giù di alcuni centimetri. - Quando ti ho vista con addosso quel vestito, non riuscivo a pensare ad altro se non a togliertelo di dosso. In mille modi diversi -. Eric mi bacia una guancia, poi inclina la testa per sussurrarmi: - Alcuni molto fantasiosi, altri decisamente perversi -.

Lo scosto da me, ridacchiando. - Eh, no. Se stai cercando di sedurmi, sappi che non funzionerà se prima non mi inviti a ballare -. La sua faccia da martire non mi impietosisce neanche un po'. - Se non ti va, posso sempre chiedere a … -.

Prima che possa anche solo nominare uno dei gemelli, Eric mi ha già fatta alzare dalla roccia e trascinata verso la pista da ballo. Zigzaghiamo tra la folla finché non arriviamo nell'angolo più buio, dove il mio ragazzo, sempre con la stessa espressione da condannato al patibolo, mi circonda la vita con le braccia, spingendomi contro di sé. - Ti avevo detto che questa sera non avresti ballato con nessun altro. L'avevi dimenticato? -.

- Ti riferisci alle minacce che hai rivolto a Zeke e Xavier? Difficili da scordare, visto che perfino la pelle scura di Zeke è sbiancata quando gli hai detto che avresti ...-.

Eric mi bacia prima che possa terminare la frase. - Mi ricordo cos'ho detto, piccola. E non esiterei a metterlo in pratica se quei due si azzardassero ancora a contraddirmi -. Mi passa le dita sulla guancia in una carezza che dichiara affetto e possesso allo stesso tempo. - Voglio stare da solo con te almeno per la durata della festa, visto che poi tornerai nel dormitorio a festeggiare assieme ai tuoi compagni, mentre io me ne starò nel mio letto tutto solo … -. Faccio per protestare, proponendogli di raggiungerlo nel cuore della notte, ma lui mi posa un dito sulle labbra. - Ed è giusto così. Devi goderti questi ultimi momenti dell'iniziazione, perché da domani entrerai ufficialmente nella fazione e verrai sommersa di nuove regole, doveri e lavoro -. Eric sorride, passandomi una mano tra i capelli. Ci stiamo ancora muovendo a tempo di musica, anche se non scatenati come le coppie che ci passano a fianco. - Posso sopportare un'altra notte senza di te, Zelda, perché so che sarà l'ultima. Da domani ti avrò tutta per me, ogni giorno e ogni notte. Finalmente -. L'occhiata quasi adorante che gli lancio lo lascia leggermente sospettoso. - Perché mi guardi così? -.

- Credo sia una delle frasi più romantiche che tu mi abbia mai detto - ammetto, e lui alza un sopracciglio con scetticismo. Approfitto della sua confusione per dargli un bacio a fior di labbra. - Devo assolutamente appuntarmela da qualche parte perché dubito ce ne saranno altre in futuro -.

- Saggia decisione -. Eric sorride e accenna con la testa verso la ringhiera che dà sullo strapiombo. - Andiamo dai tuoi amici, prima che attirino troppo l'attenzione. Le urla del gemello idiota stanno cominciando a urtarmi i nervi -.

Solo in quel momento mi rendo conto che Xavier mi sta chiamando a squarciagola per invitarmi a raggiungerli. Felix e Melanie se ne stanno abbracciati e si guardano negli occhi con trasporto, come se non esistesse nient'altro che loro. Mi chiedo se anche Eric ed io suscitiamo un simile pensiero in chi ci guarda. Forse no, perché in pubblico, in genere, il Capofazione tende a tenere un comportamento riservato e scostante. A meno che non voglia rivendicare il proprio territorio - che, in poche parole, sarei io -, come ha fatto oggi a pranzo e come sta facendo ora, mentre, sotto gli occhi di tutti i miei amici, mi stringe a sé e mi travolge in un lungo bacio. Più scenografico che passionale, a dirla tutta. Quando mi lascia tornare a respirare, gli rivolgo uno sguardo ammonitore a cui lui replica con uno dei suoi ghigni da predatore.

Zeke, seduto poco distante, si porta una mano al cuore con fare teatrale. - Oh, Zelda. Noi due eravamo fatti l'uno per l'altra. Come posso vivere senza di te? -.

