Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: bimbarossa    25/05/2017    2 recensioni
Sakura non è mai stata così depressa in vita sua.
Sasuke se ne è appena andato per il suo viaggio di redenzione e non si sa se e quando tornerà.
Improvvisamente, però un ammiratore segreto le fa trovare, capitolo dopo capitolo, la storia e le vicende di una ragazza speciale, Uchi Naru Sakura, il suo pazzesco alter-ego di un tempo.
Avventure che la spingeranno a capire che non sempre è sbagliato, ingiusto e folle amare di nuovo.
(breve long che si colloca tra Kakasaku Shinden e Kakasaku Gaiden)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Kakasaku: Crack-pairing scandaloso o canon mancato?'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Si, si, lo so Kishimoto, i personaggi appartengono a te e solo a te, e questa storia non è stata scritta per finalità di lucro ma solo per soddisfare il mio entusiasmo Kakasaku, ok?



La tua ombra sta ridendo.

(Proverbio giapponese)

 

“Sakura, alzati! C'è una cosa per te.”

La ragazza si stropicciò gli occhi assonnati e cisposi. I capelli durante la notte si erano annodati e spiovevano sulla fronte.

“Ah si?! E cos'è?”

La madre le porse dei fogli con strani disegni sopra.

“Li ho trovati sotto la porta stamattina. Nella busta in cui erano non era riportato il mittente.”

“Gli hai aperti?! Hai aperto una busta per me? Come hai osato, mamma?!”

Il loro rapporto non era minimamente cambiato. Nonostante la guerra, nonostante ora Sakura sia uno dei ninja più forti delle Cinque Terre, a sua madre non importa. Non sarà mai abbastanza per lei.

“Che c'è?! Meno male che l'ho fatto. Sono strani. Degli stupidi disegni che francamente mi inquietano anche parecchio. Forse dovremmo denunciare la cosa.”

“Non pensarci nemmeno. Non sono affari tuoi.”

E corse in camera sua con i fogli stretti al petto.

 

 


Erano solo pochi cartonati.

Sakura li guardò per bene prima di arrossire come un pomodoro.

Sicuramente c'era lo zampino di Sai.

Chi altrimenti poteva essere stato a farle ricevere delle vignette?

Il titolo in alto la fece sobbalzare. Uchi Naru Sakura. La Sakura che sta dentro.

Come faceva Sai a conoscere l'esistenza del suo bislacco alter-ego che si portava quella scritta dritta in fronte?

Ora come ora sicuramente la giudicava una schizzata bipolare, poco ma sicuro, e sicuramente quello era uno dei suoi modi assurdi fuori dal mondo per dirle che sapeva tutto.

Eppure...non sembra uno stupido scherzo.

C'era del sentimento in quei tratti, una particolare delicatezza nell'alternarsi dei chiaroscuri così come una speciale cura nella scelta degli spazi bianchi e di quelli neri.

A differenza di come si era sempre immaginata quella bizzarra creatura nascosta in lei, ovvero una sagoma caricaturale e un po' abbozzata, in quei disegni era tutt'altro. L'opposto addirittura.

Mentre gli altri personaggi (compresa la Sakura standard che si mostrava al mondo) erano imprigionati nello yin e nello yang cromatico tipico di un fumetto, Uchi Nara Sakura era invece colorata, normale, con dettagli talmente perfetti che solo se li si era profondamente amati potevano risultare così voraci di tridimensionalità. Sakura ci passò le dita sopra teneramente per vedere se potevano casomai balzare fuori.

A chiunque fosse il responsabile quella Sakura segreta dove piacere parecchio; quella parte di lei che finalmente, poco alla volta e forse anche grazie alla presenza di Naruto e alla non-presenza di Sasuke -riusciva a malincuore ad ammetterlo solamente adesso quest'ultimo dettaglio- poteva prendere aria e godere della vita.

