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Autore: giammyx89    23/05/2017    3 recensioni
Questa è una serie di racconti horror-fantasy. Mi sono ispirato a H.P. Lovecraft uno dei miei scrittori preferiti, e ho cercato di imitare il più possibile il suo stile e modo di scrivere perchè davvero lo adoro (anche se ammetto di non essere all'altezza).
Originariamente avevo pubblicato il primo racconto come creapypasta, ma non ebbe molto successo quindi ho deciso di pubblicarla come primo racconto di una serie. Potrebbe non sembrare ma i racconti sono tutti collegati tra loro, proprio come nelle opere di Lovecraaft.
Genere: Fantasy, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono sempre stato un accanito lettore, cercavo sempre testi antichi e sconosciuti, e di tanto in tanto mi capitava tra le mani qualche manoscritto unico e incredibilmente prezioso. Mi ero appassionato in particolare agli antichi testi di magia.
Avevo letto di tutto al riguardo, dalla chiave di Salomone agli antichi testi egizi, fino al Necronomicon di Abdul Alhazred, non chiedetemi come ho fatto a procurarmene una copia, non ve lo rivelerò mai!
Pur di aggiungere nuovi libri alla mia raccolta non mi facevo scrupoli ad usare qualunque mezzo lecito o illecito.
Fu mentre mi accordavo con dei tizi della triade riguardo un'antico manoscritto di alchimia risalente alla dinastia Ming che notai una pergamena a cui non avevo assolutamente fatto caso.
Era scritta in un latino del primo secolo dopo cristo, era un epistola che tradussi io stesso dopo averla acquistata . Questo è più o meno il suo contenuto:

Al Divino Augusto Claudio
Perdonate il modo diretto di rivolgermi a voi, non avrei mai osato se non avessi un così disperato bisogno del vostro aiuto.
Non so nemmeno se questo messaggio arriverà fino a voi, se il messaggero riuscirà a completare la missione.
Abbiamo aperto le porte del Tartaro!
Abbiamo aperto le porte del Tartaro!
Non c'è altra spiegazione a questo orrore.

Maledizione! Se non avessimo intrapreso questa missione. L'augure ci aveva ammonito che era un giorno nefasto per partire, ma noi a causa dell'importanza di questa eravamo partiti ugualmente proponendoci di fare abbondanti sacrifici agli dei al rientro.
Sono partito all'alba con una squadra per una missione esplorativa al di là del confine settentrionale, non vi era nessun uccello in volo, questo mi ha molto inquietato. Abbiamo cavalcato per un intera giornata senza incontrare nessuno fino all'imbrunire quando ho deciso che era meglio accamparci per la notte. Finito di preparare l'accampamento  abbiamo acceso il fuoco e dopo aver cenato ed esserci rilassati un poco e dopo aver stabilito i turni di guardia siamo andati a dormire. Quella notte ho fatto un sogno che mi ha turbato molto:
Mi ritrovavo su una barca che navigava lungo un fiume, a riva c'erano mia madre e la mia giovane sposa vestite a lutto che piangevano.  
Mi sono svegliato di soprassalto e poiché non sarei riuscito a riprendere sonno, ho deciso di dare il cambio al mio sottoposto che stava crollando, ho riattizzato il fuoco con un ramoscello e sono rimasto a fissarlo. Le fiamme facevano un cerchio di luce che mi dava un senso di sicurezza, come se le cose malvagie che si celavano nell'oscurità non potessero avvicinarsi. Ho atteso così fino all'alba quando ho svegliato i miei compagni. Abbiamo mangiato la colazione e fu mentre ci preparavamo a partire che ho trovato per terra una colomba morta, avrei dovuto capire che era un segno inviatoci dagli dei per avvertirci di sospendere la missione, un presagio di sventura, ma anche se ero molto inquieto decisi di non farmi spaventare e di proseguire la missione. Abbiamo cavalcato ancora per tutto il giorno cercando inutilmente qualche segno di presenza umana. Solo al calar del sole abbiamo trovato una misera capanna che pareva completamente abbandonata dove abbiamo passato la notte, il silenzio era più assordante della mischia di una battaglia, decisi di fare io il primo turno di guardia, tanto inquieto com'ero non sarei riuscito a prendere sonno. Nell'oscurità mi parve di udire i sussurri di oscure presenze che ordivano chi sa quale orribile congiura ai nostri danni. Pregai Mitra affinché ci proteggesse da qualunque male e strinsi forte l'elsa della mia spada dato che era l'unica cosa che riusciva a placare la mia inquietudine di quei luoghi infidi, dove perfino gli occhi degli dei pare non osino posarsi. Fu una notte insonne per me fino a quando il sole decise di sorgere, con la sua luce che avevo tanto anelato.
Ci siamo preparati in fretta e decisi comunque di proseguire la missione nonostante la mia inquietudine che andava sempre crescendo. Abbiamo proseguito verso nord il cielo era scuro e inquietante, pareva che gli dei fossero davvero in collera. Fu allora durante una pausa per far riposare i cavalli che un fulmine ci cadde vicino facendoli fuggire. Solo il mio cavallo Argo, il più coraggioso e fedele cavallo che si potesse desiderare non fuggì sebbene fosse anch'egli decisamente spaventato. Ora eravamo davvero nei guai avevamo perso i cavalli e quasi tutte le provviste. Decisi che per mangiare avremmo cacciato, cosi ci preparammo per la battuta. Abbiamo cercato impronte di qualche animale ma non ne trovammo neanche una, così piazzammo delle trappole sperando di essere un po' più fortunati. Ma nulla. Al tramonto abbiamo acceso un fuoco e ho comunicato ai miei uomini che all'alba saremmo partiti per rientrare al castrum. Sembrava che in quei boschi non ci fosse nulla di vivo a parte noi.  Le scarse provviste rimaste non sarebbero durate a lungo e questo mi preoccupava molto. Durante la notte ho visto Marcus il mio luogotenente allontanarsi dal campo, forse doveva appartarsi un momento così mi sono riaddormentato. È stato un grido straziante a svegliarmi. Ho svegliato i miei uomini e ho ordinato di andare a cercarlo. Lo abbiamo cercato fino all'alba senza trovare nemmeno una traccia. Era come se questa malvagia foresta lo avesse inghiottito nei suoi meandri oscuri. Ho ordinato di ritornare all'accampamento prendere solo le armi e il necessario per muoverci e di metterci in marcia verso sud. Abbiamo proseguito a marcia forzata per tre giorni fino a quando non arrivati alla capanna da dove eravamo passati alcuni giorni fa. Rivederla ci riempì il cuore di speranza, ma quella speranza si è presto tramutata in un incubo.
Durante quella notte sentimmo dei rumori che si avvicinavano, io e Publio siamo usciti con le armi in pugno ma ciò  che abbiamo visto ci ha gelato il sangue. Pareva Marcus ma non era lui. Lo vidi che con uno scatto inumano afferrava la gola di Pubblio per spezzargli il collo, un brivido mi corse lungo la schiena mentre si voltò verso di me facendo un sorriso terrificante. Ho raccolto tutto il coraggio che mi era rimasto e dopo aver emesso un urlo con un colpo di spada gli ho tagliato la testa. Ora sono qui divino Claudio mentre vi scrivo questo messaggio sperando nel vostro aiuto. Vi chiedo di inviarci immediatamente i rinforzi.
Con fede Caius Sergius Silo.

Lessi e rilessi questo doccumento cosi tante volte dopo averlo accquistato felice e pienamente soddisfatto del mio acquisto.
   
 
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