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Autore: MrsBuddy    23/05/2017    0 recensioni
Una vita agiata, una scuola privata, vestiti all'ultima moda, tutto questo circonda la diciottenne Harley Clark, ignara della realtà, conduce la sua vita senza sogni e ambizioni. Finchè un tragico incidente coinvolge suo fratello Miles, scappato di casa qualche giorno prima. Tutto questo sconvolgerà la vita di Harley, curiosa di scoprire il motivo che ha spinto suo fratello a scappare. Quale segreto nasconde Miles? Harley viene cosi catapultata in una realtà che non le appartiene. O almeno cosi credeva. Scoprirà il segreto di Miles, ne diventerà protagonista, e la condurrà da uno scorbutico anziano di nome Fred, da una dolce donna di nome Elisabeth, da un ingestibile ragazzina di nome Betty, e da un ragazzo di nome Ryu, che ha una caratteristica particolare, lui non parla... Tutto quello che prima le sembrava importante, diventa insignificante, e altre cose tramutano in qualcosa di indispensabile: il valore dell'amore, dell'amicizia, inseguire i propri sogni e il dolore della perdita.
❝Tutti i personaggi, gli eventi e i luoghi descritti in questo libro, tranne quelli di pubblico dominio, sono frutto della mia immaginazione e qualsiasi somiglianza con persone reali, viventi o defunte è puramente casuale❞
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Abituarsi è triste, ma vivere scoprendo è meraviglioso


Nelle storie la fantasia viaggia come un treno verso l'infinito, con la polvere di stelle che funge da binari, perciò si può raccontare l'irreale, la magia. E se vi dicessi che questa non è la solita storia che inizia con un "c'era una volta" e termina con un" vissero felici e contenti"? Se vi dicessi che l'irreale può essere reale e la magia trasformarsi in concreto, voi mi credereste? Sono convinto che pensate che io sia pazzo, ma potrei provarvi il contrario.

Quando ero giovane, conobbi una ragazza qualunque, che però aveva un pezzetto di qualcosa di inimmaginabile dentro di se, un qualcosa che le permetteva di vedere le cose in un modo diverso da come le vedono le altre persone, ma non solo, grazie a quel qualcosa riusciva a cogliere la bellezza in ogni cosa, anche se si trattava di quelle cose che avrebbero di certo rattristito chiunque altro, ma lei aveva questa capacità. E sapete, questo pezzetto di qualcosa di inimmaginabile non lo aveva sempre avuto, no, lei se l'era meritato. Accadde un evento stranamente particolare che gli stravolse la vita, un evento che gli tolse un pezzetto di lei, e lo sostituì con quel qualcosa di inimmaginabile. Ma ora bando alle ciance e iniziamo subito con il racconto. Vi chiedo solo un piccolo favore prima, chiudete gli occhi per cinque secondi, dimenticate chi siete, poi riaprite gli occhi e diventate parte della storia insieme a me.

∞∞∞∞∞

Quando non avevo niente da fare leggevo parole sul vocabolario, che fosse tedesco , francese , finlandese , danese, norvegese, olandese, spagnolo , svedese, l'importante era che si trattasse di un vocabolario. E oggi non avevo sul serio niente da fare. Doveva essere un giorno spettacolare, secolare, ultra super fantastico, dopotutto era l'inizio dell'estate. E invece no. Le urla dei bambini che giocavano a chiapparello, si imbucavano dalle fessure delle persiane ronzandomi nelle orecchie, la musica latina della caffetteria di fronte sprofondava le mura della mia stanza accompagnata dal canto incessante delle cicale, il tutto contornato dal mio sudore che grondava dalla fronte, e non c'era balsamo, crema stirante o olio anti-crespo che potesse compiere un miracolo sui miei capelli disastrati. Se solo avessi potuto accendere il condizionatore. Ma per mia sventura, quel dannato aggeggio decise senza consultarmi che doveva cessare di funzionare proprio quel giorno. Il tecnico sarebbe giunto tra due giorni così aveva detto la mamma, il che implicava il prolungamento del mio inferno privato.

<< Porca miseria ! >> sbraitò, sbattendo la porta alle spalle.

<< Miles! Dannazione bussa prima di entrare e se fossi nuda?>> gli rivolsi un'occhiataccia di sbieco mentre rianimavo il viso sventolando la rivista di Vanity Fair.

<< Oh, non farne un dramma. Non mi sconvolgerebbe più di tanto, non ti considero neanche una ragazza. E poi da piccola ti ho visto un'infinità di volte nuda >> sostenne roteando una mano all'aria, poi si abbandonò sulla cassa panca imbottita posta proprio sotto la finestra.

Sospirai ruotando gli occhi di lato << Be, ma non ho più 8 anni. Allora , che cavolo vuoi? Ti ha mollato? O ha scoperto che ti fai la ceretta alle gambe?>>

<< Ma se non sto con nessuna!>> sbuffò guardando oltre la finestra.

<< Lo so, volevo solo ricordartelo >> sorrisi di buon gusto, mentre lui distorse la bocca con una smorfia.

