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Autore: GeoFender    23/05/2017    5 recensioni
Lena Luthor era definita da molti la più bella donna di tutto il regno. Avrebbe avuto molti pretendenti, se non fosse stata per la sua reputazione. Veniva definita spesso fredda e malvagia solo perché nelle sue vene scorreva il sangue dei Luthor ma era una regina molto amata dal suo popolo, dato che spesso lo metteva davanti al suo bene. Per continuare a governare però, doveva andare in moglie a qualcuno. Verrà indetto un torneo e il vincitore, uomo o donna che sia, avrà la Sua mano.
Principalmente Supercorp, con accenni Sanvers e Nyssara. Ospite speciale: Sara Lance
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor, Maggie Sawyer
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice:
Sir è un titolo utilizzato per rivolgersi ai cavalieri. Dopo qualche ricerca, posso ben dire che è utilizzato anche per le donne, in quanto esistono in tempi moderni.

Lena Luthor era definita da molti la più bella donna di tutto il regno. Avrebbe avuto molti pretendenti, se non fosse stata per la sua reputazione. Veniva definita spesso fredda e malvagia solo perché nelle sue vene scorreva il sangue dei Luthor ma era una regina molto amata dal suo popolo, dato che spesso lo metteva davanti al suo bene. Per continuare a governare però, doveva andare in moglie a qualcuno di un certo ceto sociale e il sesso della persona non era rilevante. Sospirò quasi esasperata, trattenendosi dal passare una mano fra i lunghi capelli corvini per non rovinare l'intricata acconciatura in cui erano intrecciati e da cui sfuggivano due ciuffi, elegantemente posti dietro le orecchie. Dalla stretta finestra scavata nel muro in pietra poteva osservare le sue guardie allenarsi e, nel sentire il clangore metallico degli spadoni che si scontravano, spalancò gli occhi e curvò le labbra in un sorriso. Difatti un'idea le era balenata in mente ed era certa che a molti non sarebbe dispiaciuta.


"Jess, prendi appunti. Voglio che tu scriva un proclama e che venga comunicato per tutto il reame. Verrà indetto un torneo e il vincitore, uomo o donna che sia, avrà la mia mano. Sarà consentita la partecipazione a chi avrà con sé una quota di tre scudi e che sia almeno cavaliere." Jessamine, detta Jess, era la dama di compagnia e la consigliera di Lena. La regina poteva ben dire che era l'unica persona al castello di cui si fidava, diverse avevano infatti cercato di ucciderla in svariati modi e, spesso, il loro movente era l'odio verso la sua famiglia e non lei stessa. La donna, non appena udì la richiesta, iniziò a scrivere. Era ben udibile il rumore quasi graffiante della penna in piuma d'aquila sulla pergamena e la donna dai profondi occhi verdi annuì compiaciuta non appena lesse il proclama appena scritto. Prese il suo sigillo, una elle in corsivo maiuscolo blu notte e la premette sul rotolo prezioso, sorridendo soddisfatta per il risultato.
"Fai presto, è di vitale importanza. Sai bene quanto sia poco credibile che io non abbia una persona al mio fianco. E non posso rischiare che i miei sacrifici vadano in fumo." A quelle parole, Jess fece un piccolo e timido inchino, per poi congedarsi portando con sé la pergamena ben avvolta da un nastro color porpora.