Cominciò così a leggere le ridicole vicende della sua controparte. Non erano particolarmente serie o elaborate nella trama. Il primo capitolo, il solo che le fosse stato mandato, era un'avventura alle terme, con ovviamente un Naruto guardone, i classici confronti tra ragazze sulle varie dimensioni delle tette, spassosi discorsi su chi piacesse a chi, e per finire il furto dei reggiseni. Il colpevole alla fine risultava essere il povero Rock Lee sotto l'effetto dell'alcool.

Tutte queste vicissitudini la Sakura normale le viveva in maniera imbarazzante e scontrosa, piatta e senza spessore mentre la Sakura segreta se ne beava e ruggiva per la voglia di una bella scazzottata.

Non si accorse di aver riso tanto da quanto Sasuke se ne era andato per il suo viaggio di redenzione.

Se lo scopo era di farla distrarre ci era riuscito.

Mormorò un sincero arigatō allo sconosciuto artista -doveva essere un tale pervertito!- e poi si diresse alle terme.

“Io so una cosa su Sakura! Io so una cosa su Sakura!” La cantilena di Ino le giunse ovattata alle orecchie mentre si stava togliendo la maglietta. “Un segreto che nessuno si può minimamente immaginare.”

Le altre ragazze, TenTen, Hinata e quella spigolosa di Temari, che manco a farlo apposta si erano trovate casualmente alle terme proprio quando voleva starci in pace lei, fecero tanto d'occhi.

“Adesso che cavolo ti sei messa in testa, Ino-pig?”

“Ehi fronte spaziosa, dovresti ringraziarmi. Perché sto per dirti una cosa che ti metterà moooolto di buon umore. Dopo la partenza di Sasuke-kun sei diventata una tale musona.”

“Non so cosa vuoi dire.”

“Se ti dicessi che hai un ammiratore segreto...?”

“Cosaaaa?”

Il coro delle altre fece da contraltare a quello nella sua testa. E questa da dove era uscita?

Subito, senza farlo apposta, a Sakura venne in mente il misterioso artista.

“Ah si?” cercò di tenere calma la voce. Ino era una maestra a captare ogni strana intonazione. “Se ti riferisci a quello shinobi del Paese della Terra che durante la guerra mi ha fatto la dichiarazione già ti dico che...”

“No no, non è lui. In realtà è qualcuno che conosci bene, anzi benissimo. Non uno stupido ninja straniero che chissà se rivedrai mai.”

Sakura si avvolse nell'asciugamano per togliersi le mutandine senza esporsi davanti a tutte.

“Senti Ino, o spari questo nome o me ne vado a farmi un bel bagno. Oggi mi sento meglio dopo due mesi deprimenti quindi vedi di non farmi innervosire.”

La bionda l'adocchiò meglio. Si, Sakura pareva diversa quel giorno.

“Preparati, amica mia. Il tuo ammiratore segreto non è altri che il nostro più illustre concittadino. Kakashi-sensei, pardon, l'Hokage-sama.”

“Cosaaaa?”

Sakura sbuffò. Di nuovo i cori.

Poi il reale significato di quel nome le arrivò in testa e si sentì le guance bruciare. Sicuramente doveva avere ustioni di secondo grado sul viso.

“Ino, che razza di cibo ti sei mangiata oggi per dire una cazzata simile...”

“Piantala. Ormai la storia della kunoichi di Kakashi è risaputa per tutta la ex Terza Divisione.”

“E' vero, è vero,” TenTen si sciolse i capelli, “Rock Lee ci ha pianto per giorni. Già era in crisi per Neji. Tuttavia le parole di quel Zabusa erano inequivocabili, anche se io non c'ero, quindi posso solo basarmi sul tono di quel baka di Lee. Ci ha mimato la scena più volte, con tanto di sfondo melodrammatico del sole al tramonto e colonna sonora da battaglia per sentire il nostro parere, mio e di Gai-sensei, se per caso ci fosse un'altra interpretazione della frase incriminata.”

“E voi...voi che gli avete detto? E poi non era il tramonto quando è successo,” puntualizzò l'Haruno.

