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Autore: Orunida    25/05/2017    0 recensioni
Questa è la storia di un paese, delle sue tradizioni secolari, è un racconto di vecchie abitudini, di vicende quotidiane e di amori. Lidia è una ragazza qualunque che trascorre ogni estate al paese in compagnia della sua vecchia e saggia nonna. Ma c'è un evento che spezza la monotonia del luogo, un vecchio rito estivo che profuma di magia e che farà conoscere a Lidia qualcuno di veramente speciale ...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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San Vito, 21/08/2006, sulla panchina
 

La mezzanotte era passata e l’aria stava diventando, poco a poco, sempre più fredda.
 
La tensione fra Lidia e Federico, seduti su quella panchina uno accanto all’altra, era così palpabile da poterla quasi vedere. La ragazza lo osservava di sottecchi, aspettando che lui cominciasse a parlare, ma la cosa sbalorditiva era che Federico si era girato tranquillo una sigaretta e poi con noncuranza aveva cominciato a fumarla.

<< Tu non fumi ? >> Spezzò il silenzio.

<< Non ho mai provato. >> Disse Lidia piano, quasi impaurita da quelle sue parole così forti rispetto alla quiete della sera.

<< Mai provato ? Di questo passo comincio a pensare che tu non abbia mai … >> Era allusivo, ma Lidia non ci arrivava e lo cominciò a fissare con sguardo interrogativo.

<< Insomma … Sei vergine ? >> Sparò Federico insieme ad una boccata di fumo.

Lidia rimase shockata. Era come se tutto il suo corpo fosse stato improvvisamente schiacciato da una grossa incudine, accartocciato e pressato; nessuno dei suoi muscoli era più in grado di muoversi. Ma insomma come aveva potuto farle una domanda del genere proprio in quel momento ? E a che scopo ?

Federico cominciò a rendersi conto di quello che aveva detto solo quando vide Lidia irrigidirsi come una scopa, il volto sempre più paonazzo e gli occhi ancora più lucidi. Si avvicinò a lei e le cinse le spalle.

<< Ehi scusa, forse non era il caso di .. >>

<< No. Zitto. >> Proruppe Lidia togliendosi sgarbatamente il braccio di Federico dalla spalla.

<< Cosa ? >>

<< Ho detto zitto. >> Ringhiò.

Federico era perplesso e quasi impaurito da quello che stava succedendo alla persona accanto a lui, sentiva che Lidia stava per sfogarsi e non era un buon segno quel calore che emanava il suo corpo.

<<  Sì,non l’ho mai fatto . E quindi ? Avevo capito che fossimo qui per parlare del tuo comportamento dell’altro giorno, avevo capito che tu fossi qui per scusarti e per dirmi cosa è successo fra te e Alessandro. Invece mi porti su una panchina, provi a baciarmi, poi non lo fai e hai anche il coraggio di pormi questa domanda scomoda . Che c’è  ? Non vado bene ? Non sono come una delle tante troiette che ti fai ? E’ questo il problema Federico ? Perché se è così e se mi hai portata qui solo per sapere come sono a letto, beh puoi anche salutarmi adesso, perché non mi rivedrai mai più . >>

Federico rimase immobile, stavolta era lui quello allibito. Lidia aveva ragione, era stato solo un coglione per averle fatto una domanda simile. Nessuna ragazza gli aveva mai parlato tanto chiaramente, nessuna l’aveva mai smontato così. In realtà nessuna delle ragazze che frequentava avrebbe trovato la sua domanda scomoda, forse perché non aveva mai incontrato una vergine.

Non si rese conto di essere stato in silenzio per un po’, mentre i pensieri su Lidia fluivano nella sua testa come un fiume in piena. Aveva una grande voglia di abbracciarla, stringerla al suo petto; provò a farlo ma non appena si avvicinò lei si alzò di scatto. Come una molla. Quel gesto lo fece sorridere.

<< Ma cosa cazzo ridi ? >> Disse Lidia quasi in lacrime.

Lui la guardò e l’afferrò con delicatezza per uno dei suoi polsi sottilissimi, la trascinò su di sé, sulle sue gambe.  Lidia si dimenò ma poi fu costretta a sedersi in braccio a lui.

Le prese il viso con le mani e appoggiò la sua fronte su quella di lei.

<< Scusami Lidia, scusa davvero, sono uno stronzo. Non sono più abituato a parlare con ragazze come te, è vero. Frequento solo oche senza cervello, o solo ragazze interessate al sesso. Tu sei un’altra cosa, ben al di sopra delle persone comuni. Non mi sarei mai e poi mai dovuto permettere. Tu sei … >> 

Federico si bloccò, ancora appoggiato alla fronte di Lidia, le accarezzò con le dita le guance umide di lacrime, poi le labbra, infine le sistemò i capelli dietro alle orecchie.

<< Ehi, guardami Lidia. Tu sei speciale. >> Gli sussurrò, le labbra tanto vicine da potersi sfiorare.

Lidia aprì gli occhi e incontrò quelli di Federico che come al solito la fecero sussultare. Era bellissimo. Così bello che non sapeva più cosa dire.

Lui le prese nuovamente il volto fra le mani.