Le micidiali iridi d'acciaio di Eric indugiano sull'altro Intrepido per qualche istante. Credo decida di prenderla con filosofia, perché sorride di nuovo. Anche se è il sorriso di uno squalo affamato che ha fiutato una preda succulenta. - Beh, Zeke, se hai un desiderio di morte imminente, sarò felice di accontentarti. Quando vuoi, basta chiedere -.

Vedo le labbra di Quattro tremare come se stesse cercando di trattenere una risata, il che ha dell'incredibile dato che lui ed Eric sono in guerra aperta dalla prima volta che si sono incontrati. Zeke guarda il Capofazione, poi me, e infine sorride apertamente. - Anche se mi costa molto ammetterlo, non c'è dubbio che siate una bella coppia. Riconosco una battaglia persa, non ho mai avuto nessuna speranza con Zelda -. Fa spallucce e, incurante del pericolo, dà una pacca sul braccio di Eric. - Tientela stretta, amico. Ragazze speciali come lei non... -.

- ... non si trovano tutti i giorni. Sì, lo so. Me l'hanno già detto - scandisce Eric con enfasi. Si volta verso di me e sussurra: - E me ne sono accorto da tempo anche da solo -.

La serata trascorre veloce, tra le chiacchiere degli Intrepidi che, a turno, vengono a presentarsi e darci il benvenuto nella fazione. Alcuni di loro, specialmente i maschi, commentano la scena del bacio in mensa, complimentandosi a suon di pacche sulle spalle ed espliciti doppi sensi. Il mio palpabile imbarazzo non contagia il Capofazione, dal momento che il suo sorrisetto tronfio non svanisce nemmeno quando gli assesto un'energica gomitata sullo stomaco. Poco strategica e decisamente dolorosa per la sottoscritta, tanto per precisare.

Dopo il brindisi tradizionale dedicato ai nuovi membri della fazione, Xavier e Scott propongono il ritorno anticipato al dormitorio per festeggiare l'ultima notte da iniziati. Gli altri li seguono a ruota, non senza aver prima fatto incetta di alcolici. Lascio che Melanie e Leslie mi precedano, incerta su cosa fare. Vorrei trascorrere la notte con Eric, ma allo stesso tempo ci terrei a stare con i miei compagni: d'ora in poi abiteremo in alloggi differenti e suppongo ci vedremo raramente, ad eccezione dei pasti.

La mia espressione dubbiosa fa sorridere il mio ragazzo. - So esattamente a cosa stai pensando … - mi sussurra, avvicinando il viso al mio. La carezza delle sue dita ruvide sulla guancia mi provoca un brivido. Alla luce dei faretti della pista da ballo, i suoi occhi grigi assumono riflessi d'argento e mi riportano alla memoria il nostro primo appuntamento segreto, quando mi ha condotta fuori dai confini della città. Mentre mi fissa con insistenza, le sue iridi hanno la stessa identica sfumatura del bagliore della luna sulla superficie di quel laghetto. Anche quella volta ha saputo leggermi nel pensiero, intuire il mio bisogno di evasione, di libertà, di vivere un istante lontano da tutto e da tutti.

E' stupefacente quanto riesca a capirmi, a …

- … non vedi l'ora di vedermi nudo di nuovo, vero piccola? -.

Il suo sussurro malizioso interrompe i miei sogni ad occhi aperti. Mi fa prima sobbalzare e poi arrossire, dal momento che il Capofazione ha entrambe le mani sotto la mia maglietta, pericolosamente vicine al bordo del reggiseno.

Questa non è di certo la risposta che mi aspettavo: credevo stesse parlando seriamente, invece è un'altra delle sue manipolazioni. Una manipolazione in tutti i sensi, penso, mentre i suoi palmi scorrono lungo la mia schiena. Ma non ho certo intenzione di lamentarmi.

Sposta le labbra sulla mia guancia, il tocco freddo del metallo dei suoi piercing crea un delizioso contrasto con la mia pelle accaldata.

Alla fine si scosta per osservarmi e annuisce, compiaciuto. - Ecco l'espressione che preferisco -, commenta, prendendomi il mento tra pollice e indice. Ghigna ancora notando il mio rossore, poi si fa stranamente serio. - D'ora in avanti non ti dovrai più preoccupare di nulla, Zelda. Hai superato l'iniziazione, sei stata ammessa nella fazione, domani ti troveranno un lavoro...non hai più niente da temere -. Eric china la testa e mi dà un bacio: non spettacolare come quello di oggi pomeriggio, ma ugualmente passionale. Quando stacca le labbra dalle mie, mi accorgo di essergli praticamente spalmata addosso.