“Che un complemento di appartenenza è un complemento di appartenenza. E' inutile girarci intorno. Gai-sensei aveva le lacrime agli occhi, ma non so se per la gioia o per il fatto che gli stai rubando il suo eterno rivale.”

“Io non sto rubando un bel niente.”

“Già, come no. E allora perché ti ha voluta nella sua divisione quando tu sei una iryō-nin?”

Ino voleva essere spietata, allora.

Ebbene, lei, Sakura, avrebbe smentito e smontato ogni pezzo di quella assurda teoria con la stessa spietatezza.

“Non credi che lo abbia fatto proprio per questo? Poteva essere necessario un medico, dato che eravamo in guerra, no?”

“Si, ma poi, quando si sono presentati i temibili Sette Spadaccini della Nebbia la tua presenza si è rivelata inspiegabilmente superflua.”

“Mi ha mandata all'Unità Medica. I feriti stavano aumentando, scema. Sono andata dove ero più utile.”

“Ma allora perché spostarti? Poteva lasciarti da Shizune-san da subito, tanto lo sapeva che prima o poi, con l'avanzare degli scontri come hai detto tu i feriti sarebbero aumentati. Strano che uno stratega come Kakashi-sama non lo abbia previsto.”

“...”

Gli occhi azzurri della Yamanaka sprizzavano scintille di vittoria. Insopportabile.

“Evidentemente avrà avuto le sue buone ragioni...”

“Ancora non ti arrendi, eh? Vogliamo parlare di quando siamo stati bombardati da quella specie di stuzzicadenti volanti...”

“Ino, smettila.”

Temari intervenne anche se non aveva nessuna voglia di intervenire. Quelle quattro oche erano una tale seccatura. “Certi ricordi sono ancora troppo vicini da poterli usare nei vostri battibecchi.”

“Non fa niente. Il dolore per la morte di Neji non deve impedirci di provare sentimenti come la voglia di scherzare, o di vedere il lato buffo delle nostre esperienze passate. Persino quelle fatte durante il conflitto. Mio fratello non avrebbe voluto che ci trattenessimo in questo modo.” Hinata si alzò piano, pronta per entrare in vasca. Si, avrebbe preso dalla vita quello che poteva, impegnandosi e dando il meglio di se in ogni momento. Per la sua famiglia, per i i suoi amici, per Naruto e il suo nindō.

“Grazie Hinata. Se mi dai il permesso tu, allora posso ricordare a questa fronte spaziosa che in quell'occasione il Rokudaime di chi si è preoccupato che non venisse infilzata come uno spiedino? Ma la nostra Sakura, ovviamente. Ho visto con la coda dell'occhio come ti ha afferrata. Sembrava che volesse strizzarti all'interno di una delle tasche del suo tattico pur di farti stare al sicuro.” Allargò le mani sbuffando saputa in aria. “E molte cose non le so, anche se la testa quadra di Naruto mi ha detto che nello scontro contro la nonna-coniglio ti sia sempre stato attaccato a quelle adorabili ma secche chiappette che ti ritrovi.”

“Come osi! Adesso basta, Yamanaka.” Sbatté con forza i vestiti ripiegati nel suo posto-mensola di legno. “Puoi prendermi in giro finché vuoi. Puoi tirare fuori Sasuke, Lee o chi vuoi, ma non una parola di più su Kaka'-sensei. E' troppo corretto e troppo al di sopra delle tue stupide insinuazioni. Attenta Ino, se continui così stavolta la nostra amicizia potrebbe finire per davvero.”

 

 

L'atmosfera nella vasca non era propriamente rilassata.

Il resto del gruppo schiamazzava da una parte mentre Sakura se ne stava immersa nell'acqua fino al mento nell'angolo opposto, il rossore talmente acceso in faccia da far temere che stesse per friggere lì davanti ai loro occhi.

Le parole di Ino facevano danza nel suo cervello senza tregua.

Davvero Kaka'-sensei sentiva qualcosa verso di lei al di là del semplice affetto che si può provare per un'allieva?

