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Autore: Haruno_Shiobana98    24/05/2017    0 recensioni
La vita di Joshodu Hojo non potrebbe essere più semplice: non è di nobili origini, vive nel Rukongai, ama da gran parte della vita la sua migliore amica, non venendone ricambiato. Il giorno in cui si Diploma all'Accademia degli Shinigami, però, segna il punto di svolta nella sua vita: dolorose e scomode verità verranno fatte emergere dal corso degli eventi, facendo capire a Joshodu di non potersi fidare di nessuno attorno a lui, nemmeno di se stesso.
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Byakuya Kuchiki, Kuchiki Rukia, Zaraki Kenpachi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Fate spazio! Muovevi!-

Le urla del ragazzo risuonavano per le strade, mentre lui le attraversava correndo a velocità folle. Erano già le undici, e sarebbe dovuto essere all'Accademia già da mezz'ora; normalmente non gliene sarebbe importato, ma quello era un giorno particolare: avrebbe ricevuto il diploma e sarebbe finalmente diventato uno Shinigami, a tutti gli effetti. Lanciò uno sguardo all'imponente statua in bronzo, che torreggiava sulla piazza da cui stava passando; Ichigo Kurosaki, era scritto sulla piastra alla base. Sì, sarebbe diventato come lui, un eroe per tutti. A qualsiasi costo.

L’attimo di disattenzione in cui aveva guardato la statua gli aveva però impedito di notare un uomo davanti a lui, che stava attraversando portandosi un carretto pieno di frutta e verdura. E lui ci stava correndo proprio contro! Alla velocità con la quale si stava movendo, non sarebbe mai riuscito a cambiare direzione o fermarsi.

-Hadou no sanjuu ichi: Shakkahou!1-

Concentrando il proprio reiatsu nel palmo della mano, riuscì a sparare una piccola sfera di energia rossa, che scagliò contro il carretto, facendolo esplodere e liberando la strada. Il ragazzo continuò a correre, sentendo le imprecazioni che gli stava lanciando l'uomo.

-Non si preoccupi, passerò a pagare dopo…!- urlò a squarciagola, prima di sparire dietro l'angolo.

In un altro minuto, riuscì finalmente ad arrivare all'Accademia; già una piccola folla di ragazzi aveva iniziato ad uscire, parlando in modo concitato tra loro ed esibendo felici i loro diplomi.

“Cazzo! È già così tardi…?”

In cuor suo, sperava davvero che non fosse già finita la cerimonia, o si sarebbe trovato in guai seri. Entrò nell'atrio, dirigendosi verso l’Auditorium e ignorando la folla di persone che camminava nel senso opposto; svoltò l'angolo, per percorrere l'ultimo corridoio, ma appena lo fece si immobilizzò: proprio davanti alla porta della Sala, stava in piedi Helen Agasa, sua amica d'infanzia, per la quale aveva sempre provato una forte attrazione. Lei, pur avendo capito quello che il ragazzo provava, non era mai stata molto chiara nei suoi confronti, sebbene gli avesse anche detto di non essere interessata a nessuno in particolare. Su quell'ultima parte, probabilmente non era stata molto sincera, visto che in quel momento era proprio lì, in piedi, a dare un veloce bacio sulle labbra ad Atèm Nijimura, un loro compagno di corso e suo amico. Un secondo dopo, lei si accorse della sua presenza e sussultò, arrossendo molto.

-J-Josh… s-sei in ritardo sai, la c-cerimonia è…-

Senza farle finire la frase, il ragazzo si avviò all'entrata, liquidandola con poche parole:

-Già sono in ritardo. Evidentemente, lo sono stato su molte cose in tutta la mia vita.-

Atèm, davanti a lei, sembrava leggermente a disagio; cercò quindi di alleggerire la situazione:

-Forza, sono sicuro che avranno passato pure te. Non devi preoccuparti.- disse a Josh, poggiandogli con gentilezza una mano sulla spalla e sorridendogli in modo rassicurante. In risposta, il ragazzo gli sorrise, sebbene dentro di lui si agitasse un fuoco di emozioni che potevano esplodere da un momento all'altro. Fatto ciò, entrò nell'Auditorium, proprio mentre Genryusai Yamamoto, il capitano della Prima Divisione e addetto, in quell'occasione, a premiare gli allievi, stava pronunciando il suo nome. La voce del vecchio risuonava potente in tutta la sala.

