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Autore: esserre93    25/05/2017    0 recensioni
Callie era ormai a New York con Penny e Sofia e Arizona da allora non aveva più avuto una persona accanto.
Al Grey Sloan Memorial Hospital arriverà qualcuno che le cambierà la vita.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Arizona Robbins, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Arizona era in cucina intenta a preparare la cena che tanto amava sua moglie. Erano più uniche che rare le volte che potevano concedersi una vera cena, dato che il più delle volte tornavano a casa stremate e sempre con poca voglia di cucinare. Quella sera, però, nonostante la stanchezza, Arizona voleva rendere felice Eliza, anche con un piccolo gesto. 
Quando ebbe finito di preparare non osò aprire la porta che dava sul salotto, così domandò ad Eliza se sarebbe potuta andare in camera da letto per preparare le ultime cose.
-    Amore, io qui ho finito, dovrei andare in camera da letto
-    Aspetta, non ti muovere.
Arizona rimase lì immobile, aspettando che sua moglie facesse qualcosa. Poco dopo la vide entrare nella cucina con un foulard tra le mani
-    Ecco qui, ti bendo, così puoi andare in camera da letto, ma dato che anche lì c’è una sorpresa per te, dovrai fare tutto al buio
-    Mmm va bene, ci proverò 
Arizona si recò in camera da letto con il foulard sopra gli occhi; non appena aprì la porta un profumo di vaniglia le pervase le narici. Eliza molto probabilmente aveva acceso delle candele. A tentoni andò verso il cassetto della biancheria intima e cercò di individuare il completino che aveva programmato di indossare; non appena fu sicura di aver preso quello giusto, andò in bagno a cambiarsi.
Qualche secondo dopo sentì bussare alla porta
-    Amore, è tutto pronto – Eliza la avvisò rimandando dall’altra parte della porta
-    Anche io ho fatto
-    Sai, sono davvero felice che entrambe abbiamo pensato a questa cosa
-    Anche io lo sono, penso che avessimo proprio bisogno di una serata così
-    Hai ragione. Appena hai fatto metti di nuovo il foulard sugli occhi per favore
Non appena Arizona fu pronta, si bendò gli occhi e aprì la porta del bagno. Eliza allungò la mano verso quella di sua moglie e la condusse verso il salotto.
Quando Arizona sentì le dita di Eliza a contatto con i capelli, capì che stesse per sciogliere il nodo al foulard.
La vista che si parò davanti gli occhi di Arizona, la lasciò senza fiato: sul tavolo del salotto vi era adagiato un mazzo di rose rosse; il pavimento era cosparso di petali, che riportò Arizona alla sera in cui Eliza le chiese di sposarla; il divano che di solito era posizionato avanti al televisore, ora era poggiato ad una parete ed al suo posto vi era adagiata una coperta con sopra poggiata non una bottiglia di vino qualunque, ma la sua preferita, con due calici accanto.
-    Amore è stupendo
-    E ancora non hai visto tutto
Eliza si avvicinò al viso di Arizona e le lasciò un bacio sulle labbra. Arizona si allontanò da sua moglie e si recò in cucina per prendere ciò che aveva preparato; poggiò il tutto sulla coperta che aveva preparato Eliza. La mora respirò a lungo il profumo che proveniva dai piatti che aveva portato Arizona.
-    Non dirmi che è ciò che penso
-    Può darsi 
-    Hai preparato il mio piatto preferito? Quello che avevi detto che era super complicato da fare, perché aveva milioni di ingredienti?
-    Esatto, è proprio quello 
-    E come hai fatto in così poco tempo?
-    Ho le mie armi segrete, cara
Eliza non ci pensò due volte e fece sedere Arizona sulla coperta, per poi farla stendere. Le due donne iniziarono a baciarsi fino a quando i loro respiri non divennero sempre più affannati; le due donne si toccarono fino a quando la loro pelle non mostrava evidenti segni di desiderio da parte dell’altra; le due donne si baciarono fino a quando le loro labbra non erano rosse e gonfie dalla troppa eccitazione
-    Aspetta Amore – Eliza cercò di porre distanza tra lei e Arizona
-    Perché ti fermi?