Lui ha di nuovo quel sorrisetto soddisfatto. Mi lascia andare con riluttanza e fa un passo indietro. - Quindi adesso rilassati e vai a festeggiare con i tuoi compagni. Da domani inizia la vera vita intrepida, vedrete che finirete per rimpiangere queste settimane da iniziati -.

Ignoro la frecciatina e mi dirigo verso il tavolo del buffet. Afferro una bottiglia a caso, piena di un liquido denso e color ruggine. Eric me la toglie di mano prima che possa assaggiarne un sorso e la sostituisce con un'altra, dall'aspetto molto più appetibile. - Fidati, ti ho risparmiato una brutta fine - proclama, lanciando uno sguardo di disgusto all'oggetto in questione.

Annuso il contenuto della bottiglia da lui scelta e faccio una smorfia. - Succo di frutta? Seriamente? -.

Il Capofazione annuisce, reciso. - I tuoi compagni erano già piuttosto alticci poco fa, non oso pensare al loro stato da qui a un'ora. Non mi fido di loro da sobri, figuriamoci quando sono sbronzi. Meglio se non bevi alcol, ti voglio lucida e pronta a prenderli a pugni in caso si permettano di allungare le mani -.

Scuoto la testa con rassegnazione. Una parte di me vorrebbe prendere lui a pugni, mentre l'altra si scioglie come gelato al sole: dietro all'ordine imperioso, si nasconde un istinto protettivo che non manca mai di sorprendermi. Eric fa fatica ad esprimere i propri sentimenti a parole, ma di sicuro sa dimostrarmeli con i fatti. E di certo io apprezzo molto di più queste piccole premure che lunghi discorsi sdolcinati.

Bevo un sorso del mio succo alla fragola e gli sorrido oltre il collo della bottiglia. - Sai, in realtà alla tua lista mancava un punto -.

Eric incurva le sopracciglia, un punto di domanda dipinto in viso. - Quale lista? -.

- Quella dei fattori che dovrebbero rassicurarmi, quando hai detto che non ho più motivo di aver paura -. Sorrido della sua espressione perplessa. - Hai dimenticato il più importante. Se d'ora in poi potrò vivere più serena, è solo perché so che avrò te. Perché so che non dovrò lasciarti, che mi aiuterai ad affrontare la situazione difficile che coinvolge mio fratello e Leslie, che potrò dormire tranquilla perché ci sarai tu al mio fianco e … -.

Eric non mi permette di terminare quella che si profilava come una diabetica confessione d'amore in piena regola. Mi schiaccia contro il suo petto e mi tiene semplicemente stretta, per almeno cinque minuti, senza parlare. Sento il suo cuore battere allo stesso accelerato ritmo del mio e i suoi muscoli farsi sempre più tesi, finché non scioglie la presa e appoggia la fronte alla mia. Le sue dita scorrono lungo il mio collo, avanti e indietro, lentamente. I suoi lineamenti sono piuttosto cupi, vorrei tanto sapere il percorso intrapreso dai suoi pensieri. L'ho di nuovo messo in imbarazzo? Che ho detto di così scioccante? Lui sa già che lo amo, quindi perché …

I miei discorsetti mentali si bloccano al suono della sua voce, che suona roca e soffocata contro il mio orecchio. - Sono tuo dalla prima volta che ti ho sentita cantare. Mi prenderò cura di te, Zelda. Te lo giuro sulla mia vita -. Le sue labbra si posano sulla mia fronte per un momento, le sento muoversi contro la mia pelle. - Dormi bene stanotte, piccola, perché è l'ultima che passerai senza di me. E le prossime ho intenzione di tenerti ben sveglia -.

- Non vedi l'ora di rivedermi di nuovo nuda, vero? - replico, scimmiottando il tono malizioso che aveva usato prima per la stessa domanda.

- Puoi scommetterci, piccola. Vederti, toccarti e baciarti. Ovunque -.