Non ci aveva mai fatto caso, anzi, da quello che si diceva in giro di lui era uno molto popolare tra le donne del villaggio. Un vero rubacuori, con quella sua eterna aria di mistero data dalla onnipresente maschera -dietro cui pareva celarsi un volto da vero dio- e quell'espressione sempre un po' annoiata, asciutta, imperturbabile.

Chissà com'era Kakashi-sensei innamorato.

Di sicuro non era un tipo da moine, cuoricini e sbaciucchiamenti vari, almeno non in pubblico. Una volta Naruto le aveva detto ridendo a crepapelle che per proferire un “ti amo” presente nella frase usata da Jiraya nel suo messaggio segreto, aveva sudato peggio che in tutta la Quarta Guerra Ninja.

Ma quando uno, persino una persona distaccata come il suo insegnante, prova amore verso una donna, qualcosa deve pur trasparire, no?

Kaka'-sensei non l'aveva mai corteggiata, fatto avances o complimenti di quel tipo. Non l'aveva mai invitata ad uscire da soli, e se si escludevano i buffetti nei capelli che ancora adesso le regalava, non le aveva prestato attenzioni particolari. O almeno così credeva.

Altresì si era sempre dedicato ai membri maschili del team, cosa che alcune volte l'aveva buttata parecchio giù.

Si, perché era bello essere nelle grazie di Kakashi-sensei.

Era bello avere la sua attenzione, i suoi occhi plumbei addosso, la sua voce carezzevole e roca che pronunciava il tuo nome, o quelle dita così maschili ma affusolate intrecciarsi nei segni per farti vedere come si forma un jutsu complicato.

Negli anni si era abituata ad essere l'ultima nella lista dei suoi preferiti, tuttavia impressionarlo almeno una volta rimaneva una delle sue più grandi aspirazioni.

Per il colmo della sfiga non era presente nemmeno quanto aveva evocato Katsuyu durante il conflitto, o quando lei e Obito avevano salvato Sasuke dalla dimensione desertica in cui Kaguya lo aveva spedito.

“Senti, Sakura, una volta hai salvato mio fratello, anzi i miei fratelli. Perciò ti darò un consiglio gratuito e razionale,” Temari le si avvicinò sguazzando a grandi falcate, “Kakashi-sama è una delle persone che più rispetto. E non sono tante. Il suo cervello funziona similmente a quello di Shikamaru perciò ha tutta la mia ammirazione. La mia stima per lui non cambierebbe se le parole di Ino dovessero essere vere, e sarebbe così per chiunque usasse un minimo di intelligenza. Perciò non devi temere per la sua reputazione, ok?”

“Io...io...”

“Non ho finito. La sua vita privata non mi interessa, e francamente neppure la tua, ma so che vai ancora dietro a quel ragazzo, l'Uchiha. Concentrati su questo, su quello che provi tu, altrimenti verrà fuori solo un gran casino e potresti perdere il rapporto con il tuo maestro e Hokage. Questo, a mio vedere, potrebbe rivelarsi molto pericoloso. Sei sicura di voler rischiare tanto?”

“Cavoooli! Ino, che hai fatto, brutta baka che non sei altro? Dovevi stare zitta. Adesso mi hai messo la pulce nell'orecchio e la malizia negli occhi, non potrò più guardarlo come prima, a Kaka'-sensei.”

Per la stizza cominciò a spruzzarla e inondarla di acqua termale, seguita dalla bionda che ricambiò la “cortesia”. In men che non si dica i dissapori svanirono, e le risate si sentirono fino alla zona maschile dei bagni, con grande cruccio di Naruto e Kiba che stavano facendo di tutto per una sbirciatina.

“E va bene. Forse ho esagerato e infiorettato la situazione. Ma il succo, cara la mia Sakura, non cambia. Kakashi-sensei è stracotto di te.”

 

Ormai era una questione di principio.

Quella testarda fronte spaziosa le aveva dato della baka e della scema. Lei, Ino Yamanaka, che gli intrighi romantici li scopriva a chilometri di distanza.