Tutto il regno, e il castello in particolare, era in festa. Erano decenni che non veniva organizzato un evento del genere e, nemmeno l'incoronazione di Lena, era stata così sentita. Dopotutto non era stata così sfarzosa ed era avvenuta molto rapidamente perché non era effettivamente lei la prima erede in linea di successione, bensì l'ultima. I preparativi febbrili erano stati finalmente completati e, non appena giunse all'arena predisposta per il torneo, si rese conto ben presto che il proclama era stato divulgato anche nei regni vicini. Riconosceva infatti il principe del regno di Daxam ma, ciò che la incuriosì, furono due cavalieri che indossavano ancora il proprio elmo. Sull'armatura del primo erano presenti un sole rosso e una esse inscritta in un piccolo diamante ma, per quanto ne sapeva Lena, la casata a cui apparteneva era stata sterminata. Ad essere precisi, solo un discendente era sopravvissuto e la regina era ben cosciente che la corporatura del cavaliere non combaciasse con quella dell'ultimo figlio degli El. Il secondo cavaliere, aveva dipinto un canarino stilizzato bianco e nero. Non conosceva la famiglia al quale poteva appartenere ma l'avrebbe certamente tenuto d'occhio. Il suo sguardo si spostò sul tabellone che, come poteva immaginare, presentava solo quattro nomi. La sua bocca, fortunatamente coperta da un ventaglio, si contorse in una smorfia di disgusto nel leggere il nome di Maxwell Lord. Aveva avuto a che fare con il conte e, per essere elegante, poteva ritenere il suo stemma, un serpente argentato, adeguato alla sua personalità. Era stato accoppiato con Kara Zor-El ma non avrebbe combattuto in quell'esatto momento. Non restava che aspettare.


"Si dia inizio al torneo. Il primo duello avverrà tra il principe Mon-El di Daxam e sir Sara Lance... Lancelot, mi dicono. Cavalieri, che vinca il migliore." L'annunciatore era un uomo dai corti capelli castani che prendeva il nome di Winn Schott. Di solito era lo scudiero di sir James Olsen ma, proprio qualche giorno prima, il cavaliere aveva dovuto ritirare la sua partecipazione e aveva bisogno urgentemente di denaro, così aveva colto al volo l'occasione. L'uomo sventolò un piccolo gagliardetto e fischiò decretando l'inizio del duello, per poi ritornare al fianco del suo cavaliere. I due sfidanti sguainarono le spade in un movimento fluido una volta posizionati al centro dell'arena e Sara iniziò a studiare il suo avversario, notando le sue diverse aperture nonostante lo scudo. Non attaccò, voleva vedere come il principe si muoveva.


"Di solito non attacco le donne visto che non dovrebbero nemmeno essere cavalieri. Ci andrò piano con te, Sara." Quelle parole vennero pronunciate con tono arrogante e l'uomo, posando lo scudo a terra, tentò un lungo affondo diretto al seno della bionda. La lama cozzò contro lo scudo meravigliosamente dipinto e, le vibrazioni dovute allo scontro, paralizzarono per un breve istante Mon-El. Approfittando di quel momento di completa vulnerabilità, Sara alzò rapidamente la gamba e colpì in pieno stomaco il principe. Naturalmente non fece danni ingenti a causa dell'armatura ma il gesto bastò per fargli perdere l'equilibrio e cadere rovinosamente a terra. Infierì ancora premendo la pianta del piede sul suo addome e piazzando la punta della sua spada sul collo dell'uomo, applicando una pressione tale da fargli uscire un rivolo di sangue.


"Non sono una donzella in pericolo, Mon-El di Daxam. Sono quella che ti ha appena fatto il culo perché ti credi forse la reincarnazione del dio della guerra. Ma non lo sei, sei solo un bambino viziato che non è degno di tenere in mano una spada di quel calibro." Disse con un tono e una smorfia pieni di disgusto in volto, fortunatamente ancora nascosti dall'elmo. Dalla folla si potevano udire fischi di dissenso nei confronti del principe, il tutto accentuato da verdure che lo colpirono sporcando la sua armatura scintillante. Ripose la spada bastarda francese nella sua fodera e, facendo un lieve inchino verso la regina, si diresse verso la tenda in cui si trovavano tutte le sue armi. Gli schiamazzi provenienti dagli spalti si attenuarono una volta che anche il principe si ritirò nel suo soggiorno temporaneo, lasciando solo un brusio di sottofondo in attesa dell'incontro successivo.