 

*




 

Mi sveglio con un sospiro di beatitudine, un dolce languore mi avvolge il corpo come una coperta di lana morbida. L'eco delle parole di fuoco pronunciate da Eric mi ha seguito nel mondo onirico e, ripensandoci a mente lucida, i sogni che ho fatto erano talmente vividi da farmi dubitare di averli solo immaginati inconsciamente. Le sue mani su di me, la sua bocca che vagava lungo mio corpo...erano soltanto un prodotto della mia mente?

Vederti, toccarti e baciarti. Ovunque.

Piuttosto accaldata, lancio di lato coperta e lenzuolo e mi guardo intorno. No, non mi trovo nella stanza del Capofazione, questo è certo. Dal letto alla mia destra proviene un discreto russare, opera di Melanie, e poco distante dal mio, steso sulla schiena in mezzo ad una decina di cuscini, c'è Xavier beatamente addormentato. Perciò sì, mi sono immaginata tutto.

Con un lamento di delusione, metto i piedi fuori dal letto e mi stiracchio. Il dormitorio non è silenzioso come d'abitudine al mattino presto. La porta si apre in continuazione per lasciare entrare o uscire uno dei miei compagni, reduci dalle bevute della notte scorsa. La processione verso i bagni è iniziata poco dopo la fine della gara a chi ingurgitava più birra, ovviamente organizzata e sponsorizzata da Scott e Xavier. Entrambi ci hanno dato dentro di brutto, scolando una lattina dopo l'altra. Felix e Melanie erano troppo impegnati a sbaciucchiarsi in un angolo per alzare un dito per fermarli, quindi ci abbiamo provato Leslie ed io, le uniche rimaste sobrie. Ogni tentativo è andato in fumo, visto che gli altri membri della compagnia continuavano ad incitarli e a passare loro nuove bottiglie.

Il risultato di tutto questo era prevedibile: sia Scott che Xavier hanno trascorso gran parte della notte in bagno, praticamente abbracciati al water. Come faccio a saperlo? Beh, perché sono rimasta tutto il tempo con loro, troppo preoccupata che si facessero male per abbandonarli al loro destino. Dopo averli ricondotti al dormitorio sani e salvi (più o meno) e aver scambiato uno sguardo con Leslie, che nel frattempo si era occupata di rimettere in ordine, mi sono fiondata a letto, lasciando i miei due protetti ad arrancare verso i loro materassi.

A giudicare da ciò che vedo, solamente Scott è stato in grado di arrivarci senza problemi. Alzando gli occhi al cielo, scavalco il corpo inerte di Xavier e mi dirigo verso il mio armadietto. Una volta vestita e pettinata, lancio un'occhiata al resto della camerata. Alcuni dei miei compagni sono già in piedi e non hanno un bell'aspetto, anzi sfoggiano un colorito e delle occhiaie da spavento.

Ripenso all'ordine poco educato di Eric, che mi ha desistito dal commettere il loro stesso errore. Se mi fossi data alla pazza gioia anch'io, a quest'ora avrei un aspetto ancora peggiore, considerato quanto poco reggo l'alcol. Ringrazio mentalmente il Capofazione, anche se ieri sera, per un attimo, ho fantasticato di prendere la bottiglietta di succo di frutta e di ficcargliela su per il …

- ...naso! Il mio povero naso, ahi! -.

L'esclamazione soffocata, seguita da un certo buon numero di parolacce, mi coglie di sorpresa. Mi volto in tempo per assistere alle prodezze da contorsionista di Xavier, che sta tentando di mettersi seduto. Credo che nel rialzare il busto dal pavimento abbia inavvertitamente battuto la faccia contro una delle gambe del mio letto, perché lo guardo massaggiarsi il naso con cautela. Ecco spiegato a cos'erano dovute quelle imprecazioni lamentose.

Torno sui miei passi e gli sventolo due dita davanti alla faccia. - Buongiorno, bellezza. Quante sono queste? -. Anche se parlo sottovoce, per non disturbare chi ancora dorme beato, Xavier sembra capirmi perché annuisce e apre la bocca per rispondermi. La richiude. Batte le palpebre tre volte. Si massaggia la fronte, poi il collo. Infine crolla di nuovo sul pavimento, in mezzo alla pila di cuscini. Come siano arrivati lì è presto detto: stanotte, dopo circa un'ora da quando si era accasciato a terra, Xavier ha iniziato a intonare qualche canzoncina di dubbio gusto, incitando gli altri a fare altrettanto. Sospiro, inginocchiandomi accanto al gemello.