<< Voglio andarmene, non sopporto più di vivere così. Costantemente sotto controllo, odio non essere padrone della mia vita e odio ancora di più sottostare alle sue stupide regole >>

Posai per un attimo il mio Vanity Fair e mi sedetti con le ginocchia sul materasso << E'cosa intendi fare, sentiamo. Non puoi ribellarti a papà, lo sai. E poi, condivido a pieno la sua decisione >>

<< Santo Cielo! Cosa devono sentire le mie orecchie. Sei proprio sua figlia.>>

<< Si da il caso che lo sia anche tu>>

<< A volte credo di non esserlo>> tirò un sospiro fissandosi le mani << Se fossi stata tu al mio posto non avresti reagito allo stesso modo? Immagina qualcuno che decida della tua vita , senza interpellarti. Odio. Odio tutto questo. Niente e nessuno dovrebbe ostacolarti>>

<< Avrei semplicemente obbedito. Papà vuole il nostro bene , e sa cosa è meglio per noi>> ribattei seccata.

<< Avrai pure un sogno da coronare, qualcosa di importante per te, no? Possibile che accetteresti di rinunciarci solo perché qualcuno ha deciso così?>>

Riflettei per un momento, poi compresi una cosa. Non avevo nessun sogno o desiderio. Avevo la bellezza di 18 anni e fino ad oggi non avevo mai aspirato a nulla. In realtà non mi ero mai posta la domanda, se ci fosse qualcosa che ardivo talmente tanto da non dormirci la notte.

<< Be, no>> mi scrollai le spalle con fare indifferente.

<< Tu, sei davvero strana. Sei un burattino nelle mani di quell'uomo>>

<< Oh , ma smettila. Ho ottimi voti, non creo casino, ho le mie amicizie, cosa dovrei volere di più? Io sto bene così'>>

Scoppiò a ridere scimmiottando la mia voce << Le mie amicizie, ...e bla bla bla.. tutte stronzate, se per amicizie intendi quei quattro scemi che ti vanno dietro solo perché sei la figlia di Steve Clark, be...allora sei messa davvero male. Vivi una vita fatta di plastica. Tu ti accontenti>> e incrociò le braccia.

<< Non è assolutamente vero , e quei quattro come li chiami tu, non mi vengono dietro al culo perché sono la figlia di Steve Clark! La mia vita va alla grande>> ed era vero, non potevo aspirare di meglio. Avevo una vita agiata, frequentavo la miglior scuola privata di Londra, la mia camera era rosa, possedevo una cabina armadio di dimensioni stratosferiche, Miss Splitz ( Splitz era solo il nomignolo che gli avevo affibbiato. Assomigliava sul serio a uno Splitz tedesco nano , di quelli bianchi con tutto il pelo gonfio intorno , gli occhi piccoli e tondi e il nasino schiacciato a tartufo. Uguale a Miss Splitz) che prontamente mi preparava la colazione e si prodigava a portamela a letto , con tanto di vassoio assolutamente rosa. Insomma , la mia vita era perfetta.

<< La mia vita è perfetta>> aggiunsi incrociando le braccia anch'io << Non ti stanca tutta questa perfezione? La tua vita è noiosa. >> disse allargando le braccia, se dovevo imitarlo forse avrei dovuto allargare le braccia anch'io?

<< Sai una cosa, sono stanca invece di sentire le tue lamentele, vado a farmi un giro>> scesi dal letto da una piazza e mezza, infilai le infradito rigorosamente rosa raggiunsi le scale in marmo affiancate da una ringhiera in ferro battuto decorata con degli intrecci romboidali, e scesi i gradini a due a due.

∞∞∞∞∞

Scalciai, due tre sassolini d'innanzi a me rotolarono, incastrai le mani nelle tasche dei pantaloncini e mantenni gli occhi piantati a terra per tutto il tragitto. E mentre inveivo con il pensiero contro Miles, mi domandavo per quale motivo doveva capitare proprio a me un fratello tanto cocciuto. Papà voleva che andasse al college, si laureasse in economia aziendale e prendesse le redine della società di famiglia, ma quel testardo di mio fratello aveva altro per la testa . Dio mio, i suoi 20 anni erano persi, completamente gettati nel cesso. Il fatto che ci somigliassimo era la conferma che fossimo parenti ma mentalmente due poli opposti. A volte pensavo che al posto dei neuroni avesse barchette di carta rigorosamente rosa sia chiaro. Tutti i miei pensieri casinisti furono sbattuti a terra da alcune gocce di rugiada. Alzai il capo e i capelli scivolarono indietro. Chiusi gli occhi e assaporai l'odore fresco e umido della pioggia, allargai le braccia per lasciare che mi rinfrescaste. L'aria divenne fredda e piacevole , finalmente un momento di pace interiore. Rimasi con gli occhi chiusi e ascoltai il tintinnio insistente della pioggia sui vetri delle macchine parcheggiate in fila indiana ai lati della strada. Adoravo quel suono saltellante , era il mio preferito. Poi qualcosa spezzò l' incantesimo.

<< La mia Harley ! Maledizione a questa pioggia >> sentii urlare.

Aprii gli occhi di colpo. Qualcuno mi aveva chiamato per nome?

<> chiesi quando fu abbastanza vicino.

Mi fissò per un istante << Non mi pare>> rispose, poi si voltò verso la sua motocicletta.

<< Ma.. mi hai chiamato Harley>>

Mi guardò di sottecchi storcendo la bocca, poi scoppiò a ridere << Intendevo lei >> e indicò la moto rosso fuoco.

<< E' una Harley Davidson >> disse alzando un sopracciglio.

<< Ah, certo!>> esclamai con un sorriso da "voglio scavarmi una fossa ", e fingendo di sapere che quella stramaledetta motocicletta fosse una Harley Davidson, mi spacciai per una appassionata sfrenata, tentando miserabilmente di tamponare la mia figura di merda. Ma questo non fu possibile perché il cosiddetto riccio di fronte a me si dileguò nel giro di pochi secondi.

   
 
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