C'era un unico modo per convincere Sakura che fosse tutto vero. Certo, era un metodo un po' brutale ma gli scrupoli non erano mai stati il suo forte.

 

 


“Kaka'-sensei...cioè volevo dire Kakashi-sama.” Sakura, appena uscita dai bagni e con ancora l'accappatoio addosso si scontrò con un gruppetto appena entrato nello stabile. “Anche lei alle terme, eh!”

Che sfortuna cosmica!

“Sakura. Si, mi sono preso un pomeriggio libero dagli impegni di Hokage. Praticamente sono scappato dalle grinfie di Shizune per un soffio. Sono felice di vederti.”

Frase normalissima, tono di voce cordiale e solito atteggiamento dinoccolato. No, Ino era proprio una visionaria. Non c'era niente di sospetto in Kakashi che potesse essere frainteso. Niente.

Meno male.

Eppure un po' ti dispiace, Sakura, ammettilo a te stessa.

“Ok, si diverta.” Stava per lasciarselo alle spalle mentre si andava a rivestire quando lo sentì chiamarla.

“Ah Sakura...”

Arrossì di botto. “Si?”

“Niente onorifico, ti prego. Non ne posso più di quel -sama. Almeno tu no, eh.” Le sorrise, di quel sorriso sbarazzino tipico di lui che nemmeno la maschera di stoffa poteva contenere.

“Kakaaaashi-saaaama!” Ino irruppe nel corridoio insieme alla scorta dell'Hokage.

Sakura notò allarmata il lampo birichino dell'amica. Quella aveva in mente qualcosa, poco ma sicuro.

“Meglio che vada, altrimenti così conciata il raffreddore diventa una probabilità concreta.”

Avrebbe voluto svignarsela come stava facendo Kaka'-sensei con i suoi jonin personali, ma la bionda, prima che il gruppetto svoltasse l'angolo della zona maschile, si mise in mezzo al corridoio, le mani giunte e gli occhi chiusi.

Non farlo, ti prego, non farlo Ino!

Ma fu troppo tardi. Pregò solo che il suo maestro non se ne accorgesse, anche se non ci sperava un granché.

D'altronde sapeva che lo Shindenshin No Jutsu era implacabile.

 

 

Una lapide in disparte, isolata dalle altre.

Adesso sono orfano.

Un bambino con una maschera di stoffa in viso che entra in una casa vuota.

Vorrei che i fantasmi esistessero.

Lo stesso bambino che cucina pesce ogni sera e poi trova degli amici con cui condividerlo.

Cos'è questo calore?

La ragazzina con strisce di kumadori viola sulle guance è chiaramente innamorata di lui.

Con lei come mi comporto?

Il ragazzino con gli occhialini sulla faccia che vuole diventare Hokage chiaramente lo odia.

Buffone, però mi piace.

Un giovane uomo biondo dagli occhi azzurri diventa suo maestro.

Un giorno diventerò come lui e lo sfiderò.

Adesso può vedere cose che non aveva mai immaginato grazie all'occhio rosso degli Uchiha.

Sei finalmente contento, Obito?

Rin a terra morta sul colpo.

Il suo sangue macchia ancora le mie mani.

Nove code si agitano nel buio di una notte di luna piena.

Addio Minato-sensei. Addio Kushina-sama.

Un negozio di dolciumi e un ragazzo in tuta verde sempre allegro.

Maito Gai ancora mi chiede di mangiare i dango con lui.

Non sa che non mi piacciono? Bleah!

Due campanelli che tintinnano.

Chissà se quei tre faranno lavoro di squadra.

Una mano affonda tra ciocche arancio-rosate, tenera e carezzevole.

Mi piace il colore dei suoi capelli.

Sasuke che impara Chidori.

Questo ragazzo sta diventando importante per me.

Naruto che impara il Rasengan.

Tiene letteralmente l'eredità

di suo padre tra le mani.

Come sono orgoglioso di lui!

Due ragazzi che riescono a prendere quei fottuti campanelli.

Sono cresciuti.

Un'anima ne incontra un'altra.

