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Autore: FlaviaMarchetti    23/05/2017    0 recensioni
Mi perdo nelle mie riflessioni che, come al solito, mi distraggono da ciò che sto facendo quando sento vibrare il cellulare. Sono convinta sia mia madre o magari mia sorella. Invece mi sbaglio. Non è nessuna di loro due. Leggo il nome sul display e quasi non ci credo.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oggi il pomeriggio è abbastanza freddo: il vento soffia una brezza frizzante che fa ondeggiare le foglie sui rami e solleva i miei capelli dolcemente, mandando alcune ciocche davanti agli occhi. Sentire la freschezza dell'aria sulla pelle o i brividi provocati dalla temperatura fredda o il fruscio delle foglie, che sembrano prendere vita e comunicare tra loro, è piacevole. Questo tempo mi ricorda una tipica giornata autunnale ma non mi spiace per niente; il vento, le nuvole e la pioggia mi piacciono sin da quando sono piccola.

In cielo ci sono dei grossi nuvoloni grigi che augurano il maltempo ma la pioggia ancora non è caduta; credo arriverà tra qualche ora perchè quelle enormi masse bianche, che sembrano essere fatte di zucchero filato, ancora non sono così scure.
Sono in un parco poco frequentato vicino casa mia, da cui dista neanche 200 metri, che mi piace raggiungere a piedi. Camminare mi rilassa e mi fa stare bene perchè mi godo un pò di tranquillità, in pace, senza nessun rumore a disturbarmi; spesso spengo anche il cellulare e osservo la natura, permettendo alla mia mente di svagarsi. Lascio l'immaginazione a briglia sciolta e mi dimentico dei problemi.
Sono seduta su una panchina e osservo ciò che ho intorno, tutto mi appare calmo e immobile; intorno a me non scorgo nessuna figura. Il mio animo è quieto e sono serena e in pace con me stessa.
A fianco ho la borsa a tracolla che mi sono portata dietro, dentro cui ho infilato le chiavi di casa, un libro che adoro e che ho intenzione di divorare per quanto è bello, il cellulare con cui ascolterò della sana musica e il mio diario, dove scrivo tutto ciò che ho in mente e ho voglia di esprimere, lasciando nero su bianco. Lì dentro ci sono intere pagine di sfogo, pezzi della mia vita che un giorno diventeranno ricordi e pensieri che mi affollano la testa, oltre a scritte colorate, frasi filosofiche e tante, tante parole. Mentre mi guardo intorno decido di prendere proprio il diario perchè sono ispirata e ho voglia di scrivere. Lo apro e comincio a sfogliare le pagine già riempite, per arrivare a un foglio bianco. Inizio a buttare giù qualche parola finchè non mi rendo conto che sembro un fiume in piena tante sono le frasi che voglio dire e mi ritrovo a scrivere già la terza pagina.
Decido di fermarmi un attimo per organizzare i pensieri e mi accendo una sigaretta. Non sono abituata a fumare, lo faccio raramente ma alcune volte quando sono sola ne sento il bisogno. Mi perdo nelle mie riflessioni che, come al solito, mi distraggono da ciò che sto facendo quando sento vibrare il cellulare. Sono convinta sia mia madre o magari mia sorella perchè non mi cerca mai nessuno, non sono una tipa socievole, anzi credo di essere asociale, invece mi sbaglio. Non è nessuna di loro due. Leggo il nome sul display e quasi non ci credo. Non può essere dopo tutto questo tempo che si ricordi di me, non è possibile che accada...non può essere davvero lui !
Fisso sconvolta e sorpresa lo schermo e, dopo un pò di squilli, con esitazione rispondo. Appena dice "Hey Flavia, ciao", capisco che è lui, la sua voce è inconfondibile, la riconoscerei ovunque...Gianluca. Il mio caro amico Gianluca...quanti ricordi.
Frequentavamo la stessa classe alle scuole medie, anche se in realtà ci conoscevamo già da prima perchè avevamo fatto insieme la comunione e anche un corso di hip hop, ma capitare nella stessa sezione ci ha unito e abbiamo preso confidenza piano piano. Abbiamo iniziato a parlare in classe e lo trovavo molto simpatico, era un ragazzo solare e divertente ma sapeva anche essere introspettivo e sensibile, mi ascoltava quando parlavo e mi capiva. La cosa che apprezzavo più di lui era che mi stava vicino quando nessuno lo faceva, cercava di capirmi e di aiutarmi quando avevo delle difficoltà, per me era un punto di riferimento.
Mi ricordo anche che vestiva bene e aveva stile, si curava molto i capelli e disegnava come Giotto. Arte era la sua materia preferita, faceva dei disegni fantastici, erano dei veri capolavori. Qualche volta sono stata a casa sua, è stato il primo a invitarmi e anche l'unico. Mi ha fatto davvero piacere averlo vicino finchè ho potuto e ha voluto.
Poi è successo l'imprevedibile: dopo le vacanze di natale non volevo più andare a scuola, la mia famiglia cercava di convincermi ma fu tutto inutile perchè non sentivo ragioni ed ero decisa a non andare. C'era qualcosa che mi bloccava e non mi permetteva di affrontare e superare la situazione. Avevo un blocco psicologico ed era difficile far finta di niente. Cercai di rialzarmi da sola, volevo riuscirci solo con le mie forze ma non ce la feci. Non solo io, non fu in grado di aiutarmi neanche chi mi conosceva. Alla fine mi ritirai da scuola e nessuno capì perchè. Scrissi a qualcuno, dato che non ero pronta a perdere tutti da un momento all'altro, ma compresi che per loro non contavo poi molto, visto che non rispondevano ai messaggi.
Solo Gianluca continuò a rimanermi vicino perchè il rancore e la delusione per il mio presunto abbandono non erano così forti da distruggere il legame che ci univa. Lo ringrazio ancora oggi per quello che ha fatto per me e per come mi faceva sentire. Forse dovrei dirglielo, sarebbe il modo per riallacciare un pò il rapporto perduto, dopo anni di mancanza di comunicazione, e fargli capire che mi manca e lo vorrei vicino come amico. Questa mi sembra l'occasione perfetta.
Con un pò d'esitazione gli rispondo "Ciao Gianluca, è tanto che non ci sentiamo, come stai?"
Mi emoziona sentire la sua voce, mi sento leggera e felice; è come se tornassi a casa dopo anni di lontananza e al pensiero mi viene da sorridere.
C'è imbarazzo, inizialmente non sappiamo cosa dire per rompere il silenzio ma poi piano piano iniziamo a parlare. Non ci raccontiamo niente di che in realtà ma sono contenta di sentirlo dopo tutto questo tempo. La prossima volta lo chiamerò io...potrebbe essere un passo al riavvicinamento.
Con un sorriso stampato in faccia e il telefono sull'orecchio, mi alzo dalla panchina su cui mi trovo e mi dirigo lentamente verso l'uscita, pensando che mi si prospetta davanti una serata niente male.
   
 
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