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Autore: nymeria214    24/05/2017    1 recensioni
[Tarjei/Henrik]
Lo dicevano tutti che loro due sembravano troppo reali, che chiunque li guardasse non riuscisse a distinguere la finzione dalla realtà, che i baci che si scambiavano, le carezze, gli sguardi, i sentimenti non si possono fingere in quel modo, che non potevano essere di scena.
Avevano tutti ragione.
[titolo tratto da FOOLS - Troye Sivan]
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sickening desire

 

Fermarsi diventava sempre più difficile. I baci avevano iniziato ad essere sempre più frenetici, umidi, affamati e perfino fermarsi a prendere aria era una necessità che non faceva che infastidirlo sempre di più.

Il fatto era che Tarjei era inesperto, impacciato, a tratti anche goffo, ma sapeva quello che voleva. Voleva il calore delle mani di Henrik sui suoi fianchi nudi, le sue labbra distrutte dai dolci morsi che gli solleticavano il collo e molto più in basso, le sue parole che lo facevano rabbrividire per la loro dolcezza e che avevano timidamente iniziato a parlare di altro, intervallate dal tanto adorato nomignolo che a volte assumeva una sfumatura irrimediabilmente meno tenue. Tarjei voleva ansimi, e lividi, e segni che gridavano a chi apparteneva, fuori e anche dentro. 

Fermarsi era diventato quasi impossibile, ma Henrik ci riusciva sempre, lasciando entrambi con boxer che avevano improvvisamente una taglia in meno. La prima volta, Tarjei  aveva spalancato gli occhi, terrorizzato all’idea di aver fatto qualcosa di sbagliato che avesse convinto Henrik di non voler nulla di tutto ciò con un ragazzino come lui, che avesse perso quella che ogni giorno diventava sempre più la cosa migliore che gli fosse mai successa. Ripensandoci più tardi si sarebbe detto che era un pensiero assurdo, ma in quel momento gli sembrava l’unica spiegazione possibile e lo faceva rabbrividire.

Nel notare il suo sguardo spaventato, Henrik ci aveva messo pochi secondi per intuire i suoi pensieri, conoscendolo ormai meglio di quanto conoscesse sé stesso, e gli aveva preso il viso fra le mani, costringendolo a guardarlo negli occhi.

“Baby, ehi, guardami. Va tutto bene, okay? Sei perfetto, assolutamente perfetto, non devi nemmeno pensare che per me tu possa essere nient’altro che meraviglioso, il mio piccolo angelo, così dolce.” 

Tarjei chiuse gli occhi, tranquillizzandosi e sorridendo, quasi facendo le fusa alla voce profonda di Henrik. Il più grande sorrise, baciandogli la fronte per poi stringerlo fra le sue braccia ed iniziare ad accarezzargli i capelli. Dopo qualche minuto di silenzio, Tarjei parlò, la voce tanto minuta da essere appena udibile.

“Perché?”

Henrik si morse il labbro inferiore, affondando le dita fra i suoi riccioli.

“Sarebbe la tua prima volta.”

Non sembrava una domanda, ma Tarjei annuì ugualmente, strusciando la guancia contro il suo petto. Le parole vagarono nella stanza per un po’.

“Voglio che sia tu.”

“Lo spero bene, non voglio dover fare a botte con qualche idiota che anche solo immagina di metterti le mani addosso.”

Henrik rabbrividì al sol pensiero e Tarjei nascose il rossore nell’incavo del suo collo. Quando diceva cose del genere, non poteva fare a meno di pensare che lo amasse, talmente tanto che dirlo ad alta voce sembrava la cosa più spaventosa che avrebbe mai potuto fare.

“Potrebbe anche essere un bravissimo ragazzo.”

“Un bravissimo ragazzo che può andare a portare le sue buoni intenzioni da qualche altra parte, grazie mille.”

Tarjei rise, posando una gamba sul suo bacino, avvicinandosi sempre di più fino a sedersi su di lui con le gambe ai lati dei suoi fianchi. Henrik posò le mani sulle sue cosce, alzando le sopracciglia, divertito dall’improvvisa iniziativa.

Halla.”

Halla.”

Il più piccolo sorrise, posando le mani sulle sue per intrecciare le loro dita.

“Sono pronto.”

Il ragazzo lo guardò incerto, facendosi piccolo. Tarjei si portò una delle sue mani alle labbra, baciandone il dorso per invitarlo a parlare.

“E’ la tua verginità, baby, una volta che te la porterò via-

“Tu non me la porterai via!”

Aggrottò le sopracciglia, stringendo forte le sue mani come per rafforzare le sue parole.

“Io voglio darla a te! Non puoi portarmi via qualcosa che io voglio darti.”