Papà, insieme nella morte,

posso dirti che sono orgoglioso di te.

Sasuke sta per ucciderla.

No. No. No. No. No. Ti prego, lei no!

Una maschera va in frantumi.

Dio mio, Obito è ancora vivo!

Tre ragazzi di a malapena diciassette anni riescono a sigillare l'essere più potente mai combattuto facendo lavoro di squadra.

Naruto, Sasuke, Sakura,

adesso voi mi piacete un sacco!

Sasuke è tornato, ma non vuole restare.

Perché sono così contento?

Notti insonni a rigirarsi nel letto.

Ho voglia di sesso.

Non avrei dovuto guardarla così tanto stamattina in ospedale.

Lei che gli viene incontro, pochi secondi prima, nell'atrio.

Sarà nuda sotto quell'accappatoio?

 

 

“Sakura, ehi Sakura. Stai bene? Sei diventata pallida in un attimo.”
Kaka'-sensei le aveva preso le guance tra i palmi gentili e la stava scrutando preoccupato da morire.

“S...si. E' solo che...” fulminò in cagnesco Ino che le fece una linguaccia. “Forse sono stata troppo in acqua e la pressione mi è scesa di colpo. Ora vado davvero.”

Si svincolò bruscamente da quelle mani che avrebbero potuto sciogliere l'intero Paese della Neve e si mise a correre a perdifiato verso gli spogliatoi, in lontananza l'eco della voce dell'Hokage che la inseguiva. “Va bene, ma riguardati, d'accordo?”

Lei, dal canto suo, avrebbe voluto solo precipitarsi a casa, chiudersi in camera e nascondersi sotto il letto.

La Tecnica della Trasmissione Spirituale le aveva fatto vedere nella mente e nel cuore la vita di Kakashi-sensei, le sue emozioni, il suo dolore, le sue speranze e paure, i tormenti e i desideri più profondi.

Aveva percepito tutto, senza filtri, e ne era stata talmente scossa da sentire i polsi tremare mentre lo stomaco le si era rivoltato furibondo.

Però quello che più la sconvolgeva e la spaventava – più dello sguardo truce di Uchiha Madara prima che questi la impalasse senza tante cerimonie con il suo bastone- era stata la consapevolezza che nella ridda di tutti quei sentimenti aveva scorto, solo per un attimo, il profondo desiderio che l'uomo nutriva nei suoi confronti.

Kaka'-sensei voleva fare l'amore con lei, voleva farle cose che Sakura, verginella spaurita, neppure si sognava potessero farsi, baciarla, morderla, entrarle dentro, avere un orgasmo nel suo corpo. Più volte al giorno.

E non bastava. Era certa di aver grattato solo la superficie dell'uomo chiamato Kakashi Hatake.

Forse Ino non aveva voluto infierire, o forse temeva di essere scoperta e quindi non era andata a fondo nella tecnica segreta, ma sicuramente c'era dell'altro.

Qualcosa di oscuro, molto più complesso di quello che lei, una ragazzina di nemmeno diciotto anni poteva arrivare a comprendere.

Ho paura. Paura di scoprire com'è essere amata da uno come il maestro Kakashi.

E nello stesso tempo so che sarebbe bellissimo, impossibile anche da descrivere.

Doveva finirla. Lei sarebbe rimasta fedele a Sasuke per sempre. Cos'era adesso tutta quella frenesia ed eccitazione? Certo, faceva piacere essere desiderata e voluta -come l'Uchiha non si era mai azzardato a fare- ma questo non voleva dire che anni e anni di spasimi per lui potessero essere buttati nel cesso da un giorno all'altro.

No, lo avrebbe aspettato.

In fondo lui si era lasciato andare, almeno un pochino, con quel gesto fatto alla sua fronte prima di partire.

Voleva dire pur qualcosa, no?

 

 

 

 

Salve a tutti! Sono tornata con una breve long ambientata dopo il capitolo 699 e che non tiene in conto di tutto ciò che viene dopo.

Buona lettura!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: bimbarossa