Per fortuna che si tratta di cuscini e non coltelli. Mai infastidire un gruppo di Intrepidi freschi d'iniziazione, hanno un'ottima mira.

Dopo essermi accertata che respiri, lo copro con una coperta e lascio una bottiglietta d'acqua sopra al comodino per quando si risveglierà. Assolto il mio compito di babysitter, esco dal dormitorio e mi avvio verso la mensa. Non ho controllato l'ora, ma dalle poche persone che incrocio nei corridoi deduco di essere in anticipo per la colazione.

Entro ugualmente nella sala e mi accontento di ciò che è già stato posizionato sul tavolo del buffet perché muoio di fame. Riempio il vassoio con una tazza di thé bollente, una decina di biscotti e un muffin ai lamponi. Soddisfatta del bottino, mi siedo su una delle panche vicine alla porta, nella speranza di veder entrare almeno un viso amico. Il numero degli Intrepidi presenti in mensa non supera la dozzina e solo il tavolo dei Capifazione ne ospita più di due; il resto dei membri della fazione preferisce mangiare in piedi per risparmiare tempo.

Bevo il mio thé in silenzio, fantasticando su quale sarà il mio nuovo lavoro. Quattro ci aveva detto che solo i primi cinque della classifica avrebbero avuto il privilegio di poter scegliere, gli altri si sarebbero dovuti adeguare alle esigenze del momento. Il mio quinto posto mi assicura la libertà di scelta, eppure c'è solo un ruolo che mi interesserebbe ricoprire e non sono del tutto sicura che sia tra le mie possibili opzioni.

Mentre mastico l'ultimo boccone di muffin, noto che Max e un altro Intrepido che non riconosco si stanno dirigendo verso la porta. Li guardo meglio, incuriosita dallo sconosciuto, un uomo sui trent'anni, alto quasi quanto Eric.

Ho un vago ricordo di lui, è forse un Capofazione? Oltre a Max, James ed Eric, non ho mai avuto l'opportunità di avvicinarmi agli altri due, conosco solo i loro nomi.

L'Intrepido misterioso ha i capelli più lisci che io abbia mai visto, color mogano: li porta lunghi fino alle spalle, pettinati all'indietro con una buona quantità di gel. Un tatuaggio sbuca dal colletto della maglietta nera, un altro si estende su tutto il suo braccio destro. Come se avesse avvertito la mia attenta osservazione, l'Intrepido si volta nella mia direzione e, appena mi vede, si ferma. Aggrotta le sopracciglia, come se fosse confuso, e richiama l'attenzione di Max battendogli su una spalla. Si scambiano poche parole, sempre guardandomi. Vedo Max annuire e salutarmi con un cenno, prima di scomparire oltre la porta.

L'altro uomo mi si avvicina con passo sicuro e, non appena mi si piazza davanti, rimango imbambolata a fissarlo. Oltre ad avere una folta chioma di capelli lucidi e impeccabili che gli invidio, ha degli occhi mozzafiato, che cambiano colore a seconda della luce. Prima, mentre lo guardavo parlare con Max, mi erano sembrati verde scuro; adesso, illuminati direttamente dalle lampade al neon, sono di un azzurro tendente al grigio. Quest'uomo è talmente bello da sembrare finto, ma non ne pare consapevole. Non oso pensare a come si pavoneggerebbe James se avesse la sua faccia.

Quando parla scopro che la sua voce è all'altezza di tutto il resto, pacata e gentile. - E' un piacere conoscerti finalmente di persona, Zelda -. Allunga una mano, senza badare al fatto che lo sto fissando a bocca aperta come se avessi davanti una divinità. I suoi occhi verde-azzurri mi scrutano con benevolenza, senza alcuna traccia di malizia o ironia. - Sono William, uno dei cinque Capifazione. Ho supervisionato e valutato il tuo test finale -. Fa una breve pausa per sorridermi e io rischio seriamente uno shock anafilattico. - Sei stata una vera sorpresa, sono molto orgoglioso di te. D'ora in avanti sarò il tuo mentore, ti aiuterò ad integrarti nella fazione e trovare il lavoro adatto a te. Tutto bene? -.