-    Altrimenti la tua sorpresa si rovinerà. Mangiamo prima, abbiamo tutto il tempo per fare l’amore
Arizona sembrò convinta dalla proposta di Eliza, così si mise seduta e iniziò a preparare i piatti. Quando la mora mise in bocca il primo boccone, Arizona poté notare l’espressione di gioia che si dipinse sul suo volto.
-    È buonissimo amore, se mi avessi cucinato in questo modo al nostro primo appuntamento, ti avrei sposata all’istante
-    Fortunatamente ho anche altre qualità e fortunatamente non mi hai sposata per le mie doti culinarie
-    Fortunatamente no
Le due donne trascorsero quella serata tra risate e coccole. La bottiglia di vino era vuota e sui volti delle due si potevano distinguere le guance rosse per l’alcool che non erano abituate a bere.
-    Penso di essere un po' brilla – Arizona cercò di alzarsi dal pavimento, ma perse l’equilibrio e cadde su Eliza. Le due si ritrovarono distese una sull’altra.
-    Lo hai fatto apposta per imprigionarmi sotto di te?
-    Sono brilla davvero, questo vino è tostissimo
-    Guarda caso è il tuo preferito
-    Cosa vorresti dire?
-    Nulla, che ti piacciono le cose forti
-    Vuoi sapere cos’altro mi piace di forte?
-    Illuminami
Arizona, dopo vari tentativi, si alzò e allungando la mano verso Eliza la fece alzare per condurla in camera da letto
-    No aspetta, metti il foulard
-    Smettila con questo foulard, altrimenti potrei usarlo in un modo che non accetteresti 
-    È una minaccia?
-    È un avviso amore.
Eliza si mise dietro sua moglie e le coprì gli occhi con le mani. Entrarono in camera da letto e Arizona confermò ciò che aveva precedentemente sospettato: candele alla vaniglia. Il profumo si espandeva per tutta la camera e Arizona ne fu inebriata 
-    Questo profumo mi manda su di giri – la bionda avanzò verso il letto, iniziando a sbottonare la sua camicia. Vide Eliza avvicinarsi a lei, ma non le permise di toccarla.
-    Guardare ma non toccare, altrimenti dovrai pagare pegno
Eliza mise il broncio, ma Arizona continuò con il suo gioco. Fece scivolare via la camicia mostrando ad Eliza il reggiseno di pizzo che aveva indossato qualche ora prima. 
-    È una tortura questa
Arizona accarezzò con le dita il pizzo del reggiseno e con un gesto veloce lo slacciò per poi lanciarlo verso Eliza, che nel frattempo era seduta al centro del letto per godersi lo spettacolo. 
Arizona, a quel punto, era completamente nuda per la parte superiore e poté vedere negli occhi di Eliza il desiderio che provava per lei in quel momento. Avvicinò la mano destra al bottone del pantalone e fece per sbottonarlo, ma indugiò e fece scendere solo la cerniera. Sorrise all’espressione delusa sul volto di sua moglie e ripeté quel gesto ancora una volta; senza che se ne accorgesse si ritrovò con le spalle al muro ed Eliza che la stava baciando per tutto il corpo
-    Non puoi giocare così con me, rischi di farmi venire un infarto
Arizona sorrise a quella affermazione e, anche se con fatica, si spostò dal corpo di sua moglie
-    Mi dispiace, sei venuta meno all’unica regola che ti avevo imposto, dovrai pagare pegno
-    Ufff di cosa si tratta?
Arizona prese il foulard che Eliza aveva lasciato sul comò e le bendò gli occhi, dopodiché ne prese un altro e, facendola stendere sul letto, lo utilizzò per legarle i polsi alla testiera del letto.
-    Aspettami qui
Eliza non proferì parola, sapeva esattamente in che guaio si fosse cacciata. Quando Arizona tornò nella stanza, aveva tra le mani una bomboletta di panna spray, la posò sul comodino e iniziò a spogliare sua moglie. Iniziò dai pantaloni, che lasciarono scoperte le lunghe gambe della mora; Arizona iniziò a baciare ogni singolo centimetro di quella pelle e potette sentire i gemiti di Eliza man mano che i suoi baci si avvicinavano nell’interno coscia. Mentre con le labbra segnava il terrario delle gambe di sua moglie, con le mani le tolse la maglia e il reggiseno. Rimase per un attimo a contemplare il corpo perfetto di sua moglie; era bendata, legata, nuda e avrebbe potuto farle qualsiasi cosa. 