-…Hojo. Joshodu Hojo…-

Vedendo che nessuno rispondeva, il vecchio uomo si fece sfuggire un sospiro.

-Pare che non sia presente alla…-

-No! Ci sono!- rispose trafelato Josh, avvicinandosi con passo veloce al palco al centro della Sala. Dopo esservi salito, si avvicinò a Genryusai per stringergli la mano, come da tradizione, cosa che fece ma non senza ricevere dal vecchio capitano uno sguardo di disapprovazione per il suo ritardo. Dopo avergli consegnato il diploma, Josh ricevette la solita domanda di rito:

-Shinigami Joshodu, in quale Divisione o Organizzazione hai deciso di entrare?-

La domanda lasciò Josh in silenzio, per un attimo. Il suo sogno era sempre stato quello di unirsi alla 12esima Divisione, quella addetta al settore “Ricerca e Sviluppo”, in quanto eccelleva nel Kido e la sua spiccata intelligenza lo aveva sempre reso capace di trovare una soluzione a qualsiasi problema. E anche perché gli alloggi erano molto vicini a quelli della Quarta Divisione, la divisione Medica, in cui Helen aveva voluto entrare da tutta la vita e come sicuramente era riuscita a fare quella mattina. Ma sinceramente, non aveva voglia di stare vicino a lei. Non dopo che lo aveva illuso per tutti gli ultimi mesi, e l'accaduto di poco prima ne era la prova.

-Desidero sostenere il test di ingresso all'11esima Divisione, Capitano Genryusai.-

L'intera sala si ammutolì all'istante, e perfino sul volto di Yamamoto si formò un'espressione di sorpresa.

-Posso… sapere il motivo di un tale cambio di idea?- domandò infatti al ragazzo, che non fece attendere la sua risposta.

-Ovvio, credo sia giusto spiegare la mia scelta. Ho semplicemente compreso che nella mia vita non ho niente da perdere e niente da guadagnare, a parte una maggiore maestria con la spada e nel combattimento. Non mi importa di morire, non mi importa se verrò ferito o incapacitato. E proprio per questo, la Divisione del Capitano Zaraki Kenpachi è la più adatta a me.-

Borbottii di stupore si alzarono un po' ovunque nella sala, ed era comprensibile: nessuno ogni anno sceglieva mai di unirsi alla cosiddetta “Squadra Zaraki”, o i pochi stolti che lo facevano si trovavano a rinunciare poco dopo; questo, per un semplice motivo: l'unica cosa che contava là dentro era combattere e uccidere, e l’addestramento era ai limiti del fattibile. Anche per tale motivo, numerosi posti da Ufficiale erano vacanti e il numero totale di Shinigami che facevano parte di tale Divisione era inferiore ai 200, molto meno di qualsiasi altra Squadra. Nonostante ciò, anche il membro più debole dell'11esima era temuto da qualsiasi Shinigami, in quanto la loro brutalità era conosciuta in tutta la Soul Society.

Un uomo, seduto in prima fila insieme agli Ufficiali delle Divisioni, si alzò in piedi subito dopo quelle parole. Il tintinnio dei campanelli, attaccati ai suoi capelli, risuonò per tutta la stanza facendo gelare il sangue alla gran parte dei presenti e riportando il silenzio. Per qualche secondo osservò Josh in silenzio col suo occhio sinistro, in quanto quello destro era coperto da una benda nera.

-Dì un po' ragazzo. Devi davvero essere matto.- dopo un secondo, l'uomo scoppiò in una risata che fece quasi tremare l'Auditorium. -E mi piaci! Mi piaci davvero molto! Sono sicuro che faremo grandi cose col tuo aiuto. Sempre se non morirai durante la prova d'ingresso, eheheh. Visto che dovrai combattere contro di me.-

A quelle parole tutti gli Ufficiali e i Capitani iniziarono a parlare in modo concitato, e alla fine un ragazzo dai capello bianchi e gli occhi azzurri, sorprendentemente giovane per essere già Capitano, si alzò in piedi per poi rivolgersi all'uomo che aveva appena parlato.