Credo si riferisca alla mia espressione stralunata, quindi cerco di ricompormi. Non è affatto facile: il suo sorriso è talmente splendente da bruciarmi le retine. Non è che per caso sto ancora sognando, vero? - Ehm, grazie, io...sì -. Ti prego, cervello, trovami qualcosa di intelligente da dire. - E' solo che … -.

- Che non mi hai mai visto in giro. Sì, è comprensibile. Lavoro al Centro di controllo e svolgo quasi tutti i turni di giorno. Oggi sono a disposizione dei miei nuovi protetti, ma non mi aspettavo di incontrarne uno prima di pranzo -. Un altro sorriso incendia-retine. - Se non hai altri programmi, che ne dici di venire nel mio ufficio tra mezz'ora? Così possiamo conoscerci meglio e parlare del tuo percorso nella fazione. Sono sicuro che troveremo un lavoro che valorizzi il tuo potenziale -.

Annuisco quasi in automatico. Lui mi stringe la mano e mi dice di finire la mia colazione con calma. - Ho delle faccende da sbrigare, ma di sicuro finirò in tempo. Ti aspetto al Pozzo -.

Mi ripeto mentalmente il suo discorso, guardandolo muovere alcuni passi verso l'uscita. La sua compostezza, la dizione impeccabile, il lessico mai ripetitivo... Scatto in piedi, facendo quasi rovesciare la tazza. - William! Eri un Erudito, vero? -.

Lui gira la testa quanto basta per sorridermi e farmi l'occhiolino. - Sapevo che noi due saremmo andati d'accordo. Chiamami pure Will. Ci vediamo dopo, Zelda -.

Torno a sedermi e rimango a fissare il punto da qui è sparito, chiedendomi se non si sia trattato di un'allucinazione, o di un miraggio. Troppo bello per essere vero, mi ripeto.

Ad un certo punto sento una mano stringermi la coscia e mi riscuoto dall'immobilità. Non mi sono nemmeno accorta dell'arrivo di Eric, che se ne sta seduto a cavalcioni della panca, il corpo proteso verso di me. La sua mano libera si posa sulla mia guancia e nel giro di un secondo il mio mondo ritorna stabile. Un'occhiata alle sue iridi grigio acciaio che mi scrutano con preoccupazione è sufficiente a farmi dimenticare William e tutta la sua stupefacente perfezione.

- Stai bene? Sei pallida -. Il pollice di Eric traccia dei cerchi sulla mia pelle. - Quando sono entrato avevi lo sguardo fisso nel vuoto e non mi hai neanche sentito chiamarti. E' successo qualcosa stanotte? Chi devo uccidere? -.

- No, sto bene. Più o meno -. Mi schiarisco la voce. - Ho appena avuto un incontro ravvicinato con un tuo collega e mi sento come se mi avesse travolto un treno in corsa -.

Eric inclina la testa di lato. Dalla piega delle sue labbra sembra quasi che stia trattenendo un sorrisetto. - Fammi indovinare. Hai conosciuto William -.

Al mio cenno di assenso, lui scoppia a ridere. - Non sei la prima a rimanere stupita. Will fa...un certo effetto, glielo concedo. Soprattutto alle ragazze -.

Non stento a crederlo. - E'...allucinante. Come fa ad esistere un uomo così bello? Se non lo avessi visto con i miei occhi, non ci avrei mai creduto! Come ho fatto a non notarlo in queste settimane? -.

Eric ride ancora. - Lo so io, perché. Eri troppo impegnata a guardare me -.

Mi sa che ha ragione. Ma non gli darò la soddisfazione di ammetterlo, è già abbastanza presuntuoso per tutti e due. - Ho appuntamento con lui tra poco. Sapevi che è il mio mentore? -.

Lui annuisce. - Sì, ogni Capofazione è responsabile di uno o più di voi iniziati. Max, Evan ed io ci siamo spartiti gli interni, James e William i trasfazione -. Eric si massaggia la mascella, sovrappensiero. - Capisco cosa vuoi dire quando dici che è indescrivibile. Will è...Will. È impossibile arrabbiarsi con lui, perfino io non ci riesco. È una specie di diplomatico all'interno della fazione, tutti si rivolgono a lui quando hanno dei problemi. Però non si mette in mostra, è per questo che tutti lo ammirano -.

