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Autore: nikita82roma    24/05/2017    6 recensioni
Siamo nell'ottava stagione e mentre sono separati, a Rick viene consegnata una lettera di Kate indirizzata a lui...
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Partner in Crime. Partner in Life'
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“…  E se mi avessero detto otto anni fa che saresti arrivato tu nella mia vita li avrei presi per pazzi. Ho continuato a prenderli per pazzi anche dopo, quando già eri al mio fianco e non volevo vederti. Sono stata una stupida e continuo ad esserlo. So quello che pensi, che sto barattando te, noi, per qualcosa che non è così importante. Tu, però, sei l’unica persona che può capirmi, che sa come sono, che sa chi sono. Forse non adesso che ancora la ferita è fresca, ma so che lo farai. Perché tu alla fine mi capisci sempre e mi perdoni sempre ed è per questo che forse io me ne sono approfittata anche questa volta. Abbiamo discusso, discuteremo ancora, probabilmente, ma la parte che mi piace di più delle nostre discussioni è come poi facciamo pace. Lasciarti è stata la cosa più difficile che abbia mai fatto, strappare un pezzo di me, perché tu Rick, sei una parte di me, la parte più bella. Sei la cosa più bella, ed io sono orgogliosa e fiera di essere tua moglie. Lo sarò sempre Rick. Tutto quello che faccio lo sto facendo nella speranza di tornare da te e con la paura che tu non ci sia più quando tutto sarà finito, che sarà troppo tardi e che tu abbia scelto di andare avanti, senza di me. Non te ne farei una colpa ma non riuscirei per questo a smettere di amarti. Ci sono serate che sembrano infinite, notti troppo buie passate a cercare un senso a tutto questo tra le strisce che le gocce di pioggia lasciano sui vetri di questa stanza. Se non fosse che è in gioco anche la tua vita lascerei tutto perdere e tornerei da te. Mi mancano le tue braccia che mi stringono quando sono qui in piedi da sola. Mi mancano le tue risate e ogni volta che ti vedo fingere con te è sempre più dura, perché di te mi manca tutto, di noi mi manca tutto. Non so perché sto scrivendo tutto questo, cose che non leggerai mai, forse perché tra qualche mese potrò rileggerle e ricordarmi come stavo in questo momento e non dare nulla per scontato di noi, nemmeno un istante… Ti amo Babe… Ti amo tanto.”

 

- Papà? Andiamo? È ora… - Alexis si era affacciata nella sua camera e Rick era seduto sul bordo del letto. Annuì muovendo solo la testa, mentre gli occhi erano fissi su quel pezzo di carta che piegava con cura. Glielo aveva portato Ryan, lo avevano trovato nella stanza che Kate aveva preso in affitto. Era un foglio scritto a mano in un blocco, aveva strappato quella pagina, prima che arrivassero gli altri. Lui e Esposito avevano deciso così. Lo avevano obbligato a stare lontano, da lì e dal night club, quella che avevano scoperto essere la base di Kate e Vikram. Avevano faticato gli agenti per tenerlo fuori, oltre il perimetro. Lo avevano preso di petto e sbattuto al muro e tenuto fermo lì per un tempo che non ricordava nemmeno quanto fosse e le parole di Alexis e di Hayley erano inutili, non le aveva nemmeno a sentite. Ricordava che guardava solo come un disperato il via vai dei medici, delle barelle che entravano correndo ed uscivano lentamente e quei due sacchi neri usciti prima di Lanie. Gli aveva detto che le dispiaceva, forse. Non si ricordava. Ricordava solo le sue urla e quella richiesta mai esaudita di volerla vedere, ancora, una volta. “Meglio di no, Rick. Meglio se la ricordi come era.” Avevano ucciso anche lui in quel momento. Aveva protestato, aveva detto che era sua moglie, che era un suo diritto, ma glielo avevano impedito. Così gli erano rimasti solo i ricordi, il suo sorriso splendido che illuminava il mondo anche nelle giornate più buie, il suo tocco gentile e possessivo di quando lo accarezzava, il suo profumo che sentiva ancora ovunque ed aveva aperto l’armadio e cercato i suoi vestiti per cercare ancora una traccia di lei, i suoi baci con le labbra morbide ed esigenti.

Era passata una settimana dall’inizio della sua non vita e tutto quello che avevano saputo dirgli era che era entrato un commando ed aveva ucciso Kate, Vikram e distrutto tutto quello che c’era all’interno. Non aveva avuto altri dettagli e alla fine non gli interessavano nemmeno. “Non credo abbia sofferto. A mala pena se ne sarà resa conto”. Forse questo doveva essere un sollievo, in parte lo era. Gli avevano detto che c’era una traccia, che forse poteva portarli ad un nome, un insospettabile. Scoprì che non gli interessava affatto, cosa sarebbe cambiato? Non gli avrebbero ridato Kate, non c’era nessuna idea di giustizia che avrebbe dato sollievo alla sua anima lacerata.

Stava uscendo di casa per la prima volta. C’era il sole fuori c’era tanto sole per essere inverno. Accecava. Mise i suoi occhiali scuri sperando lo proteggessero dal mondo, dagli sguardi indiscreti e da quei fotografi mai troppo lontani. Fuori dal portone si voltò per guardare indietro, un gesto istintivo, la stava cercando. Non si sarebbe mai abituato alla sua assenza. 

   
 
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