-Zaraki! Cosa hai in mente? Quello è solo un novellino, non è minimamente alla tua altezza! Vuoi forse ucciderlo!?-

-Ma come sei noioso, nanetto.- rispose Kenpachi per poi rimettersi a sedere sbuffando -in fondo, è stato lui a dire di essere pronto a dare la vita: è proprio quello che ho intenzione di verificare.-
il destinatario del suo discorso, poi, tornò ad essere nuovamente Josh:
-Hai capito bene, novellino. In quanto Capitano dell'11esima Divisione, decreto che il tuo test d'ingresso verrà svolto tramite combattimento, contro il sottoscritto. E si terrà domani mattina, due ore dopo l'alba.-
Quelle parole vennero accompagnate da mormorii di sdegno e da parte della gran parte degli Ufficiali e dei Capitani; solo uno tra loro era rimasto impassibile per tutto il tempo, con lo sguardo quasi perso nel vuoto. Era Byakuya Kuchiki, Capitano della Sesta Divisione e capo del Clan nobiliare Kuchiki, uno dei più influenti ed importanti di tutta la Soul Society. Alla fine, si decise a parlare e la sua voce, sebbene avesse un tono moderato, si diffuse in tutto l'Auditorium e fece capire quanto nonostante la calma le sue parole non andassero contraddette:

-Parlando francamente, io non vedo alcun problema in questa questione...-

-Ma, Capitano Kuchiki! Adesso ci si mette pure lei!?- sbottò il ragazzo di prima, Toshiro, che però venne interrotto da un gesto perentorio della mano da parte del Nobile Shinigami.

-Io ho rispettato la vostra libertà di esprimervi, e ora gradirei che venisse rispettata la mia.- le sue parole erano taglienti come una lama e fredde come il ghiaccio, mentre la sua espressione impassibile le rendeva solo più efficaci. - Stavo dicendo, prima di venire interrotto, che non vedo niente di strano: la scelta è stata operata direttamente dal Candidato Shinigami, Joshodu, e a tale scelta di adesione è stata controbattuta una proposta da parte del Capitano Zaraki. Sebbene io non condivida i suoi metodi, di fatto il Capitano dell'11esima Divisione è lui, e io come tutti voi non ho alcuna giurisdizione. Se il ragazzo qua presente deciderà di sua spontanea volontà di accettare il test d'ammissione, non credo che sorgerà alcun problema. Ormai, dopo aver preso il diploma dovrebbe essere in grado di discernere una situazione in cui può risultare vincitore da una che gli garantirebbe morte certa. Nel caso non ne fosse capace, credo che in seguito alla sua prematura dipartita dovrebbero dimettersi tutti i suoi maestri, in quanto avrebbero svolto davvero un pessimo lavoro.-
Nessuno si aspettava un simile discorso da parte di Byakuya, infatti persino gli altri Capitani lo guardarono a bocca aperta, senza avere però il coraggio di replicare. A prendere la parola fu perciò Genryusai:

-Bene, devo sinceramente dare ragione al Capitano Kuchiki. La scelta sarà tua, Joshodu, nel caso in cui tu non...-

-Accetto. Accetto la prova. Domani. Ci sarò.-
Il vecchio si limitò a sospirare, per poi tendere il diploma al ragazzo.

-In tal caso, mi vedo costretto ad assegnarti la tua Zanpakuto prima del tempo. È tradizione che la spada e il suo possessore passino almeno un giorno assieme, prima del loro esordio in battaglia come compagni.-
Dopo aver schioccato le dita, uno Shinigami lì vicino scattò fuori dalla stanza, per poi rientrare subito dopo con una katana, riposta nel fodero.