Henrik spostò lo sguardo da lui, evitando i suoi occhi: dopo un mese aveva ancora paura di romperlo, come avevano rotto lui.  E sapeva perfettamente che era una paura irrazionale, che avrebbero dovuto parlarne, perché se c’era una persona con cui voleva condividere quella parte della sua vita era l’angelo che aveva la fortuna di chiamare suo. Eppure le parole gli graffiavano la gola, rifiutandosi di uscire e rendendo il suo petto pesante, come se la sua cassa toracica si stesse stringendo attorno ai suoi polmoni impedendogli di respirare. Improvvisamente, quell’azione autonoma quando indispensabile sembrò la cosa più difficile del mondo: Henrik spalancò gli occhi, il respiro che aumentava alla ricerca di aria che si rifiutava di entrare, e strinse forte le mani di Tarjei, nella speranza che riuscissero a tenerlo ancorato alla realtà. In quel momento non sentiva altro che il panico di quel giorno, mani da cui non voleva essere toccato che si prendevano ciò che lui non voleva dargli. Quando colui a che gli impediva di rompersi sembrò sparire, il sangue gli si gelò nelle vene. 

Non andare via, ti prego non adesso, mai, ti prego.

Tarjei gli prese il viso fra le mani, piegandosi fino a posare le fronte sulla sua.

“Respira, respira con me, okay? Respira.”

Henrik chiuse gli occhi, aggrappandosi a lui e ascoltando il suo respiro accarezzargli il viso. Pian piano il mondo smise di girare frenetico attorno a lui e l’aria gli riempì il naso e la gola. Tarjei fece sfiorare i loro nasi, accarezzandogli il viso con la punta delle dita. 

Henrik allentò la presa sulla sua maglietta per circondargli la vita con le braccia e stringerlo a sé, avvertendo le lacrime fare capolino negli angoli dei suoi occhi, infilandogli una mano fra i capelli quando Tarjei gli circondò il collo e gli posò dei piccoli baci sulla guancia, sussurrandogli parole dolci fra uno e l’altro. Restarono così a lungo, tanto che quando parlò, la voce di Henrik era rauca per il disuso e le lacrime trattenute.

“Scusami se ti ho spaventato.”

I capelli di Tarjei gli accarezzarono il viso quando scosse la testa, stringendolo di più a sé.

“Quando-

“Non devi dirmelo se non vuoi.”

Il ragazzo scese lentamente dal suo bacino, stendendosi accanto a lui su di un fianco e gli posò una mano sulla guancia, disegnando linee immaginarie e sorridendogli dolcemente, ed Henrik sentì di star innamorandosi di lui tutto da capo. Si girò imitando la sua posizione,  attorcigliando insieme le loro gambe e un pò delle loro anime.

“Io voglio dirtelo, ma non voglio che tu sia triste per me.”

“Okay.”

“Okay?”

Il sorriso di Tarjei si allargò ed annuì.

“Quando sarai pronto io sarò qui, ad aspettarti. Sarò sempre qui ad aspettarti.”

-

Quando Henrik perse la sua verginità, fu perché gli venne rubata. Aveva quindici anni e la sua ragazza andava nella sua stessa classe. Le ragazze della sua classe sembravano molto più grandi di lui e dei suoi amici, più cresciute, delle donne in miniatura, con i loro fianchi larghi e i petti che solo un anno prima erano nient’altro che piatti. 

Henrik amava stare con Lise, stringere il suo corpo morbido fra le braccia e baciarla con dolcezza, ridere con lei mentre giocavano ai videogiochi e non tener conto del tempo quando erano insieme. Aveva sentito in giro di ragazzi che facevano altro insieme alle loro fidanzate, ma a lui non interessava quel genere di cose. A Lise, invece, interessava.

“Ai ragazzi non succedevano quelle cose, loro erano quelli forti, quelli che facevano del male, non avevano paura e non si opponevano, perché i ragazzi non venivano aggrediti dalle ragazze.”

Tarjei sentiva le lacrime scavargli solchi profondi sul viso. Di fronte a lui, Henrik aveva lo sguardo basso. 

“Io … io non feci nulla per fermarla, non volevo farle del male e …”

Rimase in silenzio per qualche secondo, forse in cerca delle parole. Tarjei aveva la vista offuscata e un dolore che partiva dal petto e si espandeva in tutto il corpo; avrebbe voluto toccarlo, ma aveva sinceramente paura di romperlo.

“Piansi e lei mi chiese perché.”

Lasciò andare una risata priva di gioia, carica di qualcosa che sembrava risentimento, forse vergogna.

“Disse che non capiva perché me la stessi prendendo tanto visto che era qualcosa che volevo anche io. Il fatto era che io non lo volevo, e lei non lo sapeva perché non me l’aveva nemmeno chiesto. Ma lo capivo, era qualcosa che doveva piacermi, sicuramente ero io quello sbagliato. Dopo che … la lasciai e non parlai con lei mai più, ma nonostante questo non esitò ad andare a raccontare in giro quello che ‘avevamo fatto’. Saltò fuori che mi aveva portato via la mia innocenza solo per poter vantarsi con le sue amiche di essere stata la prima a fare ciò che facevano gli adulti.”

Tarjei sentì il cuore rompersi un pò quando la sua voce si incrinò e allungò una mano verso di lui, asciugandosi il viso con il dorso dell’altra. Henrik posò gli occhi sulla sua mano, per poi allungare la propria e stringerla, alzando il viso dopo quelle che erano sembrato ore, e sorrise.