"Kara, calmati. Il tuo incontro è solo con Maxwell Lord, niente di cui preoccuparsi. E poi... posso parlarci se vuoi." A parlare fu Alex Danvers, cavaliere e sorella adottiva di Kara, che non indossava la sua armatura in quel preciso momento e si trovava seduta sul grembo di Maggie, anche lei in abiti da civile. La castana leggeva chiaramente del nervosismo negli occhi azzurri della bionda e avrebbe fatto di tutto per cancellarlo dal suo sguardo, persino donare la sua spada incantata ai più bisognosi. Riteneva che la situazione dovesse essere risolta al più presto ma non sarebbe accaduto se qualcuno non avesse preparato i presupposti. Si alzò quindi in piedi e indossò la sua cotta di maglia, assicurando poi la sua lama magica al suo fianco. Si diresse così verso la tenda del barone Maxwell Lord, mantenendo la mano destra sull'elsa dorata della sua arma bianca. "Lady Alexandra, è un piacere averla nella mia modesta tenda. Le vesti che porta non sono degne del suo rango, se mi è permesso dirlo." Il nobile pronunciò quelle parole con evidente malizia, cercando di far intendere alla donna che provava ancora qualcosa per lei e si portò alle labbra la coppa d'argento colma di vino rosso, sorseggiandolo lentamente mentre un suo scudiero provvedeva ad armarlo. 


"Lord, è sir Alex Danvers. Dunque le mie 'vesti' sono appropriate, soprattutto per quanto riguarda un torneo come questo. Ti do un consiglio spassionato. Ritirati, mia sorella non è gentile quando tira di spada." In un movimento fluido, la donna estrasse la sua spada dal pesante fodero ricoperto di pelle nera e pose il filo della lama sulla giugulare del barone, che deglutì sonoramente al gesto ed iniziò a sudare freddo. Di certo non si sarebbe più rivolto ad Alex in quel modo. L'uomo mormorò sommessamente di lasciarlo andare e, sorridendo poiché sapeva quanto fosse costato all'uomo pregarla a quel modo, abbassò la sua arma e la ripose al suo posto.
"Bene. Ti consiglio allora di mandare il tuo scudiero per riferire il tuo ritiro. E di non farti vedere mai più, ci siamo intesi?" Mantenendo un sorriso soddisfatto, il cavaliere uscì dall'alloggio umile non aspettando che Maxwell Lord le rispondesse perché, nonostante lo conoscesse poco, sapeva interpretare i suoi atteggiamenti. Dopotutto, esserne in grado era il requisito minimo se si desiderava combattere bene. Con tutta la calma del mondo, la castana si diresse verso la tenda e, dopo essere entrata ed aver poggiato a terra la cotta di maglia e la sua spada magica, emise un basso lamento. I sensi acuti di Maggie lo udirono e i suoi occhi scuri individuarono una macchia scarlatta sulla casacca di lino, proprio all'altezza della spalla.



"Danvers, quante volte ti ho detto di non sforzare il braccio? Quella freccia che ti ha ferito ha rischiato di ucciderti. Quindi ora ti siedi e ti fai sistemare la fasciatura perché Kara non ha bisogno di te. L'ho aiutata io ad indossare l'armatura." La sua maglia insanguinata finì insieme alla cotta di maglia e al suo spadone e, probabilmente, sarebbe stata gettata in pasto alle fiamme. Non si aspettava uno spettacolo del genere di fronte a sé. Difatti le bende, che sarebbero dovute essere candide ad eccezione di una macchia color rubino su di esse, erano quasi sudicie e ingiallite, segno che non venivano cambiate da ore, se non giorni. Storse il naso a quella vista e, con la dovuta attenzione per non peggiorare la situazione, le tolse le bende rivelando così la ferita pulsante. Pulì il sangue rappreso con un impaccò d’erbe, mettendo in luce i bordi regolari e arrossati del taglio, che sicuramente avrebbe lasciato come ricordo una cicatrice e prese diverse garze, fasciandole la spalla in modo tale che la lacerazione non si infettasse e respirasse.


“E ora sdraiati, Danvers. Abbiamo entrambe bisogno di dormire e Kara ci riferirà il risultato del duello. Non accetto proteste.” Quelle parole uscirono con tono autoritario dalle sue labbra e cinse il busto della castana con un braccio, aiutandola a sdraiarsi su un giaciglio abbastanza improvvisato ma, data la grandezza di esso, si mise vicino a lei e coprì entrambi con il mantello scarlatto di Kara.