-Questa sarà la tua Zanpakuto, Joshodu. Non è un semplice oggetto o un'arma, ma un compagno fidato che ti aiuterà a superare le più grandi difficoltà. Sta a te, e solo a te padroneggiarla. Trattala con le dovute precauzioni, te ne prego.-
Nel prendere in mano la katana, Joshodu ne poté ammirare per la prima volta le caratteristiche: il fodero, completamente nero con una fascia rossa legata a zig-zag, conteneva una spada di cui, per ora, poteva vedere solamente l'impugnatura; essa, era formata da due strisce intrecciate di stoffa anch'essa rossa, che lasciavano intravedere nei motivi romboidali vuoti il colore nero-pece del materiale di cui era fatta la base dell'impugnatura. La guardia era argentata e di forma circolare, con all'interno un motivo di forma ondulata. Infine, all'estremità dell'elsa vi era appeso un pendente, la cui forma riprendeva il kanji della parola "equilibrio". Tenerla in mano trasmise a Joshodu una grande soggezione, quasi fosse un'entità vivente e in effetti lo era, o almeno lo sarebbe stata nel momento in cui le loro essenze sarebbero entrate in contatto per la prima volta: durante il loro primo scontro assieme.
Dopo essersela legata alla vita, discese gli scalini del palco, mentre sentiva di avere tutti gli occhi della sala puntati addosso; per questo, preferì uscire il prima possibile, mentre Genryusai riprendeva con le ultime premiazioni. Portare al fianco una Zanpakuto lo faceva sentire fiero, nonostante la soggezione iniziale, e dopo pochi passi iniziò a camminare poggiando il palmo della mano sull'elsa, quasi inconsciamente. Si avviò fuori dall'Accademia, mentre i ragazzi lo guardavano parlottando tra loro, buttando un occhio sulla spada al suo fianco; doveva essere sincero, gli stava piacendo incutere rispetto nei suoi coetanei e la cosa lo faceva camminare con la schiena dritta e lo sguardo avanti a sé.
Una volta arrivato nel cortile, però, trovò una visita inaspettata: Helen stava in piedi nel mezzo del sentiero che portava al portone principale, mordendosi le unghie e squadrando la folla, in cerca di qualcuno. Appena incontrò gli occhi di Joshodu, parve sussultare e si avviò verso di lui, con aria trafelata.

-E-ehi... Allora pare che ti abbiano promosso..!- gli disse, con un certo nervosismo nella voce. Era evidente che non voleva parlare di quello; quando lo sguardo gli si posò sulla Zanpakuto al suo fianco, però, non riuscì a farsi sfuggire un sussulto.

-Quella è...?- iniziò a domandare la ragazza, per essere subito interrotta.

-Già. È la mia Zanpakuto. Hai qualcosa da dirmi, Agasa?- l'espressione calma ed amichevole contrastava con la freddezza della sua voce, tanto che un'ombra di tristezza passò sul volto di Helen.

-Beh... insomma, volevo parlare di quello che è successo prima... e...- non sapeva cosa dire, era evidente. Si aggiustava i capelli sopra le orecchie con una mano, facendo saettare lo sguardo a sinistra e a destra.

-Ma per favore, puoi anche evitare di pararti il culo. Non mi interessa.- rispose seccamente Josh, senza nemmeno farla finire e avviandosi fuori dal cortile. Helen rimase un attimo immobile, indecisa su cosa fare, continuando a seguirlo con lo sguardo. Dopo poco, decise di seguirlo, ed iniziò a corrergli dietro.

-J-Josh... aspetta...!-

Il ragazzo non aveva intenzione di ascoltarla. Non ne aveva proprio la forza psicologica. Era stanco delle scuse. Le parole gli uscirono dalla bocca quasi automatiche:

-Bakudo no hachijuu ichi: Danku.2-
Una barriera trasparente si formò all'istante alle sue spalle, bloccando l'avanzata di Helen e facendola indietreggiare, con un'espressione stupita.

-P-Perchè... almeno fammi spiegare... non…-

Josh si fermò, senza voltarsi e mantenendo la barriera alzata.
-"Non" cosa? Non c'è bisogno che tu mi spieghi alcunché, non credo che ci vedremo molto da ora in poi. Sai, ho deciso di non arruolarmi nella 12esima divisione. Domattina entrerò nell'11esima, sotto la guida di Kenpachi.-
Sentendo quelle parole, Helen cadde in ginocchio, portandosi una mano davanti al volto e sbiancando. Era consapevole di quanto avrebbe rischiato la vita, sia nell'addestramento che sul campo di battaglia: gli uomini di Kenpachi dovevano sempre essere in prima linea, a qualsiasi costo e a qualsiasi condizione.

-J-Joshodu... ti prego... no...- la voce le uscì come un flebile sospiro, non riuscendo a raggiungere il ragazzo, che ormai era già lontano e continuava a camminare con decisione lasciando che la brezza leggera asciugasse le sue lacrime.

 


 


 



 

NOTE

1 = Hado (Via della Distruzione) numero 31: Sakkahou (Colpo della Fiamma Rossa)

2 = Bakudo (Via della Costrizione) numero 81: Danku (Vuoto Separante)

   
 
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