- Vedi, è troppo perfetto per essere vero. È bello, gentile, disponibile, affascinante e … -.

- Sposato -.

Blocco la mia descrizione degna di una fan sfegatata per puntare gli occhi sul mio ragazzo. - E questo cosa c'entra? -.

Eric stringe le palpebre. - Era per non farti venire strane idee. Da come parlavi di lui, sembravi in estasi. Mi spiace deluderti, ma Will è felicemente sposato ed è da poco diventato padre. Di due gemelle -.

- Due gemelle? Caspita. Loro sì che vantano un patrimonio genetico inattaccabile. Quando cresceranno, faranno strage di cuori -. Sorrido e poso la mano sopra la sua, sulla mia coscia. - Mi hai detto tutto questo perché pensavi volessi provarci con lui? Ah, ma io ho già un ragazzo. E molto geloso, per giunta... -.

L'aria cupa di Eric si smorza dopo la mia affermazione. - Ed è mille volte più bello di William... -.

- … è pericoloso e irascibile... -.

- ...e affascinante... -.

- ...paranoico... -.

- ...alto e forte... -.

- …dispotico... -.

- ...molto sexy... -.

Ad ogni aggettivo, Eric si china sempre più verso di me. Gli punto un dito contro per tenerlo a distanza, mentre termino il discorso. - E' spietato, iperprotettivo e brutalmente sincero -. Gli avvolgo il braccio libero attorno alla schiena, attirandolo a me. Appoggio la guancia sul suo petto e sospiro. - Ma lo amo lo stesso e nessuno può competere con lui -.

Lo sento rilassarsi e accarezzarmi i capelli con la punta delle dita. - Lo stesso vale per me, piccola. E a questo proposito, ti stavo cercando per darti questa -. Tira fuori dalla tasca della giacca una catenella a cui è appesa una chiave. - Non appena avrai finito di parlare con William, porta pure le tue cose in camera mia. Oggi sarò impegnato con l'allenamento dei nuovi soldati, quindi è probabile che non ci vedremo fino a stasera -. Mi allaccia la collana al collo e mi sorride. - Dopo cena ti darò il benvenuto ufficiale nella mia stanza. Qui non posso farlo perché siamo in pubblico e non mi piace dare spettacolo -.

Alzo gli occhi al soffitto. - Non ti crederei nemmeno se stessi dicendo sul serio -. Gli do un rapido bacio e mi alzo dalla panca. - Ora vado, William mi starà aspettando -.

Gli volto le spalle e mi avvio verso l'uscita della mensa. Ad un passo dalla porta mi giro e gli mando un bacio. - A dopo, tesoro -, esclamo, in tono sufficientemente alto da essere udito anche dal Pozzo.

Il gruppo di Intrepidi che stava entrando proprio in quel momento lancia delle occhiate allibite prima a me, poi ad Eric.

Ebbene sì, io sono l'unica che può metterlo in imbarazzo e sopravvivere per raccontarlo.

Chi la fa, l'aspetti, piccolo.


 










 

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Ciao a tutti! Dopo mesi nei quali mi disperavo per trovare le parole giuste da scrivere, è venuto fuori questo nuovo capitolo. Spero che vorrete continuare questa avventura assieme a me, anche se vi farò impazzire con i miei imperdonabili ritardi.

Il blocco dello scrittore è una brutta bestia. Ho tante idee in testa, ma non riesco a dar loro forma: è parecchio frustrante. Però non mollerò, la storia non resterà incompleta. Ve lo devo, dopo tutto il sostegno che mi avete dato. Vi adoro!

In questo nuovo capitolo facciamo la conoscenza di William, uno dei cinque Capifazione. Mi piaceva questo personaggio nato dalla mia mente contorta, ma in precedenza non ho mai avuto modo di inserirlo e farvelo conoscere, quindi ho approfittato. Lo troverete anche nel prossimo capitolo (e spero anche più avanti!).

Nel frattempo vi saluto e vi ringrazio per la pazienza: se vorrete continuare a seguirmi ne sarò davvero felice!

Un bacio a tutti,
 

la vostra Lizz


 

p.s. la canzone che dà il titolo al capitolo è degli Skillet.

 

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