"Dame e cavalieri, a causa del ritiro di Maxwell Lord dal torneo, sir Kara Zor-El passa direttamente in finale e si scontrerà con sir Sara Lance. Che le sfidanti raggiungano il centro dell'arena e si presentino a volto scoperto alla regina Lena. Potrete poi indossare di nuovo gli elmi. Che vinca il migliore!" Le parole dello scudiero vennero enfatizzate dallo sventolio di un drappo su cui era cucito lo stemma dei Luthor, decretando così l'inizio del fatidico incontro. I due cavalieri, quasi in sincronia, seguirono le indicazioni date dall'uomo, rivelando così i lunghi capelli biondi di entrambe. Lo sguardo di Sara intercettò quello dell'erede degli El, che era sognante e rivolto verso la regina, sprigionante eleganza in tutto il suo essere.



A quanto pare, i miei piani devono cambiare. D'altronde non ho così voglia di sposarmi, saranno perfetti i soldi in premi al secondo classificato. Un sorriso si dipinse automaticamente sulle labbra della donna dagli occhi verdi e indossò l'elmo, assumendo una lassa posizione di difesa. Venne imitata subito dalla ragazza e la osservò per qualche istante, intuendo che non sarebbe stata lei la prima ad attaccare. Nel tentativo di saggiare i suoi riflessi, tentò un lento affondo, prontamente deviato con il piatto della lama e fece una smorfia di dolore non aspettandosi così tanto forza. Certamente la sua avversaria non era una persona comune ma questa sua caratteristica le avrebbe facilitato di molto il compito. Indugiò qualche secondo prima di assumere nuovamente una posizione di guardia e, in quegli istanti di distrazione, l’ultima figlia della famiglia decaduta strinse la presa sul suo spadone e, con una velocità che spaventosamente ricordava quella del cavaliere senza patria, la colpì sul petto usando la pesante elsa della sua arma bianca avrebbe potuto facilmente deviare la sua mossa ma si lasciò cadere a terra, facendo però in modo di rendere la caduta più dolce. Non appena espresse la volontà di arrendersi, un boato si eresse dagli spalti della modesta arena.
"Sara Lance, nonostante la tua sconfitta ti vorrei nella guardia reale. Hai combattuto con valore e non ho mai visto nessuno tirare di spada in quel modo. Naturalmente avrai lo stesso il tuo premio." La regina si alzò, pronunciando quelle parole in maniera quasi solenne. Porse la mano a una sua guardia, chiedendogli implicitamente di porgerle la sua spada in modo tale da rendere ufficiale la nomina di Sara. La giovane, interpellata, si mise lentamente in piedi, assicurando la sua spada bastarda francese alla sua cintola e togliendosi l'elmo, mostrandole il volto leggermente escoriato e il suo sguardo azzurro.
"Maestà, sono lusingata dalla vostra offerta. Ma c'è una dama che non vedo da tempo e non sono esattamente una persona che ama prendere ordini. Tornerò nella mia tenda, se non le dispiace." Il cavaliere si congedò con un breve inchino, lasciando Kara e Lena nell'arena mentre essa si svuotava lentamente. In pochi minuti, le due nobili ritornarono da sole e la regina scese elegantemente verso il campo di battaglia terroso, restando indifferente al fatto che il suo vestito si sarebbe insozzato. Lo sguardo azzurro si incatenò nel verde e nessuna delle donne ebbe il coraggio di pronunciare una parola di fronte a quella che sarebbe stata la sua sposa, solo il loro respiro spezzava in qualche modo in silenzio colmo di tensione in cui l'arena, ormai vuota, era caduta.
“Sir Zor-El, prima che io ritorni nel castello, volevo invitarla a cena. Il tutto nelle mie stanze. Se vogliamo convolare a nozze dovremmo conoscerci meglio, non vi pare?” Pronunciò quelle parole quasi canticchiando, dirigendosi verso la sua residenza e lasciando così una Kara sbigottita, mentre registrava ciò che le era stato riferito.


































 
   
 
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