<< E’ per questo che non devi frequentare stronzi come me, né come Alessandro. Hai capito? >>

Lidia scosse la testa in segno di dissenso.

<< Io so che, in fondo, tu non sei stronzo . >> Le uscirono le parole senza preavviso.

<< Forse è proprio lui che mi ha fatto diventare quello che sono . >> Federico abbassò lo sguardo e comincio ad osservare le mani di Lidia, ancora seduta sulle sue gambe.

<< Ma insomma cosa ti ha fatto ? >> Chiese Lidia tirando su col naso e risistemandosi accanto a lui.

Federico non ne aveva voglia, ma lo fece per lei . Raccontò di Careme, della sua unica e vera storia sentimentale. Raccontò delle sue bugie, di come si era innamorato di lei e di come gli avesse spezzato il cuore quando l’aveva trovata a letto con Alessandro. Raccontò a Lidia di come aveva cominciato a bere e a drogarsi per dimenticare la sua mancanza e dei suoi periodi più bui. Le raccontò anche della sua nuova ragazza, Ronda, e Lidia riuscì finalmente a spiegarsi il motivo della sua iniziale distanza nei suoi confronti.

Poi fece una cosa che prima d’ora non si sarebbe mai sognata di fare e in un impulso di coraggio abbracciò Federico affondando tutta la testa nell'incavo del suo collo.

<< Ehi ma tu tremi … >> Disse Federico al suo orecchio.

<< E’ solo un po’ di freddo >> Effettivamente Lidia stava congelando.

<< Tieni . >> Federico si tolse il suo giacchetto di pelle e lo pose amorevolmente sulle spalle di Lidia.

<< Ecco adesso sono una vera gangster ! >>  Disse ridendo ; quel giacchetto le stava tre volte grande.

Risero entrambi. Anche Federico aveva freddo, così ficcò le mani sui fianchi di lidia, sotto al giacchetto. Sentì le sue anche leggermente sporgenti, la sua pelle calda anche da sotto al vestito. La voglia di possederla su quella panchina era tantissima.

<< Se non fossi stato fidanzato ti avrei sicuramente corteggiata … Fino a che non ci cascavi .>>

<< Mi sembra che tu lo stia già facendo … >> Disse Lidia puntando alle sue mani che le accarezzavano i fianchi.

<< E dai, lo faccio solo perché ho freddo anche io . >> Asserì con sicurezza Federico.

Lidia alzò un sopracciglio e gli rise in faccia.

<< E comunque ci sono già cascata … >>  .
 
***
 
Inna, 21/08/2006, in viaggio di ritorno
 


Era l’una passata quando Edi, Simone, Ginevra e Giacomo trovarono Federico e Lidia seduti su quella panchina, ancora abbracciati.
Li avevano cercati tutta la sera, nessuno dei due aveva risposto al cellulare. I commenti degli amici si fecero sentire e i due ragazzi colti in flagrante diventarono paonazzi ed imbarazzati.

Così salendo in macchina, Edi costrinse Federico a sedersi sui sedili posteriori insieme a Lidia ma nessuno dei due in realtà era intenzionato a farsi vedere in atteggiamenti affettuosi di fronte agli altri.

Entrambi in silenzio cominciarono ad osservare il panorama fuori dai propri finestrini, mentre davanti Edi e Simone continuavano a battibeccare sulle possibili cose che lui aveva potuto fare con un’ipotetica ragazza di Inna, la sera precedente.

Lidia si sentiva persa e provata da quella serata e adesso aveva un unico desiderio : riposare.

 Aveva capito che Federico non era più in buoni rapporti con la sua fidanzata, ma ciò non toglieva il fatto che ci stesse ancora insieme e che lui non potesse tradirla. Cosa avrebbe dovuto fare ? Aspettare che lui la lasciasse ? Avrebbe voluto, ma sapeva che non era la cosa giusta.

Federico guardava la luna, non aveva grandi pensieri per la testa. Sapeva solo che quella sera avrebbe voluto dormire con lei, avvinghiato al corpo nudo di Lidia, baciando ogni punto della sua pelle e lasciando affogare i suoi sensi nel profumo dei suoi capelli.

Senza farsi vedere fece scivolare una mano sul sedile posteriore e afferrò quella di lei . Anche Lidia fece finta di niente. Cominciarono a parlare così ; disegnando con le dita sui propri palmi, intrecciando e sfiorandosi le dita a vicenda, inebriandosi di quei tocchi prima giocosi, poi affettuosi, infine sensuali.

Quel gioco durò fin quando la macchina, come previsto, si fermò nella piazza di Inna, quando Federico e Lidia si guardarono fugacemente e si dettero la buonanotte.

Quella notte fecero entrambi sonni tranquilli.
 
***

La fine dell’estate a Inna è alle porte, ma i nostri due giovani innamorati sembrano ancora all’inizio del loro impervio percorso.

Federico ha finalmente capito che Lidia va presa con delicatezza mentre lei è finalmente riuscita a  chiarire qualche punto che era rimasto in sospeso .

Spero che questo capitolo rischiari le vostre notti e vi infonda la tranquillità e le dolci aspettative tipiche dell’inizio di un amore.

A prestissimo lettori.

O.
   
 
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