Quel giorno, fecero l’amore per la prima volta. 

Le mani di Henrik lo accarezzarono quando il dolore gli impedì di bearsi delle migliaia di scintille che gli riscaldavano lo stomaco e le sue labbra colorarono la pelle che assaggiavano rendendolo un opera d’arte di blu e viola e rosso. Alla fine, restarono ad ascoltare i loro respiri tornare regolari, osservando i loro petti alzarsi e abbassarsi sempre più lentamente, abbracciati fra le lenzuola umide per il sudore. E se prima avrebbe storto il naso, ora non poteva fare a meno di pensare che fosse la cosa più dolce e meravigliosa che avesse mai pensato di poter fare.

“Credo di amarti.”

“Anche io, baby, credo di amarti anche io.”

-

Beste venner <3

Ho detto ad Henrik che lo amo

Ha risposto che mi ama anche lui

David: ODDIO BRO SUL SERIO?!?

Lisa: AWWWWW SONO COSI’ CONTENTA PER TE BUDDY <3<3

<3

Lisa: Ci sarete alla festa di Marlon venerdì giusto? Non vedo l’ora di brindare al vostro amore

Se lo fai giuro che ti blocco ovunque

David: voi DOVETE venire a quella festa

the #powercouple is comiiiiiing 

Da quando siamo la #powercouple?

David: pfff da sempre

è Ulrikke che l’ha inventato

Lisa: Voi ci sarete a quella festa, fine della questione.

E’ una minaccia?

Lisa: :D

Ci saremo

David: YESSS!!!

Lisa: Perfetto! Ora torna dal tuo modello ventunenne e rendimi fiera ;-)

Vi odio

<3

-

Se prima fermarsi gli era sembrato difficile, ora era praticamente impossibile. 

Voleva Henrik costantemente: nell’intimità della loro camera da letto, quando la neve di Novembre imbiancava i vetri ed Henrik si ostinava a girare per l’appartamento senza maglietta, i pantaloni della tuta così in basso da rivelare l’orlo dei suoi boxer e accentuare le dure linee sui suoi fianchi e il suo addome, e persino nel bel mezzo delle riprese, quando tutti erano lì a guardarli.

(“Quando ho detto che dovevate metterci passione non era questo che intendevo ragazzino!” 

“Julie, comprendimi. Stiamo girando la scena in cui dovrebbe farmi un po-

“LINGUAGGIO!”

“Possiamo anche chiamarlo così se vuoi ma la sostanza è quella!”)

Ed Henrik, ovviamente, non era da meno. Ciò comportava segni costanti a tappezzare i loro corpi che non facevano altro che bene, battutine maliziose che li seguivano ovunque andassero e l’abbonamento alla palestra non rinnovato perché, beh, facevano già abbastanza attività fisica.

Ora, con qualche birra e un paio di bicchierini di troppo ad offuscargli la mente, il corpo premuto senza vergogna contro quello del suo ragazzo, Tarjei non riusciva a pensare altro che voglio, voglio, voglio.

Baby.”

Il volume della musica facevano tremare il pavimento, le decine di corpi attorno a loro si muovevano frenetici, l’alcol faceva girare tutto troppo velocemente, ma riusciva a distinguere perfettamente la voce di Henrik. Il ragazzo aveva le mani nelle tasche posteriori dei suoi jeans, spingendo il il suo bacino contro il proprio e muovendolo allo stesso ritmo dei bassi. Tarjei gemette e lo baciò affamato, facendo danzare languidamente le loro lingue, e ricambiando i movimenti del suo corpo. 

La sua mente confusa registrò la voce di Marlon poco lontano da loro; girandosi brevemente, si accorse che parlava (flirtava) con Lea. Ridacchiò, pensando che era stato fin troppo buono con Marlon dopo il pessimo amico che era stato, ma la sua risata venne spezzata da un ansimo quando il suo ragazzo decise che era un buon momento per spostare le labbra sul suo collo, e Tarjei decise che non ne poteva più. Gli sollevò il viso per baciarlo di nuovo e lo prese per mano, districandosi fra la giungla di corpi in movimento per poi chiudere la porta della camera di Marlon alle loro spalle.

La mattina seguente, risvegliandosi in una casa piena di conoscenti e amici addormentati nei posti più assurdi con un mal di testa atroce e l’impulso di vomitare tutto ciò che aveva ingerito, si sarebbe rigirato fino a nascondere il viso fra i capelli di Henrik, ignorando il suo telefono che vibrava sul pavimento.

Ulrikke

Non arrabbiarti, ma potrei aver pubblicato qualcosa su instagram

E potrei aver taggato Henrik

E potrebbe essere un video di voi due che vi baciate 

E poteri aver scritto #powercouple

E potrebbero averlo visto migliaia di persone

:-D



Angolo autore

beste venner = migliori amici

Scusate per l'immenso ritardo, ho avuto problemi con il pc >.< il prossimo capitolo è già scritto, lo pubblicherò fra un paio di giorni. Perdonatemi ancora e fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto <3

   
 
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