L’eccitazione le crebbe sempre di più, così allungandosi verso il comodino, prese la panna e la cosparse lungo tutto il corpo della mora. Eliza  iniziò ad agitarsi vistosamente non appena sentì la bocca della bionda risucchiare la panna che le aveva appena cosparso e dei gemiti sempre più distinti iniziarono a riecheggiare nella stanza
-    Cavolo sto impazzendo, slegami ti prego
Arizona non ascoltò le suppliche di sua moglie e avvicinandosi al suo orecchio le morse il lobo per poi spostarsi sulle sue labbra. Non appena gliele sfiorò, Eliza cercò di catturargliele come meglio poteva pur di non perdere quell’unico contatto che aveva con sua moglie. Arizona le concesse questo contatto e con entrambe le mani le sfilò gli slip. Con un gesto sicuro penetrò nell’intimità della mora, che cacciò un urlo quasi disperato. Arizona era affamata, eccitata e vogliosa di sentirsi addosso le mani di sua moglie, ma doveva continuare con il suo gioco, così penetrò ancora, ancora e ancora; gli spasmi di Eliza erano sempre più evidenti, fino a quando la mora non arrivò al culmine del piacere. 
-    Credevo di morire
-    Non lo avrei mai permesso
-    Ora slacciami, perché non sai in che guaio ti sei appena cacciata.
Arizona invece lo sapeva bene, sapeva che Eliza odiava essere dominata e men che meno essere legata. Lo sapeva bene, ma aveva accettato i rischi, conscia che sua moglie avrebbe potuto reagire in qualunque modo.

Nell’arco di un secondo, Arizona si ritrovò sotto sua moglie e con i polsi legati con delle manette
-    Da dove spuntano?
-    Le ho sempre avute. Non ti benderò, perché devi guardare ciò che non puoi toccare, puoi solo desiderarmi e so che mi desideri ancora
Eliza baciò profondamente Arizona e con le mani esplorò il suo corpo, il suo seno, le sue gambe, le sue labbra. La bionda si muoveva allo stesso ritmo della mora e poteva sentire il rumore delle manette contro la testiera. Le manette non erano come un foulard; Arizona poteva sentire benissimo come sfregavano sui suoi polsi.
-    Cavolo Eliza, mi fanno male
-    Le allento un po'?
-    No devi toglierle
-    Non ci penso proprio
Così Eliza continuò con ciò che stava facendo e con due dita penetrò in Arizona, che con un sussulto fece sfregare di più i polsi; man mano che Eliza spingeva, quel dolore divenne quasi piacere, un piacere che non aveva mai provato prima; un piacere che lesionava. Eliza diede un ultimo colpo che fece venire Arizona con un urlo liberatorio 
-    Ora posso togliertele
Non appena Eliza tolse le manette dai polsi di Arizona, potette vedere i segni che le avevano lasciato. Rimase per un attimo sconvolta a quella vista non riuscendo  a dire nulla
-    Non mi fa poi così tanto male, dovevo solo abituarmi
-    Ti ho fatto del male
-    Non è così, guardami – Arizona prese il volto di Eliza tra le sue mani – se mi avessi fatto così tanto male te lo avrei detto
-    Lo hai fatto, ma non ti ho ascoltata. Mi dispiace, non so cosa mi prenda ogni volta
-    Smettila ora, non roviniamo tutto, sono stata benissimo
-    Lo dici sul serio?
-    Certo, ti amo, con ogni fibra del mio corpo
-    Anche io ti amo, ma ti prometto anche che non farò più una cosa del genere
-    Smettila con queste stupidaggini. Vieni qui
Arizona strinse Eliza tra le sue braccia e potette sentire i battiti del suo cuore rallentare; si addormentarono l’una tra le braccia dell’altra.
   
 
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